martedì 11 luglio 2006

Il mercato dei valori


Quando penso alle strategie di marketing, mi immagino un pool formato da psicologi, economisti, trend setter (che pare non sia un cane da caccia) tutti spettinati dalla tempesta di cervelli che allestiscono per convincerti che acquistare il loro prodotto è la cosa più sensata che tu possa fare. Quelli più bravi riescono anche a non convincerti ma fare ugualmente in modo che tu non commetta la tremenda sciocchezza di privarti della merce in questione. Io li definisco bravi, ma anche brutti infamoni va bene. Loro sanno che per risparmiare i soldi per la baby sitter o per guadagnare un angolo di pace, tu, padre snaturato, affastelli i tuoi bambini davanti alla televisione e loro ne approfittano per rimbambirli di oggetti che si giocano da soli, così i tuoi figli non sudano e soprattutto si stufano prima. In questo modo, i subdoli mercanti dello scempio, potranno contare sul devastante frullamento di testicoli che i cuccioli metteranno in atto, solitamente ripetendo fino alla morte cerebrale del genitore, la frase “me lo compri?”. Insomma questa è gente che ci conosce bene, sa come prenderci, quali sono i nostri punti deboli e come sfruttarli.
Poi però vedo una pubblicità che recita “manda un sms e ti diciamo ogni giorno se il tuo partner ti tradisce”. Allora penso che in realtà c’è dietro un tizio che fino al giorno prima ha sventrato sardine, che dice “vediamo se si bevono questa”. E invece no, perché funziona (non nel senso che sanno davvero se hai le corna), la gente manda sms e loro guadagnano. Certo il mio primo pensiero è stato che la gente si è bevuta il cervello (e non si è nemmeno dissetata molto), ma forse sono io che non colgo dei dettagli delle manovre commerciali. Ci deve essere un messaggio che non recepisco anche nella pubblicità che mi suggerisce di bere uno yogurt che è in grado di soddisfare tutto il mio fabbisogno di calcio giornaliero. Esigenza a cui, secondo loro, potrei sopperire mangiando un secchio di carciofi. Io non voglio mettermi a discutere sulla quantità di carciofi che il mio organismo brama per la sua sopravvivenza, certo è che se le cose stanno così è possibile che per assimilare il giusto quantitativo di potassio io debba ingerire ogni giorno un furgoncino di patate, per il ferro un vagone di frattaglie (o, a scelta, il vagone) e via discorrendo. Così creperò satollo e con tutti gli elementi a norma.
Un altro messaggio che non colgo è quello che gli smerciatori di presidi medici sono costretti a dare per legge al termine del loro spottino. Purtroppo il decreto non si esprime sulla velocità a cui deve essere passata l’informazione. Io sono anni che registro quelle pubblicità e le riascolto al contrario sperando di trovarci una ghost track dei black sabbath, ma niente.
Io il dubbio ce l’ho. Sono bravissimi i pubblicitari o i messaggi promozionali sono lo specchio della nostra civiltà (nel qual caso, meglio avere specchi di legno)? Lascio cadere, come corpo morto cade, questo dilemma e mi spingo oltre. Se questo mezzo di condizionamento sociale funziona così bene perché non lo si usa per risolvere importanti piaghe sociali? E’ vero ci sono le pubblicità progresso, ma appare evidente che i creatori sono quelli scartati dalle multinazionali. Va bene il punkabbestia che raccoglie il portafogli al vecchietto, ma ci vuole qualcosa di più concreto.
Per esempio le stragi sulle strade. Le immagini delle lamiere contorte di automobili colpiscono solo chi già si fa scrupoli di suo. Penso che il tizio che passa imperterrito in mezzo all’autostrada sotto al cartello (dove solitamente c’è indicato il numero di persone che muore leggendo i cartelli) che descrive l’obbligo di usare la corsia più a destra, vada colpito nell’orgoglio, nei suoi valori costituenti. Bisogna tempestare i suoi programmi preferiti (buona domenica, la fattoria ecc.) con pubblicità dove si vede un automobilista tenere l’atteggiamento tipico dell’italiano celhopiùgrosso col gomito aerodinamico, con una voce in sottofondo (stile documentario di piero angela) che spiega che tale soggetto è molto probabilmente impotente ed è considerato socialmente utile ridergli in faccia ed evitare di accoppiarsi con lui.
In fondo se è politicamente corretto dire che non mi posso costruire una famiglia se non compro un frullatore a 12 velocità con connessione usb, si potrà fare anche questo. Ecco, bisogna incentivare la demolizione sociale di questi elementi. E’ inutile stare a dire questo non si può, questo sì, questo solo se non ti vede nessuno. Sappiamo bene che dare dei divieti spinge a trasgredire. Andrebbe pubblicizzata semplicemente la stupidità e premiato chi la denigra. Tipo 2 punti in più sulla patente a chi, passando di fianco a un idiota motorizzato, gli rida fragorosamente in faccia facendo con pollice e indice il segno internazionale di una cosa corta.
Insomma un po’ di ardimento anche nelle pubblicità socialmente utili, se funziona per l’arriciapeli del cane, funzionerà anche per le cose serie. Non ci voleva molto a capirlo, tutti gli spacciatori di inutilità puntano su sesso, potere, successo, risonanza sociale…..e qui stiamo ancora a puntare sulla sensibilità delle persone. Le persone sensibili non hanno bisogno di sapere come rispettare la vita, quelle insensibili ci fanno il luppolo con i richiami ai valori sociali. Allora impariamo dalle reclame dei telefoni e dei siliconi sigillanti: no civiltà, no gnocca. Aut. Min. Ric.

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