lunedì 5 febbraio 2007

Quello che non voglio più sentire


Si tratta di pochi teppisti che rovinano tutto l'ambiente. Saranno pochi teppisti, ma se è così mi manca di capire come si sia passato dagli stadi pieni di gente in giacca e cravatta, senza settori e gruppi organizzati, di cinquanta anni fa, allo stadio fatto di tifosi scortati, perquisizioni, telecamere a circuito chiuso, nemici dichiarati, elicotteri, biglietti nominali, recinzioni e cavalli di frisa. Una serie di atteggiamenti violenti è da anni considerata normale e accettabile. Gli insulti continui tra diverse fazioni o verso gli atleti, lancio di oggetti, petardi e compagnia bella. Talmente normali da accogliere con gaudio e con accenni alla candidatura al nobel per la pace, l'accordo tra due tifoserie di non insultarsi per ben 90 minuti. Ho sentito qualche opinionista strappato a una miniera nel Klondike, armarsi di questi onorevoli gesti per dimostrare la civiltà del mondo del calcio. Se la normalità è la violenza verbale e psicologica, l'arroganza e la brutalità bisogna capire che fare del male o addirittura uccidere è solo un passo più in là. Non si può considerare routine tutto ciò che è meno di un omicidio e poi sostenere che se avviene un omicidio è colpa di una scheggia impazzita che ha sconfinato di qualche metro dalla feroce normalità.
Adesso basta. Ghigno indignato regalato ai telespettatori in crisi d'astinenza da calcio da chi del calcio ha fatto uno spettacolo di burattini fitto di personaggi improbabili aizzati uno contro l'altro. Da chi si insolentiva se gli ospiti caricati a molla finivano per trovarsi d'accordo, rovinando il mediatico panem et circenses.
Usiamo il modello inglese. Suggerito con boriosa esterofilia da chi dimentica che in Inghilterra è pieno di inglesi, elemento che qui deficita. Oltre a non considerare che in terra di Albione mancano gruppi ultrà organizzati e capeggiati da loschi figuri che si sentono dei Che Guevara de noartri e si vantano di poter ricattare le società di calcio e la società civile.
I tifosi servono al calcio. Perché queste cose, in Italia, succedono solo nel calcio? Solo perché è l'evento mediatico più seguito e l'escalation della violenza è andata di pari passo con l'assurdo divenire onnipresente di questo spettacolo sportivo, ma soprattutto non. Tutto questo ha dato sempre più potere alle curve fatte di chi gode a sentire la sera che il suo passaggio è stato foriero di paura e disordine. E l'Italia sopporta l'espressione troglodita dell'affermazione di sé, di persone che vanno allo stadio e a fine partita devono chiedere chi ha vinto.
Il calcio dà da vivere a tutti gli altri sport. Se si calcolano tutti i soldi scivolati in tasche sospette, l'impiego poderoso di forze dell'ordine i danni a cose e persone... ho forti dubbi che la bilancia sia in attivo.
Quello che invece vorrei cominciare a sentire è un po' di onestà intellettuale. Questo calcio è un gran brutto affare, ma un brutto affare di miliardi. Dietro le quinte lavorano poteri occulti, in campo si vede sempre meno sportività e tra gli spalti gente pronta ad uccidere. Non mi interessa se si tratta di veri criminali o ribelli da telefilm, che hanno finito di insultare i propri genitori e cominciano ad insultare la polizia, perché fa molto fico, fa maledetto, con l'eccezione di quando serve mangiare e quando si ha paura. In quei casi la mamma e la polizia non fanno poi così schifo. Quello che qualcuno deve avere il coraggio di dire è che questo calcio costa caro da tutti i punti di vista e risanarlo ora costerà ancora di più. Ma soprattutto che lo sport non c'entra nulla. Lo sport è tutto il resto. È il rugby, che porta negli stadi 60 mila persone, senza un poliziotto, senza dover dire per chi tifi per poterti sedere da qualche parte e goderti uno spettacolo vero. E nel campo non si scambiano certo margheritine di prato. Ma con tutto il sangue e le ossa rotte, la lealtà, la correttezza e il rispetto reciproco sono sempre protagonisti. Non vedrete mai un giocatore di rugby rantolare a terra per un'illusione di contatto. Non li vedrete rantolare a terra nemmeno con una spalla rotta o tre tacchetti in fronte. Mai una protesta con gli arbitri (cosa considerata normale nel calcio) e se proprio si finisce a scambiarsi qualche opinione decisa, a fine partita si appiana tutto con bella birra ignorante. Ma di rugby si parla pochissimo e i repressi trogloditi non troverebbero la realizzazione di sé. E soprattutto non pagherebbero mai per andare a vedere uomini molto più duri di loro, anzi per vedere ciò che loro non sono. Uomini che si confrontano alla pari e non in branco.
E vorrei anche non vedere queste inutili sospensioni dei campionati (anni fa furono sospesi quelli di tutti gli sport!) perché i criminali sono criminali anche fuori da uno stadio. Non credo che in assenza di un match, andrebbero in comunità a svolgere lavori socialmente utili.
Una soluzione ce l'ha suggerita involontariamente Calvino. In un suo racconto una città era popolata da bambini pestiferi e turbolenti. Decisero allora di costruire un grattacielo, arredarlo e metterci dentro tutti gli infanti distruttori, dicendo loro che potevano fare qualsiasi cosa, senza punizioni, ramanzine o chiacchiere varie. I bambini si fiondarono come cavallette e distrussero mobile per mobile, piano per piano. A metà grattacielo erano belli che stufi e non più stimolati alla turbolenza. Alla stessa stregua si potrebbe dire una volta per tutte che lo stadio è un posto pericoloso e che ci si va a proprio rischio e pericolo. Ci sono cose che non si possono fare con tranquillità. Non si può girare per le strade di una grande città con delle banconote da 100 euro in mano, o in minigonna di notte in un parco. È pericoloso c'è poco da fare, perché la gente è una brutta bestia, è inutile indignarsi, sarebbe come indignarsi per dover chiudere la porta con dodici mandate blindate ogni volta che si esce di casa o dover attivare mille antifurti. Allora recintiamo i campi con altissime protezioni e lasciamo liberi i tifosi. Senza settori separati, senza poliziotti, senza controlli e senza racconti postumi di ciò che succede. Prima o poi si stuferanno di prendersi a legnate senza nemmeno sentirlo raccontare alla domenica sportiva. Si stuferanno di non avere delle divise da insultare e se possibile ammazzare, di non avere arredamento urbano da distruggere e barriere da abbattere. Si stuferanno o piano piano si “selezioneranno”. In ogni caso, a rimetterci sarà solo chi ha deciso di fare di 11 uomini in calzoncini una ragione di vita e di morte e non un uomo che avrebbe voluto passare la domenica a fare qualcosa di molto più utile per la società o al limite, godersi la propria famiglia.

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25 commenti:

Anonimo ha detto...

Suvvia, non esageriamo… macchèmminchia uno ingoia rospi tutta la settimana al lavoro, e fateci sfogare almeno alla domenica allo stadio. Ok, d’accordo forse ci siamo fatti un po’ trascinare dall’entusiasmo…no,no, non importa se la squadra ha vinto o ha perso; si coglie l’occasione per fare un po’ di baldoria con gli amici. Tutto qui. D’altronde lo stato ci lascia soli e noi dobbiamo far sentire la ns. voce. A proposito, qualcuno sa dirmi quando è previsto il recupero dei tafferugli rinviati domenica? Vado che inizia Controcampo.

cruman ha detto...

Già, la solita giustificazione. Lo stato non mi da niente per distrarmi e io vado a tirare i sassi dal cavalcavia perchè sono annoiato e stressato.
Come dice mio padre, 60 anni fa non c'era bisogno di distrazioni, eri troppo impegnato a trovare da mangiare.
Un'altra soluzione l'ha proposta mio cognato. Invece di sospendere le partite, aumentarle. Fare partite tutti i giorni, prenderli per sfinimento.

Anonimo ha detto...

Gli inglesi erano inglesi anche quando, 25 anni fa, devastavano stadi. Com'è che sono cambiati ?
Mi sa che li hanno convinti a forza di mazzate, processi immediati e anni di carcere. Scommettiamo che funzionerebbe anche qui? Il problema è che qui, con l'idulto, hanno mollato gran parte dei delinquenti e adesso come fai ad accanirti su un poverino di tifoso cerebroleso? Lo sport Usa muove molti più soldi di quello europeo eppure nessuno si ammazza (va beh, si ammazzano per mille altri motivi grazie a milioni di armi, ma questo è un altro discorso). Comunque l'idea del recinto in cui scannarsi è ottima. Farebbe anche buoni ascolti televisivi, quindi un sacco di soldi pubblicitari...

cruman ha detto...

C'è una fondamentale differenza tra il tifo inglese (quello che devastava) e quello italiano. In Inghilterra non sono mai esistiti gruppi organizzati che passavano la settimana a preparare le guerriglie. Che avevano potere sulle società di calcio e collusioni varie. Erano solo un gruppo di giovanottoni col vizio della birra e di menar le mani. Con quelli è stato facile, con i sistemi che hai citato, far passare la voglia. Qui la situazione e la mentalità sono molto diversi. Per quanto riguarda lo sport usa, non c'è bisogno di andare così lontano per trovare civiltà non basate sull'arroganza, sulla prevaricazione e sulle giustificazioni egoistiche. L'italia sta vivendo un secondo crollo dell'impero romano, mollemento adagiata sulla convinzione di essere la migliore, la più antica, la più furba e tutto il resto.

Anonimo ha detto...

E tutti quei giornalisti che campano sul nulla ? Sulle moviole, sugli arbitri, sugli scontri tra tifoserie, sul resoconto degli allenamenti settimanali, sulle serate in discoteca dei giocatori. Quelli, se gli smonti il giocattolino (inteso come degenerazione dell'evento sportivo), che fanno ? Gli tocca andare a lavorare ?

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con Cruman..siamo allo sfascio.
E poi quello che succede allo stadio è ne più ne meno ciò che succede per strada tutti i giorni: delinquenti che non possono essere neanche sfiorati sennò apriti cielo e cittadini onesti e tutori dell'ordine sbeffeggiati e messi a malpartito da malviventi and co.

-Luca-

Anonimo ha detto...

ma perchè bisogna a tutti i costi imporre in un paese come questo un modello di legalità e di civiltà obbligatorio( diciamolo realisticamente è una pura utopia!!); invece in una ottica libertaria e antiproibizionista bisogna poter dare agli ultras la possibilità di poter manifestare come meglio credono l'alto valore del loro messaggio di libertà, creando degli stadi possibilmente vicini (ma non troppo)agli stadi dove si svolge la partita dotati di maxischermi (possibilmente indistruttibili) dove possano dare sfogo a tutta la loro bestialità o meglio creatività consentendo anche al povero tifoso borghesuccio e anche un pò sciocco, di vedersi la partita in quella odiosa e noiosa maniera normale...

Anonimo ha detto...

Mi sento in imbarazzo, Cruman, perché ogni volta che ti leggo sono tentato dal solito "complimenti per la trasmissione!". Ma oggi vorrei aggiungere qualcosa: con l'egualitarismo che impazza a tutti i livelli, non temi che ti mettano sotto processo per avere requisito troppa intelligenza? Non era il caso di lasciarne un po' anche agli altri?
Max

Anonimo ha detto...

Non c'è molto da aggiungere. A parte il commento di "@tonito" che reputo piuttosto superficiale e squallido, sono d'accordo con tutti voi. Bisognerebbe trovare un modo (anche poco ortodosso) di inculcare il buon senso in tutte queste persone (tifosi e non, come fa notare giustamente Luca qui sopra). Probabilmente l'idea di Calvino e Cruman è la migliore :): lasciamo che si spacchino la testa l'uno con l'altro senza intervenire. Quando i morti cominceranno a pesare forse si renderanno conto che non è poi così divertente...
Confesso di essere allibito dalla giustificazione di "@tonito"... ma la pensano tutti così (parlo dei "tifosi accaniti"...che poi a questo punto tanto tifosi non sono)? Ca##o ma andate a farvi un giro in montagna la domenica! Se proprio dovete sfogarvi andate a spaccar legna!! O andate a lavorare in una cava a spaccar sassi!! Dovete per forza spendere tempo e soldi (che magari possono essere utilizzati per pagare una cena alla moglie/fidanzata o comprare le scarpe al figlio) per prendervi semplicemente a mazzate?! Ma da quanto tempo non fate un censimento dei neuroni che "lavorano" nella calotta cranica?!
Perdonate lo scatto d'ira :).

cruman ha detto...

Grazie. Forse il problema è che anche queste cose (cioè buon senso e realismo) sono così in disuso che quando trovi qualcuno che le usa sembra un genio. Ma non lo sono.
Comunque penso che non farò in tempo ad arrivare al processo. Con tutti i nemici a modo che mi sto facendo.

cruman ha detto...

ehmmm Giorgio, non ci giurerei ma credo che @tonito fosse sarcastico.

Anonimo ha detto...

Non ho colto il sarcasmo... perdonate la gaffe: come scusante ho che 1)non conosco tonito e 2)forse non ho letto con attenzione il post (ma anche se fosse non credo che cambiasse molto). Sentite scuse per tonito nel caso fosse ironia. Mi spiace. Credo però che persone così ci siano davvero...e non solo tra i tifosi.

Jacopo ha detto...

Responsabilità e proprietà privata. Come ho sottolineato nel mio ultimo post su https://www.ideashaveconsequences.org

L'unico rimedio al male che rappresenta lo Stato.

Anonimo ha detto...

Vai tranquillo Giorgio il mio era un sottile sarcasmo. Meno male che il Cruman ha colto.
Vorrei aggiungere un nuovo punto di vista alla discussione, anche se può sembrare banale. Facciamoci un piccolo esame di coscienza: chi di noi nel suo piccolo non mette in atto dei piccoli comportamenti a discapito degli altri per ottenere un qualche vantaggio? Parcheggio in doppia fila per non fare due passi in più, evitare una coda o duplicare un CD. No , non sono impazzito, so bene che la duplicazione di un CD non ha nulla a che spartire con la violenza negli stadi , ma ciò è sintomo di una impostazione mentale tipica italiana, supportata dalla quasi sicurezza di farla franca. Questo fenomeno ha radici profonde nella ns. cultura ed è un fenomeno trasversale. E’ il livello di coscienza ( per chi ce l’ ha) di ognuno di noi che ci dice fino a dove possiamo spingerci. In altri paesi il solo parcheggio in doppia fila non è neanche lontanamente concepibile poiché completamente al di fuori dalla loro mentalità; figuriamoci tirare una bottiglia a un poliziotto. Mi chiedo anche perché i nostri cari politici che ora fanno riunioni fiume e decreti urgenti, hanno aspettato che ci scappasse il morto per muoversi. Non mi illudo certo che lo faranno ora, ma mi fa ridere (o piangere ) sentire tutte quelle frasi… “ siamo profondamente uniti…” , vorrei esprimere il mio cordoglio “ etc. Un’altra cosa: ieri sera nei vari programmi sportivi dove si alternavano facce di circostanza e filmati storici di risse tra tifosi hanno mandato un servizio in cui si spiegava nel dettaglio come costruire una bomba carta. Naturalmente il servizio aveva solo uno scopo giornalistico e serviva per dimostrare la facilità a reperire quanto necessario alla bisogna. Non pensate che tra le migliaia di teleipnotizzati ci possan

cruman ha detto...

Hai usato parole che uso spesso anche io @tonito. Parlavo giusto ieri delle facce di circostanza. Di letterine vestite con aria triste e compagnia bella. E ho parlato in diversi miei post della totale mancanza di cultura civile con esempi proprio come i tuoi (puoi trovarli in "Homo omini pus" o "Inchieste shocke") e condivido anche il discorso dei cd (ConDivido :)).

Alexis ha detto...

Le cause della violenza endemica nel calcio europeo-continentale e sudamericano è la somma di due fattori: assenza di spirito sportivo e di cultura della sconfitta sin dall'inizio, a cui si è aggiunta la devastante nascita delle organizzazioni ultras negli anni settanta, che hanno fornito al teppismo antagonistico il portale d'ingresso nel calcio, offrendo una militanza , una prassi organizzativa e una mitologia, mutuate dalle coeve organizzazioni dell'estremismo politico (fanatismo, bellicismo, paranoia cospirativa) in grado di nobilitare i loro istinti distruttivi.Chiedetevi cosa trova nel calcio il teppista metropolitano europeo che il teppista metropolitano americano non trova negli sport americani, che sono altrettanto popolari...oramai il calcio nel continente è un surrogato della guerra. (in Francia c'è stato un morto ammazzato pochi mesi fa, in Olanda (Rotterdam) e Germania la situazione non è molto diversa)

cruman ha detto...

Analisi impeccabile...hai qualche suggerimento su come affrontare la questione?

Alexis ha detto...

Per l'emergenza il modello inglese, dove però c'era un fenomeno motlo cruento ma parzialmente diverso e più isolabile da un contesto sano e sportivo, quindi più repressione ahimè, poi stadi nuovi confortevoli e privatizzati per cercare di attirare una clientela diversa , ed educazione sportiva sin dall'infanzia, ma è un problema difficile da risolvere, in Inghilterra un giocatore che fa goal con la mano lo fischiano i sui tifosi da noi compianti e simpatici dirigenti ripetevano spesso quanto fosse divertente vincere rubando e non meritando

cruman ha detto...

già, alla fine si arriva sempre lì, un'insopportabile carenza di cultura civile ormai cancro di tutti i sistemi sociali italiani.

Anonimo ha detto...

che dire.... quando sento queste notizie,si parli di calcio, manifestazioni politiche,forme di violenza dilagante ,comunque spesso tra loro collegate nel profondo, mi viene davvero da pensare ad un futuro buio... finiremo nel fatiscente mondo di Blade Runner? Spero di essere , spero che noi tutti saremo, ancora in tempo per mettere la marcia indietro , se e quando, prima o poi la situazione sarà veramente insostenibile!!(ed io spero proprio di si,ma ci credo al contempo sempre meno!)

Anonimo ha detto...

"già, alla fine si arriva sempre lì, un'insopportabile carenza di cultura civile ormai cancro di tutti i sistemi sociali italiani" ..sì, ma quel che è peggio è che ci devi aggiungere nei vari sistemi malati anche e sopratutto quelli di chi ha avuto ed ha il potere di correggere questi e tanti altri gravi problemi di questo paese e che, come qualcuno sostiene,invece sempre più fa sì che questo paese si allontani dal mondo semplice e civile per farci ripiombare nel più becero servile clientelare medioevo

cruman ha detto...

siamo tutti troppo d'accordo! qualcosa mi inquieta. e io che pensavo di ricevere una pentolata di insulti.

Anonimo ha detto...

Sarebbe bello avere l'opinione di qualcuno che allo stadio ci và ancora, magari in curva.
Sarà difficile. Mi sa che siano in buona parte già presi ad organizzare le prossime trasferte o sommosse, purtroppo.
Io, che ho smesso di seguire il calcio la sera dell'Heysel (quindi ancora cinno), sono ormai stanco delle solite parole. Continuerò a diffondere il messaggio positivo dello sport (quello sano) ai ragazzi, sperando che il marcio sia risanato, prima o poi. Ma la vedo grigia.

cruman ha detto...

io negli stadi più scalmanati ci sono stato per un anno intero, dall'altra parte della barricata. E qualcosina potrei raccontare, magari una volta lo faccio.

Anonimo ha detto...

E' davvero interessante come si è deciso di risolvere il problema: campionato fermo 2 turni, stadi non a norma a porte chiuse, e tifoserie organizzate con divieto di trasferta!! Chissà quando decideranno di risolvere il problema degli incidenti stradali chiudendo le autostrade e vietando di oltrepassare i confini provinciali! La domanda a cui mi piacerebbe rispondessero questi geniacci è "dove andranno ora questi ominidi a sfogare i loro istinti distruttivi? Amo lo sport, calcio compreso, nonostante tutto amo frequentare gli stadi e i palazzetti, e mi è capitato di assistere in tribuna, a persone in giacca e cravatta che avevano abbondantemente sorpassato la soglia del mezzo del cammin...insultare bambini di 7/8 anni perchè inneggiavano i giocatori della propria squadra. Mi è capitato di trovarmi nella curva dell' inter pur tifando milan ed esultare per un goal di Van Basten senza che mi accadesse assolutamente nulla (fortuna? A questo punto penso di si) Io credo che il calcio sia solo il capro espiatorio per dare origine a fenomeni che se non fuori da uno stadio si presenteranno in altri luoghi, un esempio? Alcune persone di mia conoscenza negli anni 80/90 vennero interdetti dagli stadi per possesso di bombe carta prima di una partita Modena-Genoa, scontati tipo 3/4 giorni di gabbia sono usciti e si sono organizzati per trasferire il loro potere distruttivo al palazzetto dello sport durante le partite dell' allora Panini volley. Non posso che quotare i commenti di @tonito anche se non è esatto che i politici hanno aspettato che ci scappasse il morto, ma bensì il poliziotto morto, la morte del dirigente calabrese, la settimana scorsa ha causato un misero minuto di silenzio. Complimenti a lui per l' analisi e a te Cruman per come ti sei ancora una volta distinto dalla massa per forma contenuti e prospettiva.