giovedì 15 marzo 2007

Un buon motivo per buttarsi a fiume


Se Battiato avesse conosciuto in tempi adeguati i fabi voli i paperini moccia e i contro saturno, la famosa strofa “in quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore” avrebbe probabilmente avuto un finale diverso.
Parentesi: Fabio Volo ha costruito la sua carriera sfrangendoci gli ammennicoli con questa storia finto umile del panettiere, cominciando ogni frase con “io sono solo un fornaio”. Ok d'accordo, bravo lui. Ha funzionato alla grande. Qualche giorno fa l'ho visto da Fabio Fazio (in quanto amico di Fabio Fazio con libro o film in uscita) e a un'innocente battuta del conduttore (quello con i capelli disegnati non l'altro) sulla questione fornaio, il Volo si è insolentito professandosi stanco di questa storia e dichiarando di non voler più sentirne parlare.
Lui è stanco??? Non ci ha fatto sorbire altro per anni e non mi sembrava si fosse troppo preoccupato di quanto fossi annoiato io. Adesso come minimo ti becchi qualche anno di prese per il culo e abbozzi pure un sorriso. Eccheccazzo!! Chiusa.
Tornando all'ondata di polenta esistenziale fritta, posso anche essere d'accordo sul fatto che al cuore non si comanda, ma nemmeno al pancreas se è per questo e ciò non impedisce di usare la capoccia e mantenere un briciolo di dignità. Il poco edificante scenario descritto in questo postromanticismo modaiolo appare formato di persone in piena crisi adolescenziale e in piena età no; il cui unico cruccio è quello di ottenere la proprietà di una persona a scelta, determinarla all'interno di schemi inadeguati ma comodi e stracciarsi le vesti in impeti di risa e pianti degni di un reality show. Soddisfatto questo desiderio personale (e già il fatto che nel mondo in cui viviamo il maggior problema delle persone sia quello di soddisfare le proprie voglie, mi sembra poco educativo) la vita diventa bella e gaia fino all'insorgere del problema inerente il liberarsi della persona che si era tanto desiderata ed eventualmente appropriarsi di un modello più sexy.
Ora io non dico che tutti debbano occuparsi di tragedie umane come la fame nel mondo, i malati terminali o i cugini di campagna, ma almeno, se proprio si deve essere egoisti, si ricerchi la propria evoluzione personale, non la dipendenza da qualcuno o qualcosa. Altrimenti non credo si debba porre l'accento o amplificare il concetto di dolore causato dall'insoddisfazione di desideri, che saranno sì sentimentali, ma sono pur sempre egoistici. Come se non bastasse accompagniamo il tutto con sani conflitti generazionali giustificati dal fatto che un padre operaio cassaintegrato con il colesterolo che fa la ola e le ulcere talmente perforanti da svegliarsi col materasso bucato, non capisce le turbitudini della figlia che non trova un senso all'esistenza se non si sdraia sotto a Scamarcio.
Come dessert, dopo polenta e contorno, abbiamo questi schemi stereotipati di rapporto di coppia basati su leve morali e un cumulo di equivoci e sottintesi, a cui si anela con voluttà per poi ritrovarcisi dentro stretti e soffocati e da cui non si riesce a liberarsi senza provocare una serie di disastri da fare invidia a una puntata di Amici.
A proposito di legami. I lucchetti non li ha inventati Moccia. Questa faccende ha due aspetti piuttosto curiosi. Il primo è la vera origine di questo accanimento sull'arredo urbano. A Merano le ringhiere che costeggiano il fiume Adige (o forse è il Passirio, non mi ricordo, chiedo il 50 e 50) sono ricoperte (vedere foto 1, c'è solo quella) di targhe e lucchetti lasciati dai militari di stanza nella zona a simboleggiare qualcosa che li tiene incatenati per 365 giorni. Il secondo punto è terribilmente freudiano (come dicono gli intellettuali più avvertiti): per quanto ci si ostini ad affermare che il lucchetto simboleggi il “per sempre” (che spesso poi è un per sempre che dura meno della naja e a volte è pure più palloso), in realtà il lucchetto simboleggia, grazie ad acrobatiche associazioni psicodinamiche, un lucchetto. Cioè qualcosa che incatena al di là della nostra volontà e da cui non ci si può liberare se non trovando la chiave giusta (simbolicamente persa nel fiume) o facendo dei danni all'arredo umano (o al limite conoscendo uno che ruba motorini).
Questo emblematico simbolo che si ritorce su se stesso fa da cassa di risonanza per quegli schemi che, dati alla mano, rappresentano oggi il fallimento dei rapporti di coppia, proprio perché la condivisione di due anime, non può passare attraverso l'egoismo, la dipendenza, il controllo, la regolamentazione e i ricatti morali, ma solo attraverso il rispetto, che non va sostituito con le regole, la fiducia, che non va sostituita con il controllo, la consapevolezza e la celebrazione di due esistenze, non la loro morte in nome di qualcosa che alla fine starà in qualche modo stretta a tutti. Appartenere a se stessi è più importante e difficile che appartenere a qualcuno, volere il bene di una persona è più complicato che desiderarla, fare un percorso insieme, giorno per giorno, è più vero, intenso e arduo che seguire regole che tengono incatenati come un lucchetto. Un lucchetto che esprime il suo vero significato solo quando viene rotto, perché è testimone e prova di un reato. Perché identifica un colpevole.
Se il libro di Moccia viene addirittura fotocopiato (destinando il toner delle fotocopiatrici delle segreterie a scopi meno nobili del sempre sacro fotocopiarsi le chiappe) significa che pochissime persone la pensano come me (ed è già tanto che uso il plurale). Per fortuna i fatti sono dalla mia parte e date pure a “fatti” l'interpretazione che più trovate acconcia.
La prossima volta che volete attaccare tre etti di ferro da qualche parte, fatevi un piercing. Tanto, come dicono sempre gli uomini di mondo, se vogliono rubarti la bici, te la rubano anche se c'è il lucchetto. Oppure tenete una chiave di scorta o al limite usate il corso di sub che avete fatto a Sharm per immergervi nel Tevere e recuperare quella che avete gettato. Non saranno acque cristalline, ma tanto a quel punto nella merda ci sarete già.

Technorati Tags: ,

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono film, in effetti, che anche se non li hai visti sai già come iniziano, come si sviluppano e come vanno a finire. A me pare che quello di Moccia sia proprio uno di questi... e ho pure risparmiato 7 euro :) giusti accenni di considerazioni, caro cruman, come sempre.

Pur tuttavia, senza VOLer togliere il PANE di bocca a nessuno nè tantomeno il mestiere, mi sento di VOLare su Panorama (è sempre un bel vedere...) per ricordare come ci sia chi vende "... il blog dal fornaio"... come dire, tutta farina del tuo sacco :)

cruman ha detto...

ma porc!! come non ci ho pensato io?? Ora per punirmi vado a vedere il film "contro saturno".
Comunque come vedi mantengo una certa coerenza. Infatti mi ha insolentito il fatto che lui ora rinneghi la categoria, mentre io la considero a tal punto da farla depositaria della mia opera :)

a momenti mi arrampicavo su uno specchio!

idolo bisio

cruman

Anonimo ha detto...

Ciao, ti ho scoperto grazie a oknotizie e ti ho linkato sul mio...
Spero non ti dispiaccia...
Un saluto e continua così, sei davvero in gamba!

cruman ha detto...

ciao spes,
grazie per l'onore di trovarmi appoggiato sul cicap! :)
appena ho un minuto do un'occhiata al tuo blog.

cruman

Marco Camisani Calzolari ha detto...

Cruman, sei un genio. Non per prenderti per il QI. Ma nel senso più ampio!
Scrivi da Dio, anche se spero ci andrai a lavorare il più tardi possibile.
Vediamoci presto
Ciao
Marco

Anonimo ha detto...

Bellissimo...
Anzi il pezzo di come dovrebbero essere i rapporti fra due persone che dicono di amarsi lo copio/incollo e lo volantino a tutti.....;-)

Anonimo ha detto...

Belle le tue considerazioni sui "legami" (che sarebbe già buona cosa se non divenissero vincoli...) e sulle dinamiche che sarebbe bello caratterizzassero due anime che si condividono. Tutto assolutamente scomodo stressante e impopolare. Ma vero.

Solo un appello POST SCRIPTUM (ANTE LITTERAM lo è già tutto il blog): "Per fortuna i fatti sono dalla mia parte e date pure a “fatti” l'interpretazione che più trovate acconcia.", tu scrivi AD HOC (ma si scrive così?! :P) . Ora io vorrei invocare quale DEUS EX MACHINA (Fiat... lux?) Postatore Sano: non potrebbe acconciare a dovere tutti quei fatti che stanno dalla tua parte, dando loro la giusta piega? :)

AD MAIORA

Anonimo ha detto...

Sono d' accordo sulla tua considerazione di come dovrebbe essere vissuto un rapporto di coppia....salvo poi avere qualche riserva sul riuscire personalmente a metterlo in pratica, ma questo fa parte del mio percorso evolutivo ancora in fase sperimentale, invidio tutti voi (in senso buono)se ci riuscite già. Ho notato che in tutto il post non hai mai utilizzato la parola "amore"...sei un grande!

PS:Mitico Bisio!!! Cruman sarai interrogato riguardo "contro saturno"...anzi no...significherebbe che devo sorbirmelo pure io...fortunello :o))))))

dny ha detto...

sono un piccolo e tenero e iniesperto blogger sgrammaticato non chiedermi il perchè ma qua mi sento ha casa e provo un profondo desiderio di emulazione !!! dove posso trovare il modulo per porsi sotto la vostra ala protettiva?

Anonimo ha detto...

Ragazzi, voi non sapete cosa vi siete persi a non vedere Saturno Contro! Credo che 2 ore di sonno così profondo non le fai nemmeno dopo una serata a base di birra, peschito e rhum and fruit shakerati!
Forse in qualche modo è terapeutico!
Bello l'amore libero dagli inganni dello standard di coppia, però ragionando a monte, credo che oggi sia ancora più difficile trovare persone che abbiano l'intenzione e la predisposizione ad investire qualcosa in una relazione. Figuriamoci poi a gestirla!
Sarò un inguaribile romantica, però proviamo a vendere fette di cuore al banco del supermercato, non si sa mai che risultino così terapeutiche come l'indimenticabile film di Ozpetek!

cruman ha detto...

caro dny
io al limite posso avere un'ala di pollo, se avessi un'ala protrettrice mi ci infilerei sotto io creando una configurazione ricorsiva alquanto bizzarra. Ho dato un'occhiata al tuo blog, non hai bisogno di nessuno, fidati!