Se volete conoscere davvero Firenze e i suoi cittadini, lasciate perdere gallerie accademie duomi e vie dei calzaioli, sedetevi in mezzo ai suoi abitanti e gustatevi una partita del calcio storico fiorentino. L’ultimo match, disputatosi (anzi non disputatosi) in piazza Santa Croce domenica scorsa, si è tramutato in meno di cinque minuti in una scazzottata degna di “anche gli angeli mangiano fagioli”. In realtà, se non siete attenti conoscitori di questa attività diportiva, farete ben fatica a discernere lo svolgimento della partita da una rissa da androne di discoteca. Sebbene la presenza della palla possa essere una discriminante degna di considerazione.
Sono passati ormai 15 anni dal giorno in cui fui testimone per la prima volta di questo evento storico e sociale, pregno di significati, campanilismo, sangue e incisivi. Ricordo che, il giorno precedente, mi informai a modo sullo spettacolo che mi accingevo a contemplare. Dal punto di vista storico, l’evento è la rivisitazione della famosa partita giocata dai fiorentini, nel 1530 (durante un durissimo assedio) facendo i vaghi e fischiettando in segno di indifferenza e sfregio verso gli assedianti, seccati di non potersi anche loro svagare nemmeno con una partita di curling sull’Arno ghiacciato. Negli anni il calcio storico fiorentino divenne un appuntamento fisso e spesso fece da cornice ad eventi di rilevanza politica e sociale. Tanto che tra i suoi “calcianti” si annoverarono il figlio di Lorenzo il Magnifico (Piero II de Medici detto il malconcio), un principe, vari duca, granduca, duca conti, cav del lav gran lup mann e persino papi (non enrico).
Dal punto di vista tecnico la tenzone, a metà tra rugby, calcio e sumo, si svolge in un campo di sabbia, tra 27 energumeni per parte e un arbitro il cui obiettivo principe è rappresentato dal fare rientro nella di lui magione tramite trasporto autonomo a mezzo gambe (stile pomi di ottone e manici di scopa). La porta è una rete lunga tutta la larghezza del campo ma molto più bassa di una rete da calcio. Ci sono quattro portieri (datori indietro) e se segni ti aggiudichi una caccia, ma se sbagli o il tiro viene parato, la squadra avversa si aggiudica mezza caccia. Altri personaggi minori gravitano attorno all’evento, ma essenzialmente mirano tutti a mantenere integre il maggior numero possibile di ossa.
Il premio in palio è una vitella di pura razza chianina.
Con questo bagaglio di informazioni, mi recai egagro nella piazza brulicante di animosi fiorentini, aspettandomi un incontro maschio tra gentiluomini sportivi. Le mie aspettative furono presto messe a dura prova dal vociare incontrollato che serpeggiava tra quelli che “ne sanno”. L’antica usanza di selezionare i calcianti nei palazzi della toscana bene, pare fosse stata sostituita da tempo da un selvaggio reclutamento nelle carceri, nelle più malfamate scuole di boxe e (secondo i più informati) tra i banchi del parlamento. Il match è comunque molto avvincente e spettacolare. Non si può dire che ci sia una vera e propria azione da seguire: puoi occuparti delle traiettorie ardite del pallone, ma ti perderesti alcune finezze tattiche disseminate per la rena che non diresti mai possano venire messe in atto da uomini il cui aspetto avrebbe gettato nello sconforto persino il Lombroso. Per esempio, una squadra può decidere di arginare la predominanza tecnica di un temuto avversario tenendoci seduti sopra due giocatori dal peso totale pari a quello di uno scania a 6 assi.
In effetti senza competenze tecniche non è facile seguire l’andamento del gioco, ci vuole esperienza per capire se in un punto del campo si sta evolvendo una sottile tattica di gioco o se due ceffi stanno litigando a causa di epiteti in vernacolo sulle relative sorelle.
In questo contesto, vi parrà strano, ma il luogo più tranquillo di tutta la piazza sembra proprio il perimetro di gioco. Sulle tribune infatti, un’orda di casalinghe hooligan e pensionati warrior gettano ombrelli e insulti all’indirizzo di chiunque senza soluzioni di continuità. Ricordo vividamente una vecchina che inveiva contro un giocatore a terra su sabbia rossa da lui stesso emocromata, apostrofandolo con aggettivi inerenti la sua scarsa mascolinità e suggerendogli garbatamente di dedicarsi a cose più consone alla sua indole tipo la danza classica o l’uncinetto competitivo.
A Firenze ho visto opere d’arte meravigliose, ma a incidere più profondamente le mie sinapsi è stata proprio questa vecchina xena che, ne sono certo, avrebbe dato del filo da torcere, se solo l’avessero fatta scendere sulla rena.
Ora mi viene da fare un paragone con il calcio moderno. Alcuni dei calcianti fiorentini al termine del torneo fanno rientro nelle loro celle, dove qualche calciatore dovrebbe mettere per un po’ il naso. Nel calcio storico non si ha occasione di simulare, perché se qualcuno liscia un intervento torna indietro e ci riprova e nessuno cerca di discolparsi, anzi si vantano con gli amici di aver abbattuto qualcuno. Soprattutto non si perde tempo con insulti e sputi, a quelli ci pensano i tifosi in tribuna.
Un campione di calcio fiorentino può tornare a casa con una vacca chianina, un campione di calcio può andare al billionaire con una velina…..fate voi i debiti conti.
Sono passati ormai 15 anni dal giorno in cui fui testimone per la prima volta di questo evento storico e sociale, pregno di significati, campanilismo, sangue e incisivi. Ricordo che, il giorno precedente, mi informai a modo sullo spettacolo che mi accingevo a contemplare. Dal punto di vista storico, l’evento è la rivisitazione della famosa partita giocata dai fiorentini, nel 1530 (durante un durissimo assedio) facendo i vaghi e fischiettando in segno di indifferenza e sfregio verso gli assedianti, seccati di non potersi anche loro svagare nemmeno con una partita di curling sull’Arno ghiacciato. Negli anni il calcio storico fiorentino divenne un appuntamento fisso e spesso fece da cornice ad eventi di rilevanza politica e sociale. Tanto che tra i suoi “calcianti” si annoverarono il figlio di Lorenzo il Magnifico (Piero II de Medici detto il malconcio), un principe, vari duca, granduca, duca conti, cav del lav gran lup mann e persino papi (non enrico).
Dal punto di vista tecnico la tenzone, a metà tra rugby, calcio e sumo, si svolge in un campo di sabbia, tra 27 energumeni per parte e un arbitro il cui obiettivo principe è rappresentato dal fare rientro nella di lui magione tramite trasporto autonomo a mezzo gambe (stile pomi di ottone e manici di scopa). La porta è una rete lunga tutta la larghezza del campo ma molto più bassa di una rete da calcio. Ci sono quattro portieri (datori indietro) e se segni ti aggiudichi una caccia, ma se sbagli o il tiro viene parato, la squadra avversa si aggiudica mezza caccia. Altri personaggi minori gravitano attorno all’evento, ma essenzialmente mirano tutti a mantenere integre il maggior numero possibile di ossa.
Il premio in palio è una vitella di pura razza chianina.
Con questo bagaglio di informazioni, mi recai egagro nella piazza brulicante di animosi fiorentini, aspettandomi un incontro maschio tra gentiluomini sportivi. Le mie aspettative furono presto messe a dura prova dal vociare incontrollato che serpeggiava tra quelli che “ne sanno”. L’antica usanza di selezionare i calcianti nei palazzi della toscana bene, pare fosse stata sostituita da tempo da un selvaggio reclutamento nelle carceri, nelle più malfamate scuole di boxe e (secondo i più informati) tra i banchi del parlamento. Il match è comunque molto avvincente e spettacolare. Non si può dire che ci sia una vera e propria azione da seguire: puoi occuparti delle traiettorie ardite del pallone, ma ti perderesti alcune finezze tattiche disseminate per la rena che non diresti mai possano venire messe in atto da uomini il cui aspetto avrebbe gettato nello sconforto persino il Lombroso. Per esempio, una squadra può decidere di arginare la predominanza tecnica di un temuto avversario tenendoci seduti sopra due giocatori dal peso totale pari a quello di uno scania a 6 assi.
In effetti senza competenze tecniche non è facile seguire l’andamento del gioco, ci vuole esperienza per capire se in un punto del campo si sta evolvendo una sottile tattica di gioco o se due ceffi stanno litigando a causa di epiteti in vernacolo sulle relative sorelle.
In questo contesto, vi parrà strano, ma il luogo più tranquillo di tutta la piazza sembra proprio il perimetro di gioco. Sulle tribune infatti, un’orda di casalinghe hooligan e pensionati warrior gettano ombrelli e insulti all’indirizzo di chiunque senza soluzioni di continuità. Ricordo vividamente una vecchina che inveiva contro un giocatore a terra su sabbia rossa da lui stesso emocromata, apostrofandolo con aggettivi inerenti la sua scarsa mascolinità e suggerendogli garbatamente di dedicarsi a cose più consone alla sua indole tipo la danza classica o l’uncinetto competitivo.
A Firenze ho visto opere d’arte meravigliose, ma a incidere più profondamente le mie sinapsi è stata proprio questa vecchina xena che, ne sono certo, avrebbe dato del filo da torcere, se solo l’avessero fatta scendere sulla rena.
Ora mi viene da fare un paragone con il calcio moderno. Alcuni dei calcianti fiorentini al termine del torneo fanno rientro nelle loro celle, dove qualche calciatore dovrebbe mettere per un po’ il naso. Nel calcio storico non si ha occasione di simulare, perché se qualcuno liscia un intervento torna indietro e ci riprova e nessuno cerca di discolparsi, anzi si vantano con gli amici di aver abbattuto qualcuno. Soprattutto non si perde tempo con insulti e sputi, a quelli ci pensano i tifosi in tribuna.
Un campione di calcio fiorentino può tornare a casa con una vacca chianina, un campione di calcio può andare al billionaire con una velina…..fate voi i debiti conti.
Technorati Tags: Calcio storico, Firenze
13 commenti:
Da fiorentina doc confermo tutto...anche le vecchine incazzose sugli spalti...
E la proverbiale animalicità dei calcianti...(anche se, in realtà, molti appartengono, ora e nel passato, alle forze dell'ordine...-si può dire forzedellordine in questo blog??!?!)
ehmmm perchè non si dovrebbe poter dire (se me la sento coniugo dei verbi)?
Parbleau...ma è indispensabile questa moderazione dei commenti...??!! (sì sì coniughi dei verbi...ed i fanali fanalano e le frecce frecciano...:-))))
Avanti così Cruman...ma dove l'hai visto il calcio in costume???Tv satellitare? telefonino??Live??
Quello che c'è scritto nel post (come in tutti gli altri...va be' quasi tutti) corrisponde pedissequamente (ma come fuffolo parlo) a verità....la vecchina, quelli seduti su un giocatore e anche il fatto che mi trovassi lì. Do l'impressione di essere uno che si inventa le cose?? Non mi hai ancora spiegato perchè hai chiesto se si può dire forze dell'ordine, ti sembro un galeotto che si è dato alla macchia?
> ti sembro un galeotto che si è
> dato alla macchia?
aehm...tu lo dici...
>Do l'impressione di essere uno >che si inventa le cose??
idem con patate...
Comunque non è permesso venire a Firenze senza avvertirmi...tiè...
è stato 15 anni fa come dico nel post (affermazione vana visto che mi ritieni un millantatore) e non ero in gita, facevo il militare, il carabiniere per essere precisi, per questo mi è parsa bislacca la tua domanda sulle forze dell'ordine. Domanda che, facendo ricorso a tutto il mio patrimonio neuronale, non ho ancora capito da dove è sorta. Mi farò prestare dei neuroni da postatoresano.
Se vuoi di neuroni io ne ho a bizzeffe...(e non è una battuta autoelegiaca, credimi...)
Carabiniere? Fantastico!!!
(Cruman, delizia dei miei occhi e della mia area di Broca, davvero devo spiegarti che 'avevofattolabattutaaaaaaaaa'?)
ti credo, li prendi lì in università? li tieni sotto formalina (o sotto forma di lina, una tua amica molto intelligente). In effetti ero disorientato, ma è colpa di toqueville, quel luogo di aggregazione mi confonde.
Cruman, mia delizia...tranquillo...scrivi da Dio, sei stato Carabiniere, sei simpatico ed intelligente, magari pure belloccio...chettefrega di Tocqueville...???
Eppoi la confusione ti dona...
:-))))
Hai perfettamente ragione, il tuo pacato intervento dimostra che non sussiste alcuna arroganza o violenza, ma anzi che il tutto è pervaso da grande ironia e capacità di non prendersi sempre troppo sul serio. Ven via, è solo un mucchio di parole facete in mezzo a uno stupido blog fatto di ironia e voglia di non fare un dramma di ogni cosa. Nessun giudizio, fortunatamente anche i fiorentini, che come puoi vedere hanno commentato questo pezzo scherzoso, l'hanno saputa prendere con l'intelligente autoironia, senza insultare nessuno.
Mi spiace che ti sia sentito così offeso, ti assicuro che non ce n'è motivo, era solo il racconto romanzato (ma tutto vero, compreso la vecchietta) tratto da un lungo periodo passato a firenze.
Ma visto che me lo consigli caldamente, andrò a studiare ;)
c'è di peggio al mondo
ciao ciao
cruman, herman hesse... ma perchè proprio herman hesse???
p.s.
senza contare che mi pare di averlo elogiato il calcio fiorentino, ritenendolo molto più genuino del calcio moderno. Oh ma se proprio ti insolentisce non racconto più niente! ;)
adieu
cruman
solo due cose, amico calciante,
mi farebbe piacere che tu mi riportassi quali parole tu hai interpretato come un giudizio offensivo. In questo pezzo non c'è quello che penso io dei fiorentini, c'è la descrizione di quello che ho visto attorno a questa bella e particolare manifestazione. E ti assicuro che è tutto vero, poi ho fatto i miei commenti sui fatti, palesemente ironici. Se vuoi dico che non c'erano vecchine agguerrite e gente scalmanata, ma c'erano e non ho espresso giudizi ho solo raccontato. Per il resto evidentemente ci sono fiorentini che non si sono sentiti offesi, se leggi il primo commento al pezzo che comincia coì "Da fiorentina doc confermo tutto..." te ne accorgerai. Spero tu rispetterai anche i punti di vista di chi, fiorentino come te, vede le cose a modo suo.
A me fa piacere il contraddittorio, fa piacere che uno mi dica..."guarda hai detto questo ma secondo me ti sbagli perchè in realtà è così"...ben venga...ma se devo solo sentire, non capisci niente vai a studiare...be' direi che è un po' sterile come discussione, io comunque studio sempre e leggo volenntieri anche i toi punti di vista.
a presto
cruman
p.s.
sono romano
eh sì, io do dei giudizi sommari, dovrò imparare a non farlo da uno che dice: sei di roma allora...
vedo che hai glissato bellamente sul fatto che altri fiorentini come te non solo non si sono sentiti offesi ma hanno visto in questa ironia qualcosa da "confermare" ma se vuoi solo litigare e far vedere che sei forte, ok, io sono stato gentile e disposto a capire, ma gli insulti dopo un po' rendono noiosa qualsiasi discusssione. Va bene così, ho sbagliato io e ho offeso tutta la toscana, spero che un giorno tu possa perdonarmi. Ora so che risponderai con altri insulti, fai pure, per me è già abbastanza e visto che ho cercato in tutti i modi di impostare un dialogo a cui non sei affatto interessato, io non risponderò oltre. così avrai l'ultima parola.
grazie per la tua partecipazione a questo scambio di idee.
adieu
cruman
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