martedì 27 marzo 2007

Sono andato in taxi in un luogo comune


Siccome non ho trovato l'omologazione antipolluzione della mia bicicletta ho preferito chiamare un taxi, che lui ce l'ha sicuramente. L'omologazione dico, non la bicicletta. Siccome non so fischiare ho preferito telefonare perdendo tempo e fascino. La centralinista deve essersene accorta perché invece di Coimbra 24, mi ha mandato Colleferro 1. Non sono riuscito a non pensare come quell'uno ostenti la presunzione di una successione, nonostante si trovi nei pressi di Colleferro. Mica di Vittorio Emanuele o Ramsete. Fibrillo nella poco fascinosa attesa. È in qualche modo eccitante pensare che qualcuno accorra a soddisfare il mio bisogno di mobilità e che oltre a traslocarmi, mi intrattenga nel suo duplice ruolo di compagno di viaggio e artefice del menarmi a destinazione.
Che vita è la mia se trovo affascinante tutto questo?
Il taxi giunge, mi inghiotte e riparte emettendo rumori e gas certificati. Cerco di intuire quale tipo mi ha concesso la sorte. Le ultime esperienze con l'autista psicologo e il bestemmiatore le avevo decisamente subite. Mai come quella volta col tassista psicologo bestemmiatore: “lei è un timido vero?”... veramente no... “ma porc...”.
La sua prima domanda (la seconda, la prima è “dove?”) mi toglie ogni dubbio: il complottista. Meno male, non avrei sopportato un altro intimista depresso.
“Ha visto la partita dottò?”
“Che partita? Comunque no”
“Ha fatto bene dottò. Tanto er calcio è tutto pilotato. Nun ce crederà dottò, ma lei vede una partita e pensa che una squadra vince perché so' mejo dell'artra. Anvece no. L'hanno bello che deciso i priori”
“Chi?”
“I priori. Pria no?”
“Ah a priori, certo. Ma guardi buonuomo, io le credo. Non tanto per la stima e il senso di competenza che mi incute, ma perché le sue ipotesi di complotto sono ormai passate dai banconi dei bar ai banchi dei tribunali. Se ne sono occupati persino i politici”
“Ah i politici, bboni quelli. Lei nun ce lo sa, ma quelli la mattina comiziano e ponteficiano, poi tirano su col naso e vanno a mignotte, co rispetto parlando. Pensa dottò che ce sta un fotografo che c'ha le prove. Io lo conosco ma non so come se chiama. È sposato co na bbona che fermate.”
“Nina Moric”
“Chi?”
“La moglie di Fabrizio Corona”
“Ecco sì bravo dottò, proprio quella. Suo marito che non mi ricordo il nome c'ha certe foto che nun ce se crede.”
“Ci credo amico mio, lei mi ispira fiducia”
“Eh fa male dottò, nun se deve fidà de nessuno. E stia attento a quello che dice. Ce so' microfoni dappertutto. Telefoni, bancomat, telepass, computer, il suo contro corente. C'è una struttara umbra che ci tiene sotto controllo, dia retta dottò”
“Umbra?”
“Sì, sì, umbra, che lavora nell'umbra. Che 'n ce crede?”
“Molto di più vecchio mio, ne sono convinto e una decina di arresti, ventitrè chilometri di tabulati, uno che si è fatto suicidare e alcune leggi paraculo hanno convinto un po' tutti. Non so se lei potrà trarne soddisfazione o disappunto, ma tutte le sue teorie da spy story sono ormai realtà appurata. Quello che prima serviva a farci film ora serve a farci incazzare.”
“Ma che davero dottò?”
“Temo di sì”
“Non ci sono più le mezze stagioni?”
“Storia”
“I politici sono tutti ladri?”
“Economia politica”
“Di mamma ce n'è una sola?”
“Fantascienza”
“Gli elicotteri invisibili? Osama nascosto nel ranch di Bush? Red Ronnie è un ufo?”
“Sono arrivato”
“Sono 150 euri”
“Lei ha mai sentito quella storia dei tassisti che fregano i clienti?”
“La gente si inventano qualsiasi cosa pur di protestare dottò. È tutto un lagna lagna”
“Arrivederci”
“Addio dottò, non prenda l'ascensore, in realtà è uno scanner costruito con la tecnologia aliena. Leggeno il pensiero e se troveno qualcosa che nun va bbene te irradiano col pologno e te fanno venì un calcinoma”
Di questi tempi bisogna mantenere la calma. Il fatto che tutto quello che dicevano i tassisti, i barbieri e mio cugino si stia rivelando fondato, non deve metterci sulla strada del luogo comune. Non è detto che anche tutte le altre leggende metropolitane siano altrettanto vere (a volte inferiori alla realtà): i poteri occulti delle case farmaceutiche, la cura del cancro, la macchina che non c'inquina e l'aereo che non tombola. Il coccodrillo bianco delle fogne di New York, Atlantide, gli extraterrestri, Follini. Non possiamo sentirci autorizzati a qualsiasi dietrologia... credo.
Comunque considerato che 150 euro per avere informazioni che sono già di dominio pubblico sono davvero troppi, mi dirigo verso la metropolitana. Faccio sempre un po' di confusione: linea gialla, verde, rossa. Leggo su un cartello a che cosa corrispondono: un'altra legenda metropolitana. Sarà un segno.
Sotto casa mi scrollo di dosso un po' di ansia e di odore di viaggiatori sotterranei. Mi sorrido con superiorità, ma la vetrata del portone mi rimbalza l'espressione di uno che è in nomination. L'ascensore irrompe nella mia vita come a darmi la forza di vincere la gravità della situazione. Le porte scorrono (Eraclito aveva ragione), la luce bianca, la portata massima... tutto normale, come sempre. Entro e istintivamente sposto i miei pensieri su un altro piano: “il mattino ha l'oro in bocca, il mattino ha l'oro in bocca, il mattino ha l'oro in bocca, il mattino ha l'oro in bocca...tassista di merda”

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se esistesse un Cirque de Soleil della parola tu sicuramente saresti la stella dello spettacolo!!!! Adesso scendi da quella fune però o il monolocale in centro non sarà più sufficiente ;o))

Anonimo ha detto...

Splendido

Fully