"Nasciamo nudi, coperti di sangue e in lacrime. In seguito le cose si complicano"
Non fatevi ingannare. Nessuna legge, religione o filosofia è in grado di dimostrare che gli esseri umani siano uguali e qualsiasi infrastruttura sociale basata su questo equivoco è destinata a crollare miseramente. Non fraintendetemi io sono un democratico liberale disilluso nichilista e catastrofista (e pure interista! sob!). Ma se Magalli e la Unzicher (si scrive così e si pronuncia anzaiscer) fanno parte dello stesso ordine e famiglia, qualcosa che non ci è del tutto chiaro ci dev’essere. Facciamo un passo indietro: l’uomo nasce cattivo (la donna pure). O meglio, nasce quello che è, non certo quello che quel sepolcro imbiancato che chiamano civiltà ci vuol far credere che sia. L’arroganza, la presunzione, l’egoismo, l’irrazionalità, la brama di potere e possesso che i bambini incarnano con tale naturalezza, dovrebbe essere sufficiente ad avallare questa mia teoria. In seguito, l’educazione, i sistemi sociali, le leggi, la necessità e un discreto numero di paure preconfezionate, fanno di questo cucciolo di licantropo un essere più o meno civilizzato. Una volta c’erano i dittatori, ora c’è la cultura. Le cose non sono molto diverse. Ora assistiamo ad altri tipi di ribellioni ad altri complotti… quello che può fare la differenza, oggi come allora, è la consapevolezza. Fenomeno odiato o sconosciuto ai più. Per comodità, pigrizia, incapacità e a volte cause di forza maggiore. Ma è questo che rende unici e veri. Altrimenti hanno ragione “loro”: siamo tutti uguali. E allora avrebbero anche senso tutti quegli alibi: è colpa della società, la droga, il disagio giovanile, i conflitti generazionali, questo o quel partito, le istituzioni….ma dietro a tutte queste parole c’è sempre l’uomo, il resto sono fantasmi. Non serve cercare la soluzione al problema droga, se non si affronta il problema uomo, sin dalle piccole cose. E’ come curare il vomito dato dall’epatite senza curare l’epatite. Basta filosofia, cerchiamo di essere più pratici….. vi propongo un esperimento. Ora vi illustrerò una giornata tipo di molte persone citando vari episodi. Provate a pensare a quanti di questi avvenimenti capitano anche a voi….. o ne siete autori.
Esco la mattina, prendo la macchina e alla prima curva rischio il frontale con uno che guida in mezzo alla strada (pare che il santo graal custodisca anche il magico segreto della curva a sinistra). Cerco di fargli notare il mio disappunto, ma lui, se è solo fa finta di niente, se è con una donna, mi insulta con aria da macho minacciando un’inversione a UUUU e un inseguimento alla miami vice. Giungo a lavoro, dove quattro impiegati dediti all’antica arte di non fare un accidenti ed evitare qualsiasi incombenza (solitamente in concomitanza con il perpetuo lamentarsi delle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare), mi rifilano tutte le cose che dovrebbero sbrigare loro, accampando scuse che spaziano dall’allergia al sudore al blocco cardio respiratorio. Pausa pranzo. Mi dirigo al bar, facendo lo slalom tra mamme inferocite all’uscita delle scuole e macchine parcheggiate persino sugli handicappati (si, non sui posti a loro riservati, proprio su di loro). Ma non perché ci sia una crisi di posti macchina, solo per poter fare 3 passi invece di 30. Le stesse persone che poi trovi la sera in palestra a sollevare 100 kg di panca. Entro nel locale. Tutte le persone presenti si girano e mi guardano per circa trenta secondi con l’espressione appena più idiota di quella di ciccio di nonna papera e la bocca semi aperta. Mangio. Fortunatamente non succede più che il povero bistrattato fumatore di fianco a me, finisca di nutrirsi (senza fumare perché gli da fastidio) e si accenda una sigaretta proprio mentre arriva il mio piatto di pizzoccheri. Grazie al cielo può rimediare facendosi squillare il cellulare con la lambada a tutto volume ed intrattenendomi con chiacchiere insulse urlate a tutto il locale (4° principio della termodinamica: più sono idiozie più vengono dette ad alta voce). Pago a una cassiera che mi tratta come se mi stesse facendo un favore. Esco e faccio un salto all’ufficio postale. In fila, il perfetto sconosciuto che ho dietro, borbotta inveendo contro lo stato, le poste, il tizio allo sportello, i clienti che ci restano più di 4 secondi, Berlusconi, Blatter e sua suocera (del tizio non di Blatter). Il tutto cercando la mia approvazione. L’impiegato (che ha scelto di lavorare alle poste. Poteva debeccare i polli, ma no, ha fortemente voluto fare l’impiegato alle poste) ritiene superfluo salutare, rispondere in modo appena percettibile alle mie domande e togliersi quell’espressione da pit bull in gabbia dalla faccia. Lui è l’unico essere al mondo che lavora e ha grane da gestire, ma per fortuna ha me per farmelo pesare. Ora capisco perché hanno di fronte un vetro anti proiettile. Tornando in ufficio, un tizio con una spider mi si mette talmente vicino che nello specchietto non lo vedo. Se non fosse per quei simpatici fari allo xeno che mi stanno bruciando il cristallino. Ha ovviamente due ruote nell’altra corsia, ma non sorpassa, non se la sente. Dal finestrino brilla il rolex daytona comprato in corea su ebay. E’ al telefono, sta parlando di quanto faccia schifo l’economia italiana per colpa di Tremonti. E dalla radio esce la musica scaricata da internet perché le case discografiche sono ladri. Finalmente mi sorpassa. Mi saluta lanciando con classe un mozzicone acceso di sigaretta (se no sporca la macchina) uccidendo un motociclista e dando fuoco alla foresta umbra (ma il suo posacenere è un amore per quanto è pulito). Arrivato a lavoro, passo gran parte del tempo a cercare di capire perché la gente si impegni tanto per cercare di far provare al prossimo l’esperienza di brokeback mountain (vedi post del 24 Febbraio). Fine giornata, mi rimetto in viaggio. L’autostrada che ho contribuito ad allargare con valanghe di euri di pedaggio, è ristretta da una fila di pecore marchiate “io sto dove mi pare alla velocità che voglio”. Tentando di evitare questi ingombri ci si imbatte in uomini a 8 cilindri attaccati alla leva del lampeggiante che sopperisce alla precoce polluzione. Alla prima curva però (talmente facile che la potresti fare a bordo di un 747) te li ritrovi incollati ai freni, gialli come la loro carta oro. Finalmente a casa, dove i vicini descritti al post del 3 Marzo, danno un senso tutto nuovo al concetto di serena convivenza.
Mi sono limitato a situazioni “normali”, evitando contesti tipo ospedali, palazzi di giustizia, università, cessi pubblici (che sarebbero ancora più spassosi).
Dunque. Quanti di questi episodi vi sono familiari? Se riconoscete oltre l’80% delle situazioni, andate avanti a leggere, altrimenti ditemi dove abitate e compilatemi un permesso di soggiorno.
Provate ora a traslare questi atteggiamenti ottusi e opportunistici negli ambienti di potere e controllo (di qualsiasi tipo). In quei contesti ci sono persone come noi, come quelli descritti in questo quadretto, non ci sono alieni. Ora la situazione mondiale vi appare più ovvia? Come si fa ad affrontare piaghe universali se non riusciamo nemmeno a comprendere che fare 27 passi in più cambierebbe completamente la vita a un disabile? E’ a questo livello che bisognerebbe agire, se ci fosse materiale su cui lavorare.
Non vi deprimete. C’è una spiegazione a tutto questo e c’è il modo di affrontare e vivere la realtà in un modo nuovo, a un livello diverso. Io so come. Però non ve lo dico, così posso continuare a dire quanto fa schifo il mondo e non stare a pensare quanto schifo faccio io.
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Esco la mattina, prendo la macchina e alla prima curva rischio il frontale con uno che guida in mezzo alla strada (pare che il santo graal custodisca anche il magico segreto della curva a sinistra). Cerco di fargli notare il mio disappunto, ma lui, se è solo fa finta di niente, se è con una donna, mi insulta con aria da macho minacciando un’inversione a UUUU e un inseguimento alla miami vice. Giungo a lavoro, dove quattro impiegati dediti all’antica arte di non fare un accidenti ed evitare qualsiasi incombenza (solitamente in concomitanza con il perpetuo lamentarsi delle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare), mi rifilano tutte le cose che dovrebbero sbrigare loro, accampando scuse che spaziano dall’allergia al sudore al blocco cardio respiratorio. Pausa pranzo. Mi dirigo al bar, facendo lo slalom tra mamme inferocite all’uscita delle scuole e macchine parcheggiate persino sugli handicappati (si, non sui posti a loro riservati, proprio su di loro). Ma non perché ci sia una crisi di posti macchina, solo per poter fare 3 passi invece di 30. Le stesse persone che poi trovi la sera in palestra a sollevare 100 kg di panca. Entro nel locale. Tutte le persone presenti si girano e mi guardano per circa trenta secondi con l’espressione appena più idiota di quella di ciccio di nonna papera e la bocca semi aperta. Mangio. Fortunatamente non succede più che il povero bistrattato fumatore di fianco a me, finisca di nutrirsi (senza fumare perché gli da fastidio) e si accenda una sigaretta proprio mentre arriva il mio piatto di pizzoccheri. Grazie al cielo può rimediare facendosi squillare il cellulare con la lambada a tutto volume ed intrattenendomi con chiacchiere insulse urlate a tutto il locale (4° principio della termodinamica: più sono idiozie più vengono dette ad alta voce). Pago a una cassiera che mi tratta come se mi stesse facendo un favore. Esco e faccio un salto all’ufficio postale. In fila, il perfetto sconosciuto che ho dietro, borbotta inveendo contro lo stato, le poste, il tizio allo sportello, i clienti che ci restano più di 4 secondi, Berlusconi, Blatter e sua suocera (del tizio non di Blatter). Il tutto cercando la mia approvazione. L’impiegato (che ha scelto di lavorare alle poste. Poteva debeccare i polli, ma no, ha fortemente voluto fare l’impiegato alle poste) ritiene superfluo salutare, rispondere in modo appena percettibile alle mie domande e togliersi quell’espressione da pit bull in gabbia dalla faccia. Lui è l’unico essere al mondo che lavora e ha grane da gestire, ma per fortuna ha me per farmelo pesare. Ora capisco perché hanno di fronte un vetro anti proiettile. Tornando in ufficio, un tizio con una spider mi si mette talmente vicino che nello specchietto non lo vedo. Se non fosse per quei simpatici fari allo xeno che mi stanno bruciando il cristallino. Ha ovviamente due ruote nell’altra corsia, ma non sorpassa, non se la sente. Dal finestrino brilla il rolex daytona comprato in corea su ebay. E’ al telefono, sta parlando di quanto faccia schifo l’economia italiana per colpa di Tremonti. E dalla radio esce la musica scaricata da internet perché le case discografiche sono ladri. Finalmente mi sorpassa. Mi saluta lanciando con classe un mozzicone acceso di sigaretta (se no sporca la macchina) uccidendo un motociclista e dando fuoco alla foresta umbra (ma il suo posacenere è un amore per quanto è pulito). Arrivato a lavoro, passo gran parte del tempo a cercare di capire perché la gente si impegni tanto per cercare di far provare al prossimo l’esperienza di brokeback mountain (vedi post del 24 Febbraio). Fine giornata, mi rimetto in viaggio. L’autostrada che ho contribuito ad allargare con valanghe di euri di pedaggio, è ristretta da una fila di pecore marchiate “io sto dove mi pare alla velocità che voglio”. Tentando di evitare questi ingombri ci si imbatte in uomini a 8 cilindri attaccati alla leva del lampeggiante che sopperisce alla precoce polluzione. Alla prima curva però (talmente facile che la potresti fare a bordo di un 747) te li ritrovi incollati ai freni, gialli come la loro carta oro. Finalmente a casa, dove i vicini descritti al post del 3 Marzo, danno un senso tutto nuovo al concetto di serena convivenza.
Mi sono limitato a situazioni “normali”, evitando contesti tipo ospedali, palazzi di giustizia, università, cessi pubblici (che sarebbero ancora più spassosi).
Dunque. Quanti di questi episodi vi sono familiari? Se riconoscete oltre l’80% delle situazioni, andate avanti a leggere, altrimenti ditemi dove abitate e compilatemi un permesso di soggiorno.
Provate ora a traslare questi atteggiamenti ottusi e opportunistici negli ambienti di potere e controllo (di qualsiasi tipo). In quei contesti ci sono persone come noi, come quelli descritti in questo quadretto, non ci sono alieni. Ora la situazione mondiale vi appare più ovvia? Come si fa ad affrontare piaghe universali se non riusciamo nemmeno a comprendere che fare 27 passi in più cambierebbe completamente la vita a un disabile? E’ a questo livello che bisognerebbe agire, se ci fosse materiale su cui lavorare.
Non vi deprimete. C’è una spiegazione a tutto questo e c’è il modo di affrontare e vivere la realtà in un modo nuovo, a un livello diverso. Io so come. Però non ve lo dico, così posso continuare a dire quanto fa schifo il mondo e non stare a pensare quanto schifo faccio io.
6 commenti:
ciao,il tuo pezzo mi è piaciuto tanto, devo fare solo un appunto: alcuni bambini non incarnano affatto arroganza, presunzione, egoismo,irrazionalità(anche se sarebbe normale in un bimbo essere poco razionale),brama di potere e successo.Personalmente ne ho conosciuti alcuni(non molti) sensibili,timidi,assolutamente incapaci di prevaricare gli altri e,soprattutto, stipiti da quanta cattiveria e prepotenza li circondasse.
Purtroppo però queste doti non sono giudicate tali a scuola, a calcio, ai giardini,e tantomeno all'oratorio,giungle moderne dove vige il motto "ne rimarrà solo uno". Per questi ed altri motivi il raro esempio di bambino innocente ha 2 scelte :adeguarsi e diventare un vincente sul modello della società attuale o rinchiudersi in se stesso e relazionarsi solo con quelli come lui,con non poche sofferenze e ripercussioni future.
Scusa la mia poca sintesi,ma ho perso l'abitudine a scrivere,però c tenevo a dire questa cosa e so che molti si riconosceranno in questo bambino ke è inadeguato per il mondo ke l'aspetta,specie ki,per peggiorare la situazione,è cresciuto con 2 sorellastre.Ciao a proposito non ho idea di cosa siano tag html e non posso quindi usarli.
Grazie per l'intervento. Mi vengono al volo tre considerazioni:
La prima. Dici giustamente "il raro esempio di bambino innocente". Proprio perchè raro non può essere preso a rappresentazione della specie. Sono convinto anche io che esistano livelli evolutivi diversi. Non sarei qui a cercare di parlarne altrimenti.
La seconda. Dici "il modello della società". Ma come ho detto nel post, ritengo che questo modello non sia che il risultato di ciò che lo compone, cioè l'uomo stesso. Non è colpa di qualcuno l'esistenza di questi valori che costringono il raro innocente a rinchiudersi in se stesso (e ne so qualcosa) ma è solo un ovvio risultato.
La terza....una volta che qualcuno prende in seria considerazione ciò che viene detto in questo bloggaccio e che esprime opinioni sensate e in modo intelligente....potresti anche firmarti!! ;)
p.s.
i tag html servono solo a scrivere cose in grassetto, corsivo, allineato (non in senso politico) ecc. tutte fesserie :)
Ti compilo il permesso di soggiorno?
:-))
Oh, tutto vero, mannaggia!
E' con questi tuoi post che si ride per non piangere? :-D
Perla
Pezzo davvero bello...
quanto al bambino sensibile, timido e assolutamente incapace di prevaricare gli altri... siamo sicuri che non stia parlando di Prodi? ;)
aspetta che ci penso...si sono sicuro! :))
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