Poi dice che non copiamo sempre dagli americani. Volete sapere dove la Dott.sa Elettra Deiana, poltronata nelle file di rifondazione comunista, ha preso lo spunto per la sua proposta di legge in tema di identificazione degli appartenenti alle forze dell’ordine? Dall’ultimo numero del fumetto americano di successo Civil War. Non è il classico fumetto che ci immaginiamo noi figli di topolino e psicorepressi identificati con charlie brown, niente a che vedere. Non puoi seguire le vicende in riquadri di numero costante che si susseguono da sinistra a destra e, a seguire, dall’altro verso il basso. Sono veri e propri albi di spettacolari tavole multicromatiche, mescolate tra loro in una confusione artistica, ma pur sempre confusa. E se girando pagina c’è un’esplosione ti sembra quasi di venire scaraventato a terra quanto l’effetto visivo è coinvolgente, altro che ZOT e KAPOW con batman con la panzetta.
Le storie poi coinvolgono tutti i supereroi americani, da wonder woman (che sarebbe la donna che si pone domande), a superman, dai fantastici 4 a l’uomo ragno che si intrecciano, si alleano, litigano e qualche volta si sputano pure, ma sempre con lealtà coraggio e svolazzando per l’aire.
Nell’ultimo numero appunto, c’è stata una svolta epocale: il consiglio americano approva una legge che costringe tutti i supereroi a registrare la propria identità e mostrarsi senza maschera al pubblico ludibrio…oooooooooooohhh!
Le reazioni dei superdotati (di poteri) sono le più diverse: qualcuno per protesta si da alla macchia divenendo fuorilegge, altri accettano di buon grado e fanno outing o comingout come preferite (per esempio superman inforca gli occhiali e confessa a un pubblilco sbigottito di essere clark kent). Altri ancora rispondono all’obbligo di appalesarsi con argomentazioni indiscutibili: per esempio la cosa replica “ma che state a dì?”. La donna invisibile si è tolta la maschera ma pare che nessuno se ne sia accorto, anche nella foto per lo schedario non è venuta proprio benissimo. Per l’uomo camaleonte è stato un po’ un problema perché l’unico modo di vedere il suo vero aspetto sarebbe quello di appoggiarlo su un altro uomo camaleonte, ma pare ci sia solo lui in giro.
Posso considerare l’ipotesi che siano quelli della marvel ad aver copiato l’idea alla Deiana di mitologico nome. Comunque è sicuramente un caso per la siae.
Mentre per l’epopea dei fumetti questa svolta ha del sensazionale, le motivazioni che spingono qualcuno a voler marcare le forze dell’ordine per renderli rintracciabili mi sfuggono del tutto. Ora, senza tirare in ballo il fatto che io sia stato carabiniere (tipico esempio di preterizione), non mi viene in mente nessun caso in cui, in eventi particolari che hanno visto coinvolti poliziotti o carabinieri, non si sia riusciti a risalire all’identità dei suddetti. Indipendentemente da come poi siano finite le cose, ma qui si sta parlando solo di riconoscimento. Addirittura dopo i servizi negli stadi i vari comandi visionano tutte le immagini dei circuiti chiusi e se per caso rilevano un atteggiamento troppo aggressivo nei confronti di un branco di trogloditi ubriachi, vanno a pescare il militare in questione che rischia di essere mandato a gaeta senza telo mare. Forse la comunista rifondata giudica le forze dell’ordine criminali e pensa che questo stratagemma serva da deterrente contro azioni malandrine da parte degli uomini in divisa. Se è così io voglio anche tutti i tifosi allo stadio marchiati a fuoco e quelli in libertà vigilata con un tatuaggio in fronte. Non per cattiveria, ma credo che se dicessi a un pluriomicida “per cortesia porteresti questa targhetta sulla giacca di armani?” è probabile che ti risponderebbe facendoti ingerire la piastrina in questione.
La cosa che mi preoccupa però è un’altra. Si sa che i malviventi in genere se la prendono un po’ a male quando vengono arrestati e spesso sono un tantino vendicativi. In italia siamo famosi per la sicurezza delle banche dati. Voglio dire se fai una telefonata o se rilasci tuoi dati personali puoi stare tranquillo che nesuno se ne approprierà indebitamente. Insomma puoi dormire sereno, come un bambino a casa di micheal jackson. La somma di questi due fattori (anche se i fattori si moltiplicano, per fortuna dell’agricoltura, mentre a sommarsi dovrebbero essere gli addendi, la prossima volta starò più addendo) la lascio fare a voi perché devo finire di leggere il fumetto, anche se ora che so che wonder woman altri non è che wonder woman senza una coroncina e un vestito da drag queen, tutta la magia si è persa.
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7 commenti:
Non volevo dirtelo così, ma wonder woman sono io... :-) Carramba!
ha ha, finalmente ti ho preso in castagna, maledetto Stanislao Mulinski (a proposito di fumetti...)!
mi sei caduto proprio all'ultima riga, forse x stanchezza: ma che sono ste "drug queens"? delle regine che si ritrovano con Lapo e Kate Moss a fare dei festini a base di coca??? errata corrige: drag queens.
massimo rispetto x il blog cmq, anche se vorrei riuscire a leggerlo + spesso...
keep on rockin', bubi ;)
BRUTTO ROSPO, MALEDETTA VIPERA (così coivolgo anche il tuo lato femminile e principesco) Ti fai desiderare, non partecipi mai, non mi disegni nemmeno i fumetti e critichi pure...peraltro esponendomi al pubblico lidibrio?? e lascia stare le mie regine tossiche!!
e poi al limite "ah ah" non "ha ha" o volevi rimarcare un concetto di possessione?
nonnò, "ha ha" ha (verbo) una maggiore connotazione di sbeffeggio, o meglio, avrai sicuramente datto da piccolo: "ha ha, glielo vado a direee (alla maestra - n.d.p.)
e poi sei recidivo: si dice LUDIBRIO!!!!!
dài, vedrò di partecipare un po' di +, ma sul lavoro dovrei essere produttivo...
ciao bubi
uff era un sovrano accaldato (refuso)! ora per punizione ti costringo a fare una cosa....trema (cioè non è questa la cosa che devi fare, trema per la cosa che dovrai fare) :)
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