Il perché ci sia bisogno di una cena per affrontare un tema così importante non è facile da intuire, ma ci provo. Per esempio è più lineare aspettarsi da uno famoso col soprannome di “il mortadella”, che organizzi una cena piuttosto che un brain storming (altrimenti l'avrebbero chiamato “il neurone”). La confusione è tipica delle cucine dell'inferno descritte dal Baldus e dipinte da Bosch. Tra mattarellum, porcellum, un maggioritario corretto (grappa) e gente che dorme sugli allori (svegliandosi insaporita), non si capisce che cosa bolla in pentola.
Secondo indiscrezioni la cena sarà a base di piatti esotici. Tutti si sentono ispirati dalle specialità straniere. Qualcuno vuole il sistema tedesco, un proporzionale estremo antibipolarista, ma secondo altri se è vero che questo modulo ha portato la Germania a giocarsi sei finali mondiali, è anche vero che ne ha vinta una sola. Berlusconi insiste con le due punte, ma è plausibile immaginare che preferirebbe il modulo del Monaco: un principato fondato sull'indifferenza fiscale, per il quale pare abbia già organizzato una corte dei miracoli italiani ridondante di giullari. Da via della Scrofa (per rimanere in tema porcellum) arriva il bisogno di ispirarsi allo stile francese: poca roba, ma carissima. I piccoli partiti pensano che lo sbarramento (verso le aule dove si mangia) al 5% sia un'ingiustizia per gli italiani. Gli italiani pensano che sia un'ingiustizia per i piccoli partiti. Vissani intanto crea un nuovo partito: l'Italia dei sapori.
Prodi non si pronuncia. È scaltro come una poiana. Ha imparato dai campionati di poker che segue in tv accompagnato da cubetti di mortadella, che in certi casi è meglio rimanere coperti. Fare parola e attendere che gli altri svelino il loro gioco. Poi, in base alle reazioni, prendere la strada vincente nonostante si abbia in mano un 3 di picche e un 6 di bastoni. Quindi non vi fate prendere dall'ansia se non avete capito che cosa ha intenzione di fare il governo, non lo ha capito nemmeno lui, ma attendete l'ultima mano... che vi arriverà sul muso come una tranvata.
Qualcuno cerca di far capire che bisogna prendere una posizione e fa presente a Prodi di avere puntata alla testa la pistola referendaria di Guzzetta (una pistola referendaria abrogativa immagino che si scarichi premendo il grilletto e faccia fuoco inserendo la sicura). Il nostro Presidente ha prontamente ribattuto con sagacia politica “socmel, chi cazzo è Guzzetta?”. Comunque, alla faccia di chi ritiene che l'immobilità sia il segreto del dinamismo prodiano, il buon Romano si è dato da fare: ha esautorato gli organi competenti e affronterà da solo la questione, spalleggiato da Vannino Chiti. Il gesto degno degli statisti più avvertiti, è stato sottolineato dallo stesso Presidente con una frase talmente meritevole di comparire nei libri di storia, che comparirà anche in quelli di matematica: “ca't vegna 'n cancher, chi cazzo è Vannino Chiti?”.
La legge elettorale dovrebbe servire a far sì che il Paese venga governato dalle persone giudicate più sexy dall'elettorato. In realtà non è così, ma anche se lo fosse, non sarebbe così lo stesso. Perché al di sopra del sistema elettorale (qualsiasi) si adagia un meccanismo noto ai politologi come “famo come ce pare” per cui alla fine comanda gente che nessuno ha votato. Anzi, sono state trovate molte schede con scritto “va bene tutto, ma non quello lì”, ma a nulla è valso. Questo meccanismo, per esempio, consente a un omino eletto nelle liste di un partito all'interno di una coalizione, di dimenticarsi la dose di metadone e fondare di punto in bianco un nuovo partito e magari schierarsi nella coalizione avversa. Quel partito, che magari si ritrova al governo, non l'ha votato nessuno (perché non c'era durante le elezioni, ma non l'avrebbe votato nessuno lo stesso) e quell'ometto probabilmente non ce l'avrebbero voluto al governo altrimenti l'avrebbero votato più forte prima. In un mondo fatto di persone di buon senso, se uno cambia idea non può saltare di là a metà partita. Si dimette (oddio che ho detto) e attende il prossimo giro senza nemmeno ritirare le 20.000 lire. Altrimenti il popolo sovrano non sovrana un bel niente.
Il concetto di dimissioni è un fatto oscuro come la costante assenza di carta igienica in bagno. In Danimarca un ministro si è dimesso perché la moglie si è dimenticata di pagare il canone della televisione. In Israele un primo ministro si è dimesso perché la moglie aveva guadagnato circa 3000 euro con un'operazione di borsa (non uno scippo, un investimento, cioè non in macchina..va be' avete capito) e non ci aveva pagato le tasse. Ciò mi insegna due cose: primo che i politici non dovrebbero sposarsi se vogliono fare carriera. Secondo che in Italia il concetto di vita privata è completamente sovrapponibile a “faccio quello che mi pare, voi fatevi gli affari vostri”. Se un politico va a peripatetiche, non sono affari suoi. Specie in un paese civile dove da anni si cerca di combattere la tratta delle schiave (con relative violenze, soprusi e immensi guadagni per la criminalità) e da anni si sostiene che ad alimentare tale mercato sono ovviamente i “consumatori”. È vero che un operaio e un politico devono avere lo stesso diritto o non diritto di andare per prostitute, ma non è vero che sussista una parità sostanziale di “significato”. Perché vale stracciare l'anima ai calciatori che devono dare il buon esempio in campo (e sono solo dei calciatori) mentre chi governa il paese può fare ciò che vuole? Esiste un concetto di immagine e di influenza sociale? Se esiste non esiste solo per i calciatori ed avere al potere gente avvolta in un poncho fatto con la propria fedina penale (dai reati finanziari al terrorismo) o che tira di coca e va a mignotte non mi sembra un esempio specchiato di civiltà e progresso. Io sono contento che la moglie di Sircana abbia perdonato suo marito. No, non è vero, non me ne frega niente, ma qui non solo comandano e prendono soldi persone che nessuno ha votato, ma in più ti dicono una cosa in faccia e te ne fanno altre dietro (e va be'). Qualcuno disse “se può farlo a sua moglie, può farlo anche al paese”.
Qui le finezze legislative contano zero. Conta che in qualche modo si impedisca a questa gente di fare sempre i loro porci comodi. Se no finisce tutto a puttane, perché a cena ci vanno loro, ma i cretini siamo noi.
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