martedì 28 febbraio 2006

Genitori in blue jeans


Avete ancora incubi sui tempi della scuola? Che cosa vi terrorizza? Che cosa vi fa svegliare in piena notte sudati come lontre? La prof di mate? Il compito in classe di greco? Arrivare tardi a un esame? Vi capisco, ma il mio mostro onirico-studentesco è un altro: il comitato genitori!!! Il comitato genitori solitamete è formato da un gruppo di madri e padri conviti di essere le uniche unità carbonio esistenti a proliferare, ma soprattutto le uniche a sapere come si educa un cucciolo. Sono creature ultraterrene, probabilmente alieni. Provate a pensarci. Qual è stato il vostro primo pensiero lasciando la scuola? Assoldare dei mercenari veterani del vietnam per cancellarla con il napalm. Loro invece che fanno? Si sposano, fanno figli (gia solo per questo qualcosa di anomalo ci dev’essere) e tornano a scuola!!! Questi esseri, metà assistente sociale metà bidello, passano il loro tempo libero lontani dai loro figli (per loro fortuna) lamentandosi delle mancanze educative delle strutture scolastiche e cercando di incolpare gli insegnanti, che gia sono dei manuali di patologie psicotiche con le gambe, del fatto che i loro figli si droghino, lancino sassi dal cavalcavia e guardino il grande fratello. Converrete con me che la scuola superiore dal punto di vista culturale non ha alcun tipo di utilità. L’unico servizio vero che offre a un branco di megalomani acne-afflitti, è quello di costringerli ad organizzarsi da soli, affrontare i problemi e le assurdità che quegli enormi manicomi presentano ogni giorno. E il tutto senza mammina. Questo benefico effetto è completamente annullato dai famigerati comitiati genitori. Tutta questa premessa per dire che sin da giovane ho maturato un naturale sospetto verso qualsiasi agglomerato di genitori verbo-muniti. Il loro potere è talmente oscuro che mi trovo qui a scrivere queste righe in difesa di… Amici di Maria de Filippi. Non me ne vogliate, la scelta è stata difficile.
Questa la volta è la povera Maria (né vergine né madre) ad avere posta: in sostanza il moige (movimento italiano genitori, in pratica la madre dei genitori…cioè la nonna) ha accusato il programma di essere diseducativo perché “è chiaramente destinato a bambini e adolescenti ed è uno dei più diseducativi e dannosi. Questo perché, volendo passare per leale competizione, è in realtà un esempio di disvalori, scuola di sotterfugio, aggressività e volgarità". Scusate, non vorrei sembrare il solito disfattista, ma questa non è la precisa descrizione della vita?? In pratica è dannoso perchè mette in mostra ciò che poi la vita ti riserverà (nel migliore dei casi). Certo a volte si superano i limiti. Da Maria de Filippi puoi trovare platinette che ti da della “brutta stronza”. Cosa che ti sentirai dire sicuramente anche nella vita, ma almeno non sarà platinette a dirtelo. Forse il moige crede o vuol far credere che il mondo sia una sorta di shangri-la popolato da coniglietti rosa e barbapapà. Sarà anche giusto cercare di cambiarlo, il mondo, ma se non si impara ad affrontarlo si prenderanno sempre dei platinette sul muso. Siamo onesti, la televisione nasconde perle non sufficientemente apprezzate. Guardate Luca Giurato: l’altra mattina ha presentato il presidente dell’associazione italiana ciechi e nell’introdurlo gli ha porto la mano. Peccato che se anche avesse avuto la vista per accorgersene avrebbe comunque avuto difficoltà nel ricambiare il gesto, avendo perso la mano destra nella stessa esplosione che lo ha reso cieco. Come si fa a non ringraziare il dio catodico (o plasmatico) per un genio di tale portata?
L’educazione è un’arte complicatissima, uno scambio tra esseri diversi e unici. Un comitato genitori ha senso come un comitato figli.
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lunedì 27 febbraio 2006

I diavoli rossi fanno le pentole ma non i copechi.



Ieri mi sono messo a fare uno di quei test per verificare se hai una pappetta al posto del cervello. Ho ottenuto 27 su una scala dove 12 rappresenta "abbastanza intelligente". Ora non ricordo bene, ma il mio responso era qualcosa del tipo "dannato genio" o "hai barato buffone". Ho affrontato la cosa con la modestia e il basso profilo che mi contraddistinguono e, appena terminato le pratiche per far cambiare all'anagrafe il mio nome in Albert Leonardo Bach III, mi sono diretto a casa. Tutto mi sembrava diverso, il mondo circostante, le persone, i colori...... avevo sbagliato casa. Comunque l'inquilino doveva conoscermi perchè mentre mi scusavo mi ha detto "sei veramente un genio". Non mi sono scoraggiato (del resto tutti i geni sono un po' distratti, Fermi ha scoperto l'energia nucleare per distrazione!) e giunto in cucina (la mia), mi sono apprestato a prepararmi il pasto degno di un genio: i pizzoccheri. Forse ero ancora distratto, forse un gesto inconsulto o il destino.... insomma com'è come non è, mi sono dato una padellata in faccia. Allora ho cominciato a riflettere (per precisione prima ho smesso di imprecare). Doveva esserci un legame tra queste cose. Un tegame c'era sicuramente, l'ho visto. Che relazione c'è tra il risolvere complessi problemi logico matematici e il non riuiscire ad allacciarsi le scarpe senza consultare degli appunti lasciatimi da mio padre?
Mi sono sentito più volte chiedere "ma se sei così intelligente, perchè non sei ricco?". C'è una cosa che mi fa impazzire di questa domanda.... non so rispondere! Ma perchè uno intelligente dovrebbe essere ricco? Perchè nessuno mi chiede "se sei intelligente perchè non hai inventato uno sventrasardine protonico?". Può essere che io non sia ricco perchè ho dei valori (e scusate uno dei più begli ossimori che mi siano venuti). Per esempio una sana pigrizia. Non voglio aprire un dibattito su che cosa sia l'intelligenza e se in questo contesto sociale sia utile, anche perchè, come tutti gli strumenti, conta come la si usa. Però posso dirvi che cosa mi piace delle mie attitudini mentali e che cosa non mi piace. L'altro giorno dal medico c'era una signora con una marca da bollo in mano e sosteneva di averla portata per il dottore. Mentre la gente in sala d'attesa si preoccupava, si infervorava contro il governo, leggeva normative appese ai muri e la signora continuava a dichiarare la necessità dei valori bollati, io le ho chiesto "sicura non abbia detto valori sballati?". Ecco mi piace poter trovare ciò che è ironico, senza ridere della signora (quello l'ha fatto il tabaccaio). Mi piace avere i mezzi e la curiosità per scoprire legami nascosti (tegami un po' meno). Mi piace aver scritto che non sono ricco perchè ho dei valori ed averne goduto per un po'. Che cosa non mi piace? Essere talmente intelligente da capire di non esserlo abbastanza.
Se volete cimentarvi:
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venerdì 24 febbraio 2006

Una pizza, un cine e una morale


Dopo la pizzeria sono andato al cine a vedere “I segreti di Brokeback Mountain”, filmone tratto dal racconto omonimo del Pulitzer Prize Anne Proulx, lungo giusto quei 134’ che mi avrebbero dato agio di digerire la specialepomodoripachino&bufala.
Come insegnavano gli antichi favolieri, ogni fabula reca una “Morale”, sorta di insegnamento trascendente che si rivela quando le pagine del libro sono ormai chiuse, ancorché il significato diviene significante e il disegno superiore educa: pensate che gli antichi greci alla fine del racconto inserivano spesso la formula “ò mythos deloi oti…” (che significa proprio “il racconto dimostra che…”) seguita, per l’appunto, da un breve concetto morale, semplice e comprensibile, se no sarebbe stato filosofia morale.
La morale è pure ciò che fa la differenza, nell’ambito della multimedialità, fra film e documentario. Un documentario o un telegiornale non fanno morale (o se la fanno è involontaria), mentre i film di solito “dimostrano che…”, e magari non te ne accorgi subito ma la mattina dopo averci dormito su. È allora che, di solito, capisci pure se il film ti è piaciuto oppure no, il che dipende essenzialmente da quanto la sua morale si sposa con la tua, o ti fa in qualche maniera comodo.
Ma torniamo ai segreti della montagna eccetera. Il film è di Ang Lee, regista che gli esperti definiscono alquanto versatile, ovvero efficacemente incoerente. Racconta la storia di due cowboy sulla ventina, Ennis e Jack. Tipi rudi, soprattutto Ennis. Tempo e luogo: 1963, Signal, Wyoming, USA. Quindi non è un western con le diligenze e le puttane in pizzi, ma ci sono già i pick-up V8 e tutto il resto. Ennis e Jack si conoscono perché sono senza un dollaro e per guadagnarne un pugno vanno a far la guardia alle pecore per conto d’un rancher. Il gregge pascola su una montagna – la Brokeback eponima – Ennis e Jack vanno a cavallo, scacciano i lupi, vivono in tenda e mangiano sempre fagiuoli in scatola (tuttavia non s’ode neanche un peto, il Vanzina è altrove).
Sono isolati e si sentono molto soli.
Un fagiuolo tira l’altro e così questi due qui si fidanzano e passano un’estate gaya, pecore qua pecore là. Ma ineluttabile è l’autunno, sicché Dennis torna alla vita di valligiano e Jack dai suoi in Texas. Ognuno diverso ognuno in fondo perso, mettono su famiglia, fanno dei bimbetti. Addirittura Jack il texano, che campava di rodei, sposa una gnocca davvero competitiva, che per sopramercato lo mette a far soldi nell’azienda di suo padre, pensa te.
Quello però non si merita niente e dopo quattr’anni rintraccia Ennis (che però è più sfigato, cioè ha la moglie e la macchina più bruttine) nel Wyoming e insieme vanno a far finta di pescare, poi tornano dalle mogli, poi vanno ancora a far finta di pescare e compagnia cantando per anni e anni fino alla maturità (anagrafica), amandosi d’un amore destabilizzante per gli spettatori omofobi contratti sulle poltrone in sala. Sticazzi.
La fotografia è splendida, i paesaggi sono quelli che sogni tu europeo imbottito di codici-bigcountry, cioè grandiosi, malinconici e favolosi. E la storia è un poderoso dramma premuto contro lo sfondo di un’America bigotta che rende qualsiasi ipotesi di outing prodromo d’una fucilata in testa. Comunque alla fine Ennis lo sfigato si gioca la sorte causa questo amore impossibile, mentre sul Jack dalla moglie bòna taccio, se non vi rovino il finale casomai voleste atteggiarvi a gente di mondo e vedervelo, ‘sto film.
Io che l’ho visto, il giorno dopo ho capito la morale e dico: il film ci insegna che nel Wyoming di quasi mezzo secolo fa, se t’azzardavi a piantare una tenda nei boschi di Brokeback Mountain ti facevano il culo. Altro che che campeggio libero, altro che Daydream Nation.

Poscritto: “Broke” ha qualcosa a che fare con “to break”, che vuol dire rompere, e “back” significa “didietro”. Ciò mi ha procurato pensieri spiacevoli che ho lestamente rimosso nel congegnare la recensione di questo film.
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martedì 21 febbraio 2006

Tra cento metri... reggersi forte


Le compagnie assicuratrici ci vogliono bene. Eh sì, si sbagliava Woody Allen quando voleva perseguire propositi autolesionistici aspirando forte in prossimità di un assicuratore. Pensate che per la nostra sicurezza hanno svolto un'accuratissima ricerca sugli effetti dell'uso del navigatore satellitare sull'attenzione alla guida. No no, non fatevi distrarre dal fatto che questo permetterà alle amate compagnie di non pagare milioni di euro di risarcimenti danni. Lo fanno perchè ci vogliono bene. Secondo questo interessante studio, il 19% degli automobilisti viene distratto in modo pericoloso dall'odioso marchingegno parlante, contro solo il 17% distratto dalla cara vecchia cartina stradale. Quello che non viene illustrato è il come e il perchè si viene distratti. Non è un dettaglio trascurabile, in quanto potrebbe portare a rivalse legali su terzi. Per esempio il citato 17% distolto dalla guida nella consultazione di cartine stradali, si trova generalmente in gravi condizioni di pericolo non mentre cerca una via, ma nell'inumano compito di ripiegare le maledette piantine stradali. Operazione durante la quale ci si può ritrovare a testa in giu nell'abitacolo, completamente avvolti dal diabolico oggetto a guisa di pipistrello reale del borneo. Sulla base di questa considerazione andrebbero ricercati (con tanto di taglia e permesso di sparare a vista) i criminali che progettano i punti piega delle cartine stradali. La sacra scuola di Okuto mi ha conferito il titolo di Yokozuna dell'origami, avendo prodotto nel ripiegamento cartine, le figure più complesse: un cigno, un veliero, un bue muschiato. Il problema è riporli nel cruscotto. Per quanto riguarda i più teconologici navigatori satellitari, le cause delle distrazioni al volante vanno ricercate in quelle vocine, melodiose come un'unghia sulla lavagna, che, mentre ti destreggi a fatica tra incidenti, lavori in corso, carrozzine con dentro lavavetri in fasce, rotonde elicoidali degne di un quadro di Escher, continuano a ripeterti monotonicamente "appena possibile... tornatene a casa". Questi presupposti, conducono inesorabilmente verso una sindrome chiamata "climax dell'automobilista" che, nei casi peggiori può portare all'omicidio e/o all'herpes zoxter. Detta sindrome è facilmente individuabile attraverso i seguenti sintomi che appaiono in una sequenza ineluttabile:

  • Amabile conversazione con l'apperecchio elettronico, del tipo "girerei volentieri a destra se non ci fosse un carro armato israeliano ribaltato su un deposito di gas nervino"
  • Accesa diatriba: "non sto andando per fossi, stupido ammasso di transistor taiwanesi, c'è solo una rotonda che questa mattina non c'era".
  • Violenta discussione dai toni vagamente blasfemi: "Torno indietro su tua sorella, schifosissimo bocchino a rotelle, che il dio dell'elettronica (diodo) ti strafulmini all'istante"
  • Conflitto fisico: il soggetto colpisce ripetutamente il navigatore, alternando i colpi con violente testate sul volante. Solitamente questo gesto scatena le ire degli altri automobilisti (a loro volta impegnati in diverbi con i loro navigatori) che pensano di essere l'oggetto di colpi di clacson.

Da questo punto in poi, ogni accadimento diviene completamente fuori controllo: dalla sommossa popolare a gesti simbolici tipo l'autoevirazione sul tettuccio della macchina.

Amici assicuratori, io faccio moltissimi chilometri sulle strade italiane e ho potuto vedere automobilisti svolgere le più bizzarre attività in macchina a 130 km/h. Dal sesso (di gruppo) alla lettura di dizionari, dal tagliarsi le unghie dei piedi al prepare un'impepata di cozze, dal giocare alla playstation al semplice dormire. Ora che senso ha prendersela con i navigatori satellitari? E' vero magari ci faranno schiantare, ma almeno ci schianteremo nel posto giusto.

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lunedì 20 febbraio 2006

Giulietta è n'Alfa

Mi riallaccio al post di Cruman sulla pubblicità troppo efficiente, dato che ne ho trovato un altro esempio eclatante nonché pregevolmente “home made”. Lungi da me fare propaganda politica: io sono agnostico e onestamente non parteggio ancora per nessuna fazione (fermo restando che anche solo saper dire da quale schieramento ci si sente rappresentati richiede uno sforzo cognitivo non comune), ma ammiro quel maledetto genio che è stato capace di creare un controslogan conciso ed efficace come una sassata, con il quale esprimere il proprio dissenso (o antipatia, o qualsiasi altro sentimento sia) senza possibilità alcuna di essere frainteso. Io non discuto sul fatto che sia stato opportuno o meno insignire della laurea Honoris Causa in scienze della comunicazione Valentino e Vasco, ma lasciatemelo dire, c’è un altro signor Rossi in giro che proprio meriterebbe almeno una menzione.
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sabato 18 febbraio 2006

Dimmi come vivi e ti dirò per quanto


Io adoro gli scienziati americani. Non come Gianni e Pinotto e la serie "Scrubs", ma sono decisamente spassosi. Ormai sono anni che in Italia si parla di fuga di cervelli verso l'america, ma a giudicare dalle ricerche scientifiche d'oltreoceano mi viene da pensare che questi cervelli in america non ci siano mai arrivati, oppure che siano andati lì a fare gli agenti di borsa o l'impiegato del mese in qualche fast food. Dovevo ancora riprendermi psicologicamente dallo chock dovuto al risultato di una lunga e costosa ricerca scientifica elaborata per scoprire che cosa spinga i giovani a fare sesso - i ricercatori presentarono fieri la conclusione che recitava più o meno così: "lo fanno perchè lo trovano piacevole" - ed ecco che un'altra preziosa perla lascia le cattedrali del sapere del nuovo continente per illuminare il mondo e farci sentire piccoli e inisgnificanti. Questa volta si tratta di un test. Dieci semplicissime domande per sapere se il natale prossimo vi starete ancora abbuffando di panettone o sarete già nel mondo dei più. Avete capito bene. Se siete ultracinquantenni dimenticatevi stressanti check periodici, analisi, maghe e ipotesi di crioconservazione. Dite età, sesso e rispondete a dieci secchi quesiti e saprete quando il tristo mietitore verrà a farvi visita. Vi do due minuti per smettere di grattarvi e vi illustrerò il tutto.....
Il test, che gli scienziati assicurano avere una precisione di oltre l'80%, pone alcune domande dal vago aspetto tendenzioso. Per esempio:
  • Qual è il tuo indice di massa corporea? Si calcola dividendo il peso espresso in chilogrammi per l'altezza in centimetri moltiplicata al quadrato.

Moltiplicata al quadrato??? Dopo aver riletto venti volte la frase peggiornado ogni volta il livello di comprensione della stessa, uno può pensare che questo sia un test serio, basato su complessi calcoli che sfuggono la nostra capacità di capire. Non fatevi ingannare.... il test continua:

  • Hai il diabete?
  • Hai o hai avuto un tumore?
  • Soffri di affezioni polmonari?
  • Soffri di insufficienza cardiaca?

Sono o non sono dei dannati geni? Lo so che è dura ma ammettiamolo. E' sufficiente che voi diciate se avete un tumore, se siete cardiopatici diabetici e compagnia bella..... e loro come per magia vi sanno dire se è facile che presto tirerete le cuoia!! Potenza dello strapotere culturale. E non fate i furbi! Anche se dichiarate di essere perfetti, il test dirà che avete il 4% di probabilità di morire nei prossimi 5 anni. Probabilmente viene considerata l'ipotesi che, uscendo dal centro ricerche, potreste venire investiti da un bilico e morire senza poter trovare un medico, perchè tutti impegnati ad elaborare questo test. Io mi immagino le 11 mila persone usate per poter elaborare queste statistiche. Costantemente seguiti da g-man in completo nero che sperano di vederli crepare nei tempi stabiliti e nel caso non succeda......

Lo so che stiamo parlando del paese che prima di accoglierti ti chiede se per caso hai intenzione di massacrare gente inerme o stuprare bambini, ma guardiamo insieme l'ultima domanda del test:

  • Riesci a spostare una poltrona?

Date retta a me, non ci provate, potrebbe essere un trucco.

Se proprio volete sfidare il fato e non farvi trovare impreparati al momento supremo.... divertitevi: http://www.repubblica.it/copertine/scienza_e_tecnologia/copertina.htm (qui troverete il test).

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venerdì 17 febbraio 2006

L’uovo di Marconi

"Dietro ogni problema c'è un'opportunità" (Galileo Galilei)

Un sito inglese ha pubblicato in questi giorni l’incontestabile dimostrazione che i cellulari sono nocivi. La teoria vuole che l’apparato ricetrasmittente, lavorando su frequenze classificate tra le microonde, sia in effetti dannoso per il prezioso contenuto della scatola cranica umana, a rischio “cottura” per lo stesso principio con cui si riesce a scongelare un tacchino in meno di tre minuti.

La dimostrazione è disarmante (http://www.wymsey.co.uk/wymchron/cooking.htm) nella sua semplicità: prendete un uovo (crudo, sennò non vale) e adagiatelo su un supporto. Poi, ai lati, ponete due telefonini con le antenne poste all’altezza dell’uovo stesso e con uno chiamate l’altro. Alzate poi lo stereo a manetta (in modo da costringere gli apparecchi a trasmettere sempre al massimo della potenza) et voilà: in tre minuti l’uovo diventa sodo. A parte il fatto che io l’uovo lo preferisco strapazzato (ma per fortuna tutti i telefoni odierni sono dotati di vibracall), penso che sia letteralmente geniale il metodo adottato per questa dimostrazione e mi auguro che questo approccio venga adottato per fare luce sul più grande paradosso della fisica moderna, ovvero quello del gatto imburrato.
Riporto da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_gatto_imburrato)

Il paradosso del gatto imburrato è un finto paradosso, famoso in ambiente scientifico, il quale dimostra come sia possibile arrivare al moto perpetuo.

Le due leggi alla base di questo paradosso sono:

  1. Un gatto cade sempre sulle zampe (e mai sulla schiena)
  2. Una fetta di pane imburrato cade sempre dalla parte del burro (derivata dalla Leggedi Murphy);

Assunte queste due leggi come valide, basta prendere un gatto e legare una fetta di pane imburrato sul suo dorso (o cospargere di burro la schiena del gatto). Lasciando il gatto da un'altezza ipoteticamente infinita, il gatto tenderà a cadere sulle zampe, ed analogamente farà la fetta di pane imburrato, si creerà quindi un moto perpetuo in cui sia il gatto sia la fetta di pane continueranno a ruotare all'infinito. Se invece il gatto viene fatto cadere da un'altezza finita, per la stessa ragione è impossibile che tocchi terra né sulle zampe né sulla schiena, e quindi rimarrà a mezz'aria, realizzando un dispositivo antigravitazionale. Sono fermamente convinto che se qualcuno si è preso la briga di realizzare un forno a microonde con due telefonini, gli spunti offerti da un felino dotato di capacità antigravitazionali siano letteralmente infiniti. Io quasi quasi lo brevetto in attesa di trovare sbocchi commerciali…

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Pubblicità regresso


"Non vedevo un rovescio incrociato così dal 1978". Quanti come me, vedendo questo spot, hanno ripensato a queste parole di Rino Tommasi (che diceva solo questo e "nel mio personalissimo cartellino" durante gli incontri di boxe), quando, insieme ad Ubaldo Scannagatta, commentava stellari e indimenticabili partite di tennis? A chi non è scesa una lacrimuccia colma di nostalgia? Ma.... che cosa pubblicizza questo spot? Ve lo ricordate? Sì ok una macchina, ma che macchina? No..no una rossa non vale come risposta. Ammetto che io non ero nemmeno sicuro fosse una macchina. Ero indeciso tra una società che si occupa di segnaletica orizzontale e una pubblicità progresso a sostegno dell'iniziativa "facciamo qualcosa per i vigili urbani... una riserva nel klondike per esempio". Il fatto è che i pubblicitari che hanno creato questa campagna..... hanno fallito! Non c'è niente da fare, non può funzionare. Troppo bella, troppo "geniale" il McEnroe dei bei tempi. Come accidenti si fa a pensare alla macchina?? Purtroppo le pubblicità che funzionano sono quelle inguardabili. Quelle tipo "cavallo goloso". Che ti fan venire voglia di prendere la ragazzina, legarla per i piedi alla sella del cavallo e .... vai furia!!!! Oppure quelle in cui ti fanno sentire in dolby surround, quattro cerebroesenti che masticano come se avessero in bocca un panino ripieno di big buble. Quelli davvero li percuoterei con l'elenco telefonico di Città del Messico. Lo so forse esagero ma non è colpa mia se, come direbbe Sartre, preferisco assistere al pasto delle iene. E mi ricordo benissimo che cosa reclamizzano. Lo so perchè devo sapere che cosa non comprerò mai più nemmeno se fosse l'ultima fonte di sostentamento sulla terra. Ho anche dato al cane quelli che avevo in casa, ma non li ha voluti (dice che gli da fastidio la pubblicità.... e lui mangia in una ciotola e sbava come un lama). Per non parlare di pannolini sporchi all'ora di pranzo e bambini in fase anale (nel senso freudiano) che defecano allegramente mentre stai preparando il ragù di carne. Il bambino ha ovviamente bisogno di un bravo psicologo infantile perchè, a differenza di tutti i pargoli che vanno egagri del prodotto della loro digestione vantandosene con gli astanti, questo che fa? Si lamenta della puzza!!! A parte che se i genitori fanno cenare un bambino con cozze e lambrusco, andrebbe allertato il telefono azzurro, ma chi gli aveva detto che avrebbe cacato margheritine di bosco??? Purtroppo sono questi i messaggi che arrivano.... e non ci stupiamo di sentire parlare Rocco Siffredi di patatine: l'ultima canzone di Mario Venuti dice "intesa sessuale perfetta con te che ora non ci sei io con l'immaginazione, vado a mano libera" ... e si chiama pure Venuti!!
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giovedì 16 febbraio 2006

Slittino pure tranquillamente



Io sono uno sportivo. Uno di quelli che ha sempre vissuto i veri valori dello sport: disciplina, sacrificio, spirito di squadra, competizione, lealtà, lussazioni, fratture, puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto. Amo e stimo tutti gli atleti, soprattutto quelli sotto i 50 mila euro l'anno. Non fraintendetemi quindi se in queste giornate olimpiche, durante le quali lo sport più seguito è prendere in giro il curling solo perchè consiste nel lanciare una teiera in mezzo ad alacri donne delle pulizie, mi trovo a fare alcune considerazioni sullo slittino di coppia. Non voglio certo sminuire la disciplina e l'impegno che richiede, ma nella mia mente rientra negli affascinanti misteri delle competizioni sportive. Si trova sicuramente in compagnia di nobili insondabili quesiti. Perchè la palla da rugby è ovale? Perchè i punti del tennis si contano 15 ... 30 ... e 40??!!? A chi diavolo è venuto in mente quell'accozzaglia di movimenti innaturali e devastanti per la struttura muscolo-scheletrica che risponde al nome di salto triplo?? Perchè nei 3000 siepi non c'è nemmeno una siepe ma c'è una maledetta pozzanghera che altro non fa che far sentire per tutto il giro di pista "sciack, sgneck, sciack"?
Lo slittino di coppia consiste in due omaccioni (purtroppo la versione femminile non esiste) inconfutabilmente disturbati che si sdraiano uno sopra all'altro (e va gia bene che siano entrambi supini) e si laciano a 130 all'ora sul ghiaccio messi sopra allo stesso slittino che mi ha regalato mio padre per il mio quarto compleanno, con la differenza che il loro costa come un divorzio. A chi fuffolo è venuta questa idea?? Come è nata? Io ho provato ad immaginarlo. Gunter e Hans (due ragazzini altoatesini che fanno le vacanze in Italia) stanno giocando con gli slittini nuovi che il loro nonno ha intagliato in una sequoia canadese con un opinel tascabile. Decidono di arrampicarsi fino alla cima del monte su cui le caprette fanno ciao e dopo tre ore di camminata in salita sulla neve si preparano a lanciarsi a valle. Parte Hans che dopo alcuni passi di rincorsa, scivola e per motivi newtoniani il suo viso colpisce violentemente il ghiaccio provocando una lesione nella calotta (cranica non artica). Lo slittino parte veloce e solitatrio sparendo nella nebbia. A quel punto la conversazione tra i due deve essere andata più o meno così:
  • G: hahahahahahahahahahahahaha
  • H: odino qua, odino là
  • G: ti sei fatto male pota?
  • H: no, il ghiaccio è rosso a causa di una particolare alga marina arrivata fin qui a causa del nino! Testa di sterco di stambecco! Potevo rimanere offeso!
  • G: se sei coordinato come un orso ubriaco non è colpa mia
  • H: invece di sfottere, pota pota, dammi un passaggio a valle sul tuo slittino

Segue un'accesa discussione su chi avrebbe dovuto stare sotto... e il resto è storia.

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mercoledì 15 febbraio 2006

M'illumino di meno


Domani in tutta italia sarà la seconda giornata nazionale del risparmio energetico, organizzata da caterpillar. Mettetivi una mano sul contatore e meditate. Meditate e m'editate se potete.

Vi riporto le regole serie da seguire per un inquinamento consapevole a cui aggiungerò alcuni consigli del tutto personali.

Cosa si può fare per ridurre gli sprechi, le inefficienze e gli usi impropri dell'energia.

  1. eliminare gli sprechi: ad esempio spegnere le luci quando non si è nella stanza
  2. aumentare l'efficienza con cui si usa l'energia: ad esempio usare elettrodomestici in classe A, o meglio ancora A+ e A++
  3. eliminare gli usi impropri: ad esempio non usare energia elettrica per fare calore, come negli scaldabagni elettrici o nelle piastre elettriche per cucinare

Il risparmio energetico correttamente inteso si può ottenere in due modi complementari:-

Assumendo comportamenti responsabili per far funzionare al meglio gli impianti esistenti:

  1. spegnere le luci quando non servono
  2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
  3. sbrinare sovente il frigorifero; pulire spesso la serpentina, perché la polvere riduce la sua efficienza e tenerla a una certa distanza dal muro in modo che possa circolare l'aria
  4. mettere il coperchio sulle pentole quando si porta l'acqua a ebollizione; evitare che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola perché di lato non scalda; far bollire al minimo, tanto la temperatura di ebollizione non cambia
  5. abbassare i termosifoni e non aprire le finestre se si ha troppo caldo
  6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
  7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
  8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
  9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni-

Sostituendo gli impianti poco efficienti con impianti più efficienti

  1. lampade ad alta efficienza: a parità di potenza consumano meno delle lampade normali; ovvero ce ne vogliono 6 per consumare come 1 lampada normale
  2. elettrodomestici di classe A o superiore
  3. apparecchi elettronici ad alta efficienza scaldabagni a gas senza accumuli
  4. termovalvole da applicare ai termosifoni per programmarne l'accensione in relazione alle esigenze (perché tenerli accesi tutto il giorno nelle camere da letto o nei salotti che non si usano?) e per regolarne automaticamente la temperatura (perché continuare a tenerli accesi quando si sono raggiunti i gradi desiderati?)
  5. caldaie a condensazione

Considerazioni ecologiche personali

  1. L'energia elettrica usata per guardare buona domenica potrebbe alimentare un intero villaggio del terzo mondo (peraltro popolato di persone molto più interessanti)
  2. Se la mattina prendi la macchina (tipicamente un SUV 3000 benzina in un paese dove l'asperità più erta è il rallentatore vicino alla scuola) per fare i 500 metri che ti separano dal lavoro, dove giochi a solitario e guardi siti porno in un ambiente eccessivamente riscaldato d'inverno e refrigerato d'estate.... probabilmente c'è un bel numero di alberi, che fotosintetizzano per bilanciare l'anidride carbonica che produci respirando, che vuole delle spiegazioni.
  3. Ti assicuro che è dal 1968 che non esistono più donne che si eccitano vedendo uno in macchina che parte sgommando e sgasando.
  4. Se siete in quattro a fare sempre lo stesso percorso, usate una macchina sola, così potrete insultarvi nell'intimità senza usare il clacson.
  5. Non comprate elettrodomestici che gettino nel panico il vostro gatto
  6. La sedicenne sexy con cui chatti tutte le notti..... sono io.
  7. Lampadato non è un complimento
  8. Hai un televisore al plasma 42 pollici, un dvd recorder, un hi-fi dolby sorrund, un media center e al distributore automatico sbagli erogatore, tipo di benzina e codice bancomat? Essere una donna non è una scusa.
  9. Negli ascensori la dignità umana viene messa a dura prova.
  10. La stupidità inquina.
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martedì 14 febbraio 2006

La festa degli incavolati

"Io non sono misogino: una donna, avessi il giardino, la terrei."

Mi sono chiesto di cosa potessi parlare in un giorno come questo, che testimonia senza possibilità di errore l’ineluttabile catastrofe a cui siamo destinati. La cosa di cui sono certo è che ci sono delle cose di cui non voglio parlare…. e ora ve ne parlerò (si chiama preterizione, ma anche incoerenza va bene). Non voglio parlare della bieca commercializzazione che si cela dietro a queste feste cosumistiche, anche perché ho paura di non fare in tempo a comprare quel bellissimo cuscino a forma di cuore tutto tempestato di baci perugina che ho visto ieri e a prenotare la cena da Vito il Marsigliese, un ristorante davvero in, dove si mangia malissimo ma in compenso si spende tantissimo. Non voglio parlare di rapporti tra uomini e donne o tra uomini e uomini o tra donne e donne o tra uomini e mano ecc.ecc. Perché il fatto di essere un orso, misantropo, scorbutico, insopportabile non fa di me esattamente un esperto di relazioni umane. Non parlerò di rapporti sessuali, almeno finchè non ne avrò avuto uno. Non parlerò di matrimonio, trovando l’argomento più oscuro dell’idioma di Biscardi. Ritengo invece che sia il momento che qualcuno parli dell’amore….. male! Non mi riferisco alle espressioni più pure dell’amore, come quello materno, quello per il prossimo (questo non mi piace), quello per chi soffre, per chi s’offre, per chi sta male, per la madonna (non nel senso blasfemo e nemmeno nel senso della 50enne che fa disco dance). Queste sono forme pulite di amore, di uno slancio, un sentimento in uscita, che vive e gode della propria grandezza e della felicità dell’amato.Ma nei rapporti tra uomo e donna (e tutte le altre combinazioni di cui sopra) come si distingue l’amore dall’egoistico desiderare? Quando si sta male senza la persona amata, quando “senza di te nulla ha senso”, quado “se mi lasci io muoio”, quando “sto bene solo se ci sei tu”…. Siamo di fronte all’amore? O siamo di fronte a un sentimento che è indirizzato a noi stessi? Insomma perché si usa la stessa parola? Quando qualcuno riversa tutto il proprio amore su una persona che è in difficoltà, una volta che ha alleviato le sue pene non gli dice “grazie un par di pigne, ora tu stai con me e solo con me altrimenti scopro dove abiti e mi attacco al citofono una notte si e una no e poi mi do fuoco davanti alle finestre del tuo ufficio”. Sarà che ‘sei la persona che amo’ è più elegante di ‘sei la persona che voglio’? Io non discuto che si possa soffrire per amore e ovviamente non mi riferisco a maniaci, persecutori, gente che non sa stare da sola o persone che sono state tradite nella fiducia o ferite volontariamente (mmm chi ci rimane?), ma non è un po’ facile giustificare qualsiasi vittimismo o nefandezza con la parola amore? Non sarebbe tutto più chiaro e onesto se uno dicesse “io voglio quello e non averlo mi fa imbufalire”? Perché qui non si tratta più di un sentimento positivo e rivolto verso qualcuno, indirizzato al suo bene. Io amo la ferrari F40. Sono anni che mando lettere disperate piene di sentimento a Montezemolo, lo aspetto sotto casa, gli mando cioccolatini in confindustria, ma niente. Io sono un povero innamorato che soffre e Luca Cordero è l’insensibile che non ascolta il mio cuore? Chi ha detto che bisogna lottare per ciò che si desidera? Io posso desiderare qualcuno ma questo qualcuno avrà tutto il diritto di desiderare di non essere desiderato senza sentirsi un mostro tricefalo!! Oppure è costretto a farsi rovinare l’esistenza perché …eh l’amore….! I rapporti finiscono (spesso, e il perché ancora questa cosa sembri un’imprevedibile eventualità ho sperato per anni che fosse il contenuto del terzo mistero di Fatima) e non credo sia giusto che la persona che (senza fare del male a nessuno) si renda conto della perdita di significato del rapporto, sia da considerare un carnefice e l’altra una vittima che ha diritto di colpevolizzare e rivalersi sul suo aguzzino. Insomma io non ce l’ho con i meccanismi che stanno alla base dei rapporti amorosi, ce l’ho con l’abuso di amore, ce l’ho con le regole gia preimpostate, con la mancanza di coraggio per crearsene di proprie all’interno del rapporto, ce l’ho con la dipendenza, con ‘tutto ora passsa attraverso questo’ e quindi il legame diventa più importante della vita stessa, della stessa felicità. Siamo esseri umani e dovremmo continuare ad esserlo, soli o in compagnia. Nietzsche disse una volta “l'amore è un sentimmento inventato dai deboli per colpevolizzare i forti per limitarne la libertà e la loro naturale ferocia” Forse è un po’ duro come concetto, ma che vi aspettavate da uno che nel cognome ha cinque consonanti in fila!!.

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domenica 12 febbraio 2006

I brutti ceppi


Viene da dire finalmente è arrivata! Sono mesi che ce la tirano... arriva arriva, bisogna solo vedere quando. E come la colomba pasquale con l'influenza, l'H5N1 quando arriva arriva. Ormai è una formula consolidata, come per gli attentati: "tranquilli che prima o poi...". E chi si scompone? Certo, ho anche saputo che prima o poi uscirà un nuovo libro della Tamaro e ammetto che la mia flemma ha cominciato a vacillare. E' inutile non c'è pace. Armato di samurai, avevo appena finito di titillarmi gli incisivi beatamente impastati di pezzi di fiorentina finalmente libera da patologie psichiche spongiformi ed ecco che mi piomba nel menù il pollo incubatore di virus letali. Pare fatto apposta. Penso a quei poveracci delle compagnie farmaceutiche costretti a lavorare come schiavi, ad assumere bambini indiani che cuciono a mano molecole antivirali, per poter vendere centinaia di milioni di dosi di vaccini utili come un talismano del mago Anthunes Coimbra do Nascimento. Io non sono un virologo (dal latino studioso di omaccioni) ma creare un vaccino per l'uomo per un virus che ancora non esiste è come uscire a cena col preservativo indossato. Ma è inutile infognarsi in logiche di complotto alla Noam Chomsky o alla Platinette. Certo è che siamo circondati da brutti ceppi. Mesi fa uscirono sui giornali titoloni pacati e consapevoli che più o meno recitavano "Possibili 16 milioni di morti in Italia". A parte che, se fosse possibile, ne vorrei suggerire qualcuno, ma quale scopo (anagramma di scoop) può avere una campagna di stampa simile? Io provo a pensare a qualcosa di diverso dal vendere più copie ma proprio non mi viene niente. Allo stato delle cose, in India, dove per motivi religiosi i topi dormono nella camera buona, ci sono stati una sessantina di decessi, su una popolazione di quasi un miliardo. Io non prevedo il futuro e può essere che quel giornalista tra un anno mi vedrà in un ufficio postale per la prima volta deserto e mi farà il gesto dell'ombrello cantilenando "te l'avevo detto". Ora mi sfugge comunque il senso di quelle uscite. Poi c'è il mio macellaio che mi dice con aria saccente (supportata dallo sventolarmi una mannaia davanti al naso) che tutte queste cose non esistono e che sono solo una manovra delle lobby dei fruttivendoli. Il mio farmacista sostiene di contro che non bisogna farsi prendere dal panico, ma cautelarsi assumendo un cocktail di farmaci del valore pari al prodotto interno lordo del Cile e con più controindicazioni della peste polmonare. Il virologo dice che per ora è tutto tranquillo, ma forse domani il virus si unirà biblicamente con un trojan bulgaro generando un supervirus in grado di espiantarti gli organi e intestarsi la tua casa al mare. Mio cugino dice che anche se siamo tutti condannati quei 20 euro li rivuole lo stesso. Nessuno poi pensa a questi poveri animali, questi cigni reali morti prima di trovare un'aspirina. Comunque tutto il mio rispetto a questi volatili che con l'influenza sono arrivati dalla russia orientale fino in sicilia volando. Io con due linee di febbre faccio fatica ad arrivare in bagno dalla camera da letto strisciando. E pensare che basterebbe un bicchiere di acqua calda e una bustina di tachi flou dec per vederli in forma andare al cinema con una bionda di un metro e ottanta. E quelle scene di intere colonie di pennuti accatastati ancora vivi in fosse comuni sono terribili, ma in qualche modo pensiamo che se c'è in gioco la vita dell'uomo è giusto che ci sia qualcuno che ha il coraggio di farlo. Ma provate a pensare se il virus avesse colpito, anzichè i volatili, i cani o i joystick delle playstaion. Ora vi lascio....ho un po' di tosse e non mi sento molto b
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giovedì 9 febbraio 2006

Mi dissocio da quello che dico

Io ci ho provato a non dire nulla su scontri di religioni satira e amenità varie, ma ho un'acredine inespressa che aumenta i miei radicali liberi (che fanno lo sciopero della fame) e quando, l'altra notte, mi sono svegliato con le vesti lacerate ho deciso che in qualche modo dovevo liberare il mio astio. Partiamo dalla satira. Non voglio affrontare la questione satira sì, satira no, satira boh, ma quello che mi viene da pensare è che se satira sì non ci si può certo preoccupare della sensibilità delle persone, altrimenti chi fa satira andrebbe a debeccare i polli dopo due giorni. Allora piuttosto è meglio satira niente. Non voglio nemmeno giudicare la reazione delle persone che si sono sentite offese dalle famigerate vignette. Del resto qui ci si ammazza per una squadra di calcio e non mi sembra una lezione di civiltà. Ma una cosa proprio la vorrei capire: qual è (non scocciate si scrive senza apostrofo) il metro per la sensibilità? Di solito io ragiono da egoriferito, non mi permetto con gli altri gesti che mi urterebbero: tipo uno sganassone a freddo o dare il numero di telefono alla De Filippi. Io ho visto esponenti religiosi e istituzionali (spesso le cose coincidono) mussulmani, quindi non un vignettista di terz'ordine, apparire in televisione in Italia, quindi non a casa sua, ma in un paese di maggioranza cattolica, affermare che il crocefisso (simbolo religioso vagamente rilevante) altro non è che un pupazzetto appeso. Ne ho sentito un altro rispondere a una domanda sulla satira mussulmana sull'olocausto con "ma l'olocausto è una leggenda". Ora, io rispetto il diritto a pensare che l'olocausto sia una leggenda sceneggiata da Spielberg (del resto io penso che esista la democrazia!), ma non dovrebbe quindi esserci anche il diritto di pensare che qualsiasi altra religione possa essere una leggenda? D'accordo, mi sembra di capire che non si tratti di una sensibilità bidirezionale. Allora com'è il discorso? Facciamo che c'è qualcuno che fa la parte del nerd preso in giro da tutti senza reagire e qualcun'altro fa l'intoccabile? E' solo una questione di ironia? Direi di no. Ho visto "opere d'arte" in cui è rappresentato il papa schiacciato da una meteora. La questione forse è un po' più cruda.... si sa che certe cose si possono fare e dire. Si sa che con qualcuno non si rischia e con altri sì quindi si evita. Chi prova a superare questo limite non fa una vita particolarmente comoda (Rushdi, Van Gogh, non il pittore e ora questi danesi, non i cani). Allora è paura. Non c'è una forza politica che limita la libertà di espressione. E' proprio la paura. Io non capisco questo discorso sulla sensibilità....è per caso "sii sensibile o te le suono"?. Ora la frase una risata ci seppellirà, assume un nuovo inquietante significato. Devo dire che almeno ho apprezzato chi ha detto "noi mussulmani siamo permalosi". L'onestà intellettuale va riconosciuta. Ma è proprio così terribile l'ironia? E non dico l'ironia delle vignette che non facevano nemmeno tanto ridere. Dico proprio il mettere un po' di ironia nella vita. Gli ebrei ci sopravvivono da milleni. E come potrebbero altrimenti? Tutta la loro storia è fatta di promesse non mantenute! Ma loro ci scherzano. Moni Ovadia disse i peggiori antisemiti sono gli ebrei. E vi prego date retta a Moretti: dite qualcosa di sinistra!!! Spero di non avere offeso nessuno, comunque non vi scomodate, sono un malato terminale!
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martedì 7 febbraio 2006

La fiacca olimpica




"Ciao Marzia, so che sei morta da un anno, ma vedrai che l'anno prossimo
andrà meglio."

Ottimismo!! Purtroppo sono un ottimista. In fondo il vero pessimismo non esiste è solo un trucco che usavano Leopardi e tutti i poeti da pelliccia. Per esempio se senti dei rumori fuori dalla porta il pessimismo ti spinge a pensare che potrebbe trattarsi di un testimone di geova armato di abbonamento coatto a Torre di Guardia.... ma ti consente anche di tirare un sospiro di sollievo quando ti accorgi che è solo una banda di rapinatori. I quali, sapendo che ora puoi usare una pistola contro di loro, si presentano con un stinger terra-terra (che si distingue dai missili intelligenti per una certa cafonaggine) e l'ultimo numero di Torre di Guardia. A parte questo io ho dei buoni motivi per essere ottimista. Non sono una categoria a rischio; il mio è un lavoro tranquillo, generalmente sicuro e privo di particolari problemi. Faccio l'andrologo omeopatico per squali tigre. D'accordo non è un lavoro comune ma almeno l'ispettore della 626 difficilmente si presenta dove opero per verificare se per caso mi è rimasto un momento della giornata senza rotture di scatole. Insomma non posso certo lamentarmi, al mondo ci sono lavori molto più infami: il vignettista, il regista, il tedoforo, il frate scopacchione, l'ausiliario del traffico, l'amministratore di condominio. Sono loro a fare una vita assurda. Non mi spiego come possano dormire la notte. Ieri un mio vicino di casa è partito imbufalito per Torino. Mi ha spiegato che da lui su rai tre si prende il tg regionale della galizia così per protestare voleva schiaffeggiare l'ultimo tedoforo. Quando gli ho spiegato che si tratta di Patrizio Sumo Kalambay ha optato per un gesto estremo: togliersi la vita annullando due gol regolari alla juventus. Parliamoci chiaro.... la torcia è bella bella. Sai il figurone che fai a piazzarla in salotto o ad accenderci il fornello quando prepari il caffè per gli ospiti! Progettata da Pininfarina, quindi ha superato tutti i test nella galleria del vento (anche se la fiamma si spegneva regolarmente). In più con la crisi del gas può anche tornare utile per scaldare due toffolette. Ma sta povera Berlanda (campionessa italiana dei 1500) che si allenerà 8 ore al giorno e nel tempo libero per mantenersi (economicamente e in forma) farà recupero crediti per una di quelle società che prestano soldi in cambio di organi vitali. Che vita può fare? Quando poi arriva a competizioni internazionali si ritrova 4 africane degli altopiani con la maglietta della fruit of the loom che passano il traguardo si fanno la doccia prendono la medaglia partecipano a una manifestazione contro il razzismo, il tutto prima che lei completi il primo giro di pista. Lasciamola in pace povera donna. Certo non si può essere ottimisti basandosi sul fatto che c'è sempre qualcuno che sta peggio, altrimenti basterebbe appendere un poster del marito della Pivetti in camera. Ma benvenga anche un po' di ottimismo sfacciato... anche stupido. Avete letto Candido ovvero l'ottimismo di Voltaire? Io no ma ho letto Candida ovvero l'onanismo di un mio amico ginecologo. Lui almeno va a lavorare contento. L'ottimismo sarà il profumo della vita.... ma se fai una vita di merda....

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lunedì 6 febbraio 2006

Blogicamente

Blog non è una brutta parola. Deriva dal greco blogeus che significa... saggezza. Ho sempre pensato che i blog rappresentassero il primo vero spazio libero per quella categoria di persone che non ha mai avuto l'attenzione che merita: quelli che non hanno un fuffolo da fare. Ebbene (non cominciavo una frase con "ebbene" dal 76) ora che ne ho creato uno sono arrivato ad una sorprendente conclusione....avevo ragione. Sia chiaro, non sono giunto (come dice sempre il mio idraulico) a questa conclusione senza un complesso iter di profonde considerazioni ed elaborate analisi, durante il quale ho mantenuto costantemente l'espressione che ha Luca Giurato tra le 7 e le 7 e 20 del mattino. Il primo pensiero è stato questo: stanno succedendo tantissime cose di grande rilevanza sociale.....conflitti religiosi, epidemie, sconvolgimenti geofisici, razzismi etnici e come se non bastasse si è formata una macchia di umido sulla parete della mia camera perchè il filippino ha lasciato la finestra aperta durante una prova generale del secondo diluvio universale. Alla luce di questi fatti ho deciso che è dovere di ognuno prendere una posizione, analizzare e condividere tutto questo prima che un caritatevole meteorite faccia di noi la sceneggiatura di un film che dei primati privi del pollice opponibile gireranno tra 3000 anni. Ho esposto questo mio punto di vista ad alcuni amici e mi sono parsi fondamentalmente d'accordo con me anche se il fatto che annuissero come dei punk a un concerto degli sventrax ammicando tra loro picchiettandosi l'indice sulla tempia mi ha da principio fatto pensare che avessero tutti il nove di briscola e infine che probabilmente avevo ecceduto con gli aperitivi. Abbandonate velleità pseudo-sessantottine mi sono lanciato come un falco sulla filosofia edonistica degli '80 e munito di spalline d'ordinanza ho provato a dare retta al mio ego che mi ha mandato un fax dal bilocale in centro dove si è trasferito ai tempi del mio primo "quasi discreto" in educazione civica. Diceva che comunque ciò che ho da dire è sicuramente interessante e renderei un servizio alla società esprimendo il mio punto di vista sulle cose.....il fax terminava con la formula "non rispondere perchè mi annoi". Niente.....la risposta a "perchè un blog" continuava a sfuggirmi. Una domenica allegra come un interista a fine campionato stavo recitando il solito rosario di accidenti all'intera famiglia Bartezzaghi quando un vuoto cosmico si insinuò nel mio animo spingendomi violentemente verso il suicidio o verso il divano (non è un dubbio da poco...il divano è comodo ma il suicidio non devo pagarlo a rate). Ci vorrebbe qualcosa, pensai, da fare quando non ho voglia di fare niente. Insomma non cerco scuse, questo blog è cominciato perchè non c'era niente di meglio che in quel momento mi liberasse dalla possente morsa della penisola del mio divano. Quindi la sua vita sarà precaria, probabilmente corta e difficoltosa.....come la mia del resto.
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