martedì 28 agosto 2007

Fecondazione avvilita


Non ci vuole un antropologo per capire che l'anello mancante tra l'homo abilis e l'homo erectus sia l'uomo vacanziero. Quindi io, che non sono un antropologo, l'ho capito. Potenza dei sillogismi.
Mentre mi godevo quel quarto d'ora che intercorre tra il momento in cui ho smesso di pensare con stupore al fatto che non stessi lavorando e il momento in cui ho cominciato a pensare con orrore a quel golgota coltivato a scartoffie che mi avrebbe accolto al ritorno, ho avuto modo di osservare con piglio da discovery channel i meccanismi alla base di una diffusissima tipologia di nucleo familiare. Trattasi di giovane coppia attempata di fresca proliferazione. Questi due esemplari formano un legame sentimentale nonostante abbiano profonde ed incolmabili divergenze congenite: uno è maschio e l'altra è femmina. Questa faglia attiva, prima o dopo, provoca lo sbigottimento in tutta la tettonica a zolle che compone la coppia e, nonostante la tettonica, i sentimenti virano dapprima verso presentimenti (in barba alla consecutio) poi verso i pentimenti ed infine sfociano nei patimenti. A questo punto, il dinamico duo sfrutta tutti i principi della termodinamica (pur sapendo a stento come funzioni un termosifone) e si riproduce, generando un veicolatore di negatività che dissipa in inutile calore il reciproco astio.
Il cucciolo provvede sin dai primi vagiti ad una serie di esigenze dei suoi genitori e lo fa principalmente divenendo un superconduttore di odio. Convenendo sul fatto che, per una giovane coppia con prole, insultarsi in pubblico e di fronte al pargolo sia poco consono, i due soggetti, divenuti tre moltiplicandosi e gettando qualche dubbio sull'algebra, utilizzano il prodotto del loro patrimonio genetico per soddisfare il loro bisogno di rivalsa sul consorte e sul destino baro che glielo consegnò. Classica scena: il ristorante.
Il maschio si guarda intorno come un tricheco inseguito. È talmente avvilito che trova sexy persino me. La femmina ha l'espressione incarognita di chi, costretta a sopportare un uomo piccolo che vomita e uno grosso che fa vomitare, pensa di meritare lo stipendio di Ronaldo (anche perché probabilmente gioca meglio a pallone) e invece è lì ad ordinare una pizza acciughe e pomodorini da zi' Antonio l'egiziano. Il bambino guarda con insistenza verso di me costringendo i genitori a pronunciare frasi tipo “hai visto che bambino grande” come se avessero una patata in bocca e con l'espressione di un cartone animato giapponese. In realtà io so che mi sta offrendo il suo latte in polvere d'oro pur di portarlo via da quella faida. Io, che ho paura dei bambini come quel pelosone di Monster & co., ma soprattutto per evitare di essere coinvolto in questo psicodramma, fingo di parlare con una capasanta che vaga nel mio piatto, talmente fresca che un buon veterinario potrebbe ancora salvarla. È l'ora della tenzone.
Il maschio, per denigrare il delirio nutrizionista della femmina, cerca di far mangiare al piccolo delle cozze chiuse col lambrusco, sostenendo che tutte quelle costosissime pappette non servono a nulla. Lei, simulando in malo modo divertimento, gliele leva dal piattino insultando il marito conto terzi:

F: (verso il pupo) “Ma è scemo il paparino a darti le cozze? Eh? Digli papà sei scemo?”
P: “ghghghghgnè”

Poi si alza e va in bagno. Da quando ha partorito non si accoppia più (col marito) e va in bagno ogni volta che il maschio le rivolge la parola. A questo punto interviene lui, più codardo ma più incisivo.

M: (verso il pupo) “Dai un goccetto di lambrusco adesso che non c'è la mammina che la dà via come se non fosse sua”
P: “ghghghghggnègnè”

Un'altra esigenza primaria che il bimbo soddisfa è quella dell'apprezzamento pubblico non più cercato all'interno della famiglia. Il piccolo viene così sovraesposto ed ogni suo gesto enfatizzato all'inverosimile nella speranza di ottenere gridolini di stupore da parte degli astanti. L'intento dei genitori è quello di potersi beare del successo della loro propaggine umana. All'uopo assemblata.
La coppia dimostra quindi disappunto perché, nonostante i rumorosi richiami, io non dispenso sbalordimento per il fatto che il loro figlioletto riesca a infilarsi tutto il pollice in una singola narice (almeno l'avesse infilato in due). Il mio disinteresse è considerato sintomo di un'anima insensibile e probabilmente criminale. C'è da dire che il loro livore è amplificato dalla mia esibizione atta a dimostrare che posso esprimermi nelle medesime evoluzioni del bambino.
L'acme della serata si raggiunge quando il pupo viene sguinzagliato per il locale senza controllo. Il piccolo, ormai caricato a bile oltre qualsiasi livello di sopportazione umana, si scarica infastidendo qualsiasi forma vivente che incontra. Osserva con cura una formichina laboriosa prima di spiaccicarla col pollice di cui sopra per poi rinfilarlo nell'apposita rinocustodia, sfodera acuti fuori scala alle spalle di anziani cardiopatici e soprattutto continua a fissarmi con quegli occhietti consapevoli di scuotermi fin nel midollo. I genitori persistono nella loro indifferenza corroborata da un distorto utilizzo della democrazia: siccome hanno fatto un figlio pensano che sia loro diritto lasciare che frantumi gli ammennicoli a chicchessia, tanto è solo un bambino e in più loro se lo sorbiscono tutti i giorni, per una sera è giusto che tocchi a qualcun altro. Fosse anche una maestra d'asilo sotto psicofarmaci.

Se vostro figlio continua ad affrontare le persone con “ghghghghggnè” è normale. Se ha trent'anni però, forse è il caso che vi poniate delle domande.
In definitiva non c'è da allarmarsi. Il bambino, con l'aiuto di un buon esorcista, può anche crescere sano ed equilibrato se non capirà mai di essere stato, prima che un essere umano, uno strumento in mano a persone convinte che la loro capacità biologica di riprodursi dimostri in qualche modo l'esistenza dei valori necessari per occuparsi di una persona.

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30 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo alla merda non c'è mai fine, anzi si riproduce ed anche in fretta

Anonimo ha detto...

Parole sante. Non si capisce perchè per guidare una macchina non sia sufficiente esserne proprietari ma occorra dimostrare (+ o -) si saperlo fare, superando due esami, mentre per allevare un bimbo sia sufficiente essere biologicamente in grado di concepirlo.
E sì che una macchina, se si guasta, si può sempre cambiare.
Anche io ho assistito alla tipica scena al ristorante, un mese fa. Con i camerieri che, poco prima di essere portati via indossando strane camicie con maniche molto lunghe, esibivano vistose magliette con la scritta "W ERODE", distribuendo buoni gratuiti per vasectomie.

Spaggio ha detto...

Aggiungo la mia recente esperienza nella variante da spiaggia, nella quale gli effetti devastanti da te già descritti si amplificano.
La sinergia è possibile grazie all'interazione di più esemplari di genitori e, ovviamente, anche di bambini. In tale complesso ecosistema ho notato che la vera mina vagante si innesca quando un esemplare di pupo lasciato senza controllo arriva a interagire con una coppia di genitori non sua, generando reazioni impossibili da prevedere che vanno dal moto di affetto disinteressato al desiderio di sterminio della prole altrui senza soluzione di continuità. Anche in questo caso, l'unica tattica che paga è quella che prevede di cucirsi addosso un'espressione bovina e fingersi in trance...

Anonimo ha detto...

bobby giuro pensavo che il tuo discorso era riferitto alla promisquità della moglie!
comunque io sono a favore dei cuccioli d'uomo ormai equiparati legalmente a un ciwawa qualsiasi
dny

cruman ha detto...

porca paletta questo non è un blog è la strage degli innocenti! ma vi ho creato io o eravate tutti già così?

Neottolemo ha detto...

Solo due cose:

Prima cosa: i bambini sono orribili più in la, quando entrano nella ragione ed imparano "io voglio"

Seconda cosa: bentornato

cruman ha detto...

ora non siate più pargolofobici di me, questo pezzo era contro certi genitori non contro i bambini... va be' magari un pochetto :)

Neottolemo ha detto...

Anche "io voglio" è contro certi genitori. Sarà che ho l'invidia dell' "io voglio" (in chiave froidiana).

cruman ha detto...

anche il "mio!" è terribile sarà che ho l'invidia del mio!

Neottolemo ha detto...

Io "mio!" non lo potevo dire nemmeno se volevo il formaggino.
Però se vuoi vederla in chiave antropologica, chi ha l'infanzia viziata poi se la passa meglio. Almeno è quello che ho potuto riscontrare io.

cruman ha detto...

io mio potevo dirlo quanto mi pare, tanto non c'era niente da miare.
Per quanto riguarda i viziati, dipende "meglio" da che punto di vista.

Neottolemo ha detto...

Se nell'infanzia non hai niente da miare, vuoi perchè proprio non c'è modo di comprare l'agoniato aggeggio o vuoi perchè hai da imparare una morale, cresci con l'idea che sia possibile vivere pur non possedendo un navigatore satellitare. Questo ti fa apparire come qualcosa che tu chiameresti mostro tricefalo.
So che è una visione un pò distorta, me se è passata l'idea che l'uomo è un animale sociale (e la società è un animale)allora beato chi non riesce a fare a meno del navigatore satellitare.

Anonimo ha detto...

Secondo me quando una coppia mette al mondo un bambino scatta qualcosa di misterioso. Conosco diverse persone che prima di avere un figlio si lamentavano della mancanza di rispetto dei nanerottoli degli altri e del comportamento indifferente dei genitori degli stessi, poi una volta prolificato i loro comportamenti si sono unificati alla media...la cosa triste è che non se ne rendono nemmeno conto!

Franca ha detto...

Hai proprio passato una brutta serata in quel ristorante!
Però, la capasanta almeno era freschissima!
Ti svelo un segreto: fermo restando che bisogna saper essere buoni genitori (su questo hai senz'altro ragione), quando poi lo si diventa alcune manifestazioni dei pupetti diventano molto più sopportabili

cruman ha detto...

Franca mi conferma che non devo essermi spiegato proprio come uno grande. Io nello specifico non è che non sopportassi l'atteggiamento del pupo, ma quello dei suoi insani genitori. Il pupo mi faceva pure un po' pena. A parte quando mi fissiva. Ho provato a fare il segno della croce con le braccia ma niente.

Anonimo ha detto...

Che triste visione... far coincidere quella che talvolta può essere una semplice seppur goffa espressione dell'entusiasmo per quella vita generata dalla propria capacità biologica riproduttiva con una inverosimile tesi dimostrativa del possesso di valori educativi...
Talvolta trovo sia molto più fastidiosa l'incapacità di entusiasmarsi per alcunché che le goffaggini di piacevole stupore...

Ma d'altronde si sa, va di moda il biologico e ogni scarrafone è bello a mamma soia....

cruman ha detto...

già, la rinomata soia biologica.

Anonimo ha detto...

io di solito non leggo così tanto in web, mi annoio. Avermi fatto leggere tutto questo po po di post fa di te un buon raccontatore.
o di me una pazza :)

cruman ha detto...

la seconda che hai detto...temo.

anche io mi annoio a leggere sul web, infatti ci scrivo e basta...già che sei qui..di che parla sto post?

mercì

cruman

Anonimo ha detto...

i bambini non dovrebbero esser cresciuti dai genitori....

Anonimo ha detto...

io mi stupisco di tutto questo accanimento dei commentatori contro i genitori... ma che è, siete tutti nati sotto i cavoli o portati dalla cicogna? è vero, talvotla ci sono situazioni eccessive o ridicole, altre volte da denuncia, orribili... ma spesso, molto spesso, ci sono situazioni semplicemente NORMALI di persone NORMALI che si entusiasmano e ci provano, a fare i genitori, partendo dai loro limiti e dai loro difetti... ci si scontrano pure, anche con fatica, ma un genitore NORMALE non molla un figlio, anche quando questo non è perfetto. E voi tutti che criticate che siete, tutti perfetti esemplari nati in provetta???

Ciò che ognuno di noi è diventato lo deve anche ai propri genitori, compresi i loro errori nel cercare di esserci per noi dando il meglio che possono... Noi che forse siamo/saremo genitori, con tante paure e domande sospese... e forse guardiamo/guarderemo i nostri figli chiedendoci se il nostro meglio arriva loro oppure no, se possiamo fare ancora di più...

... poi una mattina ti svegli e ti ritrovi solo, nei pensieri, a ricercare in una piacevole malinconia quello sguardo che parla di te e che ora non c'è più...
ma questa è un'altra storia.

cruman ha detto...

ovviamente non ce l'ho con la "categoria" genitori, senza la quale non avrei potuto avercela con chicchessia.
La mia ironia (e sottolineo ironia) era indirizzata verso quegli strani stimoli che portano a riprodursi e soprattutto al fatto che in Italia una persona possa crescere un figlio (anche se tossica, alcolizzata, psicolabile) grazie al semplice requisito di essere fertile. mentre se provi ad adottarne uno ti fanno 12 mila esami psicofisicieconomici e forse te lo affidano quando ormai sei in pensione.

grazie per il tuo commento (anche se anonimo ;)

cruman

Anonimo ha detto...

Infatti non ho criticato il tuo post: racconti una tua esperienza,pratica ed emotiva, esprimi la tua opinione, sarcastica forse sì e forse no, che comprendo e non condivido, ma questo non conta.
Il mio stupore nasce dai commenti, trasudanti.. boh, mi vien da dire quasi fastidio per coloro i quali - i GENITORI appunto - hanno in verità permesso loro anche di essere qui, a commentare, spesso pure con cognizione di causa.

Quello che non ho colto in questo tuo post è la critica verso le situazioni che invece condanni nella risposta a me... Situazioni che hanno sicuramente ragione di suscitare sdegno e sarebbe gioco anche reazioni fattive.

Il fatto che le adozioni richiedano tante cautele credo non sia così scorretto: a maggior ragione considerando le situazioni "border line" che esistono naturalmente, laddove c'è chi richiede consapevolmente/ufficialmente/volontariamente di esercitare - qui sì - il possesso di valori educativi, oltre che affettivi, su altri "individui" è più che corretto, secondo me, che sia posto a verifiche. In questo caso non si è genitori ma si chiede di divenire tali.
Banalizzando, è come nascere ricchi o divenire ricchi: nel primo caso nessuno chiede verifiche sulle "doti" (intelligenza, scaltrezza, furbizia, ingegno,ladrocinio... ;) )esistenti ed esercitate per arrivare alla ricchezza... :)

Quegli stimoli cui invece dici di riferirti con ironia spesso spingono solo a copulare.. poi sfiga vuole (la chiamano così invece che con il nome giusto, deficenza) che ci sia chi corre più veloce dei loro neuroni causando fastidiosi rigonfiamenti addominali... hai voglia poi a prendere tisane al finocchio e pastiglie slimfast ;)

Ogni individuo, ogni storia, ogni famiglia ha la propria dinamica personale, ci mancherebbe... ma se vogliamo generalizzare - come giustamente mi pareva si facesse in questo post - allora credo solo che valga la pena andare dai propri genitori - per chi ancora lì ha - almeno con un pensiero, uno di quelli felici.. Tu ci insegni, nel corso dei tuoi post, che spesso ci dimentichiamo quanto grande sia il valore di piccoli gesti del cuore.

grazie a te

SA.

cruman ha detto...

non discuto che i prerequisiti di un adottante vadano verificati, mi chiedo solo perchè una persona fertile venga a priori giudicata in grado di crescere un figlio e una sterile no (a un che di fatalistico questa posizione).

per quanto riguarda gli stimoli non mi riferivo a quelli sessuali. Mi riferivo al fatto che spesso un figlio serve a risolvere (spostare) i problemi della coppia. Altre volte serve a realizzare ciò che non si è riusciti a fare nella vita. Oppure semplicemente a creare qualcuno su cui riversare le proprie frustrazioni o la propria presunta saggezza.

Credo che il genitore sia il mestiere più difficile e faticoso del mondo. Soprattutto è difficile considerare un bambino una persona vera e propria e non una appendice di se stessi.

Anonimo ha detto...

Una persona fertile non viene giudicata. Punto. Una persona fertile pò darsi che dia origine ad un'altra vita. A quel punto deve/DOVREBBE semplicemente farsene carico: educandola, crescendola, amandola. Forse. Speriamo nel modo meno disastroso.
Una persona sterile chiede di poter fare il genitore e quindi viene "interrogato" sui requisiti secondo i quali può assumere tale "incarico". Accade in ogni situazione: perchè un uccello vola e un pilota d'aerei, per volare, deve sostenere esami? Perchè l'uccelo ha le ali e il pilota le deve utilizzare quelle dell'aereo. Lo so, è un esempio grossolano... ma suvvia, ci siamo capiti :)

Tu dici: un figlio serve... Magari ognitanto potessero, ti rispondo io... Un figlio è un essere umano. Punto. Che talvolta viene strumentalizzato in crisi coniugali o in crisi esistenziali. Ecco allora che possono nascere tragedie... o semplicemente non si risolvono le situazioni pregresse.
Ma un figlio non SERVE, non è uno strumento di vita... Non lo è, nemmeno quando si prova a farlo diventare tale.

Quello dei genitori e quello dei figli sono i mestieri più difficili del mondo. Perchè amare senza essere egoisti è la cosa più difficile del mondo.

Anonimo ha detto...

tutto vero e molto triste quello chr hai descritto,anch'io la penso come bobby e mi sono sempre chiesta perchè per adottare bambini si viene sottoposti a mille umilianti esami psicologici e per procreare no,forse un figio tuo è un oggetto da plasmare,plagiare e rovinare a piacimento,mentre quello adottato ha già sofferto abbastanza.
Comunque sono convinta che la scena ristorante sia il frutto dello smisurato egoismo dei genitori che non intendono in nessun modo rinunciare allo stile di vita che conducevano prima di diventare genitori,e ,come il ristorante,ci sono le stesse scene nei negozi,nei supermercati o grandi magazzini.
E triste pensare che non si vuole mai crescere e rendersi conto di cosa si può ancora fare e cosa no quando si ha un certo tipo di responsabilità,anche verso il prossimo e soprattutto ho sempre notato di come certi genitori non concepiscano il fatto che il loro figlio è il centro del mondo per loro non per tutti e se glielo fai notare e provi a dire che i figli tutti li hanno e nessuno è eccezionale si offendono a morte,io ho perso amiche per questo non che mi sia dispiaciuto.
Ovviamente se io sono una madre così avvisami,e ovviamente non ti parlo più

cruman ha detto...

la cosa peggiore non è che si offendono ma che ti fanno passare per un mostro o un erode qualsiasi, va be' nel mio caso può anche essere vero, ma non è sempre così.

mi toccherà aprire un dibattito anche sul ruolo di sorella maggiore! :)

nicknamemadero ha detto...

Caro Cruman, l'episodio del ristorante avrebbe dato fastidio pure alla signora Montessori... Però ti assicuro che se ti capiterà di avere (da una donna che ami) un tuo bimbo... sarà la cosa più straordinaria e bella della tua vita. Tra l'altro non ho dubbi sul fatto che saresti anche un ottimo padre. Adesso non fare gli scongiuri...

Anonimo ha detto...

Ma chi ha detto che in Italia c'è la crisi demografica ? su ogni aereo italico in partenza per ogni luogo e in ogni stagione imperversano almeno 3 infanti trascinati dai genitori deficienti ovunque la tv suggerisca che "fa figo andarci". "E dove lo lascio ?" rispose ad una legittima rimostranza il genitore in immancabili bermuda e berretto da baseball ben deciso a non perdersi la sua avventura tutto compreso. Quanto sareste disposti a pagare per un volo childfree ?

Anonimo ha detto...

Non so se arrivo in tempo ma mi fa piacere che anche anche tu parli di tettonica. Quando ho appreso i primi rudimenti del mio mestiere per tettonica intendevo gli eccezionali attributi galattici della nostra attempata ma robusta segretaria. Ho dovuto frequantare dei corsi serali per apprendere che si trattava di geologia, ma ancora adesso di primo acchito....
Caro Cruman per il resto, si tratta di bagaglio culturale.
Mia nonna alla quale devo i miei primi passi nel settore, usava inculcarmi la cultura rigida con il cosiddetto "bager", asta di legno di salice di ca 2 metri di lunghezza, e quella flessibile con la cosiddetta "sgiarvela" giunco flessibile altrattanto lungo.
Ma il mio zoccolo culturale di base è stato il suo di destra che mi arrivava in testa con mirabile precisione anche a cinque o sei metri di distanza quando riuscivo a sottrarmi agli altri due.
È quindi dalla più tenera età che azichè enghghghenèèè alle origini del mio bagaglio culturale e linguistico stanno le più ehm... "colorite" espressioni di mio nonno in dialetto varesotto.
Non te ne sei accorto?.