giovedì 11 ottobre 2007

Piccoli danni crescono


Il sopraggiungere della vecchiaia si fa precedere da alcuni sintomi rivelatori. È una legge di natura a cui non si può sfuggire e non mi si venga a dire che ad Andreotti non succede. Andreotti non esiste: è una maschera, come il gabibbo. Dentro c'è Elvis Presley. Comunque i sintomi principali sono il calo della vista, dell'udito, della memoria e un altro che ora non ricordo. L'avevo scritto qui ma non riesco a leggere.... eh? Comeeee?? Ah sì: il parlar male dei giovani. 'Sti debosciati.
D'accordo è possibile che io mi sia allontanato da qualche tempo dalla mia pubertà, ma il fatto che quando andavo a scuola io non si insegnasse ancora storia, non mi sembra un buon motivo per considerarmi un vecchio deneuronizzato. Ammetto che tessere lodi a mosaico per gli odierni virgulti non è la mia attività preferita, ma anche Lenin riteneva un errore dar loro troppi riconoscimenti e infatti loro non lo riconoscono nemmeno in fotografia.
Poi mi capita di leggere che in Nuova Zelanda è scoppiata la mania di andare a scuola in pantofole. Troppo giusto penso io. Bella raga!! Un gesto di protesta simbolico che non riga il parquet. Mi sbagliavo. La moda è scoppiata il giorno in cui un certo Snoop Dogg si è presentato a un'intervista in moffolette. E da quel momento, via le costosissime calzature marca americana, fattura cinese e fattura a tre cifre, per le quali si è pensato di accelerare la procedura babbomorto, e tutti in giro come in un enorme gerontocomio. Snoop Dogg è un rapper americano di quelli che innalzano il loro grido di protesta, il loro impatto destabilizzante dal cuore del loro disagio esistenziale. Quel disagio che non si può non condividere guardandoli percorrere su una Bentley color vomito, il vialetto della loro villa a Miami mentre quattro groopies contorsioniste mettono in ridicolo il sacro testo del kamasutra. Snoop deriva dal soprannome che la di lui mammina gli aveva affibbiato a causa della somiglianza con Snoopy, ma ancora oggi il solo “era una notte buia e tempestosa” creato dal bracchetto di Shultz, vale più di tutte le canzoni unz unz incise dal rapper. Il suo più grande contributo sociale è stata l'invenzione di uno slang in cui a tutte le parole viene aggiunto il suffisso “-izzle” (tipo for sure diventa for shizzle e demente diventa dementizzle). Non scherza niente quest'uomo.
Insomma questi giovincelli che in nome della loro ribelle originalità rinnegano i padri, si mettono a pecoroni per essere tutti come un tizio che un giorno era talmente fatto da confondere le scarpe di Prada con le pantofole di Louis Vuitton. E si sono anche battuti. Alla fine l'hanno spuntata: i presidi hanno dovuto accettarli in classe così o le aule sarebbero rimaste vuote. Quando si dice una causa per cui vale la pena di combattere. Altro che sessantotto.
Aveva ragione Flaiano: i giovani hanno il coraggio delle opinioni altrui.
Guardare con sfiducia le nuove generazioni non è segno dei tempi. Già Orazio prevedeva un futuro cambogiano se provava a guardarlo proiettato sui giovani. Sarà per questo che con Clarabella non ha avuto figli. Mica perché lui è un cavallo e lei una mucca.
Però poi i piccoli crescono, solo che io non vedo la differenza. Mi ritrovo sempre in mezzo a trentennibarraquarantenni che parlano usando come punteggiatura l'intera toponomastica erotica, oltre a diverse rivisitazioni agiografiche. A furia di cazzofiga si rischia di avere un orgasmo a metà discorso.
Non di rado (e non mi rado) mi capita di assistere a colloqui di lavoro durante i quali neolaureati in camiciona rosa (iddio benedica la donna che ha detto che bisogna essere veri uomini per indossare qualcosa di rosa senza sembrare dei titanici idioti), si propongono farcendo i loro discorsi con “bon, ok, dai allora buona così”. Tanto che ho temuto spesso di essere invitato per un'ape in samba!
Lo so che passerò per anziano, ma sono stato giovane anche io. Per un breve istante. Il problema è che ho avuto la sfortuna di accorgermene subito. Ero giovane da poco e buttando l'occhio giovane in uno specchio troppo riflessivo ho esclamato “uh! Un giovane”. E quando te ne accorgi è finita: sei già vecchio.
Comprendo anche i conflitti generazionali, dovuti per la gran parte al fatto che ad ogni sfornata di nuove leve, i figli hanno quasi sempre a buon mercato ciò che i genitori hanno conquistato lasciando brandelli di pelle attaccati al filo spinato della vita. E questo non viene un filo stimato.
Ma forse accade anche il contrario. Che i genitori hanno avuto tutto e i figli vorrebbero un po' di indigenza, tanto per crescere con un po' di palle, visto che il finto povero è passato di moda da vent'anni. Magari a casa Dogg funziona così con il figlio di Snoop:

F: “Papà posso uscire con le scarpe oggi che le pantofole sul ghiaino non sono comodissime?”
S: “Papà? Ehi fifty hai sentito? Il nano che mi gira per casa è mio figlio”
F: “Senti papà, posso...”
S: “Sì certo fratello!”
F: “Sono figlio unico papà, ma ancora non ti ho chiesto che cosa”
S: “Bella fratello, sei nel giusto! Le cose bisogna conquistarsele, devi essere uomo”
F: “Come quando ti ho chiesto se potevo comprarmi il motorino con i soldi guadagnati accompagnando i ciechi e tu mi ha regalato un ducati 999 con la mappatura da pista?”
S: “Sì, bella fratello, ma come parli? Io voi giovani non vi capto”
F: “Papà ho 13 anni dovresti cercare di capirmi”
S: “E io ti capisco bro! E cerco di aiutarti nelle tue piccole battaglie quotidiane”
F: “È per questo che mi hai regalato un Uzi 9 millimetri con proiettili parabellum, un sacchetto di cocaina purissima e una carta di credito platino per fare le strisce?”
S: “Dammi il cinque fratello!! Hai visto per caso figliemo?”

Da ragazzino le uniche pantofole che vedevo erano quelle con cui mia madre mi menava. Questo succedeva quando nei paraggi non c'era una padella. Ma io non ce l'ho con lei, anzi, la ringrazio per questo e soprattutto di non aver mai calzato zoccoli.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono indecisa se ridere dei giochi di parole che ci hai regalato in questo post o piangere di fronte a questa perfetta fotografia degli usi e costumi odierni.

“Non ti identificare. Osserva. Sii un osservatore sulla collina mentre tutto il resto accade a valle" predicava Osho. Pochi ci riescono, i più invece hanno bisogno di identificarsi in qualcuno che apprezzano per i motivi più disparati, continuando nella propria inconsapevolezza a rivendicare un' individualità inesistente. Io, pur ritenendo inopportuni, quando non lesivi della propria dignità di individuo certi comportamenti, credo siano la nostra generazione e quella che ci ha preceduti a doversi fare per prime un sano esame di coscienza se molti ragazzi oggi non si pongono limiti, in fondo fanno ciò che gli viene permesso di fare, esattamente come facevamo noi ai nostri tempi. Se non hanno valori, personalità, buona educazione e rispetto (non l'hanno per loro stessi, figuriamoci per il prossimo) è spesso perchè non siamo stati in grado di farglieli capire e condividere. Spero avesse ragione Nietzsche affermando che tutto ritorna, perchè almeno c'è la speranza che tornino anche il buonsenso e il buongusto e non solo le cose negative.
Complimenti per l'articolo, superlativo!! Bella lì genio:o)

Neottolemo ha detto...

Ormai posti solo di giovedì ("gividì signò").
Dimenitichi però una componente fondamentale del popolo giovane, ovvero quello che è definito l'amore omosessuale. Ma non sono certo io che devo dire certe cose a te che sei maestro del nihil (non in senso letterale, sennò è offesa).
Un dubbio: io che rientro nella categoria giovani (se non altro per motivi anagrafici), devo preoccuparmi?

Anonimo ha detto...

Non credo ci sia nulla da aggiungere...
Mi preoccupa solo un pò il fatto che la penso come te nonostante la mia giovine età...ma ho già appurato di non essere tanto normale (o forse si?...dipende dai punti di vista, probabilmente ;).
E poi l'età è relativa, come fai notare anche tu.
Quello che conta sono i "brandelli di pelle attaccati al filo spinato della vita": questo è ciò che fa crescere e maturare. La pappa pronta la trovo alquanto disgustosa.

Gio

Anonimo ha detto...

Non che te ne debba fregare nulla, cazzo, ma sono sempre, figa, totalmente d'accordo con quel che dici, cazzo. e grazie delle risate, figa, e delle riflessioni: fanno bene, cazzo!

cruman ha detto...

essenza: grazie, sei dei nostri! yo!

neo: tu come 'a vedi?

gio: hai proprio ragione l'età è relativa e più invecchi più cerchi di convincertene!

nome: aaaah sì sì cosìììì

Neottolemo ha detto...

E come a devo vedè. Stasera n'pò de paste, du botte a na figa che me viè dietro, faccio mattina e chemmefregamè.

felo ha detto...

Ottima disquisizione, come sempre d'altronde..
Comunque non è che la pappa pronta faccia schifo, nel senso che chi la trova nel piatto lo reputerei alquanto stupido se la rifiutasse, il problema è che ora sono in pochi che la pappa se la vanno a cercare. Però ci sono. E io purtroppo non sono uno di quelli..

Anonimo ha detto...

quanto c'è di nostro in questa vita????