Oggi mi sono imbattuto in un sito abbastanza curioso: http://www.fuh2.com/ . Sconsiglio chiunque volesse dilettarsi nello sviluppare l’acronimo che compone l’indirizzo a cimentarsi nell’impresa, dato che è piuttosto ardua. La soluzione all’enigma trova la sua manifestazione nella frase “Fuck you and your H2”, che mi accingo ad articolare per chi non è pratico di motori e di lingua anglofona. La traduzione letterale recita un signorile “vaffanculo te e al tuo H2”, dove la sigla identifica un modello di auto particolarmente apprezzato da milionari di variegato lignaggio nonché particolarmente odiato da una sempre crescente comunità di normali utilizzatori della strada.
Le motivazioni che hanno fatto nascere questo sito sono a dire il vero abbastanza comprensibili: per l’utente medio, infatti, quest’auto rappresenta abbastanza bene il “demonio” della strada. È infatti un fuoristrada costosissimo, ingombrante, altamente inquinante e chi più ne ha più ne metta. L’autore del sito snocciola una serie molto assortita di motivazioni per le quali bisognerebbe, in effetti, odiarla. Ne cito alcune:
- esteticamente è una via di mezzo tra un furgone, una station wagon e un mezzo militare, senza avere alcun pregio di ciascuna delle categorie sopra citate
- vista la notevole massa a pieno carico, questo veicolo non rientra nella categoria delle automobili “comuni” e in ragione di ciò non deve sottostare ai limiti di efficienza energetica che la legislazione americana prevede (l’autore cita un consumo medio, che peraltro la Casa non è obbligata a dichiarare, di circa 10 miglia per gallone, che calcolatrice alla mano fa 2,35 km/litro). Seguono considerazioni sul fatto che mentre i “fratelli americani” stanno in medio oriente per salvare il futuro delle riserve di combustibile fossile, pochi fortunati e spreconi guidatori dilapidano il pregiato derivato dell’oro nero
- la H2 è una macchina della morte, dato che in caso di collisione con una normale utilitaria – vista la massa e la carrozzeria da “blindato” – “You can kiss your ass goodbye” ovvero puoi salutare questo mondo
Senza voler stare a disquisire sulla leicità morale di queste motivazioni (che per quanto esagerate si basano su principi assolutamente condivisibili), quello che veramente è impressionante è la quantità di persone che si trovano d’accordo in questa crociata contro uno dei veicoli (non dimentichiamoci che l’america è da sempre abituata a vetture “extralarge” e gli americani non sono mai stati particolarmente attenti agli sprechi) che sta rapidamente diventando il più odiato dei tempi moderni. E non solo per i motivi sopra citati: anche in Italia, per esempio, la fazione anti-SUV (gipponi, fuoristrada o Sport Utilità Vehicle che dir si voglia) è sempre più nutrita, costantemente fomentata dalla maleducazione dei guidatori (che si esibiscono sempre più spesso in parcheggi molto “creativi”), dalla incapacità degli stessi di guidare mezzi che sfiorano tranquillamente le due tonnellate e soprattutto dall’invadenza che pachidermi di questo tipo hanno sui centri urbani come quelli italiani. Mischiata, inutile negarlo, ad una punta di invidia che gli status symbol sono sempre e comunque in grado di generare. fuh2.com, quindi, fondamentalmente non ha inventato niente di nuovo no? Non esattamente: anziché fomentare la violenza privata, lo sfregio della fiancata o l’accoppiamento coatto con il conducente, l’ideatore del sito ha adottato una forma di protesta piuttosto curiosa: ogni volta che incrociate un H2, fatevi scattare una foto in cui mostrate il dito più lungo di una mano a vostra scelta e inviatela al sito per la pubblicazione. Trattasi questo di delitto perfetto, in quanto è un gesto sufficientemente denigrante per far sfogare il già plurifrustrato automobilista medio e soprattutto è raramente capace di innescare la “sindrome di Montecristo” (vedasi Sputare contro il destino dell’umanità), apparentemente inapplicabile vista l’evidente insussistenza del requisito fondamentale (“Colui che invece signoreggia una vettura di scarso valore” … (omissis) ). Per amor di verità occorre precisare che pur stante l’insussistenza della condizione di cui sopra la sindrome può ugualmente manifestarsi a causa dall’elevato livello di testosterone del conducente (celodurismo compensativo recidivo).
Detto ciò, e avvisati delle possibili conseguenze, se sposate la causa non vi resta che partecipare all’iniziativa. Prima di voi lo hanno già fatto in tanti, tantissimi, ed è forse questo l’aspetto che più impressiona. Basti pensare che in tre anni il sito ha raccolto oltre 3400 foto (circa 3 al giorno, se vi pare poco…) e il fenomeno non accenna a ridursi…
Technorati Tags: SUV, Hummer
5 commenti:
Non per fare il solito rc che martella i c, ma martello in i è hammer, invece il sub umano veicolo è hummer, e questo stitola un po le p.
Sono quello di prima e non sono altro, ma postatoresano, solo che non mi prende la pw per postare come blogger. Non è che mi avete fatto lo schersètto di cambiarmela, eh, zuzzurelloni?
caro rc ps presumo che il spaggio abbia giocato con l'assonanza (quando non ci prendi con la rima) altrimenti dobbiamo pensare che il spaggio, peraltro appena di ritorno da Oxford, non conosca la lingua d'albione. E noi non vogliamo pensarlo!
Uhm... Anzi Hum... In effetti è apossibile (alfa privativo) che lo spaggio nella sua versione anglofona sbagli mira per fare rima. Mo' aspettiamo che spage (he's so british) veda tutto 'sto casino e intervenga, fosse anche solo per mostrarmi il dito anche se non ci ho l'H2.
Come dice il saggio cruman il mio titoleggiare voleva fregiarsi dell'assonanza (chè si leggono uguali, a meno che tu non abbia l'accento british original) tra hummer e hammer. Anche perchè, folgorato sulla via di damasco - che per oxford non è di strada ma le rotte aeree talvolta son creative - ascoltavo un brano di rita peacock e trovavo l'illuminazione: "Give an hummer/what do you want to do with it..."
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