venerdì 24 novembre 2006

Matrix Reality (segui la cozza)


Avevo appena spento il computer e con lui tutte quelle entità che ci vivono dentro, quelle con cui comunico quando l’accrocchio meccanico è acceso e che poi vanno in uno di quei posti misteriosi, tipo dove si rifugiano le zanzare d’inverno, finchè non do di nuovo corrente per inserirmi nella rete di gente come me, che detesta i vicini di casa per il semplice fatto che sono vicini.
Avevo spento, sono sicuro, ma lui non era convinto e si riaccese d’iniziativa. Io feci un’espressione da film dell’orrore di ordine non primo, giusto per un tempo da copione, poi staccai la spina e andai verso il letto dicendo qualcosa su Edison ed altre divinità. Ma lui rifiorì anche senza spina. E mi parlò: disse “segui la cozza”. Feci qualche altra espressione e aprii il forno a microonde. In quel momento bussarono alla porta. “Non è finita qui” pensai verso il computer e andai a vedere all’uscio se qualcun altro si voleva candidare alla microcottura. Era un testimone, ligure credo, non ho capito bene. Con lui una ragazza, credo, qualcosa di prossimo a una ragazza. Mi dissero che seguendoli avrei cambiato la mia vita e vinto uno sconto per un abbonamento a Torre di Guardia, da oggi alla fine del mondo. Lei era davvero poco piacente… una cozza insomma. Sulla spalla aveva tatuato un limone… li seguii. Mi portarono a una festa spensierata, dove alcune cubiste si dimenavano consapevoli di aver ereditato l’errore dei progenitori che si sono resi indipendenti da Dio e anche un discreto fondoschiena. In un angolo, appoggiato a una colonna c’era il solito disadattato: rideva, beveva e scrutava culi senza capirne il significato intrinseco.
Seguii la cozza. Mi condusse all’interno di un salone arredato da due poltrone e un uomo che ne utilizzava una. L’uomo si alzò e distinguendosi dalle poltrone, parlò.
“Il mio nome è Orpheus, ma puoi chiamarmi Luciano” disse quasi senza muovere un muscolo, tanto che avevo ancora qualche dubbio sulla possibilità che fosse una poltrona.
“Che cosa vuoi da me… Luciano?” chiesi infastidito dall’ambiente e dal chinotto e red bull bevuto al bar escatology.
“Io ti propongo la scelta più importante della tua vita, di quella che tu credi sia la tua vita” e tirò fuori dalle tasche le sue mani mostrandomi due bussolotti colorati “pillola bianca: questa serata non sarà mai successa, ti sveglierai nel tuo letto e continuerai la tua triste vita tra fotomodelle, macchine veloci e soldi. Pillola marrone: la tua consapevolezza raggiungerà livelli che non puoi nemmeno immaginare, la coscienza si espanderà fino a farti male, la conoscenza ti apparterrà, tu sarai la conoscenza, nessun mistero, nessun dubbio, nessun dogma, nessun dorma”
“Strane pillole, che forma hanno?” dissi fingendo di non prestare attenzione.
“Ehmm… sono supposte, le pillole le abbiamo finite”
“Un’endovena?”
“Non distrarti ora, hai poco tempo per decidere. Per scegliere di sapere che cosa succede davvero attorno a te, di uscire dalla realtà che ti hanno costruito intorno e vedere con i tuoi occhi la verità. Saprai quello che non dicono sui più grandi misteri della storia, saprai la verità sui poteri che muovono il mondo, sulle armi e le malattie create dall’uomo, saprai quello che non si dice sul cancro, sui retrovirus, sulle medicine, su armi batteriologiche, su folli piani di controllo dell’umanità, sui governi, sui servizi segreti… a proposito, il tuo vicino di casa è Bin Laden
“Ecco perché quella carta da parati finto roccia” mi aveva scosso ma non volevo darlo a vedere.
“Sei scosso vero?”
Fanculo, pensai.
“A soreta. Lo capisco, ma abbiamo bisogno di gente come te, dobbiamo risvegliare il pianeta, dal torpore e dal controllo mentale che subisce” disse porgendomi la supposta marrone (colore che gettava dubbi sul reale percorso che la riguardava).
“Fammi capire. Devo rinunciare alla mia vita divertente e colma di soddisfazioni, per immergermi in uno scenario catastrofico, fatto di dolore e morte?”
“Vedo che cominci a capire, mi fa piacere, che cosa decidi?”
“Aspetta che ci penso… NO!”
Era deluso ma non voleva darlo a vedere.
“Sei deluso vero?” chiesi malcelando soddisfazione e un ruttino da red bull.
“No, l’Oracolo aveva previsto tutto. L’Oracolo non sbaglia mai, i suoi messaggi sono di difficile lettura, ma dopo aver parlato con lei non sei più la stessa persona (l’Oracolo vuole anche 200 euri a previsione). Ma tu devi vincere le tue paure, io ho fiducia in te, tu sei l’Eletto”
“No guarda, secondo me avete contato male i voti o qualcuno ha fatto il furbo con le schede bianche. E poi io non ho votato, non mi è arrivata la comunicazione, non vale, tutto a monte.”
L’atmosfera si faceva nervosetta e per evitare problemi simulai un qualche interesse.
“Ma conoscerò davvero tutto il conoscibile? Anche l’esistenza di Dio, che cosa ci aspetta dopo la morte, avrò poteri sovrumani e saprò tutto su Andreotti?”
“Ora non esagerare, su Andreotti non possiamo garantire, ma avrai i copioni di tutti i reality televisivi”
“Non mi interessa” dissi dirigendomi verso la porta. Poi un sussulto, il ripensamento che è luce della saggezza. Mi fermai, mi voltai e chiesi “se ne prendo mezza mi dici se è stata la Franzoni?”
In quel momento squillò un telefono e dal nulla apparvero due uomini in nero che mi afferrarono con violenza bloccandomi e costringendomi in una posizione che non prometteva nulla di buono. La cozza mi abbassò i pantaloni e sentii i passi di Luciano che solo in quel momento (per strane associazioni mentali) realizzai essere un nerboruto omone di colore.
Non so che cosa successe dopo. Non so che cosa mi fu “somministrato” so solo che tutta questa faccenda mi brucia ancora.
Ah, già che sei qui che leggi, il tuo capo è un ibrido innestato con DNA alieno.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Niente è ma tutto potrebbe essere....
Come disse qualcuno....a volte nella vita si sente la mancanza della funzione UNDO ;o))
GENIO!!!