Mentre smanopolavo frequenze in attesa che un semaforo divenisse di un colore acconcio al moto, mi è toccato in sorte di intercettare un'intervista al garante della privacy. Per ovvi motivi non farò il suo nome e, peraltro, egli ha concesso l'intervista riservandosi di parlare con una patata in bocca, la testa in un pentolone da polenta e abbozzando un accento svedese talmente ben modulato che era corredato da apposite chiavi a brugola. Codesto tizio, a capo di una struttura che si fa gli affari nostri per proteggere la nostra privacy, era molto insolentito nei confronti di Google. Secondo lui il colosso americano del “non lo so, cercalo su internet”, rappresenta una inquietante minaccia al diritto alla privacy. Il garante trova intollerabile che il nostro peregrinare per le ragnatele telematiche venga monitorato e registrato in qualche settore disperso in un disco rigido e quindi poco propenso a simpatizzare. Per sovramercato, l'uomo nel pentolone si erge a baluardo del “fatevi i cazzi vostri” nei confronti del fatto che questo signor Google si permette di suggerire percorsi preconfezionati sulla base delle caratteristiche del cercatore. Che cosa orribile. Google cerca di capire che cosa ci interessa e ce lo suggerisce. Aiuto!
In un climax incontrollabile, il garante avverte con toni da invasione aliena, che qualcuno, al di là dell'oceano, accumula informazioni riguardo i nostri gusti politici, consumistici e addirittura, parole testuali, sindacali. Io ho provato ad immaginare un tristo americano afflitto dai trigliceridi e dal burro d'arachide, che un giorno comincia ad esultare per l'ufficio perché ha scoperto a quale sindacato è iscritto cruman. Giubilo dell'azienda tutta e quadretto appeso nella bacheca dei dipendenti del mese.
Ho trovato in qualche modo stoppacciosa tutta questa acredine verso Google. Mi piacerebbe sapere dal garante che fine hanno fatto le centinaia di migliaia di intercettazioni abusive a danni dei cittadini, effettuate da una struttura privata al soldo di, diciamo così, poteri occulti. Quelle intercettazioni per cui è stato fatto un decreto che recita più o meno così:
“In riferimento ai tabulati ottenuti in maniera fraudolenta da omissis, per conto di omissis, durante un lungo periodo di tempo, lo Stato decreta quanto segue: ce le teniamo noi”.
La questione è stata l'epicentro di un terremoto socio politico ed è fin troppo banale un legame (finanche linguistico) tra questi tipi di terremoti e il Sismi.
Nel paese delle notizie che fuggono meglio del metano, dei telefoni privati che sono più pubblici di una cabina, delle continue telefonate di venditori di qualsiasi cosa (da abbonamenti a telefoni sicuri alle bottiglie di olio extravergine ascendente extrabilancia), il garante della privacy fa passare Google per il vero nemico della nostra vita privata. Dimentico (lui non io), prima del fatto che siamo il paese occidentale che usa meno internet e poi del concetto di consapevolezza, cioè del fatto che uno che apre la paginetta di Google per cercare “donne che si depilano il petto”, si rende ahimè conto di star ponendo una domanda a un sistema che acquisirà informazioni, essendo con esso connesso. Mentre io che prendo il mio telefono a gettoni d'oro e chiamo il pizzaiolo per farmi portare una pizza doppia mozzarella imbufalita, vivo nella speranza che questa faccenda sia una cosa tra me e il pizzaiolo egizio. E invece no. Passiamo la vita a firmare pagine e pagine di autorizzazione al trattamento dei dati personali anche per avere due gocce di grappa giulia nel caffè e poi c'è qualcuno che si fa grasse risate a sentire le mie litigate al telefono con il pizzaiolo che non mi ha imbufalito la mozzarella.
Questa bizzarra faccenda della privacy che ha messo in testa a molta gente di avere sensibilissime informazioni personali da tutelare, ci ha alfine portato in una situazione a dire il vero piuttosto prevedibile. Il settore sociale felicemente definito da Engels “degli sfigati”, si è ritrovato i propri fattacci sparsi per tutte le scale e giù in strada, mentre chi ha davvero qualcosa da nascondere è pure capace che ti denunci perché hai ascoltato mentre prendeva accordi con un killer siriano. A questo aggiungiamo pure segreti di stato, insabbiamenti e fumo oculare e cerchiamo di capire se il risultato è il nemico Google.
È possibile, diciamo anche molto probabile, che il colosso americano utilizzi a fini di marketing le informazioni che mettiamo a disposizione navigando, ma le continue violazioni che avvengono in casa nostra ad opera di strutture privatizzate e vendute al miglior offerente o al potente di turno hanno scopi ben più pericolosi.
Esco di casa la mattina, imbocco l'autostrada e il telepass lo spiffera a qualcuno, viaggiando, delle telecamere registrano dove vado, a che velocità, con che macchina e se ho lavato il ricordo organico di quel piccione che avendomi visto in coda fermo da ore, mi ha scambiato per un monumento. Giunto a lavoro timbro esprimendo il mio rapporto con la puntualità, mangio, pago con la carta di credito, prelevo con il bancomat, telefono alle mie amanti in ordine di rubrica smuovendo sopiti pruriti di qualche intercettore e infine vado a letto... preso all'Ikea... quella di Carugate. Tutte queste informazioni vengono accumulate, dossierate ed archiviate dal mio portinaio. I portinai sono la spina dorsale del Sismi. Anche i citofoni, ma più i portinai. In tutto questo il nostro garante è seriamente preoccupato dal fatto che da qualche parte in America, c'è scritto che qualcuno ha cercato “film con nani, molti nani”.
Io non sono un tifoso della privacy come ho già raccontato qui, ma quando ho saputo che questo tipo competitivo (garante, colui che gara) ha dato parere favorevole all'utilizzo di piccoli elicotteri spia su Milano (da 50 mila euri l'uno), che possono riprendere qualsiasi cosa, ho deciso di perplimermi. Sì perché è vero che, esempio, googlemap viene usato per cercare le strade, in particolare quelle dove donnine discinte prendono il sole o esibizionisti si aprono l'impermeabile in direzione del satellite, ma almeno lo possono usare tutti. Questi occhi volanti saranno pilotati (e le immagini che mandano osservate) da un vigile urbano: non esattamente una tappa dell'evoluzione umana. Così ho scritto una mail all'uomo del pentolone che mi ha gentilmente telefonato:
Garante (con marcato accento svedese): “Prontiiiiiii”
Cruman: “Garante è lei?”
G: “Ehmm sì, senta lei non si deve insolentire, noi lavoriamo per migliorare la circolazione stradale e contrastare l'ecocrimine”
C: “Guardi capisco che togliere un vigile dalla strada e chiuderlo in un ufficio con un giochino, migliori sensibilmente la circolazione, ma chi controlla il controllore? Non che mi interessi molto, voglio dire, se ne traete un qualche diletto potete anche farmene svolazzare uno nel cesso di casa mia di questi elicotteri, specie d'estate, così magari le pale mi refrigerano l'ambiente, ma a questo punto che senso ha prendersela con Google, che tante risposte ci ha dato per le parole crociate?”
G: “Mi meraviglio di lei che è un informatico, dovrebbe sapere che rischi si corrono con le nuove autostrade telematiche”
C: “Come fa a sapere che sono un informatico?”
G: “Ehmm, ho detto informatico? No volevo dire, lei che è informato, persona avveduta”
C: “Senta, non è che, senza offesa eh, mi sta prendendo per il culo?”
G: “No al contrario”
C: “Il contrario del culo?”
G: “No dico il controllo delle strade è un servizio utilissimo”
C: “Io non uso mai la macchina”
G: “Cosa? Ma se fa 35 mila km l'ann....ma porc!!”
C: “Signor garante, apra una bella pagina di Google e cerchi 'd'annà affan..'”
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8 commenti:
"questo signor Google si permette di suggerire percorsi preconfezionati sulla base delle caratteristiche del cercatore". Questa cosa mi inquieta alquanto! Qualche giorno fa cercavo immagini in gugle per un post e in ricerca ho digitato " love" bè, mi sono trovata davanti diverse immagini dei Diddle e di Topolino con Minnie...mi sa che aver acquistato una coppia di criceti ed essermi documentata sulle loro abitudini, anche sessuali, abbia confuso un po' le idee a Mr Google riguardo i miei gusti! Dici che se faccio qualche telefonata sexy ho speranze di recuperare un po' di dignità? :-D
Se i dati personali sono veramente importanti per gli interessi delle grosse aziende, allora sappiate, che i miei sono in vendita.
sei il miglior giornalista di tutti i tempi!!!!!!!
non si pubblicano i miei commenti ;)
Premettendo che sono utente Google e non mi obbliga nessuno ad esserlo, devo dire che la massiccia raccolta dati da parte di Brin e Page mi preoccupa un pò, anche se probabilmente per adesso è fatta solo per migliorare il servizio. Il problema sorgerebbe se i dati venissero venduti a terzi che potrebbero controllare i nostri traffici online togliendoci in questo modo la libertà di fare quello che ci pare e piace senza essere sotto l'occhio vigile del grande fratello.
liberato hai un tariffario? tipo il codice fiscale tot, le tue preferenze sessuali altrotot ecc.?
felo, è sicuramente così, ma considerato quello che succede in italia è decisamente una delle cose che mi preoccupa di meno. anche perchè, se proprio sono preoccupato non lo uso.
hai ragione benny scusa, non succederà più :)
Scusate, ma pensate veramente che internet sia libero???? Credo che se vogliamo gironzolare sul "www" non dobbiamo temere nulla ma sempre con la coscienza che qualcuno potrebbe "osservarci" sempre.
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