In televisione è tutto finto. Lo so, sono bravi, ma non fatevi ingannare: Studio Aperto sembra davvero un telegiornale, ti convincono che Amadeus sia un presentatore e prima poi qualcuno penserà seriamente che Luxuria faccia politica. Certo ci sono anche quelli meno bravi: il personaggio di Mughini è troppo caricaturato per esempio, così come i bisticci tra Mussolini e Sgarbi. Va bene che tutti gli sceneggiatori e gli autori più in gamba sono impegnati a scrivere i copioni per i reality, ma vivadio, un minimo di decenza. Siamo disposti a credere a tutto, d’accordo, ma non approfittatene.
Ora però ho un dubbio. Come mi pongo di fronte ai bisticci di questi nuovi personaggi campioni di ascolto? Questo fantomatico Vladimiro Putin vuole litigare o segue un canovaccio? E’ la televisione che si ispira alla realtà o la realtà è figlia del tubo catodico? Oppure è tutta finzione e i destini del mondo sono controllati da una emittente privata ai cui vertici siedono Joseph Hanna, William Barbera, Aaron Spelling, Fred Quimby e Donald P. Bellisario?
Fateci caso, i notiziari fanno a chi si aggiudica l’esclusiva dell’insulto peggiore o della minaccia più terribile. L’altro giorno, su Al Jazeera, è passato un video del mio vicino di casa. Aveva un badile appoggiato al muro alle sue spalle e una roncola in mano. La traduzione non era fedelissima, ma mi pare di aver capito che se parcheggio ancora davanti al suo box, mi devasterà le cartilagini inferiori a colpi di vanga. Allora che facciamo, ci crediamo a queste baruffe planetarie? Proviamo a crederci.
Come può essersi svolto il climax di ingiurie che ha portato il presidente russo a definire l’Italia culla della mafia?
Tutto è cominciato con l’omicidio di una giornalista russa impegnata in inchieste sui fatti di Cecenia. Il delitto ha scatenato l’indignazione della comunità europea che ha richiamato i potenti residenti in Piazza Rossa (non c’è numero civico) ad una maggiore attenzione verso l’improvvisa dipartita di esseri umani tendenti a lottare per i diritti civili. La strigliatina ha insolentito il buon Vladimiro che ha pensato “ma chi molotov è questo comunità europea che si permette di farmi ramanzine sui diritti civili??”. Non riuscendo ad identificare con precisione l’autore di cotanto affronto, Putin spara sul mucchio, dicendo più o meno, spagnoli corrotti e italiani mafiosi pizza e mandolino.
Lo Zapatero, rimane senza parole e decide saggiamente di tacere, ritenendo tale decisione la più adatta a salvaguardare la dignità del suo paese e dei tanti amministratori statali già stressati dal non riuscire ad ottenere gli arresti domiciliari.
Anche lo Prodi tace, come solo uno spagnolo sa tacere. Magari una sagace risposta avrebbe voluto metterla insieme. Una cosa sottile, tagliente come un rasoio calabrese, tipo “noi non siamo mafiosi e se lo dici ancora ti faccio saltare la dacia di campagna”, ma visto che era ora di pranzo ha preferito soprassedere. I suoi collaboratori però, avendo fatto francese alle medie, non tacciono e dimostrano tutto il loro disappunto di italiani perbene, senza mandolino e pizza solo la domenica. Il buon D’Alema fa notare che il Vladimiro, con queste illazioni, non fa che danneggiare il suo prestigio. In effetti il nostro non lo danneggia minimamente, per quello siamo indipendenti, produciamo la materia prima. Io sono contento che l’intelligente Massimo si inalberi e ci difenda come un soll’uomo, ma forse gli sfugge che noi in Italia ci viviamo. Che abbiamo frequentato università in cui il magnifico rettore è padre di una splendida docente di ruolo, che è sposata con un apprezzabile assistente, fratello di una ricercatrice mica male. Che sappiamo benissimo che per lavorare o avere dei privilegi bisogna conoscere qualcuno (mi spiace non so chi, io non conosco manco un qualcuno, se no non scriverei un blog, ma un’arringa difensiva). Che siamo consapevoli che se qualcuno vuole fare il notaio o il primario, deve dimostrare il suo valore…al padre notaio e primario. Che la Rai e gran parte del mondo della produzione cine-televisiva sono in mano a famiglie talmente estese che festeggiano il Natale in due turni. Senza contare che al comando della televisione di stato ci sono persone che per i loro giochi di potere faranno pagare agli italiani 14 milioni di euri di multa e mentre noi paghiamo loro restano seduti. Che tiriamo la cinghia, perché il governo ci chiede sacrifici, perché la finanziaria è giusto che scontenti tutti, anzi, è un buon segno. Un discreto numero di burocrati che percepisce compensi tra i 100 e 600 mila euri l’anno però, proprio scontentissimo non mi sembrava. Che siamo tutelati da un sistema sanitario che, così strutturato, miete più vittime degli incidenti stradali ed è un buco economico degno di prendere il nome di una stella che implode. Per fortuna però, qualche amministrazione regionale paga un burocrate in pensione (almeno fosse un giovane in cerca di lavoro) 480 mila euri l’anno per fargli risanare i conti delle Asl!! Ora io, da bravo ignorante penso che sarebbe carino mandare due o tre di questi dipendenti statali a debeccare polli e usare un milione e mezzo di euri l’anno per sistemare i conti della sanità regionale, ma io sono sicuramente un ingenuo.
Ora a me tutto questo sembra vagamente riconducibile a una cultura di tipo mafioso. Non certo nel senso stretto del picciotto coppolato a canne mozze, ma il clientelismo diffuso, la raccomandazione come forma di curriculum, il protezionismo e la prepotenza dilagante in qualsiasi ambiente si intravedano delle banconote, non mi sembrano forme di civiltà sociale di cui andare fieri all’estero.
Noi ci siamo abituati purtroppo, basti pensare alla tranquillità con cui parliamo del conoscere qualcuno per arrivare ad ottenere qualcosa o accontentare un altro per poter lavorare. Però fare gli indignati perché ci descrivono in questo modo, mi sembra un po’ sfacciatello. Un vecchio detto delle periferie africane recita “se senti rumore di zoccoli di cavallo, probabilmente non si tratta di zebre”.
E’ vero d’altro canto che sentire accuse di mafia e corruzione provenire dall’ex Unione Sovietica può sembrare bizzarro, ma Putin su questo è stato chiaro e onesto: “nessuno può darci lezioni”.
E ora che faranno i nostri sinistri governanti? Le accuse inerenti la Cecenia ce le hanno ribaltate sul Kossovo, rilanciando su mafia e corruzione. Che possiamo rispondere ora?
Massimè…e se je damo der comunista???
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3 commenti:
Ho la vaga sensazione che il fatto che stiamo andando incontro all'inverno abbia il suo peso....restare al buio e con i piedi al freddo non piace a nessuno, figuriamoci se dopo la finanziariascontentatutti, riuscissero anche a farci saltare l'accordo con il nostro maggiore fornitore di gas.
Ottimo post come sempre!!!! ;o))
In effetti ognuno ha la sua bella mafia da grattare...e ha ragione Essenza, sta arrivando l'inverno e Putin è il nostro bue che ci riscalderà.
D'altra parte avalliamo l'entrata di Chiàvez come membro permanente all'Onu, abbiamo inventato l'equivicinanza con Hetzbollah..strigiamo la mano al presidente iraniano.
Putin sabe lo que pasa en España
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