martedì 13 marzo 2007

Viva l'agnoranza


"L'ignoranza è una benedizione, ma perchè la benedizione sia completa l'ignoranza dev'essere così profonda da non sospettare neppure se stessa"
EAP

I latini, che hanno campato per secoli coniando frasi da consegnare alla storia che affondano radici di saggezza nel fatto di essere state scritte in una lingua morta, dicevano ignoramus et ignorabimus (in realtà l'ha detto un francese ma siccome è in latino lo dicevano i latini). In una lingua viva o al limite agonizzante corrisponderebbe a dire che l'uomo non è in grado di giungere alla conoscenza degli elementi ultimi del reale. Per me, che non sono in grado di giungere a conoscere nemmeno il mio vicino di casa, è una notizia in qualche modo confortante. Se fosse vero significherebbe che una sorta di ignoranza è ineluttabilmente parte di tutti noi. Del mio vicino di casa sicuramente, per il resto non so... lo ignoro. Ma se consideriamo che l'ignoranza è assenza di conoscenza in un soggetto che tuttavia è in grado di intendere, ci tocca stabilire prima chi sia in grado di intendere, per potergli poi dare dell'ignorante. La questione è complessa e l'uomo ha spesso confuso le cose. Per esempio Sant'Agostino sosteneva che melius scitur Deus, nesciendo (Dio si conosce meglio nell'ignoranza), ma detto da un santo che qualcosa sapeva (sicuramente il latino per esempio) suona incomprensibile. Molti dotti pensatori a cui tutto si poteva dire (per esempio che co' sto latino hanno proprio rotto) ma non che fossero ignoranti, hanno cantato le lodi del non sapere, nel senso più puro del termine. Cioè nel senso in cui rappresenta una sorta di imene dell'anima, una verginità persa la quale qualcosa cambia per sempre, si supera un punto di non ritorno e spesso anche di non ricordo.
Per esempio Giordano Bruno (omonimo del noto calciatore) diceva l'ignoranza è la madre della felicità e beatitudine sensuale. Insomma difficilmente sentirete l'ignoranza elogiata da un ignorante come la povertà da un povero, con la differenza che il povero conosce la propria condizione di povero mentre l'ignorante no (a meno di lacune nella sua ignoranza).
Invece le istituzioni sociali condannano la non conoscenza. Infatti ti obbligano ad andare a scuola e se vai male ti danno voti bassi. In quel caso tuo padre si recherà dal preside per spiegargli a ceffoni le tue problematiche culturali e una volta di fronte a un giudice non potrà dire “non sapevo fosse vietato sciupare i presidi”, perché per la legge l'ignoranza non è un alibi ma una colpa.
Questa ultima considerazione mi ha portato a rilevare quanto contrasti con lo sfruttamento che le stesse istituzioni fanno dell'ignoranza. Esempio. Si fa un gran parlare del fatto che il 30% degli incidenti stradali avviene a causa dell'abuso di alcol o droga. Curiosamente nessuno parla del restante 70% sebbene, calcolatrice alla mano 70 parrebbe essere di gran lunga superiore a 30. Purtroppo quasi tutti gli incidenti stradali avvengono perché qualcuno non sa guidare. Non nel senso che non sa coordinare i piedini sui pedali e le manine per roteare il volante, ma nel senso che non sa come si sta in strada. Le istituzioni intervengono massicciamente in questa drammatica situazione aumentando vorticosamente le multe (fino ad oltre 10 mila euro) e i rilevatori di infrazioni stradali (cioè i generatori di multe). Facendo praticamente niente per contrastare l'ignoranza, anzi proteggendo il patrimonio che rappresenta. Prima di portare le sanzioni all'ipoteca sulla casa bisognerebbe affrontare la realtà composta di gente che non solo non sa perché certe cose in strada non si devono fare, ma non sa nemmeno che non si devono fare (fatevi un giro in autostrada nei week end e divertitevi). Oppure può capitare di trovarsi in città dove sono state piazzate telecamere che ti inquadrano e decidono se sei presenza gradita, in caso contrario, invece di dire “oh te sei antipatico vattene” fanno versare tanti euri nelle casse dei simpaticoni. Il tutto basato sul fatto che un non autoctono difficilmente potrà sapere di poter circolare solo dalle 23 alle 3, ma nei giorni dispari che cominciano per m e solo con la barba ben rasata e imbattersi in qualcosa o qualcuno che dia informazioni chiare è una speranza vana.
Ma ci sono tanti esempi di manovre indirizzate all'ignoranza. I testi dei referendum abrogativi, le chiacchiere dei politici, i giochi d'azzardo legali, tutti i sistemi di silenzio assenso. Quest'ultimo è un mondo da scoprire. Con la nuova legge sul TFR (che non è un treno ma il trattamento di fine rapporto) se un poveraccio non sa esattamente che cosa deve fare e quando, vedrà finire i suoi soldi nelle casse dell'azienda che, vedendo il poveraccio avvicinarsi, li passerà all'INPS che li terrà sospesi fuori da una finestra del dodicesimo piano sfidando il lavoratore con “li butto eh, li butto!”. Finché, povero e solo passerà a miglior vita (peggiore era difficile) e ignorando in vita che avrebbe dovuto dichiarare qualcosa riguardo l'espianto degli organi, gli verrà sfilato un fegato, tre ginocchia e mezzo scafoide (e anche sulle procedure di espianto le persone sanno pochissimo per motivi comprensibili). Tutto questo perché qualcuno ha tristemente rilevato che in Italia ci sono molti più ignoranti che generosi e le liste di attesa per i trapianti risentivano dell'accanirsi nello sperare sui secondi piuttosto che puntare sui primi.
Sappiate tutto quindi, oppure ignorate ogni cosa, perché se conoscete solo in parte è un disastro.
So (almeno credo) di aver già fatto troppe citazioni in questo post, ma non posso esimermi dal chiudere con le parole del grande filosofo clerical-ciociaro Don Buro “quant'è bella l'ignoranza se stai bene de testa de core e de panza”

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul trapianto degli organi (essendone io sostenitore da sempre) mi sento di dire che il silenzio assenso sia più sensato, visto che permette cose ... una volta che non ci siamo più. Per cui direi che non ci danneggia più di tanto e soprattutto ridà la vita a chi sta per perderla.
Al di là della legge, comunque, di fatto a tutt'oggi l'espianto avviene solo con l'esplicito assenso del defunto o dei familiari. Chi non è d'accordo si è posto il problema di sè dopo la morte, e quindi credo sia in grado di far sapere la propria volontà.

cruman ha detto...

lo capisco, ma il silenzio assenso è sempre un sistema fallato. E' vero che è a fini umanitari ma non si possono perseguire fini umanitari danneggiando altre persone (che magari ignorano). E' il concetto che è sbagliato (non lo scopo), perchè punta palesemente sull'ignoranza, altrimenti non ci sarebbe bisogno del silenzio assenso. Le persone dovrebbero essere sensibilizzate, quindi agire sulla cultura e la conoscenza. Per esempio perchè nessuno spiega come avviene l'espianto degli organi? Perchè nessuno dice che non si possono espiantare organi da una persona morta? Il perchè è evidente e anche qui si preferisce puntare sul non sapere piuttosto che sulla cultura e la sensibilizzazione.
Io non sono contro l'espianto degli organi, sono contro un certo tipo di non cultura.

Anonimo ha detto...

D'accordo. Però, mentre la non cultura stradale porta a sopprimere vite, la "non cultura" sulla donazione degli organi porta a salvarne. Il fine forse (e qui sta l'inghippo) giustifica i mezzi. Dopo di che, d'accordo con te che solo la conoscenza (non solo in questi casi) possa portare alla piena consapevolezza.
Sempre un piacere leggerti

Anonimo ha detto...

Secondo me l'ignoranza, per sua natura, non può essere un mezzo. Un mezzo, in quanto "modo in cui si opera", presuppone conoscenza, minima, ma la presuppone . E quindi nessun fine può essere giustificato tramite l'ignoranza. Non sta in piedi. Cade e si fa male :) e poi gli organi chi li espianta?

cruman ha detto...

ottima osservazione, però ora espiantatela! ;)

Anonimo ha detto...

Formidabile. Malgrado qualche foschia la giornata si è rischiarata.
Mi ha indotto a fare un esame, calcolatrice alla mano, della mia percentuale di ignoranza e confesso di essere arrossito mica male.
Tanto che ho deciso di seguire il suo consiglio:
La espianto qui subito.

Anonimo ha detto...

anche Guareschi ha detto "la cultura è una brutta bestia perchè ti amareggia la vita e anche la morte".una bella citazione da un libro fa sempre la sua scena a proposito di ignoranza e poi è di un tuo quasi compaesano no

cruman ha detto...

in realtà guareschi è del parmigiano (non nel senso che è una forma, ma una sostanza). Perdipiù la saga di don camillo è stata girata dalle mie parti per volere del regista contro quello dell'autore. vedi che so un sacco di cose? tante e inutili!

cruman