Solitamente (io e pochissimi giornalisti di fama planetaria cominciamo un pezzo con un avverbio) guardare Porta a Porta mi apporta un importante impronta di disordine nell'apparato digerente. Vedere la puntata con il Presidente del Consiglio però, era per me una questione di principio. Infatti ho avuto un principio di gastrite.
Nel bellissimo studio della Rai, disseminato di enormi televisori al plasma in cui è possibile vedere quello che ti succede davanti agli occhi (qualcuno indaghi sulla partecipazione di mediaworld nel cda Rai) c'era un plastico di Romano Prodi che, per quanto di plastico trattavasi, non era decisamente esplosivo.
Il conduttore ha una marcia in più, perché è special, e incalzava il Presidente con una fila di domande che, se proprio non lo inchiodavano, mettevano in croce il Romano, ribaltando le sacre scritture.
Nel bellissimo studio della Rai, disseminato di enormi televisori al plasma in cui è possibile vedere quello che ti succede davanti agli occhi (qualcuno indaghi sulla partecipazione di mediaworld nel cda Rai) c'era un plastico di Romano Prodi che, per quanto di plastico trattavasi, non era decisamente esplosivo.
Il conduttore ha una marcia in più, perché è special, e incalzava il Presidente con una fila di domande che, se proprio non lo inchiodavano, mettevano in croce il Romano, ribaltando le sacre scritture.
“Presidente, è realmente auspicabile una riduzione delle tasse?”
“Caro Vespa, manteniamo la calma, io ragiono con molta calma e sto portando avanti proficue discussioni con il mio mortadellaro di fiducia”
“Presidente e l'ICI?”
“Sulla mortadella?”
“Ma no, sugli immobili”
“Ah noi non vogliamo fare passi affrettati, noi siamo solidi, ben piantati per terra... immobili”
“Quindi pagate l'ICI?”
“Dottor Vespa, bisogna muoversi adagio adagio, non ho ancora finito di formare una commissione parlamentare per rispondere alla sua prima domanda. Ci vuole della calma”
“Almeno sulle pensioni ci dica qualcosa”
“Sì certo, le pensioni riteniamo di sì, ma potrebbe anche essere no, noi intanto stiamo fermi, comunque penso di sì”
“Ma sì che cosa??”
Frattanto nello studio si diffonde un sordido ronzio “zzzzzzz” probabilmente riconducibile alla presenza di Vespa. Quando Prodi, in merito alle discussioni interne alla maggioranza dichiara “abbassiamo i toni”, l'assistente di studio che aveva appena terminato di sostituire metà del pubblico con dei cartonati a causa di un'epidemia di narcolessia, viene meno, si sostituisce anch'esso con un pupazzo e va a dormire in camerino... o a Camerino... o con Camerino.
Non sono sicuro, ma credo di essermi assopito anche io. In un collegamento esterno onirico mi è parso di vedere Gabriele Paolini con un microfono in mano che veniva interrotto da dei giornalisti. Tutti con un preservativo... indossato. Mi ero addormentato di soprassalto, per fortuna.
A questo punto il conduttore sfodera l'argomento Grillo facendo svegliare d'un tratto tutti i cartonati e Prodi (lo so al secondo è difficile credere). Tema spinoso e controverso. Se qualcuno con dei grilli per la testa, ascolta Grillo, preme il grilletto e ammazza qualcuno. Lo ha detto Mazza. Ammazza. Ma pare sia più probabile che qualche pazzo faccia il mazzo a Mazza.
Ormai sono rassegnato a sentire un'altra risposta soporifera e inconcludente del Presidente e sprimaccio il cuscino del divano. Non è per sfiducia nella dialettica di Prodi, ma visto il tenore della trasmissione (che per solidarietà è anch'esso morto), ho dedotto che un pisolino avrebbe dato un taglio più funzionale alla mia serata. Ma ecco il Prodi che non ti aspetti, quello che dice cose sensate, cose, diomiperdoni, intelligenti. Ho dovuto rinnegare ciò che avevo dedotto. Dedotto e abbandonato.
Il Presidente approccia il discorso “liste civiche grillesche” gettando qualche dubbio sull'utilità della manovra e sulla necessaria politicizzazione del movimento. Incredibilmente si sbilancia, prende una posizione e per di più scomoda, antipatica. Finirà per piacermi.
Dice che gli italiani non sono tanto meglio dei politici, che siamo un popolo di furbi e non vede perché mandare altri nelle stanze del potere debba corrispondere necessariamente ad un cambiamento di rotta. E non aveva nemmeno un auricolare con Boncompagni che gli suggeriva le battute, giuro.
Non ci voleva un genio, infatti l'ha detto Prodi. Basta guardarsi intorno, tutti “sanno come funzionano le cose”, tutti fanno ciò che le maglie della legalità o del mancato controllo, consentono per ottenere vantaggi personali. In qualsiasi ambito, a qualsiasi livello. Uno dei tanti esempi: i test per l'accesso alle facoltà di medicina. Siamo furbi e non sappiamo nemmeno fare i furbi. In tutta Italia solo in un posto gli studenti sono riusciti a ottenere punteggi altissimi, rispondendo a domande tipo “qual è il motto dell'Unione Europea” e sapendo se “gli scienziati Redi e Hooke sono vissuti nello stesso periodo”. Nemmeno la discrezione della decenza. E gli stessi studenti non erano affatto pentiti: sostenevano che tutti fanno così e tutti lo farebbero se messi in condizioni di farlo. Queste sono le persone nelle cui mani metteremo le nostre frattaglie. Esattamente come la nostra vita sociale è nelle mani dei politici.
Quindi forse prima di cacciare e sostituire sarebbe il caso di modificare la cultura e la struttura. Perché è proprio difficile pensare che i nuovi arrivati non approfitteranno degli straordinari privilegi che la vita amministrativa e politica concedono. Visto che modificare la cultura è un processo o tremendamente lento o, come è successo in Cina, rapido ma con l'irritante dettaglio di 18 milioni di morti, cominciamo almeno a lavorare sulle strutture. Trasformiamo il “lavoro” di politico, rendendolo appetibile a chi crede nella cosa pubblica e non ai cacciatori di denaro e potere. A quel punto i furfanti se ne andranno da soli, senza bisogno di cacciarli. Grillo è stato una manna dal cielo perché ha avuto la possibilità, la posizione e la bravura per tirare fuori anche il marcio degli angoli nascosti, aprendo gli occhi anche a chi proprio non ne voleva sapere di guardare. Ora però è più difficile guidare questa potente macchina e qualche svolta sbagliata di troppo, si finisce in mezzo a un ingorgo spaventoso. A una tangenziale politica intasata (i politici amano le tangenziali).
Del resto io, come Prodi (ussignur), non penso che i politici siano ladri e i cittadini brava gente. Non ho molta fiducia in questi movimenti sempre pronti a seguire un capopopolo appena sputa su qualcuno. Sono le stesse persone che mentre “il sistema” inventava un modo per finanziare i partiti più che in qualsiasi altro stato del pianeta, in barba al referendum che ha scatenato l'acclamazione popolare, guardavano tutti in direzione di Cogne. Perché in fondo, stavano talmente bene che trovare gli stimoli per capire, meditare e agire non era affatto facile.
Farne una questione di “persone” è un errore e un'operazione troppo complicata. Bisogna agire sui metodi e se si può, sulla cultura.
Ora però cambio, guardo l'isola dei famosi... mi si è addormentato il cuscino.
Technorati Tags: Grillo, Prodi
13 commenti:
te però...sei incoerente: critichi ghezzi che ci propina i tagli degli occhi mentre mangiamo e mi propini tutta la telecronaca minuto per minuto di quella pizza che deve essere stata porta a porta!(anch'io sto mangiando...) :)
sì ho capito, ma parlando di porta a porta al limite ti casca la faccia nella zuppa di ceci. Con l'occhio sezionato, nella zuppa di ceci mi ci finisce quello che ho mangiato la sera prima.
Sono d'accordo con te. E prima ancora di trasformare il "lavoro" di politico potrebbe essere interessante trasformare la politica in lavoro (senza virgolette). Ma forse a quel punto ci ritroveremmo con l'emiciclo vuoto.
sì ma tanto è già vuoto adesso. cioè ci sono le persone ma è vuoto lo stesso
Dobbiamo estinguerci!!!!!!!
eh, mi sa che volenti o nolenti...
Certo hai fatto una bella fatica a sorbirti Vespa e Prodi in contemporanea.
Dico due cose su Grillo.
La prima: BASTA, non se ne può più!
La seconda: io che ad un partito sono iscritta, che ogni giorno faccio la mia parte anche se non dai banchi del Parlamento, che faccio il mio dovere di amministratore del mio comune, mi sono sentita anche "un pochino" offesa dalla sua esclusione a priori dalla politica.
E perchè uno si deve sentire contento della sua "consacrazione" con tanto di bollino?
Ma chi crede di essere? Il padreterno?
Ero scettica prima, adesso mi comincio un po' a scassare...
P.S.
Complimenti per il tuo stile. Leggerti è sempre un piacere
grazie franca è impagabile il tuo modo di trovare le parole giuste al momento giusto ;)
sei sempre fulminante.
pubblicità sfacciatamente occulta:
leggete l'articolo di Giorgio Israel sulla prima e seconda pagina del Foglio di oggi intitolato "CAMPANARI", eccezziuuunale.
brandavide
la natura umana non si può cambiare,quindi meglio seguire Grillo che i soliti comici inconsapevoli,comunque noi abbiamo quello che ci meritiamo:i francesi,mi dispiace dirlo,ma quando qualcosa non va fanno le rivoluzioni,noi ci scaldiamo solo se la nostra squadra di calcio vende il giocatore preferito.
Direi che abbiamo sempre il governo che più ci rappresenta,a prescindere dal partito.
Ciao
proprio per questo penso che cambiare la gente non serva a molto. Quando in francia hanno messo delle regolamentazioni assurde e insensate per i motociclisti, parigi è stata invasa da un milione di centauri e non se ne sono andati finchè non hanno tolto quelle leggi.
Caro Cruman
Mia nonna, quella a cui devo lo zoccolo base della mia cultura sia rigida che flessibile, soleva dire:
"In mancaze de cavai trote anca i asen" (Varesotto antico).
Anche quando circolo con gli occhiali bifocali puliti, di cavalli in giro non ne vedo e dei parecchi “asen” che circolano non ne ho ancora visto qualcuno che sappia trottare decentemente nemmeno in televisione.
Sei un eroe!
Se mi obbligassi a vedere Prodi sul televisore per più di 10 secondi farei entrare in crisi la raccolta dei rifiuti speciali del comune.
Coraggio Cruman.
Mettendoci di buzzo buono, potremmo sicuramente fare qualche trottatina: da cavalli si intende.
Ma ne vale la pena?
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