mercoledì 30 agosto 2006

Lettera equidistante dal fronte


Ciao ma’, scusa se ti ho fatto attendere mie notizie, ma qui al fronte la vita non è semplice. Che poi qui non è esattamente un fronte, sembra più una pancia: siamo nel ventre della guerra. Praticamente occupiamo risoluti, le traiettorie balistiche di artiglierie contrapposte. Non credo che risultiamo proprio furbi a questa gente. Qui è un guazzabuglio, ci sono libanesi, israeliani, tedeschi, spagnoli, francesi, americani, tutti armati fino ai denti e incazzati come scimmie. Capire chi può darti una mano e chi staccartela, non è un’impresa facile. Anche perché le istruzioni che ci hanno dato non sono chiarissime: non si parla di nemici ma di equidistanza. Io però sono un soldato non un geometra. Anche gli obiettivi sono vaghi, ma io eseguirò gli ordini, come ho sempre fatto.
Ci hanno anche spiegato fino alla nausea 'ste benedette regole di ingaggio, che sono poi le condizioni necessarie e sufficienti per utilizzare le armi a scopo di difesa nei confronti di uno che mi sgozzerebbe anche mentre cago. E’ tutto complicato ma’, non come mi raccontava il nonno, qui devi anche stare attento a come parli. Sì perché c’è sempre qualche patito dei souvenir che comincia a riprenderti con la sua telecamerina di mediaworld proprio mentre stai cercando di non farti ammazzare. Poi mandano il filmato a porta a porta e la gente seduta in poltrona si indigna per il cinismo e il mancato rispetto lessicale della vita umana. Così qui capita di sentire cose del genere:
“Collega leggermente inferiore Stromendo, si accerti che quell’individuo pregno di dignità, che si staglia nel cielo nubicondo di questa gloriosa terra, non covi in seno progetti lesivi della nostra sacra libertà. In caso contrario agevoli in prima battuta un’opera di rispettosa intimidazione psicologica. Nell’eventualità il nostro equidistante amico non dovesse desistere, tenti di ostacolare i suoi scriteriati intenti con l’ausilio delle dotazioni d’ordinanza, avendo cura di procurare il minor danno necessario, perché siamo qui per garantire pace e serenità, non per combattere come soldati in zona di guerra….Collega Stromendo?….Stromendo????”
Però ci sentiamo fortunati. Noi facciamo parte di una missione storica. Lo ha detto il primo ministro. Mica come i colleghi in Iraq, quelli pare siano soldati veri, di quelli cattivi, che usano le armi e fanno le guerre (anche questo l’hanno detto a porta a porta). E le guerre sono sbagliate, sempre. Infatti noi siamo qui per fermarne una.
Il mio tenente, in confidenza, mi ha detto che non è possibile fermare una guerra coi soldati. Che fare la guerra alla guerra crea un conflitto in più e a questo punto ha più senso schierarsi sperando di risolvere la questione in fretta o starne fuori. Io non ho capito bene, ma il tenente è uno che ne sa e mi fido.
Intanto qui i missili viaggiano da far invidia all’alitalia e sotto la gente muore ammazzata. Io di politica internazionale non ci capisco molto, ma ho capito che se aiuto un israeliano in più mi danno del sionista, mentre se tiro fuori un libanese dalle macerie passo per filoislamico. Io sono un lagunare ma’, manco so che significano quelle parole. So solo che vedere la gente morire fa schifo e la paura di fare la stessa fine ti fa diventare un altro. Uno che non conosci ma’, che non conosco nemmeno io. Eppure la televisione, i giornali, parlano di noi, di me, come se conoscessero bene questo soldato e lo giudicano per quello che fa, per quello che è, senza sapere come si vive stando dietro e di fronte a un fucile.
E’ strano ma’, tu parti con le tue idee e le tue convinzioni, su cosa è giusto, su chi è tuo amico e chi non ha interesse a vederti vivo. Poi tutto si confonde, perché sei lontano da casa, perché i valori si mischiano alla paura, la vita alla morte e l’assurdo è il solo nemico che combatti giorno e notte.
Comunque sta tranquilla ma’, io faccio il mio lavoro per il mio paese e sono sereno. Mica come il tenente poveraccio, che non sa più da che parte girarsi. Ha un esercito straniero dietro e uno davanti, ha il suo plotone da riportare a casa sulle proprie gambe e superiori che gli parlano di politica. Lui sì che non sa che scrivere alla mamma. L’altra notte è rimasto per ore con una penna e una cartolina davanti al naso. Poi, non ci giurerei, ma sono quasi sicuro di averlo visto scrivere “saluti da pinarella di cervia”. Perché non ci parli tu ma’? Sua mamma abita vicino allo zio Silvano, vai da lei e le dici che ci penso io a suo figlio, che gli starò vicino e cercherò di capirlo, anche se sono qui solo perché centro una monetina a 100 metri con un FAL Truppe Alpine, ma questo non vuol dire che non capisco il peso del comando.
Mi raccomando non ti preoccupare, andrà tutto bene e puoi capirlo da sola: se i pacifisti non protestano vuol dire che siamo al sicuro.
Ah un’ultima cosa: se vedi la madre di Stromendo, dille che non è successo niente e stanno tutti bene. Il collega ha solo male interpretato un ordine e ha tirato un anfibio a un passante, che ha reagito con una testata. Comunque vedrai che nessuno ci farà caso, il tenente dice che siccome siamo una missione storica, nessuno dirà “10, 100, 1000 testate a Stromendo”.
A presto ma’, un bacetto al babbo.

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Come diceva Amleto..

Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli...

La politica pontifica, ma trovarsi a dover usare le armi non è mai facile, Iraq o Libano se ti sparano addosso cambia poco.
Cambia per gli indefessi marciatori che cancellano i se e i ma a secondo della militanza politica.

Se ti tirano uno scarpone anche non per sbaglio sarebbe meglio, ma non puoi sceglierti il destino, credo sia un privilegio negato agli esseri umani.

La lettera è verosimile, credo che un soldato scriverebbe davvero così.
Chi vive la reltà deve farci i conti.

Anonimo ha detto...

Zanza, la fortuna non è inyqua...mai stata fortunata io..!

Bel post Cruman...as usually....

Anonimo ha detto...

Attento Cruman. Se non stai attento, a forza di osservazioni oggettive prima o poi ti attirerai gli strali della elite giornalistico/storico/culturale italiana !
Proprio quella che decide quando i soldati e le guerre sono giusti e quando sbagliati.

cruman ha detto...

guarda, chiunque tu sia, con quello che ho scritto in codesto blogo, altro che strali mi arrivano, sappi che sono costretto a vivere in una gabbia di Faraday!

cruman

Anonimo ha detto...

Ti ho linkato da me. Splendido post anche se amaro. Ciao
Francesco

cruman ha detto...

Troppo onore, non sapevo nemmeno se postarlo, mi sembrava un po' banale. Mi fa piacere scoprire che forse non lo era.

cruman

cruman ha detto...

Grazie, nel tuo profilo credo tu abbia scritto male l'indirizzo del tuo blog...non ci si giunge!

cruman