E’ stato da poco redatto il nuovo regolamento della Formula 1. Il che è seccante giacchè mi avanza di capire quello dell’anno passato. La Formula 1 è una bizzarra attività diportiva i cui protagonisti viaggiano a più di 300 chilometri orari allungati in un blister di acciaio che consente loro di articolare le caviglie per accelerare o, più raramente, frenare e i pollici opponibili per azionare i comandi al volante che governano il cambio e il volume dell’autoradio. Qualcuno di codesti atleti, particolarmente dotato di giunture snodabili, può finanche arrivare ad estrarre una mano dall’abitacolo mimando il proprio stato d’animo all’indirizzo dei colleghi. Forma di comunicazione non verbale molto apprezzata dalle regie internazionali.
A fare da contorno a queste sardine da corsa c’è tutto un circo fatto di tecnologia avanzatissima, progettisti, ingegneri, manager, meccanici (di quelli fichi, mica come gigi preventivo da cui porti la tua Stilo), paddock e un discreto numero di giovani donne vestite poco ma bene. Tutto questo rende la Formula 1 uno sport per ricchi. Una mezza giornata di prove costa come un figlio scemo e ad ogni piccolo incidente corrisponde una manovra economica molto simile al buttare via la tua Stilo nuova e comprarne un’altra per un graffio sul paraurti.
Siccome è un ambiente di ricchi e i ricchi non si fanno mancare nulla, il carrozzone della Formula 1 comprende anche un aspetto politico con tutti i crismi: raccomandazioni, sotterfugi, sospetti e delibere ufficiali incomprensibili se non contestualizzate a un cocaina party. Quindi ti capita di sentire che se l’autodromo di Monza vuole rimanere nel calendario gare, deve far sterminare centinaia di sequoie secolari sacre ai Navaho, poste a 28 chilometri dal rettilineo dei box. Mentre il fatto che a Montecarlo, uscendo di pista, si finisca sul ponte B di uno yacht equipaggiato a tette e culi, non impensierisce nessuno. Oppure succede che a Indianapolis delle macchine non scendano in pista perché il loro gommista gli ha dato delle gomme che non gommano.
Onestamente, non è nemmeno uno sport avvincente o interessante (se si esclude l’equipaggio del ponte B di cui sopra). La Formula 1 è un mostro autoreferenziale che si nutre di se stesso. Grazie a una serie di “evoluzioni” politiche e tecniche, le gare sono diventate appassionanti come Ghezzi che parla in asincrono dell’aspetto psico onirico del neorealismo di Eisenstein. Agli spettatori in loco è impossibile capire chi stia facendo che cosa. L’unica volta che ho assistito a un granpremio alla fine ero convinto avesse vinto una Mercedes. Poi mi hanno spiegato che era la safety car. Ma almeno ci ho guadagnato un bel torcicollo.
La cosa più emozionante che possa succedere, a parte la spasmodica speranza che al semaforo verde tutte le vetture si affastellino in un catartico falò, è assistere ad un sorpasso spettacolare eseguito a 80 all’ora nella corsia dei box a causa di benzinaro che è stato troppo lento a dare i bollini fedeltà (che fanno vincere dei premi bellissimi, il propellente per le vetture costa cifre da capogiro, quasi come un litro di verde al self).
Per porre rimedio alla noia, allo strapotere della tecnologia e agli altissimi costi, i capi del circo hanno elaborato una serie di semplicissime regole. Facendo un riassunto di quello che ho capito io dovrebbe funzionare più o meno così: ogni scuderia può portare tre macchine guidate da 2 piloti e da un terzo a scelta tra quelli che hanno portato le reggiombrello più sexy. Il propulsore deve aver fatto almeno 20.000 chilometri montato su una Smart che gira per Napoli e deve durare per almeno 3 granpremi. Se si rompe prima puoi fare delle riparazioni posticce (tipo usare una forcina per capelli come fascetta del pistone) oppure puoi farti spingere, ma solo da persone con patente speciale. Le gomme bisogna portarsele da casa in numero massimo di 14 treni (perché si chiamano treni che i treni le gomme non ce le hanno?), però ogni meccanico ai box può cambiarne solo una a settimana (per la 626) quindi il pilota deve essere munito di cric e triangolo (più pettorina catarifrangente). Al termine delle sessioni di prova e qualifica, le scuderie devono usare il carburante avanzato per alimentare gli scavatori di pozzi nel terzo mondo e chi riesce a trovare l’acqua guadagna un posto in griglia. Durante le utilissime soste ai box (che permettono alla gara di durare il giusto per un buon sonno ristoratore da domenica pomeriggio), si può mantenere una velocità di 220 chilometri orari. Questo a inizio stagione. Per ogni meccanico (o fesso qualunque con pass al collo rimediato di straforo, in cerca di modelle) investito, tale velocità viene decurtata di 20 km/h. Ad azzeramento completo non sarà più possibile fermarsi ai box e per il rifornimento verranno usati F114 cisterna.
Ma questo è un blog utile e non solo vaniloquente. Qui si trovano soluzioni non si critica a vanvera. Quindi ecco la mia soluzione, semplice efficace e geniale. Come lo sciacquone:
eliminare definitivamente i box e con loro tutte le norme relative e centinaia di omini che passano il tempo a cambiar gomme, far rifornimenti, prendere fuoco e finire sotto una macchina. Con quella vettura si parte e con quella si arriva. Come il motociclismo. Si corre solo in piste adatte, molto larghe e con grandi vie di fuga. Due manche secche di 20/25 giri. Niente strategie, tattiche, calcoli di soste ai box eccetera: se vuoi vincere devi passare davanti agli altri. In pista, non mentre tolgono i cadaveri di moscerini dalla visiera dell’avversario. Risultato: un risparmio economico pari al PIL del Venezuela, gare divertenti e regolamento comprensibile a tutti.
D’accordo, forse io la faccio troppo semplice, ma sicuramente loro la fanno troppo complicata. Poi facciano pure come vogliono, basta che lascino le reggiombrelli sulla griglia se no non guardo più nemmeno la partenza.
A fare da contorno a queste sardine da corsa c’è tutto un circo fatto di tecnologia avanzatissima, progettisti, ingegneri, manager, meccanici (di quelli fichi, mica come gigi preventivo da cui porti la tua Stilo), paddock e un discreto numero di giovani donne vestite poco ma bene. Tutto questo rende la Formula 1 uno sport per ricchi. Una mezza giornata di prove costa come un figlio scemo e ad ogni piccolo incidente corrisponde una manovra economica molto simile al buttare via la tua Stilo nuova e comprarne un’altra per un graffio sul paraurti.
Siccome è un ambiente di ricchi e i ricchi non si fanno mancare nulla, il carrozzone della Formula 1 comprende anche un aspetto politico con tutti i crismi: raccomandazioni, sotterfugi, sospetti e delibere ufficiali incomprensibili se non contestualizzate a un cocaina party. Quindi ti capita di sentire che se l’autodromo di Monza vuole rimanere nel calendario gare, deve far sterminare centinaia di sequoie secolari sacre ai Navaho, poste a 28 chilometri dal rettilineo dei box. Mentre il fatto che a Montecarlo, uscendo di pista, si finisca sul ponte B di uno yacht equipaggiato a tette e culi, non impensierisce nessuno. Oppure succede che a Indianapolis delle macchine non scendano in pista perché il loro gommista gli ha dato delle gomme che non gommano.
Onestamente, non è nemmeno uno sport avvincente o interessante (se si esclude l’equipaggio del ponte B di cui sopra). La Formula 1 è un mostro autoreferenziale che si nutre di se stesso. Grazie a una serie di “evoluzioni” politiche e tecniche, le gare sono diventate appassionanti come Ghezzi che parla in asincrono dell’aspetto psico onirico del neorealismo di Eisenstein. Agli spettatori in loco è impossibile capire chi stia facendo che cosa. L’unica volta che ho assistito a un granpremio alla fine ero convinto avesse vinto una Mercedes. Poi mi hanno spiegato che era la safety car. Ma almeno ci ho guadagnato un bel torcicollo.
La cosa più emozionante che possa succedere, a parte la spasmodica speranza che al semaforo verde tutte le vetture si affastellino in un catartico falò, è assistere ad un sorpasso spettacolare eseguito a 80 all’ora nella corsia dei box a causa di benzinaro che è stato troppo lento a dare i bollini fedeltà (che fanno vincere dei premi bellissimi, il propellente per le vetture costa cifre da capogiro, quasi come un litro di verde al self).
Per porre rimedio alla noia, allo strapotere della tecnologia e agli altissimi costi, i capi del circo hanno elaborato una serie di semplicissime regole. Facendo un riassunto di quello che ho capito io dovrebbe funzionare più o meno così: ogni scuderia può portare tre macchine guidate da 2 piloti e da un terzo a scelta tra quelli che hanno portato le reggiombrello più sexy. Il propulsore deve aver fatto almeno 20.000 chilometri montato su una Smart che gira per Napoli e deve durare per almeno 3 granpremi. Se si rompe prima puoi fare delle riparazioni posticce (tipo usare una forcina per capelli come fascetta del pistone) oppure puoi farti spingere, ma solo da persone con patente speciale. Le gomme bisogna portarsele da casa in numero massimo di 14 treni (perché si chiamano treni che i treni le gomme non ce le hanno?), però ogni meccanico ai box può cambiarne solo una a settimana (per la 626) quindi il pilota deve essere munito di cric e triangolo (più pettorina catarifrangente). Al termine delle sessioni di prova e qualifica, le scuderie devono usare il carburante avanzato per alimentare gli scavatori di pozzi nel terzo mondo e chi riesce a trovare l’acqua guadagna un posto in griglia. Durante le utilissime soste ai box (che permettono alla gara di durare il giusto per un buon sonno ristoratore da domenica pomeriggio), si può mantenere una velocità di 220 chilometri orari. Questo a inizio stagione. Per ogni meccanico (o fesso qualunque con pass al collo rimediato di straforo, in cerca di modelle) investito, tale velocità viene decurtata di 20 km/h. Ad azzeramento completo non sarà più possibile fermarsi ai box e per il rifornimento verranno usati F114 cisterna.
Ma questo è un blog utile e non solo vaniloquente. Qui si trovano soluzioni non si critica a vanvera. Quindi ecco la mia soluzione, semplice efficace e geniale. Come lo sciacquone:
eliminare definitivamente i box e con loro tutte le norme relative e centinaia di omini che passano il tempo a cambiar gomme, far rifornimenti, prendere fuoco e finire sotto una macchina. Con quella vettura si parte e con quella si arriva. Come il motociclismo. Si corre solo in piste adatte, molto larghe e con grandi vie di fuga. Due manche secche di 20/25 giri. Niente strategie, tattiche, calcoli di soste ai box eccetera: se vuoi vincere devi passare davanti agli altri. In pista, non mentre tolgono i cadaveri di moscerini dalla visiera dell’avversario. Risultato: un risparmio economico pari al PIL del Venezuela, gare divertenti e regolamento comprensibile a tutti.
D’accordo, forse io la faccio troppo semplice, ma sicuramente loro la fanno troppo complicata. Poi facciano pure come vogliono, basta che lascino le reggiombrelli sulla griglia se no non guardo più nemmeno la partenza.
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18 commenti:
mi tengo sul linguaggio pulito giusto perchè mi fai pena...ok...se nn capisci un cazzo di formula uno..beh allora non scomodare il tuo nobili polpastrelli per scrivere una infinità di cavolateindescrivibili...ok...e credimi...impiegare il tuo tempo in modo diverso..sarebbe molto meglio..che ne dici di conoscere una ragazza..ammesso sempre che tu non sia gay---ciao mister so tutto io di formula scemo
dovrebbe farci ridere questo intervento..ok allora ridiamo..hahahahahaha...si ma della tua stoltezza...vi prego se non sapete non parlate..evitate tantissime deplorevoli figure com ha fatto il nostro amoco quando ha pubblicato questo intervento
In effetti hai ragione: sono gay, ma almeno ho un po' di ironia! :))
grazie per le interessanti argomentazioni :)
cruman
Io non capisco niente di blog.Infatti non mi esprimerò sul tuo.
Però senz'ombra di dubbio hai straripato in un campo che non ti appartiene.Hai scritto molte cose senza senso e di ironia ci vedo ben poco
ahahahah... a me fa ridere!!! in fondo è la verità.... hanno tolto dal calendario il gp di san marino quando quello di monaco è 10 volte più pericoloso...
aggiungerei, se mi è consentito, un'osservazione dello stesso tenore di quella postata dai due anonimi che mi hanno preceduto. A tal fine parafraserei lo scemo del mio paesotto, che è solito terminare ogni discussione da bar con un'argomentazione disarmante (e che francamente non mi sento di smentire), ovvero: "la figa è meglio". Perchè scriverei pure se son d'accordo o no su quanto scritto, e mi scomoderei oltremodo a valutare se l'ironia su un argomento di così scottante importanza per la società odierna (la formula1, mica pippate come la guerra o l'inquinamento) sia fuori luogo o al limite accettabile. Però francamente chi me lo fa fare? Sono anonimo, inattaccabile e annoiato... ciao
non vedo il perchè dobbiate accanirvi contro cruman (non che io lo conosca), ha detto la sua, potete essere o meno d'accordo...
E poi alzi la mano chi trova la formula1 più spettacolare e avvincente della motogp...
A parte il fatto che nessuno dei cervelloni del circus verrà mai a leggere questo, ma se abolissero i box e farebbero gare in circuiti più larghi favorendo sorpassi la formula1 potrebbe solo giovarne.
Siccome mi pare che in questo Circus manchi solo la befana, mi aggiungo. Dall' alto del mio metro e dieci comodamente seduto sulla Nimbus 2000 che ho trafugato all' odioso Harry Potter, distribuirò consigli e doni, so che non aspettavate altro!! Ad anonimo1 La Trilogia di Fruttero & Lucentini non è il terzo Vangelo,non è necessario seguire ogni regola alla lettera e farne uno stile di vita. Ad anonimo2 quando te la senti di smettere di ridere puoi provare ad essere più chiaro? non si capisce se ce l'hai con chi ha scritto il post o con chi ha commentato prima di te. A Cruman, Gay?? Gay???? non ci sono già abbastanza sprechi a sto mondo?!?! però sei ironico :o)) Ad anonimo 3? per te un bel paio di occhiali eh? sono sicura che dopo ci vedi meglio ;o) Ad anonimo4 meno male che c' è ancora qualcuno che la prende per il verso giusto!!! a te sicuramente niente carbone. Ad anonimo5, mica tanto scemo il tuo amico del bar (presentagli Cruman ti prego!!!) ;o) per te tante belle cose nella calza e anche un' aspirina. Ad anonimo6 stesso regalo dell'anonimo5 l'aspirina solo se necessiti. Kiss, love & light a tutti!!!!
Ottima disamina..
Ciao Cruman...
ho letto alcuni tuoi interventi, e mi sembri persona intelligente, di cultura, rispettosa...
che tu sia gay, etero o bisex per me non cambia nulla, dimentica gli idioti che ti hanno risposto così.
quanto alla F1, sappi che hai detto un sacco di cose vere, purtroppo...
io però adoro gli sport motoristici sopra ogni cosa, sono una disciplina unica, una vera e propria filosofia di vita.
ci sono state persone che hanno lasciato gesta memorabili nel tentativo di superare se stessi sempre, ed i più grandi hanno pagato con la vita.. la qual cosa è discutibile ovvio, ma tale è stata la loro scelta.
un giorno, a tempo perso, recati in un kartodromo e sali su un 100cc.. solo con te stesso, al calare del sole.. forse anche per te correre diventerà sublimazione della tua ricerca di vita
Ciao (ennesimo) anonimo.
Grazie per le tue parole e per disinteressarti delle mie inclinazioni sessuali!
Vorrei dirti che sono un motociclista ormai (ahimè) di vecchia data (se ti è capitato di leggere anche il mio pezzo "motocinismo" avrai anche capito che tipo di motociclista sono). Amo e conosco anche io il mondo dei motori, checchè ne dica lo scopritore della mia omosessualità. Proprio perchè conosco uomini che hanno finito corse manovrando lo sterzo con una chiave inglese o altri legati alla moto per le ferite di un precedente incidente, proprio perchè so quanta passione e follia ci vuole, mi sono permesso di sottolineare quanto l'automobilismo di oggi stia seppellendo sotto regolamenti, politica e tecnicismi, proprio quella passione che ha sempre comunicato a milioni di persone.
Ma è ovviamente solo un'opinione personale, perdipiù condita con ironia e un pizzico di surreale.
Ciao e grazie
cruman
Caro Cruman,
se devo proprio essere sincero il tuo post l'ho letto ben due volte. Il primo, per farmi una risata, come per le barzellette che si raccontano sul Berlusca. Mi piace il tuo modo ironico e dissacratorio di presentare gli argomenti ed in fondo ciò che scrivi diviene per un lettore poco informato davvero uno spasso, alla stregua della battute benignesche o grillesche in cui si ride più per la trovata irrisoria che per il contenuto spesso falso e fuorviante.
Il guaio, però, sta nella seconda lettura in cui l'effetto ilare sparisce e tosto si procede a ragionare. Ebbene, una parte seppur minima di ciò che affermi è condivisibile: nella F1 convergono tali e tanti interessi che talvolta le scuderie più forti tendono a pilotare (verbo appositamente strutturato) il circus. Per tutto ciò vi sono motivazioni e osservazioni: le motivazioni sono di ordine economico. La F1, a differenza di altri sport, al contrario di ciò che scrivi non è autoreferenziata perché tecnologie e pubblicità vengono poi diffuse per migliorare e pubblicizzare i prodotti che le case automobilistiche propongono sul mercato. Per sostenere le mie tesi basti guardare il calcio o qualsiasi altro sport non motoristico: se la Juve od il Milan vincono incassano fior di quattrini come società calcistiche ma il pallone certo non costa di più né si evolve, non produce ricchezza al di fuori dell'ambiente del calcio (tranne per quei pochi sponsor), non si fa progredire la tecnologìa e paradossalmente si spingono altre società a rovinarsi a causa dell'acquisto di quote societarie puntualmente buttate nel water non appena un giocatore litiga con il suo malleolo. Questa motivazione è tanto più vera quanto più si va a spulciare all'interno dei disastrosi bilanci delle squadre sportive: nessuna in attivo ma tutte sull'orlo di voragini debitorie. E qui si arriva alle osservazioni: in qualunque sport che Dio comandi esistono, come tu li chiami, "sotterfugi" e "compromessi". Sorvolando su calciopoli e sull'ambiente calcistico su cui sarebbe troppo facile sparare, prendiamo il ciclismo: la parola d'ordine è doping. La stessa parola d'ordine vale per l'atletica ed il basket; delle nefandezze puglilistiche non ne parliamo e mi fermo qui per pietà. In sintesi: ogni sport ha le sue magagne, perché in ogni sport vi sono i poteri forti, anche il motociclismo che tu tanto esalti: Honda e Kawasaki si combattono fieramente cercando di sopraffarsi non solo sulla pista ma anche "rubandosi" piloti e segreti. E' nella natura umana cercare di conservare i propri vantaggi con ogni mezzo ed il più forte, disponendo di più mezzi, tende ovviamente ad usufruirne.
Quanto alle strutturazione della Formula Uno solo in una cosa hai ragione: Montecarlo è una pista inadatta, però porta euro e se offrissi il doppio la F1 correrebbe anche nella mia vasca idromassaggio. Quanto a Monza, chi protesta sono gli ambientalisti locali (gli stessi NO-TAV, NO-Centrali nucleari, NO-Passante di Mestre e No-Tutto) che oramai da troppi anni fanno finta di rifuggire il benessere in nome del naturally correct tanto di moda ma che non viene applicato quando il benessere fornisce loro vantaggi.
In terzo luogo, le regole della Formula Uno: talvolta le regole sono errate, come ad esempio le prove libere a pilota singolo che potevano dare un vantaggio all'uno od all'altro concorrente a seconda di quando Giove Pluvio decideva di inviare lo scroscio di pioggia: d'altra parte le prove libere comuni presentano gli stessi problemi di "incostituzionalità" per via della possibilità per un pilota di trovare traffico nei suoi giri di lancio, vanificando così i suoi sforzi, senza contare che una simile soluzione introduce anche un fattore di rischio, ovvero la possibilità di trovarsi improvvisamente a che fare con una macchina lenta che sbarra la strada, come Villeneuve Senior tragicamente dimostrò. La soluzione è stata una via di mezzo, ovvero il permettere prove "di gruppo" escludendo via via i più lenti.
Pertanto, in uno sport così difficile e così in evoluzione è ovvio che le regole cambino e si evolvano, talvolta nella direzione errata ma spesso anche in quella giusta. Per esempio le regole sulla sicurezza delle cellule di sopravvivienza, quelle sul fissaggio del casco, quelle sulle paratie dell'abitacolo quelle sulle ritenzioni delle ruote, tutte introdotte purtroppo in seguito a drammatici e mortali incidenti.
Per quanto riguarda i meccanici, invece, a me piace moltissimo vederli sfacchinare ai box: prova ne sia che quando decisero di togliere le soste la F1 diventò particolarmente noiosa ed il discorso pit-stop venne reintrodotto.
In aggiunta, quello che affermi sull'attraversamento della corsia dei box a velocità elevate o ridottissime e sul fatto che i meccanici brucino come zolfanelli è più motivato da una tua ricerca di comicità ad ogni costo che dalla realtà: i meccanici, i piloti e perfino i cameramen dispongono di tute ignifughe che funzionano benissimo (ricordo solo due o tre episodi in cui al rifornimento le vetture presero fuoco ma nessuno si fece male). Quanto all'attraversamento ai box la velocità è di 80 Km/h se il box è stretto o tortuoso, 120 Km/h se invece si può spingere un pò di più. La velocità in questione viene garantita da un limitatore, che "taglia" la potenza della vettura quando essa entra a far rifornimento.
Né le tue ironiche battute sono veritiere per quanto concerne i pneumatici: è vero che i costruttori di pneumatici negli anni passati si sono combattuti a colpi di mescola, battistrada e spalle ma questa sperimentazione poi è stata in parte applicata anche nelle vetture di serie, con grandi benefici per la sicurezza di tutti noi. Se comunque il discorso pneumatici ti preoccupa , sappi che quest'anno si usa la monogomma Bridgestone proprio perché ci si è accorti che questa corsa alla tecnologia "al limite" da parte delle case gommistiche poteva diventare pericolosa in quanto si tendevano a produrre mescole che sacrificavano la sicurezza sull'altare delle performances. Quindi, come puoi capire, l'evoluzione ed il cambiamento delle regole è stato un bene, anche se il tifoso si deve ogni tanto adeguare.
Ed ora passiamo al discorso relativo ai sorpassi: paragonare la Formula Uno con il motociclismo è come chiedersi se sia più utile il burro od il pomodoro. Le macchine che corrono nel motociclismo sono moto, hanno forma lenticolare, sono strette ed agili, semplici e prive di appendici aerodinamiche proprio per via della loro instabilità. E come gatti, ovviamente, sono scattanti (quindi richiedono rettilinei più corti) ma pericolose e danno emozioni diverse da quelle della F1. Per apprezzare la F1, invece, bisogna essere più tecnici che spettatori assetati di sportellate e rimanere costantemente aggiornati sugli sviluppi tencologici in tale campo: la complessità di una vettura da Formula 1 è strutturalmente infinitamente maggiore di quella di una moto e la tecnologìa utilizzata, sofisticatissima. Questo fatto significa che spesso tra le auto si creino divari molto maggiori che non sulle moto e che quindi le vetture "combattano a distanza" perché una F1 può essere superiore come aerodinamica, affidabilità, potenza, trazione ed inserimento in curva. Per le moto non esiste la parte aerodinamica (tranne qualche piccolo aggiustamento nelle carene) e quasi tutto il potenziale viene affidato al motore, punto e basta; inoltre le moto corrono sempre in condizioni di asciutto, altrimenti si ferma tutto il carrozzone per montare le gomme scolpite. Quando si introduce il discorso gomme (Bridgestone VS Michelin) si aggiunge un parametro che può fare la differenza ed infatti vedi che spesso le moto gommate in maniera differente "scappano" o rimangono indietro anni luce dai primi, esattamente come accade per le Formula 1: quindi è molto più probabile che tra le auto (aventi più parametri da ottimizzare) vi sia un gap maggiore che per le moto.
Quanto al tuo auspicare per la F1 piste larghe, esso è solo parzialmente condivisibile poiché il segreto sta invece nell'avere tracciati con rettilinei lunghi.
Le Formula Uno, molto più delle moto le cui gomme sono strette e percorrono la pista solo una ventina di volte al massimo, "gommano" il tracciato per ben 60-70 giri ed oltre: ovvio che nel far ciò accade che si formi il cosiddetto "graining", ovvero granella di pneumatico depositata per forza centrifuga al di fuori delle scie delle vetture. Una vettura che tentasse di superare in curva, a differenza delle moto, si troverebbe di fronte a tre diversi ostacoli: il primo, essendo una vettura molto più ingombrante di una moto, essa dovrebbe compiere molta più strada della vettura all'interno della curva (e quindi, a pari velocità non potrebbe superare). Secondo, si troverebbe sul graining che si "attaccherebbe" letteralmente alle gomme squilibrando la vettura e facendole perdere aderenza - costringendo di conseguenza il pilota a decelerare (quindi la parità di velocità va a farsi benedire). Terzo, il pilota "attaccante" dovrebbe stare attento alla chiusura della curva da parte del pilota "difensore" perché, rimasto inevitabilmente dietro, cozzerebbe con le sue gomme anteriori contro il retrotreno della macchina che precede.
Quindi il sorpasso in curva non è possibile, cosa che invece è concessa alle moto che s'infilano con quasi lo stesso raggio di sterzata, senza graining e magari in un momento in cui il pilota davanti commette un piccolo errore spostandosi di un metro dalla traiettoria ideale.
Il fatto invece di far correre la F1 in circuiti nuovi (infatti vedi quanti circuiti vengono costruiti) e studiati per possedere lunghi rettilinei, potrebbe parzialmente sopperire al problema dei sorpassi perché si lascerebbe alla vettura attaccante tutto lo spazio per sorpassare, pulire le gomme dal graining e rientrare davanti all'avversario.
In ultimo ma non per ultimo devo confessarti che non mi è piaciuto il tuo augurio di assistere a disastrose partenze con tanto di rogo iniziale: il vero sportivo ed amante di Formula Uno piange i suoi piloti, siano essi quelli della squadra per cui tifa che avversari e non si augura mai che le corse vengano funestate da simili eventi.
D'altra parte il confondere la Safety Car con una vettura di Formula Uno la dice tutta sulla tua conoscenza della materia e, consentimi, purtroppo anche sulla tua sportività.
caro jet
grazie per il completissimo commento. Mi permetto di meglio definire alcuni punti perchè per il resto sei stato abbastanza esauriente di tuo.
Primo
Probabilmente avresti dovuto fermarti alla prima lettura, il senso era quello lì.
Secondo
Io non auguro alcun incidente. Sono un motociclista da anni, figurati se auguro incidenti Volevo solo dire che per molta gente la formula 1 si è ridotta alla partenza. E perchè secondo te? Purtroppo è così, la gente è morbosa. E' la stessa stupida spinta che li fa rallentare in autostradaa per guardare un incidente. Io amo ironizzare sulla realtà e questa è la reltà.
Terzo
Io non ho paroganato automobilismo a motociclismo (lo ha fatto un altro credo nei commenti). Ho detto solo che potrebbe prendere qualche spunto. Per quanto riguarda i sorpassi, io mi ricordo le gare dei vari Villeneuve padre, Civer, De Cesaris, De Angelis, Arnoux...i sorpassi li facevano eccome. Ora non ci sono più. Se vuoi dire che l'evoluzione ha portato a questo ok, ma sicuramente è uno spettacolo meno emozionante.
Quarto
Io non sono sportivo, sono MOLTO sportivo. Ho fatto sport professionistico per anni e ti assicuro che io SO perfettamente cos'è la sportività e so che cos'è un po' di senso dell'ironia.
Quinto e più importante
Hai una vasca idromassaggio????
mercì
cruman
Diciamo allora che avevo capito male e mi scuso. ;-)
Mi rallegra che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, gli sportivi amano la sfida ma MAI E POI MAI vorrebbero vedere i piloti farsi male.
Sono d'accordo con te anche per il fatto che la F1 sia un pò meno emozionante di quella di una volta, però il problema principale non sta nei piloti ma nell'aerodinamica delle vetture, troppo sensibile ai flussi ed alle tubolenze. Un pilota che sta in scia deteriora le gomme perché scivola non avendo carico aerodinamico, inoltre durante il sorpasso "chocca" la scocca (bello il gioco di parole, eh ?) perché passa da una deportanza ridotta ad una molto accentuata.
Lo stesso dicasi per gli aiuti al pilota come l'antiskating e tutti i meccanismi di controllo elettronici. Fortunatamente la federazione ha vietato la maggior parte di diavolerie ma il pilota, secondo me è ancora aiutato, forse perché a quelle velocità un aiuto è indispensabile.
Si potrebbe allora intervenire in questo senso:
1) Abbassare le velocità delle vetture in modo da dare al pilota la possibilità di reagire in tempi umani. Questo lo si potrebbe fare tagliando ulteriormente le cilindrata, senza però trasformare le F1 in carriole, naturalmente !
2) Levare o limitare molto tutte le appendici aerodinamiche (ricordi le vetture degli anni 60-70 ?); basterebbe un piccolo alettone dietro ed un paio di baffetti davanti. L'era del flusso aerodinamico selvaggio arrivò con Colin Chapman e la sua Lotus ad effetto Venturi, più comunemente chiamato effetto-suolo.
3) Eliminare completamente l'elettronica che non serva al funzionamento del motore.
La mia è però un'utopia, e ti spiego il perché.
La F1 è per le case automobilistiche una specie di fucina per il collaudo di nuove tecniche di costruzione. Ogni particolare aerodinamico, elettronico, motoristico e quant'altro trova poi applicazione nello sviluppo delle vetture di serie, direttamente od indirettamente, nel senso che una soluzione tecnica può essere trasferita pari pari su una vettura oppure può dare indicazioni utili per lo studio del comportamento dei fluidi in certe condizioni di marcia.
Le case automobilistiche non corrono in F1 spendendo centinaia e centinaia di milioni di euro solo per il piacere di aggiudicarsi una coppa o per motivi pubblicitari, altrimenti se volessero la pubblicità se la procurerebbero più tranqullamente martellando la gente in TV come avviene per i gestori di telefonìa mobile. Case come Ferrari, Honda, Renault, Mercedes, BMW non hanno certamente bisogno di pubblicità di questo tipo per vendere né tantomeno di mettersi in discussione; prova ne sia il fatto che nel ventennio buio della Ferrari (definita addirittura da alcuni piloti "UN TRATTORE") la casa di Maranello conobbe exploit favolosi di vendite.
Il vero scopo per la partecipazione alla F1 delle più grandi case automobilistiche, invece, sta nella ricerca: esse infatti "usano" la F1 nel vero senso della parola come test per inventare, collaudare e migliorare proprio le soluzioni aerodinamiche, motoristiche ed elettroniche di cui sopra. Inibire tali forme di tecnologia equivarrebbe a depauperare le industrie proprio delle motivazioni che le spingono a cimentarsi in questo sport: tecnologia e progresso.
Se domani passasse l'obbligo di costruire le automobili come una volta, ovvero cacciavite ed olio di gomito, occhialoni sporchi di fango che fanno tanto retò e tecnologia ridotta all'osso, le case automobilistiche abbandonerebbero subito il progetto F1 per lanciarsi in altre sfide, magari emigrando nella formula C.A.R.T. statunitense.
Quindi il problema semmai è quello di bilanciare lo spettacolo con le esigenze di ricerca tecnologica e la cosa non è certamente facile visto che i due fattori sembrano essere mutuamente esclusivi.
Da parte mia, comunque, un saluto al motociclista Cruman, e vai piano che nelle strade è un casìno !!!
vediamo se ho capito
le case costruttrici spingono sulle soluzioni tecniche limitando l'importanza del pilota e lo spettaccolo (quindi anche l'aspetto sportivo) per le ricerche che tornano utili nel mercato automobilistico. mmmm e questa non è autoreferenzialità??
ah vado piano sì, per strada è pieno di automobilisti!! :)
il sabato e la domenica poi è la fiera del criminale!! :)
cià
cruman
Dipendi cosa intendi per autoreferenzialità. Per me autoreferenzialità significa il creare una ambiente chiuso in cui lo sport è fine a se stesso.
E' ovvio che tutte le case costruttrici cerchino di vincere, una vittoria fa bene al prodotto. Quindi lo sport è pur sempre tale.
Però la sfida in F1 è più complessa ed affascinante perché le ricerche si estendono e vengono applicate in vetture di serie: e questo non è esattamente autoreferenziale, anzi, è un utile striumento per coniugare sport e tecnologìa.
P.S: per ora nella vasca idromassaggio ci sto con la mia bella morettona (la mia fidanzata) che per fortuna sua non ha nulla da invidiare alla fauna in giro per i box, per cui di affittarla (la vasca) alla F1 non ci penso assolutamente.
P.P.S: starò attento, però tu dì ai tuoi colleghi centaurizzati di smetterla di sfrecciare come fulmini nelle autostrade...
rifammi capire
tu hai una morettona e una vasca idromassaggio e stai qui a spiegarmi la formula 1??
eh meno male che il gay sono io!! ;))
buonanotte
cruman
Beh, è appassionata di F1 anche lei ! E poi anche io, come le F1 le resto sempre nella scia...
Saluti ! Buonanotte.
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