Cerchiamo di fare un volo radente sui misteri che avvolgono le più grandi vergogne dell’Italia del dopoguerra.
Brigate Rosse. Ovviamente si deve parlare del caso Moro (anche perché molti italiani pensano sia l’unica cosa accaduta nel nostro paese). La mollezza e la colpevole distrazione dimostrata dalle istituzioni va, anche qui, addebitata a deficienze strutturali o, come sostengono i parenti delle vittime della strage di via Fani, a un qualcosa di interno o superiore allo Stato che ha fortemente voluto la morte dello statista, strumentalmente indicato come il misterioso Antilope Kobbler? E accantoniamo anche questo.
Ipotesi numero B: la presenza di poteri occulti all’interno o al di sopra dello Stato che utilizzano forze eversive per i propri scopi.
Ma quali forze? E quali poteri occulti? E soprattutto quali scopi? Per farla proprio alla risiko è pressapoco così: da una parte mafia, terrorismo e movimenti eversivi, dall’altra (secondo i complottisti) servizi deviati (italiani e non), politici corrotti, massoneria e addirittura Vaticano. Analizziamo le due parti del dittico.
Tra i cattivi armati spicca subito una differenza: mafia ed eversione di destra sono sempre stati attratti dal potere e nemmeno i soldi gli puzzavano. Le Brigate Rosse erano decisamente più invasate sugli ideali, non cercavano il potere, ma lo combattevano colpendo non a caso per destabilizzare, ma quelli che loro consideravano nemici del proletariato. Non è detto però, che i loro obiettivi potessero coincidere con quelli di altri meno idealisti e più orientati alla carta moneta.
Tra i cattivi occulti (quelli che nei film fumano in controluce e hanno un aspetto viscido per intenderci) si deve distinguere tra gentiluomini disposti a strangolare la madre con la parannanza per macchine veloci e donne di malaffare e gruppi di gentiluomini che perseguono un progetto comune per se stessi e per il paese, convinti che proporlo preventivamente agli italiani sia una perdita di tempo o possa provocare ingenti sassaiole. Questi movimenti “massonici” ritengono corretto gestire all’insaputa del popolo bue, questioni non alla nostra portata e, già che ci sono, si tolgono lo sfizio di far passare per ieratica qualche sana trombatina.
Tutte queste forze esistono e sopravvivono grazie alla paura e all’indifferenza. Alcune di queste realizzano il proprio potere attraverso clamorosi bluff. Ci sono i morti che testimoniano l’esistenza dei primi e sentenze che descrivono i secondi. Ma quasi mai ci si è spinti più in là di qualche sentenza di facciata per cercare di andare oltre e smantellare i sistemi di potere. Anche qui c’è da chiedersi se un oltre esista davvero e, in questo caso, se qualcosa impedisca di scoperchiare pentole o se gli stessi scoperchiatori si rendano conto che una cambogia di tale portata non sortirebbe benefici, ma danni peggiori dei mali.
Forse l’esempio lampante è tangentopoli. Allora si è voluto scalare la montagna di letame, fino in cima. Peccato che siamo rotolati a valle con una velocità smodata. Allora per che cosa andremo a votare? Per uno Stato molle e autoalimentate o per uno Stato succube di poteri occulti? Il vero dramma è che una risposta definitiva non l’avremo mai e ci dovremo accontentare dell’arteriosclerosi senile di Cossiga. Anche quando uno straccio di Primo Ministro dimostrasse un corredo testicolare e decidesse di mettere mano ai documenti coperti da segreto di Stato, scopriremmo che in tutti questi anni non sono stati poi così coperti.
D’altro canto non ha nemmeno molto senso confidare nelle urne primo perché le facce sono sempre quelle (anche perché fanno tutti il lifting), secondo perché le urne lasceranno intatte le strutture “esecutive”: i vertici burocratici, amministrativi, militari e dei servizi, oltre alle intoccabili lobby di potere che si fanno un baffo ricciolo dei suddetti e di noi popolino bovino. Allora diventa inutile scegliere anche tra queste ipotesi e necessario aprire nuove strade che abbiano principi diversi e destinazioni prossime alla decenza. Io qualche ricetta ce l’ho, ma per ora vi lascio elaborare il conflitto (interiore, non a fuoco).
In contemporanea con MenteCritica
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