lunedì 29 gennaio 2007

Inchieste shocke


Sono venuto in possesso di un fascicolo che scotta. Un coraggioso giornalista, uno di quelli che rispettano il proprio mestiere, di cui si parla solo componendo un epitaffio di fronte alla sua salma - e si sa, la salma è la virtù dei morti – e che conosce di persona i congiuntivi (ragion per cui in televisione proprio non ce lo vogliono), mi ha fatto avere un plico contenente un dossier da far impallidire Mitrokhin, Pelican e gola profonda (quella di Nixon non quella di Clinton). Allegato alla sbalorditiva documentazione c'era una lettera che riporto integralmente:
“Vecchia spugna (il giornalista è bravo ma un tantino colloquiale, ndr), ho pensato a lungo a chi potesse essere il degno destinatario di questa mia, ma anni di lavoro indefesso, coerente e non assoggettato ai poteri forti, mi hanno lasciato ben pochi amici e tra questi, tu sei l'unico rimasto che possa guardare i fiori dal lato profumato. Non voglio mancarti di rispetto, ma è una consapevolezza di cui risento un po'. Comunque non posso che riporre nelle tue mani il frutto della mia ultima inchiesta da infiltrato. Sarà poi tua discrezione, l'utilizzo che ne farai, solo non rendere pubblica questa lettera (così impara a chiamarmi vecchia spugna tiè, ndr).
Il reportage testimonia, con prove inconfutabili, quello che avviene all'interno di una struttura di servizi pubblici di una grande città italiana. In questi uffici ho incontrato persone umili, efficienti e gentili. Sì, ho detto gentili, credimi Cruman, te lo giuro sul canguro. Ho finto di essere un utente qualsiasi, nipote di nessuno e amico di nessun altro. Ebbene, amico mio, non voglio spingerti a riattaccarti alla bottiglia (insiste eh, ndr), ma sono stato ascoltato e ho le prove che un dipendente, senza annusare alcun tornaconto personale, è andato oltre i suoi doveri per venire incontro alle mie necessità, per il semplice motivo che aveva modo di farlo. Gli uffici erano puliti, nonostante gli inservienti fossero esseri umani (ne ho inciso uno con un taglierino per accertarmene) per il semplice fatto che le persone avevano cura degli ambienti e delle risorse di cui disponevano. E garantisco che nessuna di queste risorse apparteneva loro. Nel dossier c'è tutto, nomi e cognomi, foto, registrazioni e testimonianze firmate. Tieniti forte Cru (cru??? ndr), c'è anche un video ripreso di nascosto nel bar della struttura, in cui si distingue chiaramente l'addetto alle libagioni ringraziarmi solo perché gli avevo pagato il caffè, da me consumato senza l'espressione di chi avverte tutto il tormento interiore dei baristi. Lo so, sono rivelazioni forti e non ti ho detto tutto. Ho visto uomini che di fronte a un problema si sono adoperati per trovare una soluzione dimenticandosi completamente di lamentarsi. Ho visto donne prendersi la colpa di un errore sebbene disponessero di un intero gregge di capri espiatori. E pensare che dopo le navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione, pensavo di avere visto tutto. Ora ti lascio, ho la seduta dallo psicanalista da cui sono in cura. Lui pensa che tu non esisti, che sei un frutto della mia immaginazione. L'ho quasi convinto che si sbaglia, ora però ha dei dubbi sul fatto che esista realmente io. Credo che al saldo della fattura avrà le idee più chiare. Ciao ciccio, abbi cura di te e del frutto del mio lavoro, anche se le due cose non hanno molte speranze di coesistere.”
Questa toccante lettera (dopo il finale sono toccante un po' anche io, participio non aggettivo) mi ha messo in una condizione difficile e un giorno deciderò se indicare nel mio testamento biologico il luogo dove ho inumato la documentazione del mio caro amico. Frattanto vedo scorrere a rotazione una serie impressionante di inchieste shock che in qualche modo pongono l'accento sulla grave lacuna della lingua italiana, priva di un corrispettivo di “shock”. Ciò che più gli si avvicina pare essere “sciocco”, ma è probabilmente un caso di sfortuna incidentale. Grazie a queste inchieste sappiamo in che condizioni sono molti ospedali italiani. Sappiamo che nei palazzi di giustizia vige un disordine costituito, che esistono uffici postali con consegne posticce, che nei centri di prima accoglienza vagano anime dannate raramente confortate da arti angelici, e via discorrendo. E spesso, gli organi competenti arrivano ad occuparsene per un mese intero.
Il lavoro di chi ha realizzato questi reportage è senz'altro meritevole e il quarto d'ora di celebrità conseguente ne è la prova. Ma a questa stregua io, povero bloggatore dalle emozioni distorte, potrei farne mille senza spostarmi dai confini del mio paesello e senza bisogno di infiltrarmi. Potrei affastellare dossier sulle mie esperienze (che sono esperienze di molti) con i vigili urbani, il catasto, il commerciante sotto casa e persino con le organizzazioni umanitarie. Le inchieste shock purtroppo non shockano nessuno. Perché in un ospedale almeno una volta ci siamo stati tutti, così come in un ufficio postale. Chi non ci si è trovato e ha a cuore lo stato di salute della propria società, ne è informato, a tutti gli altri non interessa comunque e sono più shockati dal fatto che Lapo preferisca l'anziana ambiguità a Martina Stella. Tutte queste inchieste che sono di moda, ma nuove non sono, hanno in comune la conclusione secondo la quale sussisterebbe una carenza di controllo e/o un'insufficienza delle risorse. La questione controllo è capziosa, qualsiasi cosa significhi. Perché il controllo deve riguardare l'ottimizzazione della gestione del lavoro, non la negligenza o, peggio ancora, la criminalità. Perché altrimenti non è più un problema di controllo ma di cultura sociale. E questa è la vera notizia shock: siamo generalmente incivili. Nei comportamenti di ogni giorno, ci sentiamo giustificati nel trasgredire o nell'agire egoisticamente, dalla concezione che il costume è comune o dal fatto che conosciamo uno che fa cose ben peggiori.
La questione risorse è verosimile (anche se spesso le risorse mancano perché qualcuno se l'è fregate), ma a quanto pare queste risorse non sono mai insufficienti per mettere in piedi sistemi paralleli di clientelismo e accaparramento di tornaconti personali o per l'affermazione di sé e delle proprie repressioni da collezione. Sarebbe anche da dire che esistono civiltà che se la cavano con risorse più esigue, civiltà che, ahimè, sono evidentemente più evolute.
Se ci si orienta solo verso l'inasprimento dei controlli e delle sanzioni, ci gusteremo inchieste sempre più eclatanti e sempre meno shockanti. Prima di tutto occorre dirsi intorno che non siamo tutti bravi e belli solo perché abbiamo millenni di storia, anzi. Poi i problemi vanno affrontati alla base, quindi indirizzare gli sforzi verso un'educazione della cultura civile, prima personale, poi di prossimità e infine sociale.
Aumentando i controlli si arriva a un ordine poliziesco, sistema sperimentato spesso e volentieri e fallito altrettanto spesso e poco volentieri. Gli ultimi tentativi a livello culturale si perdono nelle lezioni di storia di quadrimestri dimenticati. E così sentiamo chiunque sia munito di facoltà espressive indignarsi, per esempio, per l'esoso tributo di vite umane che la strada esige. Per questo motivo, ormai, se prendi una multa devi venderti la macchina, ma non ho MAI visto in televisione in una fascia ad alto audience, spiegare a reti unificate come si guida in autostrada (e molte persone ritengono non sia necessario saperlo, essendo munite di patente) e soprattutto rendere di dominio pubblico che chi viaggia in mezzo alla strada o chi ha bisogno che dove finiscono le sue dita debba in qualche modo cominciare una leva lampeggiante, ha seri problemi erettili. Eppure decine di migliaia di morti l'anno dovrebbero essere un buon motivo, credo almeno migliore di quelli che fanno mettere in onda Buona Domenica In.
Se poi dovesse fallire anche questo, allora ammetterò il mio errore di valutazione, ma la mancanza di altre speranze, a quel punto, dovrà renderci consapevoli che la civiltà non è cosa per noi e che vale la pena muoversi in branchi e costruire palafitte.

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16 commenti:

Anonimo ha detto...

La tua analisi non fa una piega, credo però che chiunque decida di guardare un programma di inculturamente sociale, sia già di per sè civile alla base, anche l' impiegato pubblico che ostenta un ghigno al posto di un sorriso, è a sua volta un utente che si lamenta di come viene trattato dalla maggiorparte degli operatori di altri enti, senza riconoscere i propri atteggiamenti in quelli di questi ultimi. Magari sbaglio, ma ritengo che alla base ci debba essere una buona educazione, e questa non è compito della televisione fornirla, semmai eventualmente rammentarla; anche perchè non ho mai sentito nessuno affermare di essere maleducato o incivile, sono sempre gli altri ad esserlo, sarebbe utile essere consapevoli che per qualcuno anche noi siamo gli altri.

PS: Anche nella peggiore delle ipotesi comunque....mai gettare la spugna ;o)

cruman ha detto...

Specie se è vecchia!
Già, ma molte persone da sole non ci arrivano. Per esempio quasi tutti quelli che viaggiano in mezzo all'autostrada sono convinti di essere nel giusto perchè da soli non ci arrivano a capire quali conseguenze negative ha questo atteggiamento sulla viabilità, però poi si lamentano del traffico. Quindi se nessuno glielo spiega secondo me il modo migliore è utilizzare la madre di tutti gli educatori: la televisione. Se è la prima a mettere alla berlina (e scusa il calambour) certi atteggiamenti vedrai che fosse solo per orgoglio qualcosa cambia. Almeno proviamo.

Anonimo ha detto...

Gentile sig. Cruman utilizzare la televisione per educare è come disintossicare un cocainomane con l'eroina, legittimandola la si rende sempre più potente.

cruman ha detto...

Cortese sig.ra Mina,
il punto a cui volevo arrivare è questo. Se manca una forma di educazione (leggasi più informazione in questo caso) direi che sfruttare lo strumento più ascoltato potrebbe essere un buon modo per cominciare a debellare almeno l'ignoranza (ovviamente parlo di una televisione informativa non del grande fratello). Questo nell'attesa di avere un sistema socio-culturale un po' più evoluto.
Nel caso dell'inviciltà, purtroppo, non c'è cultura che tenga. A quel punto è più efficiente puntare sui valori messi in campo dagli incivili (solitamente soldi, potere e sesso). Diffondere informazioni che colpiscano questi "valori". Cioè non dire "chi guida stando a destra è una brava persona" perchè agli incivili fa un baffo, ma dire "chi sta in mezzo alla strada è uno sfigato impotente".
Purtroppo fingere che siamo tutti bravi, di buon senso e comprensivi non serve a molto.
Come ho già detto nel mio pezzo "il mercato dei valori" le pubblicità (che sono studiate con molta cura) puntano proprio su queste cose per vendere, allora è inutile che vendiamo buon senso con i buoni sentimenti. Perchè chi ha già buon senso non ne ha bisogno, chi non ce l'ha se ne fa la birra con i buoni sentimenti. Le pubblicità funzionano e fanno vendere l'inutile, perchè non usare la stessa tecnica per vendere civiltà. Bombardare con messaggi tendenziosi l'inciviltà. Se servisse a dimezzare le morti sulle strade, io ci farei la firma. Tanto su molta gente, un'educazione strutturata non ha alcun effetto.

questo in my humble opinion.

cruman

Anonimo ha detto...

Allora bisognerebbe innanzitutto che la Rai diventasse servizio pubblico, anzichè rimanere un espositore di merci e divoratore di pubblicità come è tuttora.
Tagliando pubblicità, trasmissioni oscene (o relegandole in un solo canale-fogna) e qualche migliaio di dipendenti (così anche il bilancio è salvo).
Ma chi li convince ? Il nostro caro Parlamento eletto dai partiti? Ce li vedi fare qualcosa del genere?
Nel frattempo, comunque, qualche controllo in più non farebbe male. L'assenza di controlli (dalla evasione fiscale, alla immigrazione clandestina, dall'assenteismo pubblico ai prodigi strdadali) non può che generare illeciti, no?

cruman ha detto...

siamo sempre li, se l'assenza di controlli (e ripeto, non parlo di controlli sull'ottimizzazione delle risorse o sull'insorgenza di errori, ma di controlli di "polizia") genera necessariamente illeciti, significa che c'è un problema culturale. Significa che la gente è onesta, ma soprattutto consapevole del proprio contesto sociale, solo perchè ha paura di essere punita. Questa realtà non si risolve inasprendo controlli e punizioni. Gli si mette solo un tappo precario. Perchè se la mentalità è questa...chi lo dice chi i controllori siano più onesti dei controllati...bisognerebbe controllare anche loro...eccetera

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo. Ma mentre aspettiamo che la "nuova cultura" attecchisca che si fa ? Ci teniamo gli invasati stradali, gli evasori e tutto il resto ?
E poi non credi che qualcuno possa non capire o far finta di non capire, per proprio tornaconto?
La libertà è una bella cosa, purtroppo funziona quasi sempre con le persone responsabili. Le altre, spesso, non si riesce ad educarle, quindi forse l'unica è cercare di murarle un po'.

cruman ha detto...

è quello che sto dicendo anche io, solo che i controlli non servono. Non so se qualcuno ha seguito la puntata di matrix, ma durante la spartizione dei denari sporchi tra i partiti (quando era presidente della camera era un certo Napolitano) Craxi disse "chi non era a conoscenza di questo sistema si alzi in piedi" e tutti rimasero seduti. Allora forse un buon modo per "educare" intanto potrebbe essere quello di colpire i "valori" degli incivili.

Anonimo ha detto...

Si parla di una società utopistica... io non credo che l'uomo (parlo in generale: non discuto sul fatto che non siamo tutti così) possa mai elevarsi ad un livello culturale e sociale come quello discusso nei vostri commenti: ci sono degli atteggiamenti egoistici e di superiorità che non possono essere cancellati in nessun modo... in fondo siamo degli animali, no ;)? Sono d'accordo con te, Cruman, su quello che affermi sull'utilizzo della forza... ma non riesco a pensare ad una soluzione non utopistica. Credo che armarsi, diffidare degli altri e tornare a vivere nelle palafitte sia la soluzione migliore e più consona al nostro livello culturale :D.

cruman ha detto...

Eh sì caro Giorgio. In fondo la penso anche io così, ma mi piacerebbe tentare anche qualche strada nuova. Anche perchè ho i reumatismi e le palafitte non sono il posto più consono ai miei acciacchi! ;)

Anonimo ha detto...

Beh Cru(Cru??? ndr)... io sono pessimista e disfattista di natura quindi forse sono un pò "di parte", ma in millenni di civiltà più che migliorare, degradiamo: l' uso della ragione (non l'intelligenza) e la "civiltà" sono inversamente proporzionali al tempo che passiamo su questo pianeta... quindi io propongo un bel "reset globale e totalissimo" (come dice il mio collega) e ripartirei da zero. Anche perchè il mio bis diceva: "La pianta se te la drizet mia quant l'è piscinina, te la drizet piò (trad: la pianta se non la raddrizzi quando è giovane, non la raddrizzi più)"... e ormai l'uomo è vecchio e troppo attaccato alle sue barbare abitudini consolidate nell'arco di millenni...

cruman ha detto...

....ma esistono persone come te e questo significherà bene qualcosa no?

Anonimo ha detto...

Sono lusingato per il complimento...ma non riuscirai a corrompermi con la tua bontà e speranza verso il genere umano ;). Scherzi a parte, non penso che il singolo faccia la differenza...se la maggior parte non vuole lottare per la propria libertà e per una vita migliore nessuno può obbligarli:ritorneremmo al discorso dell'uso delle maniere forti. A molti va bene così perchè hanno il loro tornaconto;ad altri va bene così perchè non hanno voglia di lottare o hanno perso la speranza... ma in fondo non è importante la motivazione: ci siamo "perduti" e questo è un dato di fatto... nessuno combatte più e il singolo non può nulla contro la dilagante sottomissione (non parlo solo di quella politica ma soprattutto di quella culturale) ad improbabili idoli... siamo destinati a scomparire e la colpa è solo nostra... e forse è un bene per tutti...
Chiedo scusa dello sfogo...

cruman ha detto...

Non era un complimento gratuito. Voglio dire, ho altrettanta sfiducia nell'uomo e nelle sue possibilità di sopravviversi. Ma ciò che differenzia "il singolo" di cui parli è la consapevolezza. Io credo nell'evoluzione e la consapevolezza è necessaria. Se esistono ancora persone con queste capacità ci sarà un significato. Che non per forza deve essere quello di "dall'anno prossimo tutto andrà bene". Ma magari solo di capire, di andare oltre, gettare basi...non so, magari semplicemente costruire palafitte coibentate, così non mi vengono i dolori ;)

Anonimo ha detto...

Hai ragione Cruman.Ci ho pensato tante volte e ho cercato di convicermi che da qualche parte c'è del buono, ma mi sono arreso e ormai ho superato il punto di non ritorno: faccio parte di quella stregua di gente a cui non importa più niente di cambiare le cose. Forse potrei rinsavire se qualche angelA mi illuminasse la via ;)!In attesa di un'apparizione ti posso però assicurare che se troverai il modo di rendere confortevoli le palafitte, farò di tutto per darti una mano a costruirle. Io al momento non ho nè voglia nè passione per trovare un rimedio

cruman ha detto...

forse non puoi salvare il mondo, ma puoi salvare te stesso e se sei bravo anche un paio di persone intorno a te e non è detto che sia inutile