lunedì 22 maggio 2006

Sputare contro il destino dell'umanità


Un aspetto poco gradevole del destino dell’Umanità si evince osservando l’Umanità che si muove nel traffico di un insediamento umano densamente popolato di umani. In tale habitat è possibile osservare come gli umani esercitano il loro diritto alla mobilità, taluni secondo natura, ovverosia deambulando sui loro arti inferiori, talaltri secondo tecnologia, ovverosia conducendo veicoli motorizzati (nel caso degli umani in grado di farlo, che sono pochi) oppure arginandone alla meno peggio i movimenti (nel caso degli umani con abilità cinestetica di livello medio).
Gli umani amano autoriferirsi a una dicotomia che vede contrapposte le figure del pedone e dell’automobilista, dimenticando che per passare da una categoria all’altra basta salire e scendere da una vettura. In realtà esiterebbero anche i conducenti di velocipedi a motore, ma sono un genere terzo al di fuori da certi giuochi di potere. Sempre a proposito di giuochi, negli scacchi i “pezzi” più sfigati si chiamano anch’essi pedoni, e questo la dice lunga sulle dinamiche della grande scacchiera della vita.
È chiaro che il perno della questione non è sociale ma comportamentale: gli umani racchiusi all’interno di autovetture manifestano un irrefrenabile istinto alla sopraffazione di loro simili che si muovono a piedi (salvo rivedere la loro posizione a parti invertite).
Conscio di questa curiosa distorsione, l’umano consesso ha predisposto convenzioni atte a riparare i pedoni dall’essere regolarmente sopraffatti, non già allestendo barriere fisiche a loro protezione, bensì predisponendo segnalazioni luminose oppure grafiche d’indirizzo cognitivo. Esempio: l’automobilista il quale si trova davanti una luce rossa deve arrestare la sua autovettura e permettere al pedone il quale si trova davanti una luce verde di attraversare la strada. Altro esempio: ove un tratto di strada sia ornato di larghe strisce bianche trasversali, il pedone gode della precedenza d’attraversamento. Questo in teoria. In pratica il pedone – luci verdi o luci rosse, strisce bianche o meno – attraversa solo quando non ci sono auto che sopraggiungono. Questo perché il pedone ha il comprensibile obiettivo di riportare il sedere a casa, anziché lasciarlo sul cofano d’un’autovettura. Sempre in teoria, l’automobilista prepotente sa che giammai incorrerà in (teoricamente previste) sanzioni amministrative: sarebbe troppo faticoso, per gli impiegati della strada, multare gente che pettina le vecchiette usando lo specchio retrovisore della sua Cayenne, dal momento che prima o poi la stessa Cayenne sarà fotografata da un autovelox senza fatica e con maggior utile economico.
Orbene, anche in una situazione di vacanza dell’esecutivo, il pedone può rimediare a tutto questo in modo semplicissimo: trovandosi sulle strisce pedonali, ovvero dinanzi a una luce semaforica di colore verde, può sputare contro le vetture di coloro che gli negano la precedenza. È quanto consiglia l’APRI (Associazione Pedoni Reazionari e Ignoranti) in un recente comunicato che è pure una sorta di “manifesto” comportamentale. Preziosi i consigli raccolti nel documento, che raccomanda, per esempio, di non sputare mai sul parabrezza: gli effetti del gesto sarebbero neutralizzati dal pronto azionamento dello spruzzino lavavetri e del tergicristallo.
Indirizzando lo sputo, invece, contro il finestrino laterale, si possono cogliere risultati di maggior interesse: se il cristallo è sollevato, si è sicuri che la patacca di saliva (o catarro, se si è tabagisti oppure si soffre di patologie dell’apparato respiratorio) resterà a lungo ben visibile sulla sua superficie, procurando sgomento nel conducente del veicolo; se invece il cristallo è abbassato, si può addirittura sperare di colpire il guidatore in faccia oppure sui vestiti, o quanto meno di lordare l’interno della vettura.
Naturalmente un atteggiamento del genere può essere mal gradito dall’automobilista di turno, il quale, congetturando d’esser passato dal torto alla ragione solo per un po’ di saliva, potrebbe assalire il pedone a mani nude come con armi da fuoco (a seconda dell’indole, dell’orientamento politico, della dotazione personale eccetera).
Per tale ragione l’APRI ha predisposto un prontuario che aiuta il pedone a riconoscere il potenziale reattivo degli sputandi prima di sputare contro di loro, e in tal modo modulare il rischio in base all’esito sociale che vuole ottenere. La categoria meno pericolosa sono le signorine e le signore in generale, tanto pronte ad asfaltare chi attraversa sulle strisce quanto remissive nei confronti dei pedoni sputanti (“Inibizione da raccapriccio”).
Più complessa la natura dell’Uomo. Di solito chi conduce una vettura elegante e costosa tende a togliersi dalle palle tenendosi lo sputo ricevuto, poiché teme che a quello possano seguire – da parte del riottoso pedone – anche calci sulla carrozzeria (“Strategia della limitazione del danno”).
Colui che invece signoreggia una vettura di scarso valore, sozza e mal tenuta, potrebbe già avere i coglioni che gli frullano per motivi pregressi, rivelandosi disposto ad addivenire a singolar tenzone accoppando lo sputatore (“Sindrome di Montecristo”): un’eventualità da non sottovalutare.
Tuttavia l’APRI suggerisce pure una tecnica per rimediare a eventuali errori valutativi: dal momento che lo sputato deve scendere dall’auto per vendicarsi sul pedone-lama, quest’ultimo può opportunamente prendere a calci la portiera semiaperta acciaccando la regione tibiale dello sputato e poi dandosi signorilmente alla fuga (ritirata strategica).
Il fine ultimo dell’APRI è di procurare negli automobilisti l’insorgere di una paura diffusa nei confronti dei pedoni con diritto di precedenza, e questo lodevole scopo sarà raggiunto quando chi è al volante percepirà la probabilità di essere preso a sputi come estremamente alta. Solo così, nel tempo, il rispetto nei confronti del pedone con diritto di precedenza potrà divenire ancestrale, e violare il diritto di chi va a piedi sarà come battere le mani di fronte a uno stormo di piccioni: nel trepido ammirare il prodigio del volo, come niente ci si becca una cagata sulla testa.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello sto blog!
mi sto leggendo anche i post vecchi, veramente carino.

cruman ha detto...

mercì!
sei il signor astrolabio della casa editrice omonima? se sì volevo chiederti una cosa....ABBASSA I PREZZIIIII!!! :)
seriamente, ho dato un'occhiata al tuo blog, non mandi certo un messo comunale a dire le cose, complimenti. Tra l'altro il tuo pezzo su Odifreddi mi ha fatto ricordare il mio sul CICAP.
a presto