martedì 31 luglio 2007

La memoria che sanguina


Tu guardi l'opera di Tarantino, premuto su uno sfondo borghese di politicamente corretto e pensi “questo pugliese è un genio”. Come se lacrime e sangue l'avesse inventato lui. Come se non fossero mai esistiti i ditirambi cari a Dionisio, poi l'Atene del teatro messo in scena tra filosofia, morti ammazzati, sesso rubato, promiscuo e voluttuoso (come se pulp e transgender definissero cose nuove con il pretesto di essere parole nuove). Passando per il Bardo di Stratford upon Avon (infelice modo per semplificare la computazione di Shakespeare) e giù giù fino a Mario Merola, a cui mai riuscì di terminare un pranzo, una comunione o un matrimonio, senza essere sparato.
Gli italiani sono lacrime e sangue. Da sempre. Sicuramente da prima di Tarantino. Lacrime e sangue vendono, appassionano e spesso danno un tono senza bisogno di darsi troppo da fare.
Il sangue è fruibile, accessibile. È una risorsa inesauribile: è l'oro rosso. Se si riuscisse a immagazzinare tutto il plasma che sgorga da televisioni e giornali, l'AVIS noleggerebbe macchine. E se per caso si esaurisse quello fresco, si può sempre accedere a quello del passato, perché il sangue non scade mai. Eparina storica, emotrasfusione coatta: siamo tutti dopati senza essere ciclisti.
È pronta per noi una flebo di qualità. Un filmato inedito degli istanti immediatamente successivi all'esplosione della bomba alla stazione di Bologna, 27 anni fa. Ottantacinque morti, duecento feriti. Tarantino ha avuto una crisi mistica. Sangue lacrime e commemorazioni. Frattanto gli esecutori sono liberi, i mandanti non sono mai stati trovati e le collusioni con servizi segreti deviati e massoneria si sono perse in un florilegio di giochi di prestigio. Ma tutto questo interessa poco, perché non è pulp. È passata sotto silenzio la riorganizzazione dei Servizi perché non adornata da scazzottate parlamentari e soprattutto perché non ha coinvolto trans, peripatetiche o fotografi con obiettivi discutibili. Comunque qualche cosa che non sembri proprio una schifezza, questa riforma ce l'ha, ma siccome non si parla di sangue la faccio breve. La vera notizia è che sarà più facile revocare il segreto di stato, flebile appiglio che ha tenuto a galla un numero sbalorditivo di personaggi che avrebbero meritato di finire a fondo. Per fortuna l'italiano è distratto e non si dovrà spiegare perché nessuno metta mano in certe carte. È un segreto distratto.
Trattato con la medesima distrazione l'appello di Salvatore Borsellino che recitava proprio “basta lacrime, vendichiamo Paolo”. Il fratello del giudice ucciso dalla mafia ha parlato di chi ha voluto la morte di Paolo Borsellino (anche questo omicidio è rimasto senza mandanti), ma soprattutto di chi ha lasciato che accadesse. È la storia infame che si ripete. Dove sono ora quelli che hanno abbandonato quei pochi Uomini che hanno combattuto per la giustizia? Quelli che stavano attorno a loro, nei palazzi di giustizia, nelle camere del potere. Che non si sono sporcati le mani di sangue e nemmeno l'anima, essendone privi.
Luglio porta la memoria di altri Uomini lasciati ammazzare. Il giudice Vittorio Occorsio, sentendosi isolato e braccato, rinunciò alla scorta per evitare altri morti e fu ucciso, due volte. Il giudice Mario Amato fu invece trucidato mentre aspettava l'autobus per andare a lavorare. Lo riscrivo: aspettava l'autobus. L'ultimo avamposto della giustizia, lasciato solo ad una fermata di autobus. Gode di maggiore considerazione Costantino e non parlo dell'imperatore. Chi ha voluto e permesso la morte di questi Uomini è rimasto impunito e nella possibilità di godersi i frutti della propria infamia. Mentre noi creiamo giornate della memoria che servono ad evidenziare come tutto sia dimenticato durante il resto dell'anno, mascheriamo morbosità con interesse storico, per dettagli truculenti, versiamo lacrime se serve, riabilitiamo assassini e ci dimentichiamo di tutto il resto.
In occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio ho rivisto il film “Paolo Borsellino”. Un film su un Uomo. Poco sangue, pochi particolari sulle indagini e sui fatti criminosi. Un Uomo, la sua famiglia e suoi valori. La vita di una persona vera, che continua a combattere sapendo di non avere un futuro, ma sperando di costruirlo per i suoi cari e per tutti gli altri. Lo stesso intreccio che accomuna altri Uomini vittime dell'indifferenza e della brama di potere di non uomini, piccoli napoleoni da strapazzo, troppo bassi per non aver bisogno di imporsi.
Salvatore Borsellino ripete “è ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire”. E non è solo vendetta, parola ingoiata a forza dai parenti delle vittime perché troppo impegnati a difendersi da soli dalla paura e dalla follia. Parola cancellata dalle pagine politicamente corrette e umanamente no. Dagli intellettuali del perdono che fanno del perdono un anello da portare al dito che dà lustro e nobiltà. Da quelli che si sostituiscono alla memoria, fingendo di essere interessati e interessanti. Non è solo questo.
Allora scopriamo un'altra targa che servirà a un branco di pecore sanguinarie per infangare memorie che nessuno ha. Colmo dell'indifferenza: la memoria è riportata a galla solo da chi la infanga. Come se servisse più a loro, perché l'oblio sulle vittime danneggia anche gli assassini che non uccidono mai per ideali, ma per imporsi, per lasciare qualcosa che qualche altro pazzo possa usare per essere ancora più pazzo.
Entriamo invece nelle scuole, insegniamo ai ragazzi la vita di questi Uomini, anche solo mostrando un film come quello su Paolo Borsellino (invece della solita pellicola sconsigliata ai più piccoli che io, in quanto più piccolo di mio zio, mi rifiuto di guardare), che non sarà la panacea di tutti i mali, ma ti fa sentire un po' idiota quando gridi all'ingiustizia perché sabato piove. Parliamo di questi Uomini quando sono vivi. Lasciamo i Woodcock a Corona e tutta la corte dei giullari, proviamo anche noi a fare piccole battaglie, anche solo interessandoci ad una cosa, davvero.
Un'amica mi ha ricordato che non si può piangere per tutti, che è al di là delle capacità umane. Peccato che sia invece così semplice fregarsene di tutto.

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martedì 24 luglio 2007

Rassegna stanca


A qualcuno dovrò rendere conto per l'uso di questo titolo, ma non mi si accusi di plagio perché una volta, nel '76, facendo la doccia dissi “rassegna stanca” a mia madre, invece di “è finito lo shampoo”. Lei non si preoccupò più del necessario e affrontò questi primi sintomi di afasia sensoriale con una approccio razionale: da allora, qualsiasi cosa io le dica, per non saper né leggere né scrivere, mi tira una boccetta di clear.
Mi accingo quindi a proseguire la mia opera di informazione anche in considerazione del fatto che il caldo e la consunzione neuronale dovuta all'impegnativa opera di programmazione delle ferie, non consentono di affrontare temi ad alto impatto cerebrale.

Roma – A seguito delle affermazioni del Financial Times in merito al mercimonio che si svolge in Italia nei confronti della figura della donna, una ragazza ha scritto una lettera a Repubblica per contestare quanti si sono indignati per le illazioni d'oltremanica. La giovane ha sostenuto le ragioni d'Albione esprimendo un concetto molto articolato: “due lauree? Conta di più il mio culo”. La missiva ha creato molto scalpore e gli ambienti dell'imprenditoria italiana si sono affrettati a rassicurare la donna sulla maturità della cultura del lavoro nel nostro Paese. In questo momento, la ragazza sta valutando centinaia di offerte di lavoro da parte di altrettante aziende convinte che, oltre alle lauree, ella abbia importanti qualità umane da mettere a disposizione di chi sa apprezzarle e, all'occorrenza, valorizzarle.

Perugia – Dodici persone, tra medici e infermieri del Santa Maria della Misericordia, sono stati incastrati dai NAS, i quali hanno documentato le ripetute e continuate assenze dei dipendenti statali, pagati per curare le persone, coperte da timbrature truffaldine ad opera di amici all'interno della struttura. I Carabinieri, giunti a casa di una dottoressa assenteista si sono trovati di fronte il marito. L'uomo ha dichiarato di non vedere la moglie da un pezzo e che, a ritorno da lavoro, trovava sempre bigliettini scritti con la calligrafia di un amico: sullo specchio “ciao caro, spero tu abbia avuto una buona giornata”, sul frigorifero “la cena è pronta mettila due minuti nel microonde che, raramente, ha decorso fatale”, sul lavandino “ricordati di prendere le pillole, ma non in concomitanza con la cena”, sul cuscino a letto “ah sì sì aah bravo così sì”. L'assenteismo è un'arte. Mica cazzi.

Roma – L'onorevole Selva, dopo aver steso una lettera di dimissioni, la ha logicamente ritirata. La nobile finta fu scatenata dallo scandalo seguito all'ingenuo e poco onorevole bullarsi con gli amici di aver usato un'ambulanza per arrivare in tempo ad un'ospitata in tv. Il buon Selva ha dichiarato che la sua scelta di ritirare le dimissioni è scaturita da un diffuso volere popolare. Mentre il popolo si guardava l'un l'altro con aria interrogativa, Selva, dando maggior risalto al suo nome, è stato visto allontanarsi su una gip della Forestale a sirene spiegate. Le motivazioni che hanno spinto l'onorevole ad utilizzare il mezzo statale, questa volta non sono state spiegate, a differenza delle sirene.

Città del Vaticano – Non saranno i giardini dell'Eden, ma gli stupendi parchi che adornano Città del Vaticano sono ora visitabili virtualmente, grazie a diverse webcam installate in punti strategici e consultabili attraverso un portale (mai portale fu più portale) accessibile a tutti. Per le webcam installate in molte sacrestie invece, ci sarà bisogno dell'autenticazione della maggiore età. Per accedere alle stanze segrete della Biblioteca Vaticana, colma di misteri e risposte, bisognerà altresì comprare eBay. Non comprare su eBay, proprio la società eBay, che detiene un'importante quota del Sismi, compartecipe nella Ior che, come sapete è una società copertura della Nestlè.

Baltimora (la città non il cantante) – Alcuni ricercatori di una società che si occupa di tecnologia avanzata (che quindi deve avere qualcosa a che fare con i frigoriferi), hanno dichiarato di aver penetrato le sicurezze del nuovissimo e fantomatico iPhone, oggetto del desiderio di milioni di tecnovittime di una società che è passata in 30 anni dal fare i conti sulla carta della mortadella all'ordinare la mortadella su www.chefacciolascio.com Secondo indiscrezioni, dopo migliaia di tentativi di forzare il software del telefono dalle mille risorse e talmente bello che se lo appoggiate vicino a un quadro di Magritte si insolentisce, i ricercatori sarebbero riusciti a fare una telefonata. L'azienda americana avrebbe infatti effettuato una chiamata, breve, disturbata, ma una vera chiamata che ha consentito di conversare con un interlocutore. Non quello che cercavano ma pur sempre un interlocutore. Al termine dell'incredibile operazione l'iPhone non era però più in grado di svolgere le funzioni di rendering di immagini tridimensionali e la sintetizzazione polifonica di un'orchestra composta da 24 archi, 30 fiati, 12 legni e un putipù. Venendo meno queste peculiarità, i tecnici di Cupertino stanno riconsiderando l'idea di mettere sul mercato l'innovativo ammasso di tecnologia, venendo a mancare le maggiori attrattive che spingono un cliente a spendere 800 euri per sbuffare quando la mamma lo chiama. Intanto, la Canistracci Oil ha registrato un'impennata in borsa, grazie alla truffaldina vendita di milioni di iPhon, un asciugacapelli USB il cui successo si può facilmente ricondurre alla confusione mediatica e all'effettivo livello di utilità che i due strumenti hanno in comune.

Parigi – Il Tour de France continua tra polemiche e insinuazioni. Desta scalpore la decisione della televisione di stato tedesca di oscurare la corsa ciclistica a causa delle inconfutabili evidenze di doping. I dirigenti della grande boucle minimizzano, nonostante alcuni testimoni, lungo il tracciato, giurino di aver udito dei corridori nitrire. Altri atleti sono stati trovati talmente pieni di medicinali che correvano col bugiardino. Radio Corsa riporta anche la non confermata vicenda secondo cui una zanzara, dopo aver punto un ciclista emotrasfuso, sia esplosa provocando 12 feriti. L'organizzazione sta ora deliberando sulla proposta, circa la manifestazione del prossimo anno, di far correre direttamente i farmacisti.

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giovedì 19 luglio 2007

Quando il ratto non c'è gli uomini ballano


Il presentatore di riferimento si aggiusta il trucco, lui può permetterselo perché fa la televisione, altrimenti la sua notorietà sarebbe dovuta al ripetersi di “guarda quella checca col fard”. Il sipario sta per alzarsi sul più famoso talk show del Paese e un fragoroso applauso riempie il teatro, sgorgando dai cuori e da un cartello con scritto “applausi”. Cinquant'anni fa la gente andava a teatro con le verdure e i fiori, oggi la possibilità di esprimere il proprio punto di vista ha lasciato spazio alla più elettrizzante eventualità di essere inquadrati per un secondo, durante il quale si fingerà a fatica di non accorgersene. Oggi c'è un solo ospite che è già sistemato su una sedia design, termine moderno per dire scomoda. Dopo un breve silenzio arredato da un sorriso in fine ceramica del presentatore, comincia il dibattito:
Presentatore: “Benvenuto al nostro ospite di oggi che pare abbia cose molto interessanti da dirci. Ma prego, non faccia caso alle nostre paroline, dica pure, lei è?”
Ospite: “Un topo”
P: “Benissimo, questo per dimostrare che qui da noi non si fa discriminazione di razze”
O: “Che cosa fa in piedi sulla sedia?”
P: “Come? No, no, non sono in piedi è che queste sedie design vanno usate in un certo modo, sa gli sponsor, la produzione, l'anticiclone delle Azzorre, ma lei continui pure, qual è il messaggio che ci porta?”
O: “Sono qui per avvertirvi. Per avvertire il genere umano. Voi ora mi vedete così, mi usate per gli esperimenti o mi date in pasto ai vostri serpenti da appartamento che vi siete comprati perché non trovate sufficiente chiamare vostro figlio Brad, per darvi un tono esotico. Voi avete fatto crescere i bambini con Topolino ma se mi vedete dal vivo mi inseguite con una scopa di saggina. Però un tempo io, anzi la mia razza non era così: era molto simile alla vostra.”
P: “Avete sentito amici? Un abitatore delle fogne, mangiamerda, è qui a farci delle lezioni di morale e a ridisegnare le teorie evoluzionistiche. Ma continui pure, noi siamo abituati ad ascoltare con imparzialità e comprensione. – rivolto all'assistente di studio – non è che questa palla di pelo stopposo mi attacca la leptospirosi?”
O: “Vede, secondo alcune teorie cognitive elaborate da suoi simili (sperando che non si offendano), l'intelligenza corrisponderebbe alla capacità di adattamento. Noi in questo siamo indubbiamente i più evoluti. Possiamo in breve tempo far diventare nostro habitat qualsiasi ecosistema: dal deserto, alle zone artiche, dalle fogne di Calcutta, al suo bilocale che usa per fare i provini alle vallette. Possiamo regolare la temperatura del nostro corpo a piacimento. Ci abituiamo a mangiare qualsiasi cosa: carne, pesce, verdura, pasticche di veleno, altri topi, anche se quelle scatolette di cibo cinese take away che ci sono nel frigo del suo bilocale dalla fuga del re in Italia, ci danno qualche problema di reflusso gastroesofageo.”
P: “Quindi voi sareste più intelligenti di noi? Se hai toccato la mia collezione di tofu sperimento su di te la tossicità del mio nuovo ombretto
O: “No, non lo siamo per quanto sembri paradossale. Noi un tempo comunicavamo, ci vestivamo, vivevamo secondo politiche sociali e le nostre idee riempivano pagine di filosofia. Avevamo un presidente: il prof. Tore, Prodi Tore. Maltrattavamo le donne (celebre fu il ratto delle sabine) e nei nostri impeti di libertà cantavamo “oh parmigiano portami via”. L'unica differenza: non giocavamo a calcio, lo trovavamo troppo poco dignitoso per noi come specie, quindi ci dedicavamo ad appallottolare muco nasale. Sfruttavamo le risorse del pianeta e miglioravamo esponenzialmente le nostre condizioni di vita.”
P: “E poi che è successo? Un guerra santa contro i gatti persiani?”
O: “Se fa un'altra battuta così le cago nel camerino. È successo che le risorse sono finite. Acqua, energia, formaggio. Ne abbiamo abusato, le abbiamo mal distribuite ed è finita la pacchia. Certo, come voi, ce ne siamo accorti per tempo, ma nonostante le mille soluzioni escogitate, finché c'era trippa per gatti (brutta metafora) nessuno ha fatto niente per risolvere il problema. Lei deve capire (cioè non proprio lei, non pretendo tanto) che l'evoluzione ha due possibili sviluppi: uno indirizzato alle pure risorse umane (topiche nel nostro caso), alla consapevolezza e all'espansione intellettiva e spirituale, l'altro esclusivamente mirato alla sopravvivenza, privo di inutilità, morale, leggi, pensieri, religioni e torte al cioccolato. L'uno, come può capire persino lei, esclude l'altro perché ti mette su un binario che diverge senza possibilità di ritorno, esattamente come un regionale delle ferrovie. Ora noi siamo l'espressione più alta della sopravvivenza, ma non abbiamo più cultura, obiettivi o una fetta di anima. Mangiamo i nostri stessi figli, viviamo in posti che voi nascondente per ribrezzo, le nostre femmine sono sempre in calore e ci accoppiamo in continuazione per garantire il perpetuarsi della specie”
P: “Mangiate i vostri figli? È una cosa mostruosa! Com'è questa faccenda delle femmine sempre in calore?”
O: “Poi siamo noi gli animali! Invece di produrre feromoni cerchi di pensare. Voi ora siete al bivio evolutivo e è meglio che seguiate il consiglio di chi, come noi, è esperto di toponomastica: quando ti trovi di fronte a un bivio, imboccalo. Non fate il nostro stesso errore, le capacità le avete. Un mio cugino che vive a Lipari mi ha raccontato come vivono gli umani senza acqua corrente. Raccolgono acqua piovana, si fanno la doccia in un catino e l'acqua poi la usano per innaffiare gli orti, cuociono la pasta e non buttano via l'acqua ma la riusano per lavarsi i denti o correggere il martini. Combattono il caldo proteggendo le piante e il freddo condividendo il calore corporeo Ma non potete aspettare che sia la necessità a imporvi questo stile di vita, dovete sceglierlo, per poter poi seguire l'altra via evolutiva, o finirete come noi e la sua unica fetta di notorietà l'avrà con una comparsata in un film dell'orrore, trasposizione de I topi nel muro di H.P.Lovecraft
P: “Bene, questo saccente portatore di germi ci fa anche lezioni di letteratura. Com'è quella faccenda del condividere il calore corporeo?”
O: “Sa che mi piacerebbe averla per cena, giù da noi in discarica? Mi dia retta, non sottovaluti quello che le ho detto. All'inizio eravamo quasi contenti: niente più politici, burocrazia, guerre di religione, pranzi di nozze, ma poi ci si scontra con la realtà: i rapporti sociali sono ostacolati dalla perdita del linguaggio e anche da un afrore non proprio fragrante, l'eccesso di testosterone ci annebbia il cervello rendendoci aggressivi e, dia retta, sta storia della bella topa è una sbalorditiva fesseria”
P: “E mi scusi, lei come mai riesce ancora a parlare? E soprattutto, com'è questa faccenda dell'alto tasso di testosterone?”
O: “Oh io prima non parlavo. Durante un visita a una centrale nucleare un uomo mi ha morso e da allora ho dei superpoteri. Tra cui il linguaggio”
P: “Impressionante! E quali altre qualità umane ha grazie a questi superpoteri?”
O: “Scoreggio”

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martedì 17 luglio 2007

Che cos'è un bacio? Un apostolo roso tra le parole "m'impicco"


Non sono mai stato un patito del contatto fisico, infatti una volta una persona mi ha toccato e ne ho patito. Questa volta però un sacrificio mi tocca (aridaje). Sbirciando il contatore di accessi non ho potuto fare a meno di notare che il suo incedere, basato sulla serie matematica che somma uno a ciò che già c'è, ha sfondato il tetto delle 100.000 pagine sfogliate di codesto blog. Centomila è un bel numero. È molto più trecentoventicinque, per fare un esempio. Centomila persone riempiono uno stadio con l'avanzo di un qualche migliaio che rimane fuori a scambiare battute con i celerini. Motivo per cui sarebbe il caso di passare al secondo stadio.
Sto tergiversando, ma ormai non posso più sottrarmi (altrimenti la serie matematica cessa di incedere). Vi meritate un bacio. Tutti quanti ne siete. Anche il mio personalissimo stalker toscano che mi insulta da un anno con metodo e dedizione. In fondo anche lui è un affezionato. Ve lo meritate perché se continuate a leggere ci deve essere una buona ragione, persino migliore di non avere niente di meglio da fare. Perché serve motivazione e volontà per superare gli ostacoli hillmaniani:
  • La lunghezza dei pezzi. In internet come nella vita le dimensioni contano. Io i soldi per comprarmi un Cayenne non ce li ho, quindi affermo la mia virilità repressa spargendo inchiostro per delimitare il territorio. Me lo diceva sempre mia madre “metti giù quella barbie”.
  • La latitanza di lo Spaggio. So per certo che molti di voi passano di qui esclusivamente per il corpo del nostro autore immagine (nel senso che immagino sia un autore). Purtroppo però il nostro si nega divenendo così un nonspaggio o !spaggio per gli avvertiti di logica.
  • L'annosa questione del fondo nero (è grigio scuro). Dopo alcuni ricoveri al reparto oftalmico del fate i bravi fratelli, alcuni smaliziati navigatori hanno escogitato tecniche di riabilitazione oculare. Ho persino scoperto che qualcuno ha trovato il modo di ridisegnare il formato grafico del blog (peraltro con colori talmente incompatibili che il mio gatto ha la coda gonfia da 3 mesi).

Insomma si può senza fallo affermare che siete un pubblico selezionato. Non certo un gregge inconsapevole che segue la massa, chessò, da Beppe Grillo o su incontriamocimasoloperamiciziafiguratisemiinteressafaresesso.it.
Eccovi quindi il vostro meritato segno d'affetto. Ma devo mettervi in guardia, almeno un po' (in guardina). Dietro ogni bacio si nasconde un tradimento. Potrei abbandonarvi per una intima volizione. Potrei vendervi tutti per un paio di calze trenta denari (in questo caso sarebbe una intima biancheria). Certo, il rimorso mi ucciderebbe, come un pitbull recidivo. Ma questo blog è solo uno specchio che moltiplica la personalità, espande la vita, come in un incubo di Borges. E gli specchi sono destinati ad andare in frantumi annullando la capacità di riflettere portando alla follia, come in un'altra serie stavolta pirandelliana, che porta da uno a niente e infine a centomila. Centomila come voi, come i centomila me, cloni ribelli che non vogliono somigliare a nessuno, come un gemello figlio unico.
Uno specchio non rimanda mai ciò che siamo davvero. Almeno non finché pensiamo di essere qualcosa. Come quando ci si osserva riflessi e non ci si riconosce. Non ci si somiglia. In quel momento surreale in cui non si capisce che cosa sia capitato alla propria faccia, ci si chiede se gli altri ci vedono così, con quella sconosciuta fisionomia. Ebbene no. Normalmente gli altri non ci vedono proprio, ma se capita, somigliamo a un loro lontano cugino, che ora fa il debeccapolli a Pinarella di Cervia.
Altre volte siamo lo specchio. Come quando scorgiamo attraverso il vetro che, per motivi riconducibili alla dinamica dei fluidi, siamo talmente ben pettinati che ci vestiamo e usciamo, anche senza una meta, come un triste giocatore di rugby. Ma non si può andare a letto con i capelli che stanno così bene. Immagine speculare. Speculazione dell'immagine.
Molti creano qualcosa per attirare l'attenzione. Forse io ho creato il blog per spostarla da me. Per sfuggire l'identità, creandone una dinamica. Uno specchio d'acqua su cui mi affaccio. Poi qualcuno ci tira un sasso in mezzo e l'immagine si perde in cerchi concentrici. Tu ti concentri e cerchi di fissarla, ma quando l'acqua si cheta, la figura è diversa e avevi appena finito di accettare quella di prima. Perché se sei bello di tirano le pietre, ma se sei brutto te le tirano più forte.
Insomma io il bacio ve lo mando volentieri, ma sappiate che non sono punto tranquillo, perché centomila è una massa e come insegna Canetti, la massa è potere. A me il potere non piace e con una schifezza di sillogismo dovrei dire che non mi piace nemmeno la massa. Ma questo sarebbe il minore dei mali. Se fossi io a non piacere alla massa, sarei in presenza di una massa critica, con conseguenze imprevedibili. Sarebbe un massacro. Fortunatamente però, per distruggere uno specchio bisogna in qualche modo mettercisi davanti.
In fondo guardare in uno specchio è come guardare dentro sé stessi: ognuno ci vede quello che gli pare. E questa è la partita che si gioca tra il blog, l'autore e i lettori. Uno, nessuno e centomila.
Smack.


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lunedì 16 luglio 2007

Passo in rassegna stampa


In barba ai maligni e ai superbi, la mia rassegna stampa scintillerà. Questa seconda uscita della mia rubrica di informazione, vede la luce grazie a quelli che non ci credevano. Non saprei come fare senza la vostra mancanza di fiducia. Ecco quindi le fondamentali notizie che, ultimamente, ci hanno distratto da ciò che realmente accade nel mondo:

USA – Grazie a studiatissime falle nei sistemi di sicurezza internazionali, un esperto di computer altoatesino (lo hacker) è venuto in possesso del manoscritto del settimo capitolo della saga di Harry Potter. Secondo indiscrezioni i giovani protagonisti non sono riusciti a trovare un incantesimo in grado di fermare l'incedere dell'età e di conseguenza l'andamento ondivago degli ormoni. Pare infatti che in quest'ultima avventura lo stregoncino si dedichi alle meno nobili arti del sollazzo delle membra. Evidentemente qualcuno deve avere male interpretato l'affermazione secondo cui Harry Potter sia in grado di fare magie con la sua bacchetta. È in uscita, allegato al libro, anche un manuale d'uso per i genitori che spiega come rispondere alle prevedibili domande dei bimbi incuriositi dalle nuove formule alchemiche. Il modo migliore per giustificare l'arrossamento della pelle dei protagonisti è dire che hanno il magone a causa dello struggente romanticismo.
Frattanto serpeggia preoccupazione per l'arrivo dei nuovi gadget a tema.

Narmouthis – Scoperta da ricercatori dell'Università di Pisa, una pista da bowling dei tempi dei faraoni. Il rinvenimento assume un'importanza particolare alla luce del fatto che l'attività ludica ebbe vita breve tra il popolo egizio (che si distingue da quello egiziano per l'età) a causa di una fastidiosa controindicazione: le palle piramidali rovinavano tutto il parquet. Comunque lo stesso Ramsete III non superò mai la media di 108 punti.

Torino – Dopo il lancio della nuova 500 (non si ricorda tanto rumore per una cosa così piccola dalla scoperta dell'atomo) la Fiat sbandiera trend positivi come se piovesse. Il fatto che il trabiccolo costi come lo stipendio annuo di un operaio è giustificato da quel vezzoso meccanismo che rende una cosa che 30 anni fa era scrausa, un fenomeno alternativo molto di tendenza. Doverosa precisazione: il rapporto con lo stipendio da operaio è riferito a un lavoratore italiano. Se prendiamo ad esempio un operaio polacco (che la 500 la costruisce), di anni di lavoro ne servono quasi tre. I cittadini italiani, soddisfatti dell'utile dell'azienda torinese, stanno cominciando a chiedersi se sia possibile riavere almeno una parte di ciò che è stato versato per sostenerla.

Roma – La notizia dell'avviso di garanzia a Romano Prodi ha attraversato l'Italia e la schiena del Primo Ministro. Il presunto legame con il comitato d'affari che gestiva milioni di finanziamenti europei, sta tutto in un'utenza telefonica dai tabulati truffaldini. Fortunatamente il buon Romano ha potuto negare ogni addebito dimostrando che quell'utenza non è più intestata a lui dal 2004, ma a Palazzo Chigi. Gli italiani tirano un sospiro di sollievo, almeno quelli che non sanno che Palazzo Chigi è la sede del governo.

Pamplona – Un torero spagnolo è stato incornato da un grosso bovino che, alla decima banderillas piantata nella schiena, si è leggermente insolentito e, dopo aver dichiarato in perfetto catalano “mo' m'hai scassato” ha umiliato la virilità del torero entrando di testa sulle di lui pudenda. Con la mancanza di un toro morto e con il torero sotto i ferri per un delicato intervento ai testicoli, il ristorante adiacente l'arena ha servito brodo di pollo.

Londra – Il Financial Times ha pubblicato un articolo che descrive il Bel Paese (l'Italia non il formaggio) come un paese di veline e donne nude. La causa di questa mercificazione di genere viene attribuita alla scarsa presenza femminile nei posti di potere imprenditoriali e amministrativi. L'onorevole Santanchè, raggiunta dalla notizia mentre presenziava all'inaugurazione della stagione del Billionaire, si è detta sdegnata ed ha dichiarato che non lascerà cadere queste insinuazioni offensive d'oltremanica e che, appena finito il martini e recuperato il reggiseno, prenderà le adeguate contromisure diplomatiche. Nel frattempo, milioni di lettere di protesta, provenienti dall'Italia, hanno travolto la redazione del famoso tabloid inglese. Quasi tutte lamentavano il fatto che nell'articolo non fosse specificato dove esattamente si trovassero tutte queste donne nude.

Roma – Dopo l'ennesima strage sulle strade causata dall'alcol, dalla stupidità e dalla incompetenza, scendono finalmente in campo i politici. Per non deludere le aspettative i nostri amministratori si sono concentrati sull'aspetto fondamentale della questione: i soldi. La prima e ferma risposta è stata infatti: “aumenteremo le sanzioni”. Ovviamente questo dissuaderà gente ubriaca come scimmie che nemmeno ricorda il proprio nome, dall'investire altra persone. Comunque l'innalzamento delle multe fino a 6.000 euro, in sinergia con la restituzione ad oltranza della patente, creeranno un gettito di entrate tali da poter mandare in onda l'isola del tesoretto 2. Tanto per non rendere vana la morte di migliaia di innocenti. L'educazione e la prevenzione, sono state viste sfrecciare lontano, in direzione opposta... alla nostra.

Roma – Corre sugli stessi binari (morti) la depenalizzazione dei reati di alterazione alimentare. Da oggi in poi chiunque potrà mettervi in tavola carne di maiale al cromo vanadio, pesce al parassita, acqua minerale al cloroformio, tè al piombo (se volete quello senza piombo dovete prendere il tè verde) ed altre specialità del genere senza incorrere in conseguenze penali, ma solo amministrative... cioè multe. È fatto persino divieto agli organi di stampa di diffondere notizie allarmistiche in merito a cibi alterati (anche se vere). Al Ministero della Salute si dicono tranquilli e fiduciosi, anche se, qualche sospetto, l'ha destato il fatto di vedere gli addetti al dicastero bere acqua piovana.

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giovedì 12 luglio 2007

La gente sono tutti matti


In questi giorni lo stato d'animo dominante è lo sconcerto. Il che è davvero fastidioso, specie in considerazione del fatto che la scorsa settimana c'erano i Jethro Tull a Torino. Il contatto con le persone mi lascia sempre più sbigottito, ma è evidente che la colpa sia mia. Infatti l'etimo in persona ci insegna che prima ero bigotto e poi qualcuno ha provveduto ad aprirmi gli occhi, quindi mi si potrebbe semplicemente dire che chi è causa del suo mal, pianga più spesso. Che non me lo si dica o non vado avanti a scrivere.
Aprendo gli occhi ho scorto (visto che sono alto) un dettaglio che al buio mi era sfuggito: la gente sono tutti matti. Matti e cattivi.
Sapete io lavoro, a causa del fatto che non ho trovato altri sistemi di affermazione sociale, come il calcio o il mediasurfing e questioni inerenti il travagliare mi hanno riportato in quel di Milano. Allungandomi tra gli “eh la madonna” e i kebab mi sono venute in mente le parole scritte da Enrico Ruggeri quando ancora non faceva lo scambista in televisione: “Autodifesa dipinta sui volti e sempre sulla strada. Sempre al recupero di beni tolti e accada quel che accada”. Aggressività scimmiesca, prepotenza, rivendicazione di diritti divini, invidia, vendetta, ma soprattutto non cedere mai, nemmeno di fronte al tristo mietitore (che non è Albano). Ed ero solo al casello di Melegnano.
Interloquendo con un'affabile donzella intorno a questioni di lavoro (quindi non cose importanti come il rinnovo del contratto di Cassano), mi è capitato di imbattermi in vicende riportate nel seguente discorso diretto:

Cruman: “Parmi di ravvedere toni stridenti nella nostra partnership professionale”
Donzella: “Cazzo dici, sacco di merda?”
C: “Che diamine di modi sono? Non mi sembra di far parte del tuo ramo genealogico”
D: “È per questo che non ti ho ancora dato un calcio nelle palle... ma se insisti”

Mi rendo conto che i ritmi frementi della città incrinino il sistema nervoso. Milano poi, è una città tentacolare, nel senso che tenta di colare a picco. Con risultati peraltro discreti. Ma saranno gli anni di ritiro spirituale, attraverso cui ho raggiunto l'illuminazione con notevole risparmio sulla bolletta dell'enel, o la mia scelta di vivere in prossimità di una porcilaia per migliorare la qualità del vicinato, sta di fatto che dopo un giorno in questo big bang della follia, sono finito a vagare per via Ripamonti in preda a una catena di svenimenti, con il dorso di una mano a cucchiaio sulla fronte e in cerca di una tenda a cui aggrapparmi.
Tra un venir meno e l'altro mi ponevo domande esistenziali: che senso ha migliorare le sovrastrutture sociali se le fondamenta (le persone) sono instabili e nessuno se ne preoccupa? (mancamento) Quale bisogno primario soddisfa la prevaricazione? (mancamento) Se il protocollo di interazione umana è lo sputo, quello delle scimmie è l'ablazione reciproca dei parassiti e quello dei cani l'ispezione olfattiva dell'igiene intima, che cosa ci fa considerare evoluti? (mancamento più facciata sul selciato) Che cosa è veramente importante della contrapposizione umana su scala ridotta (zuffa) o su larga scala (guerra o enorme zuffa)? Avrà contribuito all'escalation di follia e cattiveria, la cultura che disegna assassini di massa come eroi, che giustifica la violenza con l'onore, l'egoismo con l'amore e la distruzione con la vitalità? (doppio mancamento carpiato, un guidatore di tramvai mi ha dato un 8,5 per la coreografia e 9 per l'interpretazione). E, prima di mancare del tutto, perché i posti dove non succede niente sono definiti “morti”, mentre quelli dove ammazzano la gente “vivi”?
Tornando verso la porcilaia pensavo che potrebbe essere un problema di carenza di vergogna. In psicologia colpa e vergogna sono due concetti indissolubilmente legati. In occidente però si è sempre puntato sulla prima da un punto di vista educativo, con il risultato di indirizzare gli sforzi umani verso il tenere nascoste le responsabilità in modo da evitare le punizioni. In questo modo, acquisendo una efficace tecnica evasiva (tipo fare il vago), si perde ogni ritegno e qualsiasi bestialità è mondata dalla formula universale “sono fatto così”, al cui cospetto l'assoluzione divina è una caccola. In oriente, di contro, si dà molta importanza alla vergogna che un uomo deve provare per le sue malefatte. Non è nemmeno molto in disuso la tradizione per cui, in alcuni paesi orientali, chi si macchia di azioni nefande, viene esposto al pubblico ludibrio, solitamente con un cartello al collo con scritto “sono una personaccia e non so nemmeno che cosa significhi ludibrio”.
La sparizione del concetto di vergogna è anche riconducibile a un'altra forma di giustificazione, che trova campo fertile nell'esistenza di persone ben peggiori di noi. Il meccanismo è semplice: siccome esiste qualcuno che stupra i bambini e non si vergogna, non ha senso che si vergogni chi ruba e se non si vergogna quest'ultimo, perché devo vergognarmi io che faccio solo telefonate minatorie. Con la stessa tecnica, l'esistenza di Luxuria, dovrebbe giustificare quella di Fabrizio Corona e giù giù fino a Daniele Interrante (il motivo per cui conosco questi nomi mi è ignoto, ma mi inquieta).
Insomma, la gente sono tutti matti. Matti e cattivi.
Ma non voglio sembrare uno che sputa nel piatto in cui mangia (anche se, mangiandoci io, ci posso sputare quanto mi pare, mica sputo nel tuo). Voglio dire: se a voi va bene così, tutto il rispetto. Pensavo solo a capire se esista un posto che vada bene per me e come eventualmente raggiungerlo (e non parlo del posto dove mi ha mandato la donzella di cui sopra). Si sprecano tanti di quei soldi al mondo. Missili nucleari, mazze da golf, Space Shuttle oppure videofonini, enormi macchine, pellicce, ricevitori satellitari (i primi molto più inutili dei secondi perché non consentono l'usufrutto o la pratica della pornografia), io mi accontento di un milione di euri e tolgo il disturbo. Ne vale la pena. Almeno per la donzella.
Ma dove andare? Giorni fa ho visto un documentario su delle isole norvegesi (cioè io ero a casa, il documentario era là). La cittadina principale è popolata di qualche migliaio di anime allo stato solido e una maggioranza di orsi polari. La popolazione non sembra allegrissima, qualcuno soffre di sindrome bipolare (cioè crede di vivere anche al polo sud), altri, stufi di prendersi a pallate di neve, hanno fatto scelte estreme come darsi al curling. Però la qualità della vita è altissima. Certo, direte voi, che vuoi che succeda? Sempre a criticare voi. C'è un dettaglio importante. A causa della massiccia presenza di orsi, è possibile entrare in un supermercato ed uscire con due etti di bresaola, una coperta termica a energia eolica e un fucile o una pistola. Per comprare o affittare un'arma non serve nemmeno un documento. Molto più semplice che negli USA, dove molti sostengono che la criminalità sia frutto della libera vendita delle armi. Ebbene in queste isole, in venti anni non è mai successo niente. Nemmeno uno che si è sparato in un piede. Mai. E se un orso viene ucciso, la polizia fa delle indagini per verificare se fosse proprio necessario. Come se fosse avvenuto un omicidio.
Allora uno dovrebbe pensare che il popolo americano sono tutti matti e che in Norvegia è possibile vivere civilmente. Ma questo significherebbe una differenza “umana” ed evolutiva tra i due popoli e quindi tra le persone, con conseguenze filosofiche e politiche indicibili. Come sapete molte cose non si possono dire, ma cose molto peggiori si possono fare. Un uomo ha diritto di essere cattivo e stupido, ma un suo simile non ha diritto di dirlo. Il razzismo verso queste forme di vita è l'unico bandito a livello mondiale.
Io comunque un pensierino alle isole norvegesi ce lo faccio. Anche perché sono sempre più convinto che la civiltà (o semplicemente gli ambienti più congeniali a un plantigrade come me) sia al freddo. E il pianeta si sta surriscaldando.

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giovedì 5 luglio 2007

Il family dog


Io sono un cane. Non a scrivere, sono proprio un cane di quelli con le zampe, il pelo lungo, bau bau eccetera. Mi chiamo Mediolanum (il mio padrone è un family banker) e sono un bastardino. Non me ne vergogno, del resto lo dicono sempre anche del mio padrone. In effetti è un po' strano: è depresso perché perde i capelli, così ogni tanto mi prende e mi appoggia sulla sua testa per ricordarsi i fluenti tempi andati. Sono un cane da riporto.
Non so se vi ricordate di Sapporo, ecco io ero un suo amico di giochi. Sotterravamo ossi (che si differenziano dalle ossa per la vocale finale) insieme. Poi quei fenomeni di CSI hanno iniziato a rompere le palle. Che vita da cani. Comunque devo darvi una brutta notizia riguardo Sapporo: qualche mese fa un acaro maremmano lo morse e morse. Ma non è di questo che volevo parlarvi. Vorrei dirvi che gli uomini sono stupidi, ma questo lo sapete meglio di me che sono solo un cane. Il vostro miglior amico, e conoscendomi non siete messi bene.
Quindi vi annoierò raccontandovi che sono nei guai perché ho addentato una signora fuori dal cancello di casa mia. Sapete casa mia è una fortezza. Un family bunker. Avevo bisogno di evadere e, sincerità per sincerità, quel giorno proprio mi giravano. Così, senza motivo. Sapete quando scendete dalla cuccia con la coppia di zampe sbagliate? Ecco, ho visto quella signora e mi sono venuti i 35 minuti di cane. “Bello cagnolino” tua sorella.
Fortunatamente però voi uomini siete talmente pieni di voi da pensare che qualsiasi evento dipenda dalla vostra volontà. Quindi la colpa l'hanno data al mio padrone, che in quel momento stava vendendo una polizza a svincolo glaciale a un pensionato cieco che riesce a dire solo “buonabitacolo”. È veramente tenera la vostra confusione egotica. Credete che se uno di noi morde è perché è stato addestrato male. Se non fossi solo un cane, potrei offendermi perché così ci spersonalizzate. Date per scontato che nessuno di noi abbia un suo carattere, la sua indole, indipendentemente dalla razza (solo voi vi fate problemi di razza). E invece c'è il cocker spaniel pantofolaio e quello figlio di una buona cagna. C'è il collie che torna a casa e quello che preferisce fermarsi dagli amici. C'è il levriero afgano mujaheddin e quello ossessivo compulsivo. C'è il pastore maremmano bischero e la maremmana cane maiala. Eccetera. Certo ammetto che in qualche modo siamo condizionati.
È usanza diffusa tra i nostri padroni considerare delle aberrazioni della natura tutte quelle persone che osano protestare se per caso sbaviamo nel piatto in cui loro mangiano o se agitiamo la pelvica aggrappati a un arto inferiore e questo ci rende spregiudicati e fieri delle nostre volizioni. Però anche tra noi cani c'è quello a cui gli piglia l'embolo. Quello che poi tutti i vicini di cuccia dicono “era un bravo cane, forse un po' riservato, ma un pastore bergamasco come tanti, portava le pantofole al padrone, al limite tirava su qualche muretto, ma nulla più. Chi se lo aspettava. Però quel postino se l'è cercata”. E non solo noi, anche tutti gli altri animali. Una volta ho visto una formica smontare pezzo a pezzo un tavolo (di fòrmica) solo perché aveva visto la cicala in discoteca (a ballare una canzone di Heather Parisi).
La Quarta Sezione Penale, che immagino rappresenti l'insufficienza delle prime tre, ha infatti stabilito che tutti i cani “possono diventare pericolosi, anche quelli normalmente mansueti” e che quindi la loro potenziale nocività sociale “deve essere accertata in concreto”. Forse è per questo che c'è sempre un idiota che quando vede uno di noi miagola e soffia. Dev'essere un test.
Per sopramercato, la Suprema Corte, che immagino rappresenti l'inferiorità delle altre Corti, ricorda che “l'articolo 672 del C.P. relaziona l'obbligo di non lasciare libero l'animale o di custodirlo con le debite cautele, al possesso dell'animale, possesso da intendersi come detenzione anche solo materiale e di fatto”. Ora, io di politica non me ne intendo, ho dei limiti che non mi consentono di esercitare la democrazia: non ho il pollice opponibile per tenere in mano la matita per votare. Però non vorrete rifilarci i "dico" pure a noi?? Noi che ci accoppiamo contro e a favore di natura senza partecipare a nessun Famolo Gay. In pratica se io bazzico per casa tua e tu mi dai del ciappi, sei responsabile degli omicidi che commetto. Anche se non mi possiedi legalmente o biblicamente. Buffo vero? Se tuo figlio tira i sassi dal cavalcavia è colpa della società che tiene troppo alti i prezzi della play station, ma se io mastico polpacci vai in galera tu. Ci state dando un potere e vi auguro che non impareremo mai ad usarlo.
Non è dato sapere se le leggi in questione siano o meno estendibili anche agli altri animali domestici. Se nutrire e ospitare sono condizioni di possesso di fatto, gli uomini sono responsabili anche delle azioni delle zanzare, oltre che dei gatti e dei politici. Curioso che voi siate obbligati a nutrire, ospitare ed educare i figli, ma le loro malefatte vengono ricondotte sempre alla scuola e alla società. Mentre le conseguenze delle nostre azioni ricadono sempre su di voi, anche se nessuno vi obbliga a mantenerci.
Seguendo questa logica, mi verrebbe da cercare il tizio dal cui letto è uscito l'acaro maremmano (epidermidofago) che morse il mio amico Sapporo. Si prefigura l'accusa di essere il mandante del canicidio.
O forse potremmo cominciare a pensare tutti che gli animali sono animali e le persone sono persone. Pensiamo anche che ci sono delle schifezze di persone e delle schifezze di animali: a volte si incontrano e si azzuffano, altre volte si amano e prosperano insieme.

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martedì 3 luglio 2007

Chi si rassegna stampa


Ma voi c'eravate quando c'erano le mezze stagioni? Io, da che ho memoria, sento dire che non ci sono più e un po' mi spiace. Mi sarebbe piaciuto vedere come sono fatte, chessò, "'no poco piove, 'no poco sciacqua" diceva un poeta romanesco. Avrei voluto capire quale metà si manifesta: che finché è un “aut” si può scegliere, ma se è un “unno” l'erba ne risente. Insomma a me questa sembra proprio una mezza stagione anche se non ne ho mai vista una faccia a faccia. Si avverte tra le gente, che ha un mezzo umore, tra il vacanziero disadorno e il depresso circospetto. Con questo stato d'animo di mezza stagione, mi rendo conto, si finisce a rimanere concentrati un po' su Novella 2000, un po' sulla guida tv. Indi per cui mi sono deciso ad inaugurare una stracciosissima rassegna stampa, per non farvi perdere troppo il contatto con la realtà e consentirvi di discettare del più e del meno, a stagione intera sopraggiunta, nel lasso di tempo in cui il prolasso dello stomaco vi impedirà di fare il bagno, ma non certo di andarci. La rassegna avrà una periodicità meticolosa, la prima oggi, le prossime se sento che me la sento. Come arguirete (si vede che tendete ad arguire) sin dalle prime notizie, raccoglierò solo i fatti di grande risonanaza mondiale.

Milano – Fabrizio Corona, di professione Fabrizio Corona, ha dichiarato di voler entrare in politica, perpetuando la tradizione secondo cui S.Vittore è l'anticamera del Parlamento. Accolta con moderato gaudio la notizia dell'abbassamento del livello medio di anzianità dei politici e anche del livello medio e basta.

USA – Jennifer Aniston, di professione Rechel, rende partecipe le disimpegnate agenzie internazionali del fatto che il suo nuovo fidanzato – Paul – dimostra capacità di profondere diletto a letto di gran lunga superiori a quelle che ha saputo esibire il suo precedente compagno Brad Pitt, di professione “esempio di bello che però 'a me non piace'”. Il buon Brad, che è un pezzo di pane (a Hollywood è noto come er mollica) ha commentato “se è per questo, Paul a letto è molto meglio anche di Jennifer”.

Siena – Il Palio di Luglio, manifestazione che sì, poveri cavalli, ma la tradizione è tradizione, è stato vinto da l'oca. Il PM Woodcock ha aperto un nuovo ramo dell'inchiesta vallettopoli.

Palermo – La maestra che fece scrivere 100 volte “sono un deficiente” a un alunno che vessava un compagno è stata assolta dall'accusa di “abuso di strumenti di correzione” (resi necessari dal fatto che “deficiente” era stato scritto senza “i”). L'accusa sosteneva che 100 volte non poteva considerarsi modica quantità e si prefigurava quindi l'ipotesi di spaccio di educazione. La docente rischiava due mesi di carcere e 25.000 euri, chiesti dal padre del giovin vessatore, come risarcimento per danni morali delineabili in problemi psichici riportati dal bambino a seguito della grafopunizione. I RIS di Parma hanno però dimostrato che le carenze intellettive erano antecedenti al trauma e probabilmente ascrivibili a tare desossiribonucleiche. La supplente precaria, che sostituiva la maestra durante il processo, ha fatto trovare scritto sulla lavagna, cento volte, “non me ne va bene una”.

Roma – Il Parlamento compatto e risoluto nell'affrontare i disagi del Paese, ha elaborato in armonica sintonia, un progetto di legge, tappa dell'evoluzione umana, che ha riportato la fiducia nelle istituzioni tra la gente che qualche dubbio covava, in merito a soldati spersi in Libano, legge elettorale, tasse, pensioni, sicurezza e terrorismo. La legge in questione (ponderata e sostenuta da 151 parlamentari) stabilisce una volta per tutte che i bambini tra i 5 e i 12 anni possono viaggiare in moto solo con seggiolini speciali e solo con i genitori. Altro che pedofilia, questi sono i provvedimenti per proteggere l'infante futuro del Paese. Il fatto che solo i genitori possano scorrazzare i bambini deriva dall'usanza nostrana della proliferazione delle violenze domestiche. Si mischia alla teoria partogenetica che appiccica l'etichetta di “responsabile ed affidabile” a chiunque sia in grado di moltiplicarsi, etichetta che gli sfortunati diversamente riproducibili, si devono guadagnare in anni di esami, valutazioni e giudizi. Ma non solo, questa legge darà anche una sgasata ai “dico” che ora coinvolgeranno anche la circolazione motorizzata. Caro pargolo, magari tuo zio è Valentino Rossi e tuo padre convive con un tasso alcolemico sbalorditivo, ma la sicurezza urbana, deriva dalla discendenza, non dalle capacità.

Cultura – Durante un inascoltabile dibattito sull'infibulazione, alcuni sostenitori di questa pratica che, sì povere ragazzine, ma la tradizione è tradizione, argomentavano la necessità dell'asportazione del clitoride, se si vuole garantire la corretta educazione morale dei giovani. A questa stregua, è lecito pensare che l'asportazione della lingua potrebbe essere un sistema acconcio per evitare di dire stronzate. In fondo la supremazia delle “culture” si vede da queste cose. Gli ebrei ci hanno provato:
“noi spacchiamo la pelle del pene dei bambini per farli diventare uomini”
“e noi strappiamo il clitoride delle bambine per farle diventare donne”
“mmmm ok, avete vinto”

Exeter (GB) – Alcuni ricercatori hanno dimostrato come il cervello dell'uomo impari dai propri errori. Per ora c'è il riserbo sull'identità dell'uomo in questione. Le ricerche sono durate diversi anni perché nei flussi di calcoli c'era un errore che falsava i risultati e nessuno ha capito come evitare di ripeterlo.

Milano – Alcuni vigili urbani, già vittime della rivolta cinese in Paolo Sarpi, hanno deciso di non farsi mancare nulla e hanno preso un certo numero di schiaffi anche da un gruppo di peruviani abusivi (nel senso di venditori non di peruviani) e ubriachi che per l'occasione, caso unico ma non originale, hanno copiato i cinesi. Questi stranieri vengono in Italia, ci rubano il lavoro e pure le soddisfazioni. L'urbano, intervistato in ospedale, ha dichiarato che continuerà ad impegnarsi per la convivenza civile tra i popoli. A telecamere spente ha poi multato la giornalista per domanda oscena in luogo pubblico. Viva l'urbano.

Roma – Una Panda in complessa manovra di retromarcia, ha urtato la Clio di proprietà del Presidente della Repubblica. L'anziana signora alla guida dell'anziana vettura è immediatamente scesa sostenendo di essere stata tamponata. Dalla Clio però sono fuoriusciti (pleonasmo militaresco) dodici corazzieri che hanno ripristinato la quiete e salvato il marito dell'anziana signora dalle di lei vorticose esortazioni a “fare qualcosa, invece di stare lì impalato”. La Clio ha riportato la rottura di un semiasse. L'autista della Panda ha chiosato piccata “be', anche io ho avuto una giornata di merda”.

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