domenica 24 febbraio 2008

Sollecito di pagamento


Raffaele Sollecito è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Per il momento l’unica cosa accertata a suo carico è il fatto che fumasse erba come un altoforno di Bagnoli, acquistata con la cartina di credito di papà (l’erba non Bagnoli). Frattanto Mamma Maria Franzoni, riconosciuta colpevole di aver ucciso suo figlio in una di quelle mattine un po’ così, in cui ti svegli che già ti girano, è a casa ad allevare bambini di riserva che si svegliano all’alba e quatti quatti si defilano come giovani amanti e si allungano solinghi fino a scuola, tra le rassicuranti cure di qualche maestro fisicamente affettuoso. L’Italia della giustizia un tanto al chilo è un teatro dell’assurdo. Colpa dei giudici? Probabilmente no. Dei media? Po’ esse. Degli avvocati? Mppfffffhhh.
Sicuramente gli italiani hanno la memoria corta se non si tratta di far riemergere un rigore non dato per intervento scortese su Frustalupi lanciato a rete come un tonno. E mentre impalerebbero un arbitro al pennone più alto della telecom, ostentano indulgenza per terroristi e affini. Nelle università si rimbalza l’alemanno pontefice perché non rispetta la scienza e si concedono pulpiti e palpiti ad assassini e sovversivi, perché non rispettare la scienza è oscurantista, non rispettare la vita fa molto guerriero.
Passa silente, di contro, lo sdegno di Benedetta Tobagi, figlia di Walter, giornalista del Corriere della Sera, assassinato da un commando di 4 brigatisti armati che, in un eroico agguato, riescono ad avere la meglio su un uomo solo, munito di lettera 22. E non erano figli di quattro turnisti della Breda, ma della borghesia bene di Milano. Il più samurai bene dei quattro riesce persino a sparargli un colpo di grazia mentre il giornalista è a terra ormai esangue. E sangue ce n’era molto.
Benedetta viene a sapere che in un teatro di Roma va in scena un’opera di Erri de Luca: “Chisciotte e gli invincibili” sul tema emozionale dei combattenti irriducibili, degli idealisti, degli ultimi samurai insomma. Viene anche a sapere che, invitato alla prima, è Vittorio Antonini, già capo della colonna romana delle BR, condannato per il sequestro Dozier nel 1985 e già a spasso per la capitale oltre che assunto dal vagamente attuale governo come consulente. Benedetta Tobagi chiama la direzione del teatro e chiede se è vero che l’ex brigatista, mai pentito, rappresenterà questo ideale di guerriero alla faccia delle vittime indifese e dei loro cari. “Speriamo proprio di sì” è la risposta che riceve.
Uno che invece non è abbastanza sexy per teatri e tv è Cristoforo Piancone. Ex brigatista condannato all’ergastolo per aver dimostrato sprezzo del pericolo sparando alle spalle e finendo con un colpo alla nuca il maresciallo Rosario Berardi. Questo portatore di Cristo (Cristoforo), fedele alla linea, è stato recentemente arrestato, per una rapina in banca, durante la quale ha tentato di sparare ai carabinieri (certe attitudini hanno caratteristiche endemiche, ma a volte si inceppano). Era in semilibertà.
Ma gli eroi non hanno colore. Saltando dall’altra parte dell’estremismo sovversivo, patologia oggi curata con il viagra, ne troviamo di altrettanto coraggiosi e quindi perdonabili. Pierluigi Concutelli è stato condannato a tre ergastoli per una serie di omicidi, alcuni dei quali commessi così, come se uno vi tagliasse la strada e voi optaste per la gola. Nel 1976, insieme ad altri eroi di ordine nuovo, aspetta sotto casa un uomo di stato, un uomo di valori: il giudice Occorsio. Lo aspettano armati di mitra e lo massacrano, nonostante Occorsio avesse dalla sua un altissimo senso del dovere e la pietà di risparmiare ad una possibile scorta, di finire sotto i colpi di coraggiosi pensatori con ideali calibro nove. Concutelli finisce in carcere ma quando uno è eroe dentro non può fare a meno di gesti moralmente spettacolari. Così nel 1985 decide che è cosa degna, strangolare a mani nude due suoi “colleghi” (Buzzi e Palladino) accusati di essere delatori. Questo figlio degli ideali, a cui non ha mai rinunciato, è anch’egli, a spasso. Ma non a spasso in qualche eremo lontano da noi vili, no. Partecipa a trasmissioni televisive, pubblica libri ed è invitato a presentazioni culturali, durante le quali dice la sua sugli anni di piombo.
Il mio punto di vista di non idealista è che la sua l’abbia già detta sparando alle spalle di uomini disarmati. Ora secondo me dovrebbe tacere finché anche le controparti potranno ribattere ai suoi argomenti e siccome si trovano tutte in ambasce a causa di un’intossicazione da piombo nota come saturnismo, dovrebbe tacere per un bel pezzo.
Io spero che chi concede spazio a questi eroi non si renda conto delle conseguenze. Spero non pensi alla totale mancanza di rispetto per i morti e per chi sopravvive senza. Mi auguro non sappia che questi personaggi, che mai hanno abiurato le loro fedi, sono tuttora dei pericoli effettivi. Perché la guerra al terrorismo non è finita, perché muoiono i Biagi e i D’antona, perché l’estrema destra è attiva e si ispira ai suoi simboli degli anni della follia, simboli che stanno innalzando per poter avere lo stesso effetto sull’audience. Le conseguenze di tutto questo a qualcuno dovranno essere imputate, qualcuno dovrà pagare gli esorbitanti debiti umani lasciati dopo aver goduto e approfittato. Ma responsabilità e imputati sono termini scivolati via dai nostri vocabolari.
Io posso anche essere felicetto se D’Elia, dopo aver emesso e concorso ad eseguire condanne a morte, firmi la moratoria contro la pena capitale dalla sua bella sedia fornitagli sempre dal diversamente attuale governo. Non oso nemmeno chiedere di paragonare il tempo dedicato alle vittime innocenti con quello dedicato ai legamenti di Ronaldo, ma qualcuno dovrebbe capire che se vogliamo mantenere un minimo di contraddittorio non si può far parlare personaggi i cui detrattori presentano evidenti segni di decomposizione.
E la colpa è di tutti. I politici che vanno a braccetto con i terroristi e scrivono emendamenti in loro favore come se piovesse e solo 5 dico 5 per le loro vittime. Dei giudici che aprono celle di assassini mai pentiti con tanti ergastoli da preoccupare un highlander. Dei giornalisti che riabilitano come un Cristo Pantocratore. Degli editori di libri, tv e teatro che danno un valore al rispetto, ma in euro.
Tutto questo è importante, ma magari ne riparliamo dopo le 800 mila moviole della frattura del calciatore brasiliano, perché il ribrezzo vende e vende meglio se esposto.

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lunedì 18 febbraio 2008

Strategie perdenti


Non capisco perché l’uomo si impegni tanto ad elaborare sofisticati strumenti di tortura, non era sufficiente la pulizia dei denti? Tale forma di sadica sevizia, inventata dal dentista di Torquemada, ha comunque i suoi utili risvolti. Per esempio ti crea nella cavità orale quella sensazione di correnti aeree e, da non sottovalutare, alimenta un’irrefrenabile impulso ad insinuare la lingua in anfratti inesplorati, uscendone talmente martoriata da ritrovarsi a parlare come Jovanotti, ma privo di molte più consonanti (e lo fo che non fono il folo). Ci si può anche scordare di pronunciare la parola “apocatastasi” senza innaffiare gli astanti di succhi ghiandolari.
Mentre mi sottoponevo a questa periodica espiazione dei peccati attraverso il dolore, tentavo di distrarmi, nella misura in cui è possibile distrarsi con una assistente di sedia infilata nelle bocca fino all’avambraccio. La mia fissità oculare, tipica della sofferenza e del cretinismo delle valli, indugiava su un telefono, appoggiato in parte, triste ed emarginato forse perché unico strumento non votato all’offesa in quella saletta.
Nella mia fuga mentale dall’atrofia mascellare ho cominciato un ardito parallelismo tra l’antitartaro e l’antitrust e tra me e la Telecom. Immagino che anche quest’ultima farebbe volentieri a meno di una certa pulizia, ma in qualche modo si rende conto che è necessaria.
Premessa cognitiva. L’antitrust è un organo di controllo del mercato che funziona pressappoco così: se vendi a un prezzo troppo basso ti multa per concorrenza sleale, se vendi a un prezzo troppo alto ti multa per abuso di monopolio, se vendi allo stesso prezzo degli altri ti multa per accordi di cartello.
La Telecom però è furba, mica me. Usa il filo intermentale per evitare di sdraiarsi sulla sedia dell’antitrust, tra sudarelle e gridolini soffocati. Per esempio ha recentemente scorporato dall’azienda, previa anestesia locale, la struttura che gestisce le tecnologie del network in modo da rapportarsi a tutti i clienti fornitori di servizi di connessione e di fonia, allo stesso modo, Telecom stessa compresa. Esprimendomi più per stracci: se Telecom e Tiscali ti offrono lo stesso servizio in concorrenza, non è molto “libero mercato” il fatto che Tiscali abbia bisogno di Telecom per offrirtelo. Quindi si crea una nuova struttura, che nasce da Telecom, che fornisce i mezzi sia a Telecom che a Tiscali per poter vendere i loro servizi a noi. Sticazzi. Uno poi si chiede perché esista la Bocconi. Per sfornare quelli che fanno queste pensate. Poi qualcun altro, che magari ha fatto l’ITIS a San Donato Milanese, si chiede come verrà poi gestito l’ovvio monopolio di questa nuova struttura. Potrebbe anche avere qualche dubbio sul fatto che in realtà questo non è un vero e proprio scorporo. Hanno semplicemente dato un nome esotico al settore tecnologia e investimenti: Open Access. E passa la paura. Come se io avessi un dente cariato e dicessi al mio dentista che non è da curare, è un Open Tooth. Cosa che in effetti è. Però io ho fatto l’ITIS quindi i miei dubbi non valgono.
Io non sono un concorrente di Telecom, non ho il physique du role nemmeno per fare il concorrente a Passaparola. Però utilizzo le risorse di questa fantomatica Open Acces e non è che disegni traiettorie ardite correndo nudo per la felicità. La Telecom ha il più alto numero di denunce depositate presso le associazioni di consumatori. Eggrazie, direte voi, ha anche il più alto numero di clienti. Non ci avevate pensato? Male, perché sarebbe stata un'ottima osservazione.
Ad ogni modo, l'antitrust una visita di controllo alla Telecom l'ha fatta e gli ha prescritto il divieto di cessare quelle utenze che non hanno pagato le bollette astronomiche frutto di truffe, in qualche modo agevolate da Telecom stessa. Funziona così: tu ti connetti a internet per i soliti motivi perversi, vai sul sito di Mastella, ti prendi un virus (per la precisione un dialer), che ti fa credere di essere connesso con il tuo provider di fiducia, invece rimbalza la chiamata su un numero a tariffazione astronomica o a una connessione satellitare. Infatti il satellite spia che vogliono abbattere, non è un pericolo per la terra, sono le associazioni di consumatori che stanno cercando di tirarlo giù perché è quello che smista le chiamate. In che modo Telecom agevola queste truffe? Modo numero A: consentendo a società dalla dubbia ragione sociale, di fornire servizi che nessuno richiede scientemente e dalle evidenti caratteristiche gabbatorie. Modo numero B: lasciando attivi gli accessi a questi servizi attraverso le utenze private, fino a richiesta di dismissione. Il fatto che la gente non sappia nemmeno dell'esistenza di questi meccanismi spiega la nascita di queste società truffaldine e quindi fa funzionare il modo numero A. Per rapportare questo concetto alla vita reale, sarebbe come se vostra moglie vi dicesse di aver comprato una pelliccia con i vostri soldi, visto che non avete mai fatto specifica richiesta di non acquistare pellame di valore. Per soprammercato, non sapevate di avere una moglie.
Modo numero C:

Utente: “Buongiorno, mi scusi mi sono ritrovato sulla bolletta 2500 euri per una chiamata nella Guinea Antartica”
Telecom: “E allora?”
Utente: “Be' a parte che la Guinea Antartica non esiste, ma io non ho mai fatto questa chiamata”
Telecom: “Noi non rispondiamo del mancato upgrade di release di spyware e antidialer, su connessioni pear to pear”
Utente: “......(forse ho chiamato per sbaglio Telecom Serbia)... what?”
Telecom: “Cazzi suoi”
Utente: “Ah ok”

Ora sta arrivando il wi-max. Non è uno scooterone, ma il nuovissimo sistema (presente nei paesi civilizzati da circa 2 decenni), per collegarsi al sito di Mastella da qualsiasi luogo vi troviate, un tram, una cabina elettorale o in Guinea Antartica. C'è un'asta in corso per aggiudicarsi l'appalto di questa tecnologia e Telecom, che sta facendo rilanci di 20 centesimi di euro alla volta (tanto per mantenere il suo stile slow food), sostiene di essere l'unica azienda in grado di attuare questa rivoluzione tecnologica. Ora, è vero che la sedia di un dentista non è il luogo acconcio per farsi prendere dall'ottimismo, ma io un po' preoccupato ammetto di esserlo. Grazie a Telecom le connessioni veloci e sicure (presenti nei paesi civilizzati dal medioevo) sono ancora un sogno per molta gente. Adducendo una serie di scuse bibliche, alcune addirittura ritrovate sulla stele di Rosetta, la Telecom lascia una buona fetta di popolazione senza un servizio indispensabile come l'ADSL. È incredibile l'indifferenza verso drammi umani quali il dover aspettare minuti interi prima di vedere la foto di Mastella o non riuscire a piratare il film dei Simpson in tempi ragionevoli. Un mio amico, non io eh, un mio amico, ha scaricato un film porno con la sua connessione analogica che è talmente lenta che quando ha aperto il video si è ritrovato degli anziani che facevano sesso.
Riassumendo. L'infrastruttura si basa ancora su tecnologia Savoia Marchetti 1915 (quella per gli utenti, perché quella per le intercettazioni è la stessa di Star Trek), l'assistenza agli utenti è affidata a precari giustamente imbufaliti e le procedure burocratiche sono ispirate ai progetti di costruzione della torre di Babele. Per la precisione a un concetto di flusso di lavoro gestito da semafori. Il flusso di lavoro è una serie di procedure inventata dagli analisti più avvertiti, per ottimizzare la realizzazione di un prodotto o di un servizio attraverso tutti i suoi passaggi. Quello dei semafori è solo una delle molte filosofie in questo campo, che però hanno tutte tre caratteristiche comuni: nessuna delle parti del processo di produzione ha una vaga idea di che cosa sia il flusso di lavoro, se una di queste parti si gratta il culo invece di starnutire tutto il flusso finisce a carte e quarantotto e seguire pedissequamente il flusso di lavoro aumenta del 300% i tempi di realizzazione. Unico vantaggio: se qualcosa si blocca o funziona male, l'azienda sa con chi prendersela. Però sarà uno raccomandato quindi fa niente tanto paga il consumatore.
In queste condizioni Telecom vuole gestire il wi-max su scala nazionale. Un po' come se il mio dentista, non riuscendo a curare una semplice carie, mi proponesse un intervento di bypass coronarico.

“Era tanto che non facevi la pulizia dei denti vero?”
“Sì in effetti sì”
“L'avevo intuito. Senti il tartaro te l'ho messo in un sacco, magari se devi fare dei lavori di ristrutturazione in casa può tornarti utile”

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venerdì 8 febbraio 2008

La guerra di professione


Questa è stagione di liste. Ormai è difficile trovare arance buone, ma è già possibile trovare elenchi di tutto rispetto. Prima vera primizia di primavera. Non è facile fare una lista di liste senza risultare ricorsivo, ma non si può tacere le costituende liste elettorali, titolo elegante per gruppi di nomi di gente sconosciuta che impareremo a conoscere a nostre spese. Interessante anche la lista di capistruttura Rai, alcuni rossi di vergogna, altri neri di rabbia e altri ancora verdi d'invidia. In questi giorni tiene banco un elenco di 162 docenti universitari accusati, da ambigui elementi antisionisti, di fare lobby in favore degli ebrei. Ovviamente non sono mancate reazioni indignate a tutti i livelli sociali e politici. Io non sono Woody Allen e nemmeno Moni Ovadia, ma nonostante queste mie palesi mancanze, voglio provare a fare due considerazioni sulle implicazioni sociali dei forti poteri delle comunità religiose.
La comunità ebraica ha dimostrato una superiorità “strategica” nel gestire le inevitabili controindicazioni insite nel basare tutto un sistema su un'Entità che non si può nemmeno invitare a una convention. Per esempio sono stati in grado di superare tutte le dispute teologiche interne o, in qualche modo, limitarle a “io ci credo più di te”. Non è un vantaggio da poco. Le altre grandi religioni abramitiche vivono frammentazioni, a volte molto violente, che debilitano i valori stessi della fede. Per esempio gli sciiti e i sunniti si scannano (a volte purtroppo questa non è una figura retorica) a causa di una diversa visione su chi debba guidare spiritualmente e politicamente la comunità e su antichissime questioni su quali siano i profeti più sexy. I cristiani si prendono a ceri votivi sui denti per qualche dogma d'appendice e si sono formate così tante confessioni che in alcune è possibile trovare riferimenti a Thor.
Altro atteggiamento vincente è stato il completo disinteresse verso i non ebraici. La comunità ebraica non si è mai imbarcata in colossali opere di apostolato o conversione coatta. Si è sempre impegnata per mantenere la propria identità e i propri valori, cercando di ottenere gli spazi sociali per praticare. In quest'ottica, nel 1843 negli Stati Uniti, nacque la loggia B'nai B'rith: una congrega di estrazione massonica destinata a diventare la più grande e potente organizzazione giudaica di mutuo soccorso. B'nai B'rith, grazie ad una organizzazione molto funzionale ed a una fine intelligenza strategica, ha acquisito un potere enorme a livello internazionale, mirato alla difesa e al supporto degli ebrei nel mondo. E questo molto prima dell'olocausto. Tanto potente da condizionare le scelte di molti presidenti americani. Qualcuno sostiene abbia avuto un ruolo determinante nella rivoluzione russa del '17 ed è quasi certificato che fu l'artefice del riconoscimento de facto dello stato di Israele da parte degli USA nel 1948.
Delle attività della loggia si sa davvero poco, nonostante le leggi restrittive in merito, in diversi paesi, B'nai B'rith deve molto del suo potere alla regola del segreto, mai realmente abbandonata.
Lo sforzo indirizzato alla protezione e allo sviluppo della comunità ebraica, senza contaminazioni culturali, è dimostrato da uno degli scopi della loggia: preservare il popolo ebraico dalla “assimilazione”, considerata un nemico alla stregua dell'antisemitismo. Tanto che uno dei principi di B'nai B'rith è che “non vi è posto (nella loggia ndr) per un fratello che tiene i suoi figli lontani dalla comunità israelitica”. E persino i matrimoni misti sono visti con poca indulgenza.
La comunità ebraica ha spesso acquisito posizioni di potere nei nodi nevralgici della vita sociale dell'occidente: i media (soprattutto negli USA) e l'economia in testa a tutti, ma anche la medicina e gli ambienti accademici. Questo dimostra una cosa: la comunità ha avuto capacità politiche e sociali di tutto rispetto, ma soprattuto efficaci e per la gran parte, civili. E forse questo è uno dei veri motivi alla base di grandi e piccole persecuzioni.
Purtroppo quando si ha a che fare con i meccanismi del potere è difficile rimanere sempre civili, anche se ci sono indubbiamente diversi livelli di inciviltà e se provaste a pasteggiare con qualcuno che conosco ve ne rendereste conto. Il problema è che l'antisemitismo ha segnato capitoli di inciviltà e bestialità. A causa di questo diventa difficile criticare alcune scelte di posizione da parte dei forti poteri della comunità ebraica. Anche in considerazione delle disumanità che ha dovuto subire. Ma alcune di queste scelte sono state indubbiamente criticabili. Nel 1913 nasce l'ADL, il braccio operativo di B'nai B'rith, che in breve tempo fu definita la più vasta rete di spionaggio ad operare su scala nazionale, negli Stati Uniti. L'ADL indagò e schedò un numero elevatissimo di persone che in qualche modo avessero espresso pareri critici sulla comunità ebraica. Gli archivi dell'ADL divennero una sorta di miniera d'oro per l'FBI ed indagare su questi schedari risultò molto difficile a causa di una fittissima ragnatela di appoggi all'interno delle forze dell'ordine e dell'ambiente giudiziario. Incredibilmente, e qui torniamo alle liste, nel 1993 un giornalista riuscì a pubblicare la lista degli schedati dall'ADL. Tra loro c'erano i nomi degli onorevoli Pivetti e Miglio e dei cardinali Ruini e Pappalardo. Ruini finì in quella lista per aver detto che Gesù fu crocifisso dagli ebrei e Pappalardo per aver usato l'espressione (ripresa da scritture) “sinagoga di satana”. L'onorevole Pivetti presentò un'interrogazione parlamentare in merito a queste schedature, ma la sua richiesta non ebbe alcuna risposta.
Qualcuno pensa che B'nai B'rith, sia anche dietro alla privazione dei diritti civili nei confronti del dott. Hamer, un medico tedesco che ha sviluppato una teoria alternativa sul cancro che la loggia voleva tenere nascosta. Ma non ci sono prove in merito.
Non deve quindi stupire che esistano lobby anche di tipo religioso che si sostengono al loro interno. I meccanismi sociali della cultura occidentale consentono anche questo. Succede tutti i giorni sotto i nostri occhi: quante volte è risultato provvidenziale conoscere un cardinale o addirittura un semplice prete? E quante aziende, cosiddette bianche, lasciano nemmeno troppo velatamente, corsie preferenziali per chi si comunica tutte le domeniche, caratteristica più utile di una laurea in scienza della comunicazione. Eppure lo consideriamo normale.
La sensazione che si ha è che gli assurdi conflitti religiosi sono malvisti dalla comunità ebraica, che ne starebbe fuori volentieri, ma per sopravvivere, essa abbia deciso di combattere a modo suo, a livello politico e, in qualche misura, strategico. Questo dovrebbe contrapporsi alla tracotanza e alla violenza a cui assistiamo quotidianamente e dovrebbe proteggere la comunità ebraica dal ritorno di terribili fantasmi. Purtroppo però una guerra fa schifo da qualsiasi parte la si combatta. Non dimentichiamo che nei libri di testo israeliani la Palestina veniva, fino a pochi anni fa, descritta come una terra disabitata, e che la loggia B'nai B'rith è nata quasi 100 anni prima dell'olocausto (quindi non in risposta al brutale sterminio nazista).
Il sito, chiaramente di estrema destra, dove sono comparse le liste di professori ebrei (accusati di favoritismi nei confronti degli studenti sionisti) è stato giustamente chiuso e si stanno cercando gli autori. Purtroppo però quando si è costantemente in guerra si finisce necessariamente a combattere, ognuno con i propri metodi e le proprie giustificazioni e la comunità ebraica, dopo la seconda guerra mondiale non può che sentirsi così. Ed è molto difficile capire quando la propria difesa danneggia gli altri.

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