martedì 5 settembre 2006

La caduta dell'intero Romano


Non è facile valutare l’effettivo cambiamento delle cose che ci circondano se le osserviamo con continuità. Se aveste montato specchi di legno in casa dieci anni fa e provaste ora a guardarvi, probabilmente vi chiedereste i documenti da soli. Essendo invece abituati alla vostra faccetta, sbirciarvi in uno specchio vi trasmette sempre una certa sensazione di familiarità. Lo stesso vale per il contesto in cui viviamo e solo alcuni rari eventi destabilizzanti ci fanno risvegliare dal torpore abitudinario ed esclamare “pofferbacco, ma allora le cose stanno così”. Giusto l’altro giorno mi sono imbattuto in una di queste sveglie emozionali. Ero sulla carrozza di una metropolitana che strisciava vermosa nel ventre di Milano. Ovviamente ero l’unico italiano presente. Venti anni fa non era così, ma la modificazione graduale delle etnie viaggianti, ha reso questo cambiamento inavvertibile. Nel centro del vagone si esibiva un gruppo di tzigani, riproducendo The dark side of the moon (ma poteva trattarsi anche di Pollon combina guai), con 4 elastici e un flauto di traverso. Attorno a loro, un manipolo di albanesi, insultava i suonatori ridendo a piene mascelle. Di fianco a me, un uomo di colore solleva lo sguardo da La Padania, mi lancia un’occhiata di triste complicità e scuote la testa con aria rassegnata di disapprovazione. Da quel momento la mia visione dell’Italia è cambiata radicalmente. Siamo al punto in cui un africano si lamenta della presenza di stranieri! Qualcosa deve essere sfuggito alla mia osservazione sociale.
Frattanto leggo sul giornale una dichiarazione del signor Fioroni. Non sapete chi è? E’ il ministro della pubblica istruzione del governo prodigo e romano, suvvia! Non me lo ricordavo nemmeno io, fortunatamente il giornalista si è informato e ha scritto anche la professione. In pratica il signor Fioroni esterna, in merito alla massiccia presenza di stranieri nelle scuole dell’obbligo, quanto segue: "La cittadinanza non può essere solo cartacea e nemmeno una scelta di bisogno, ma una decisione consapevole di chi studia la lingua italiana e apprende la cultura del nostro Paese, mantenendo però anche la propria lingua e la propria tradizione". Lui mi sa che la metropolitana non la prende mai.
A parte che se la popolazione straniera presente in Italia, fosse limitata a chi è giunto qui per consapevole scambio culturale, avremmo da gestire l’integrazione con un gruppetto di americani, qualche giapponese macchinatracolla e un mio amico di San Marino. Non si può inoltre non constatare (se me la sento uso delle negazioni) che nelle scuole sono sempre più i bambini italiani a doversi adattare, cercando di mantenere un po’ delle proprie tradizioni. Per esempio, dalle mie parti, una mensa scolastica ha chiuso perché i bambini indiani e pakistani (cioè quasi tutti), vanno a casa a mangiare, perché i genitori non vogliono contaminarli con spaghetti, pizza e mandolino. Così i pochi italiani non sanno più dove mangiare, perché mamma e papà sono in giro a cercare i soldi per il mutuo casamacchinacucina. L’unica alternativa possibile è che la mensa diventi indiana e i pargoli nostrani si adattino.
Prima di prendere del sozzo razzista, mi occorre urgenza di chiarire. Sto cercando di seguire un percorso darwiniano, perché tanto qui di integrazione è inutile parlare. A parte qualche sparuto esempio di buona volontà, a nessuno interessa accettare e capire il modo di vita degli altri. Quindi analizziamo la cosa da un punto di vista evolutivo. Chi ha più probabilità di sopravvivere e imporre il proprio dominio? Intanto chi riesce a prolificare in abbondanza, in secondo luogo chi riesce o a sopraffare i nemici o a ottenere successo sociale in riferimento ai valori dominanti (va be’ non lo so perché la lumaca è ancora viva). Qui da noi se una coppia fa un figlio è grasso che cola (e di solito è grasso pure il figlio), mentre accade di frequente che gli stranieri provvedano ad assemblarsi piccole squadre di calcio in casa. Pensateci bene, perché insistono tanto sul vietare l’aborto? Non per motivi religiosi o etici, ma per poter competere con le feconde ondate di stranieri, ignari dell’esistenza di Ogino e del suo amico Knauss. Poi c’è il fattore sociale. In occidente contano i soldi. Conta quello che hai e che puoi procurarti. Gli italiani non guadagnano più abbastanza per soddisfare tutti i propri vizi, mentre certe etnie, lavorano senza sosta spendendo pochissimo. Un mio amico pakistano fa quattro lavori, di cui 3 da sveglio, non ha vizi, non fa vacanze, non si compra quasi niente e abita in un appartamento grande come il mio con altri 15 parenti che vivono allo stesso modo. Capirete che la bilancia commerciale è paurosamente in attivo. Infatti si stanno comprando tutto il centro storico. Mentre gli italiani vendono, perché il cayenne per ovviare all’impotenza è caro, fare il cazzone alle maldive costicchia, una maglietta puro cotone con una margherita sopra la vendono in gioielleria eccetera eccetera.
Per questi motivi non ci sarà una vera integrazione, ma di questo passo, verremo semplicemente soppiantati. Siamo dei novelli antichi romani, impigriti dall’ozio, che si vedranno soffiare il regno costruito col sudore delle fronti genitoriali, mentre cercano di non strozzarsi ingoiando chicchi d’uva in posizioni improponibili. Abbiamo costruito un modello basato sull’efficienza e ora, chi è più efficiente di noi, se ne approprierà. Senza guerre, senza violenza. Se Darwin ha ragione, possiamo solo sperare di essere fortunati come le lumache.

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21 commenti:

Anonimo ha detto...

Corsi e ricorsi della storia, tutte le civiltà hanno un periodo di massimo splendore poi c'è la decadenza.

Il nostro modello sociale è in crisi, non abbiamo più valori, esclusi quelli in banca, (se prodigio ci lascerà qualcosa) abbiamo solo tette culi e muscoli palestrati da esibire.

I figli nella socità contadina, da cui veniamo, erano una ricchezza oggi sono una palla al piede, costano e l'adolesenza oggi termina, per i più svegli intorno ai 25. A 40 sono ancora a casa e forse si laureano, forse.

Quanto alle lumache, magari facessimo come loro, vita beata tra lattughe e rucola, casetta on the road e tempo per cazzeggiare. Ripartiamo dalle lattughe.

Abr ha detto...

Gran bel post scanzonato ma che fa pensare.
A proposito del nero con LaPadania, avevo notato da tempo che quelli con l'accento più sensibilmente meneghino uè, di solito cognomano Gargiulo o DiMolfetta... e anche i barbari imitavano (a volte, scimmiottavano) i romani che stavano soppiantando.

Voglio dire, è sempre stato così, il decadente lascia sempre un heritage, appetito dal rozzo parvenu ansioso di trasformarsi in affluent.
Stavolta invece abbiamo gente che non arriva da Stanford o da Cambridge, ma che lo stesso non ha nessuna voglia di imitare accenti, costumi e stili di vita.
Il nero con LaPadania fa bene a guardarci scuotendo la testa: sembra dirci: ma checzzz..aspettate ancora?
Anche ai decadenti è consentita la legittima difesa.
ciao, Abr

Anonimo ha detto...

Di forte, in quanto italiani, non abbiamo neanche la coerenza cattolica. Non vedo quali altri valori (legame patrio,tradizioni, ecc.) potremmo opporre a chi arriva in Italia con proprie abitudini.
Quindi non è un problema, se rimangono stranieri regolari e con fedina penale pulita.
Ma la cittadinanza quella proprio no. Neanche dopo 30 anni, se non dimostrano (con un bell'esamino tipo 3' media) di sapere lingua,storia e leggi dell'Italia !
L'Europa merita di essere protetta non in quanto cattolica (Pfui!) ma in quanto CIVILE.

Anonimo ha detto...

L'ho sempre detto che viaggiare troppo fa male. Rivalutiamo il Grossetano. Poi ci verrà voglia di fare più figli e passare l'estate all'Idroscalo.

Anonimo ha detto...

In quanto residente in un Comune con una percentuale di extracomunitari (india-pakistan) record, ho una certa competenza in merito.
Non mi dispiace il kebab, non ho fanatismi religiosi da difendere, come colore della pelle sono più simile a loro che a un padano...mi sa che una delle loro pelandrane addosso e un corso di lingua arabo/indù, potrei confondermi e infiltrarmi!

cruman ha detto...

e come pensate ci si possa difendere da un declino di valori? al di la delle invasioni (che trovo anche io sottovalutate). La civiltà europea è cresciuta con lotte, sacrifici e tantissimo lavoro. Se passiamo troppo tempo a goderci i frutti di questo, giustificando ogni cosa, come potremo salvarci dal rimanere inermi a guardare chi ci soppianterà con gli stessi mezzi con cui i nostri avi hanno creato la nostra civiltà?

cruman

cruman ha detto...

purtroppo credo che prima di difenderci dalle invasioni straniere, dovremmo preoccuparci di difenderci da noi stessi. Da quello che stiamo distruggendo con la cultura dell'inutile e della furbizia. Altrimenti l'ultima risorsa sarà davvero lo scontro frontale e non credo faccia bene a nessuno, oltre al triste fatto di dimostrare che dall'età della pietra non è cambiato molto.

Anonimo ha detto...

Ezio Raimondi, Letteratura e identità nazionale - Bruno Mondadori, 1998. Euro 11,90.

Ho avuto modo di leggere questo saggio per un esame universitario (tanti anni fa... :'( ), alla facoltà di lettere e filosofia di Bologna. Ciò che in somma sintesi propone è un excursus letterario attraverso il quale si mostra (o di-mostra) la presenza (o non presenza) del concetto di identità nazionale applicato al nostro Paese, confrontandolo poi con l'idea di nazionalismo.

Onde evitare di abbandonarsi a retoriche/banali/ovvie quanto alla fine purtoppo sterili considerazioni sul problema dell'integrazione, credo sia più che corretto affidarsi a percorsi scentifici (come le lumache di Darwin :D ) e ancor più storici.

Non mi perdo (perchè invece mi perderei di sicuro!) ad argomentare questo iter... Credo però che, riflettendo su quanto hanno trattenuto quegli specchi di legno montati in casa tanti anni fa, ci si accorga con più semplicità (o con maggior sgomento...) di come per noi sia inevitabilmente difficile attuare oggi una politica di integrazione verso gli immigrati quando probabilmente non abbiamo ancora integrato noi stessi in un unico Stivale :S

cruman ha detto...

si va bene, però.....uff ma nessuno che dica una parola su quel lampo di genio assoluto che è il titolo di questo post???? :)
su fatemi contento

cruman

Anonimo ha detto...

E' che secondo me ci siamo tutti un po' spostati: ma hai una vaga idea del BIGIUNTO che lascia la caduta di un'intera mortadella??

cruman ha detto...

bigiunto? ha qualcosa a che fare con gli orgasmi multipli?

Anonimo ha detto...

Urka, no! quelli sarebbero PERGIUNTA! Bigiunto è il risultato dell'unto di un Bel Grassone!

Anonimo ha detto...

Peccato associare la Mortadella al testa-quedra ( così in Emilia sono sbeffeggiati i nati in Prov di Reggio Emilia ).

In Emilia un valore lo abbiamo ancora:
Il Maiale , inteso come carne Ecc.
Provate a Contraddirmi !

Anonimo ha detto...

caro un_emiliano_vero, soprattutto un vero peccato di gola, direi...

Anonimo ha detto...

Cruman, il titolo è bellissimo !

cruman ha detto...

grazie bobby! se non ci fossi tu!

avrei un accesso in meno al giorno :)

cruman

Anonimo ha detto...

Io non vedo cosa ci sia da preoccuparsi.
A parte il fatto che noi Europei siamo sempre stati numericamente una minoranza rispetto al resto del mondo eppure economicamente (assieme agli americani) opprimiamo il resto del mondo e socialmente abbiamo fatto tante di quei genocidi che a contare tutti i morti non basterebbe una vita.
A parte questo, l'impero Romano non era solo Roma ma era un insieme di popoli che vivevano in pace (più o meno forzata), gli stessi italiani sono un pò austriaci, un pò tedeschi, un pò arabi, un pò albanesi, un pò greci, pure un pochetto celtici, ma nonostante tutto nessuno di noi è mai morto di fame e l'Italia è stata comunque una potenza economica.
Ora diventeremo con il tempo un pò africani, un pò arabi ed un pò cinesi, ma in fondo la prima potenza al mondo è un crogiuolo di razze, ed anche li, chissà perché, i bianchi fanno il bello ed il cattivo tempo sottomettendo tutte le altre razze e mettendo in "riserve" i pochi veri americani rimasti.

cruman ha detto...

sembravo preoccupato? analizzavo...poi magari qualcuno che ha a cuore la conservazione delle radici culturali si preoccupa. A me preoccupa solo quella che i fighi chiamano "crisi di valori" ma che io definirei totale rincoglionimento, con un francesismo d'altri tempi

cruman

Anonimo ha detto...

Ah beh, il totale rincoglionimento lo vedo pure io e a dire il vero mi preoccupa anche, ma credo che sia causato da altri fattori..;-)

cruman ha detto...

ho detto che è l'immigrazione che causa il rincoglionimento? :)
ho detto che nelle condizioni di totale rincoglionimento anche un licaone delle praterie ci soffierebbe il pane di bocca.

sulle cause potrei fare un'altra dozzina di post, giusto come introduzione.

cruman

Anonimo ha detto...

io non credo che l'immigrazione sia causa di chissà quali mali, ma non credo neppure che sia foriera di chissà quali vantaggi. accogliamo gente disperata che approda a lampedusa credendo di giungere nella terra promessa senza avere i mezzi per aiutare queste persone. fame e disperazione non generano nulla di buono.

in quanto alla "crisi dei valori"... non sai, cruman, che non è più di moda parlare di valori??

faremmo meglio ad andare alle maldive a consolarci tutti.