Mi chiamo G. Non posso dirvi il resto del mio nome perché ho qualche problema con la giustizia, ma solo da un punto di vista formale: la giustizia in sé non mi ha nemmeno in nota, è la polizia che insiste nel voler litigare. Non lasciatevi ingannare dal fatto che giro avvolto in un poncho assemblato con la mia fedina penale, io non ho fatto male a nessuno.
Vivo in una grande città del civilissimo occidente liberale, adagiata su uno sfondo di grattacieli, fiducia nel progresso e arcipelaghi di divani che puntano televisori piatti. Il livello di inquinamento è tra i più elevati al mondo: le polveri sottili fanno lo slalom tra i peli del naso e si depositano nei polmoni, formando alveoli di pongo che mi fanno respirare come un terranova alle maldive. La criminalità è talmente diffusa che per entrare nel giro delinquenziale serve una raccomandazione. La classe politica è corrotta, tira di coca, tromba le soubrette nei palazzi del potere e pensa che Mandela sia la mezz’ala del Santos.
L’efficienza frenetica del mercato economico mondiale, in cui siamo immersi come un reumatico nei fanghi, offre possibilità, opulenza, scelta e voglia di inutilità. Mi fa vivere agiatamente in un condominio residenziale protetto da cancelli multilivello, guardie armate, tagliole strappatibie e allarmi a 10 mila megasuoni. Una volta ho dimenticato le chiavi e ho dovuto chiamare mio nipote che mi ha fatto il mostro e mi ha vinto pure l’omino. I rivestimenti sono in ethernit (chiamato così per la sua vita eterna e anche la nostra) e i mattoni pare emanino delle radiazioni abbronzanti.
Nelle mie splendide padelle foderate di teflon per non far appiccicare la roba surgelata e conservata con agenti chimici che distruggono le piastrine del mio sangue, cuocio tranci di mucche sotto esaurimento nervoso perché costrette a nutrirsi di papponi fatti con la carne dei loro parenti. Bevo bibite zuccherate che mi faranno incazzare il colesterolo cattivo e deprimere quello buono, per mandar giù le decine di veleni contenuti in frutta e verdura.
Quando posso fumo. Fumo e puzzo, ma con un certo fascino. Ora che nei locali non si può più fumare, bevo, per mantenere il livello di fascino e perché anche il fegato vuole la sua parte.
Non sto benissimo, lo ammetto. Fortunatamente anche la ricerca in campo medico fa passi da gigante e per qualsiasi disturbo c’è la pillola acconcia. Nel paragrafo effetti collaterali, appare la dicitura raramente ha decorso fatale, ma mi spaventa meno della stipsi, la secchezza delle fauci e le reazioni extrapiramidali. Quando non riesco a dormire prendo un’altra pillolina che il mio medico dice essere perfetta per il mio problema. Sul bugiardino mi consigliano di non prenderla mentre guido e che, come effetto indesiderato, può avere l’insonnia! A pensarci, non ci dormo la notte.
Voi direte e allora? Che hai di diverso da milioni di fortunati come te? Il problema è che sono brutto, ma brutto brutto. E non è solo un problema di autostima o non accettazione di sé, come dicono gli psichiatri prima di cacciarti in gola una manciata di metadiazepine. No. La società mi costringe ad essere bello, almeno piacente insomma o non sono adatto a viverci, quindi disadattato e, come ho letto da qualche parte, ci sono i gay bar, le feste afro, i locali per scambisti, ma di disadattat bar nemmeno l’ombra. Così ho contattato un mio amico che lotta contro questo sistema e si è comprato una villa in montagna vendendo anabolizzanti illegali. Gli ho ordinato tutto l’occorrente per avere un fisico proprio come si vedono nelle riviste patinate. Non quelle di gossip, dove “giornalisti”, repressi dal flaccidume epico che li soffoca, sbattono nel paginone centrale l’ingrandimento della smagliatura della modella di riferimento in modo che tutti gli attenti lettori possano fare ooooooooh. Parlo delle riviste di moda e alla moda, zeppe di glutei antigravitazionali, pettorali a sospensioni indipendenti e tartarughe che vivono nella pancia di giovani virgulti.
Peccato che la legge non sia d’accordo. Dice che fanno male (gli anabolizzanti, non le tartarughe)!! Ho cercato di spiegare che non vado in metropolitana a chiedere un euro o a scippare vecchiette per una dose di nandrolone. Dicono che fa male a me, che è veleno. Ho fatto rispettosamente notare che sono le stesse medicine che danno alle mucche che poi affettano e spargono per i banchi delle norcinerie presso cui mi servo. No, no, fanno male. Fanno male a cosa? Il fegato me lo sono giocato bevendo cose che voi umani eccetera, i polmoni sono talmente cementificati che mi hanno dato l’abitabilità, il sangue è avvelenato da cibi tossici e medicine per il raffreddore che mi fanno stare meglio in una settimana (invece dei sette giorni naturali), il cervello è spappolato da psicofarmaci caldamente consigliatimi da luminari della scienza, l’olfatto è sparito anni fa, l’udito distrutto dal costante rumore cittadino, le corde vocali ormai si comprano le sigarette da sole e la vista se ne sta andando perché mi ammazzo di seghe….essendo brutto. E tutto questo è lecito.
Guardi che è sbagliato anche dal punto di vista umano, lei deve pensare alla sua bellezza interiore, l’esteriorità è effimera e inutile, mi hanno detto. Inutile? Che utilità ha pubblicizzare macchine che dovrebbero farti provare le emozioni di un gran premio (e ricordati il pane), se poi giri a 20 all’ora in mezzo al traffico inquinando come un boeing e se non c’è traffico ci sono i limiti e se non ci sono i limiti ti impasti contro un albero (perchè hai bevuto nel locale dove non si fuma)? Che senso ha spingermi a comprare cose che la legge mi vieta di usare? Perché è consentito creare modelli di vita che non può seguire nessuno? A che serve creare modelli sociali e politici basati sull’uguaglianza, se poi la realtà ci mette su piani diversi in base a valori come la ricchezza, la bellezza, la prepotenza, il cognome o le amicizie? Allora o cambiate i valori in intelligenza, buon senso, umanità, capacità professionali, sociali, umanitarie o io mi adeguo ai modelli che la legge permette di creare. Non c’è quasi niente di sano nella vita che faccio, almeno lasciatemi bombare come un culturista impazzito, così mi faccio qualche sana scopata.
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4 commenti:
Non tutto è perduto, puoi andare da Cucuzza raccontare i fatti tuoi in diretta e diventare famoso.
Se hai un sufficente cultura vai alla Pupa e il secchione, diventi famoso e risolvi anche l'altro problemino.
Potrebbe anche essere che all'inizio qualche sana scopata te la riesci a fare, ma considerando gli effetti collaterali prodotti dagli anabolizzanti a livello sessuale, ti ritroveresti in breve tempo ad avere una riduzione della potenza sessuale(risolveresti però il problema che ti ha portato alla cecità)e grazie alla conversione periferica del testosterone in ormoni femminili, nella migliore delle ipotesi dovresti iniziare a portare il reggiseno, senza poi contare il rischio d'infertilità. Fossi in te se proprio vivi male seguirei le alternative proposte da Zanzara ;o)
questo blog è fenomenale...
ti (o vi) linko subito!
un saluto
Troppo buono, grazie. In effetti non ci hanno offerto niente. Però ci hanno proposto di spezzarci le cartilagini inferiori se non la finiamo.
Ti avrei lasciato un commento, ma ho visto che bisogna registrarsi e di questi tempi, meno registrazioni si lasciano in giro meglio è! ;)
cruman
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