lunedì 28 agosto 2006

Comunicazione coatta


Una zanzara mi ha parlato di un coniglio. No, non parlo con gli animali, almeno finché non mi chiederanno scusa, ma l’amica zara la zanzara mi ha informato dell’esistenza in commercio di un coniglio emozionale. Nabaztag è l’ultimo ritrovato in campo di intelligenza artificiale applicata all’intrattenimento e alla comunicazione interattiva….un accrocchio infernale insomma. Trattasi di sistema informatico assemblato a guisa di comune leporide, in grado di svolgere alcune funzioni di cui, pare, circa 50.000 acquirenti avvertissero l’esigenza.
Per esempio: torni a casa con i testicoli in tasca, dopo aver cercato, per tutto il giorno, di spiegare cose elementari a un branco di scimmie urlatrici e il coniglio ti accoglie enumerandoti tutte le faccende per cui qualcuno, in qualsiasi luogo del mondo, ha deciso di interpellarti. Non solo, il cyborg zoomorfo, ti fa anche delle faccette a tema (triste, arrabbiato ecc.) con tanto di lucette e suoni, trasmettendoti lo stato d’animo di un tizio dall’altra parte del pianeta che non ha mai salutato il suo pizzicagnolo, ma sente in cuor suo l’assillante impulso a renderti partecipe del suo umore. Qualche illuminato analista postmoderno, ha tributato un plauso a questa nuova frontiera della comunicazione mediata perché “include un avatar fisico con cui è possibile agire”.
Ma a qualcuno è mai venuto in mente che forse si comunica troppo? Che l’apertura di sempre nuovi canali mediatici, ha creato un enorme frastuono di roboanti e inutili chiacchiere, che soffoca le poche cose davvero degne di nota, ma che soprattutto sotterra quel già esiguo spazio di vitale e salutare silenzio? Se entro in casa mia e chiudo fuori per qualche ora il resto del mondo, perché devo avere un pupazzo che mi intristisce con le sue faccette, mentre rigenero il mio io con l’erotico rito del taglio delle unghie dei piedi tramite tronchesino opinel registrato in questura come arma ad uso sportivo? Vorrei scegliermi da solo i momenti in cui dedicarmi alle persone, ai loro stati d’animo e vorrei poter scegliere quando comunicare, ascoltare e agire. Voi direte “basta che lo spegni”. Ebbravi! Questo è l’inizio della fine. Dicevate così anche del cellulare e delle sigarette. Ora siete anche voi nel tunnel: sapete bene che coprire carnalmente la moglie di qualcuno è affronto meno grave del farvi trovare con il telefonino spento. E poi chi ha il coraggio di spegnere un coniglio? A rischio di trovarvi un canotto di greenpeace nella vasca da bagno!
La quantità di canali comunicativi e di traffico che vi scorre, non è necessariamente sinonimo di sviluppo o di evoluzione sociale. Il concetto di comunicazione richiede molto più di una sorgente, un mezzo e un destinatario. Occorre il momento giusto, un’informazione sensata e dei ragionevoli motivi per farla passare. I giornali, la televisione, internet, i cellulari, stanno diventando sempre più la dimostrazione della comunicazione intesa come occupazione di spazio (come quando Prodi emette un suono continuo in risposta alle domande sugli interventi miltari) o al limite, come merce da bancarella. Insomma, meno rapporti, ma più umani….sono per un’ecologia dell’interconnessione umana! Anche perché ho il sospetto che la possibilità di dire tutto a tutti, abbia ridotto drasticamente la capacità personale di analizzarsi, di sviluppare la consapevolezza e l’indipendenza emotiva.
Temo che il coniglio si riprodurrà come da antonomasia, specie qui in Italia, dove siamo tutti esibizionisti con il culto della privacy. Abbiamo 3 cellulari per ogni mano, 20 indirizzi email, due siti internet, 8 carte di credito, 2 bancomat, un telepass, 1 fax, 2 linee telefoniche, un coniglio emozionale, un citofono, 2 caselle postali, senza contare 132 tentativi di apparire in televisione, 391 telefonate a quiz televisivi, 8 abbonamenti nominali a siti porno…..poi se ci arriva una lettera di questua da un’associazione di beneficenza, sporgiamo denuncia per violazione della privacy perché non siamo stati avvisati di essere inclusi in un database anagrafico.
E finiremo così:
“Allora non ti frega niente che sono triste!”
“Scusa ma ho il coniglio a riparare”
“Ti ho mandato anche 6 sms”
“Un virus telefonico, tutto cancellato. L’hanno creato De Sica, Amendola e Muccino”
“E il fax con l’immagine del panda nepalese in lacrime?”
“Inceppati i fogli”
“La raccomandata urgente con due gocce del mio sangue?”
“Il postino ha morso il mio cane e ora siamo in causa”
“Non è che per caso non hai voglia di sentirmi?”
“Come puoi pensare una cosa simile??”
In realtà il coniglio l’avete fatto in fricassea, il cellulare l’avete usato per condirlo, con la carta del fax vi ci siete puliti il culo dopo averlo digerito e alle poste avete comunicato la vostra morte per intossicazione alimentare. Il tutto per un po’ di pace, perché ora non farsi trovare da chi vi cerca pare essere il vero peccato capitale.
Allora, cari fenomeni del marketing, invece di inventare un coniglio che parla e fa le facce, create un procione che ascolta, un opossum comprensivo, uno stercorario che annuisce partecipe.
Provate a pensare a quante cose sono state dette solo e soltanto perché c’era il mezzo per dirle. Rifletteteci e quando sarete giunti a una conclusione….non ditela a nessuno che non abbia espresso il desiderio di sentirla.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un commento ce l'avrei ma... non farei che intasare il pozzo comunicativo, quindi ve lo risparmio.
Ps : ovviamente anche comunicare di non voler comunicare è una comunicazione !
Ps : ehm...mi sono incartato ma adesso ne esco, tranquilli!

cruman ha detto...

Indubbiamente (indubbiamente cosa?) ma se tu entri nel mio sito e ti metti a leggere esprimi, con questo gesto, la volontà di sapere quello che comunico (problemi tuoi). In più lo fai quando ti va, non c'è un coniiglio che comincia a raccontarti quello che mi passa per la testa a tradimento mentre ti stai derattizzando le narici!

cruman

Anonimo ha detto...

Beh, però dove c'è un coniglietto spesso c'è una coniglietta. E si sa mai che allora arrivi qualche sorellastra direttamente da PlayBoy...! Mi sa che il coniglietto lo compro.

cruman ha detto...

quando lo cucini chiamami

Anonimo ha detto...

Il coniglio è animale versatile e domestico, in uso da secoli, compreso il commestibile.
Costruito da società francese chiamarlo Jean non era come il faut?
Perchè l'hanno chiamato con un nome armeno, nazione che il 90% del mondo manco sa che esiste e il restante 10 ne ha vaghe reminescenze storiche.

"Lo scopo è di creare nuovi modelli di interazione che permettano all'uomo di sfruttare tutti i sensi e di sperimentare".
C'è da chiedersi sinora che abbiamo tralasciato di usare.
Ho passato la vita convinta di avere 5 sensi perimordiali perfettamente funzionanti, arriva un coniglio, per di più interattivo, a mettere in crisi consolidate convinzioni.

E che vuol dire "una frontiera esperienziale che allarga i limiti della comunicazione mediata perché include un avatar fisico con cui è possibile agire"?
Mi piace esperenziale, avrei definito così la scoperta delle sorgenti del Nilo, ma insomma.


Le persone, più o meno gradevoli che incontriamo cosa sono? Le schifiamo perchè non includono un avatar fisico? E cos'è poi un avatar fisico?

Alla luce di tutto questo, dati causa e pretesto mi sento di affermare, con serena consapevolezza, non esente da moderata certezza che trattasi di solenne cazzata.

L'unica ragionevole certezza è la capacità dell'estensore del post far diventare interessante qualsiasi argomento, volendo esagerare potremmo definirlo un Re Mida della grammatica applicata.