domenica 12 febbraio 2006

I brutti ceppi


Viene da dire finalmente è arrivata! Sono mesi che ce la tirano... arriva arriva, bisogna solo vedere quando. E come la colomba pasquale con l'influenza, l'H5N1 quando arriva arriva. Ormai è una formula consolidata, come per gli attentati: "tranquilli che prima o poi...". E chi si scompone? Certo, ho anche saputo che prima o poi uscirà un nuovo libro della Tamaro e ammetto che la mia flemma ha cominciato a vacillare. E' inutile non c'è pace. Armato di samurai, avevo appena finito di titillarmi gli incisivi beatamente impastati di pezzi di fiorentina finalmente libera da patologie psichiche spongiformi ed ecco che mi piomba nel menù il pollo incubatore di virus letali. Pare fatto apposta. Penso a quei poveracci delle compagnie farmaceutiche costretti a lavorare come schiavi, ad assumere bambini indiani che cuciono a mano molecole antivirali, per poter vendere centinaia di milioni di dosi di vaccini utili come un talismano del mago Anthunes Coimbra do Nascimento. Io non sono un virologo (dal latino studioso di omaccioni) ma creare un vaccino per l'uomo per un virus che ancora non esiste è come uscire a cena col preservativo indossato. Ma è inutile infognarsi in logiche di complotto alla Noam Chomsky o alla Platinette. Certo è che siamo circondati da brutti ceppi. Mesi fa uscirono sui giornali titoloni pacati e consapevoli che più o meno recitavano "Possibili 16 milioni di morti in Italia". A parte che, se fosse possibile, ne vorrei suggerire qualcuno, ma quale scopo (anagramma di scoop) può avere una campagna di stampa simile? Io provo a pensare a qualcosa di diverso dal vendere più copie ma proprio non mi viene niente. Allo stato delle cose, in India, dove per motivi religiosi i topi dormono nella camera buona, ci sono stati una sessantina di decessi, su una popolazione di quasi un miliardo. Io non prevedo il futuro e può essere che quel giornalista tra un anno mi vedrà in un ufficio postale per la prima volta deserto e mi farà il gesto dell'ombrello cantilenando "te l'avevo detto". Ora mi sfugge comunque il senso di quelle uscite. Poi c'è il mio macellaio che mi dice con aria saccente (supportata dallo sventolarmi una mannaia davanti al naso) che tutte queste cose non esistono e che sono solo una manovra delle lobby dei fruttivendoli. Il mio farmacista sostiene di contro che non bisogna farsi prendere dal panico, ma cautelarsi assumendo un cocktail di farmaci del valore pari al prodotto interno lordo del Cile e con più controindicazioni della peste polmonare. Il virologo dice che per ora è tutto tranquillo, ma forse domani il virus si unirà biblicamente con un trojan bulgaro generando un supervirus in grado di espiantarti gli organi e intestarsi la tua casa al mare. Mio cugino dice che anche se siamo tutti condannati quei 20 euro li rivuole lo stesso. Nessuno poi pensa a questi poveri animali, questi cigni reali morti prima di trovare un'aspirina. Comunque tutto il mio rispetto a questi volatili che con l'influenza sono arrivati dalla russia orientale fino in sicilia volando. Io con due linee di febbre faccio fatica ad arrivare in bagno dalla camera da letto strisciando. E pensare che basterebbe un bicchiere di acqua calda e una bustina di tachi flou dec per vederli in forma andare al cinema con una bionda di un metro e ottanta. E quelle scene di intere colonie di pennuti accatastati ancora vivi in fosse comuni sono terribili, ma in qualche modo pensiamo che se c'è in gioco la vita dell'uomo è giusto che ci sia qualcuno che ha il coraggio di farlo. Ma provate a pensare se il virus avesse colpito, anzichè i volatili, i cani o i joystick delle playstaion. Ora vi lascio....ho un po' di tosse e non mi sento molto b
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1 commento:

Spaggio ha detto...

Ho il sospetto che in effetti tu abbia ragione, ovvero che il miglior pregio dell'influenza aviaria sia proprio quello di dare lavoro ai cacciatori di scoop e agli opinionisti vari.
Del resto non si può sperare che tutti i santi giorni i no-TAV menino un tedoforo o Berlusconi si paragoni a Napoleone, sicché un uccello morto fa sempre comodo (ma vallo a spiegare a mio nonno…). Io, però, mi sento tranquillo, dato che uso come cartina al tornasole i sondaggi radiofonici. Sabato mattina scorso, il tono era allarmato: un’acuta ascoltatrice di Verona commentava il ritrovamento dei pennuti morti con la frase “il lago dei cigni diventerà forse come il vaso di pandora?” (generando un certo allarmismo in tutta la categoria dei coreografi di danza classica). Stamane, invece, i toni sono molto più rilassati: per rassicurare il popolo italiano che in fondo l’emergenza aviaria non avrà impatti così gravi sulla vita quotidiana, un’albergatrice della val di Sole ha spiegato come si può fare il tiramisù usando le uova liofilizzate. I toni si distendono e i tiramisù non faranno la fine della fiorentina. Mi sento molto meglio.