martedì 8 aprile 2008

(Mi) Candido ovvero l'ottimismo


Il giornalista di riferimento del quotidianoimpegnato sale le scale con la consueta espressione di chi sopporta il peso di sapere ciò che la gente ignora e non poterlo dire. Dietro quello sguardo infingardo si cela il sollievo di non poterlo fare, perché non saprebbe come mettere insieme il tutto o semplicemente non ne avrebbe il coraggio. Quello che è certo è che non sa che cosa significhi infingardo sebbene l'abbia usato sgarbatamente nei suoi occhielli d'assalto.
Vorrebbe che quelle scale non finissero mai. La voglia di giungere a destinazione per intervistare la blogstar lanciata in politica, non gli è mai nemmeno passata vicino. Ma è il suo sporco lavoro ed è meglio che lo faccia lui, visti i benefit e l'assicurazione che copre le spese odontoiatriche. Come d'incanto smette di sperare nell'infinitezza scaligera. La sua carriera ha visto qualche anno di grandi aspirazioni e decenni per realizzarle nel tabacco. Quindi non ha il fiato per salire più di quanto facciano i suoi trigliceridi da scrivania. “Internet non dovrebbe arrivare così in alto – pensa – almeno non senza ascensore”. Grazie al cielo tutto ha una fine o un fine, dipende dal genere.

“Così lei ha deciso di candidarsi alle prossime politiche. Che cosa le fa pensare di meritare un posto in parlamento?”
“Sono un blogger molto conosciuto, ho meno di 45 anni, mi intendo di nuove tecnologie e sono avvezzo al confronto e al problem solving”
“Un blogger eh?”
“Certo, sa che cos'è?”
“Sì, almeno credo. Un'attività collaterale, tipo organizzare combattimenti di cani o ingerire ovuli e passare la frontiera. Giusto?”
“Il suo sarcasmo è fuori luogo. So che scriverà male di me. Voi ci temete”
“Per quanto riguarda il programma?”
Firefox naturalmente.”
“No intendo la piattaforma programmatica.”
“Ah, Wordpress.”
“Ok non importa, è comunque meglio di quella degli altri candidati. Quindi è importante che al governo ci siano persone giovani?”
“Sì esatto, sotto i 45 anni”
“Lei quanti anni ha?”
“43”
“Quindi tra due anni se ne andrebbe?”
“Non sono così ingenuo da cadere nelle sue trappole da bracconiere”
“Non era una trappola, era solo algebra”
“Lei non ci metterà in mezzo. Ormai siete solo degli imbrattacarte di regime, repressi nei vostri ideali, costretti a fare brandelli delle cose più vere: la passione, la forza... la verità”
“Molto poetico”
“Si nasconda pure nel cinismo, ma non potete più nemmeno sfangarla con la qualità. Siete piatti, banali e ridondanti. Per voi la politica è Carla Bruni, lo sport è il girovita di Ronaldo, la cronaca è sangue e morbosità. Sparate titoli alla nitroglicerina e poi scrivete pezzi alla camomilla. Tutto per i soldi, per il potere.”
“Il suo ultimo post si intitola Ieri l'ho preso dietro e sono ancora arrossato quindi oggi lo prendo davanti
“Era un saggio sui danni dell'esposizione ai raggi solari”
“Un casuale inciampo linguistico quindi? E io che pensavo fosse per attirare cliccatori onanistici”
“Noi non abbiamo editori alle spalle, dobbiamo pur promuoverci.”
“Torniamo alla questione candidatura. Perché il fatto di essere un blogger dovrebbe costituire un fattore di merito?”
“Internet è il futuro. Chi governerà deve conoscere come funziona il più grande sistema di aggregazione delle nuove generazioni. Deve considerarlo. E chi meglio di uno dei blogger più seguiti della rete.”
“Certo. Però ho qualche dubbio. Se togliamo chi naviga in cerca di stimoli per disperdere il seme, chi lo fa per esprimere, rubando, il proprio dissenso verso le case discografiche ladre e chi chatta (schifo di parola per descrivere da dove dgt?, meladai?), non credo che questa comunità di blogger possa dirsi una moltitudine e, di conseguenza, non vedo perché dovrebbe avere più credito, chessò, dell'associazione italiana cuochi e sommelier. A casa mia poi l'adsl non arriva nemmeno se le mando una bomboniera. Le bollette, quelle invece arrivano a frotte.”
“Questa è la tipica mentalità italiana. Arriviamo sempre dopo, affrontiamo i problemi quando ormai i tuoi sono scappati.”
“I miei?”
“Sì i tuoi buoi. Presto internet sarà il mezzo assoluto e noi sapremo solo giocarci, se alle persone come me non verrà dato lo spazio che meritano.”
“Ancora non ho capito che garanzie dia questo fatto di essere blogger. Chi mi dice che lei non sia come gli altri, che non faccia cose classiche da politico come abbandonare gli amici in difficoltà e poi fregiarsi del loro ricordo una volta che saranno troppo morti per giudicarvi?”
“Ora sta esagerando. Il suo è un canto del nigno. Siete vecchi. Niente è così vecchio come il giornale di oggi. Noi diamo un senso ai fatti, voi non fate che metterli in fila. La gente preferisce leggere noi perché non riesce più a leggere un giornale con incredulità. Noi siamo vivi, presenti e originali.”
“Cigno”
“Prego?”
“Canto del cigno non nigno.”
“Ho sbagliato a digitare.”
“E comunque, originali voi? Partite con due cose sincere e poi passate il tempo a copiare nell'ansia di essere dimenticati dai contatori di accessi.”
“Noi copiamo? Ma che faccia tosta. I giornali sono i bordelli del pensiero.”
“Questa è di Balzac.”
“Fate gli allarmisti. È l'unico modo che avete per rendervi interessanti.”
“Questo l'ha detto Schopenhauer.”
“Mmmm... Siete sfamati dagli oziosi, gli ignoranti, invidi e tristi?”
Alfieri.”
“Lei è in gamba lo sa?”
“Grazie”
“Scriverebbe un pezzo per il mio blog?”
“Piuttosto mi chiudo una mano in un tostapane”
“Ha già in mente per chi votare?”
“Certo, ho una famiglia da mantenere io”
“Nel senso che crede in chi voterà o chi voterà crede in lei?”
“Senta, io non ce l'ho con lei. Apprezzo quasi l'1% di voi blogger e apprezzo quasi l'1% di noi giornalisti (e tra questi io non ci sono). Riconosco anche, ad alcuni ottimi analisti e intrattenitori virtuali, il merito di aver ridimensionato la nostra professione, troppo occupata a scriversi addosso, a disprezzare chi non legge ciò che scriviamo e compatire chi lo fa, per non compatire il nostro lavoro. Ma tra voi e noi c'è una sola, determinante differenza. E non c'entra l'avere o meno un editore burattinaio, l'essere moderni, liberi o aperti al confronto.”
“E cosa allora?”
“Il blogger è fondamentalmente un pigro. È internet che vi da dei vantaggi, non siete voi ad averne in quanto blogger e la sua campagna elettorale lo dimostra. Avete più margine di manovra degli altri, non perché siete più liberi, ma perché in Italia la rete è vista come un'enorme Playstation. Noi mettiamo le mani nella merda, voi vi limitate a dire che puzza.”
“E voi perché non lo dite?”
“Perché a forza di starci dentro non la senti più. E perché la stampa libera può essere buona o cattiva, ma senza libertà può essere solo cattiva”
“Questa è di Camus
“Touchè”
“No no è Camus sono sicuro. E comunque non sono un pigro”
“Me lo dimostri”
“Non mi va... Magari ci faccio un post”

Il giornalista impegnato ripercorre le scale. Scendendo si percepisce meglio la gravità delle cose. Si rende conto che, per l'ennesima volta, ha voluto dimostrare invece che capire e questo, per un giornalista, significa essere alle prime armi o averlo fatto per troppo tempo. Sa che nel suo giudizio, che era bello e pronto già prima di arrivare, c'è un po' di invidia, ma anche questo fa parte delle tante cose che fortunatamente non può dire.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un abbraccio.
Un post 'verità'...

cruman ha detto...

grazie iny, non sarà un gran pezzo, ma vedo che arriva a chi deve arrivare.

a chi c'era come te e a chi non c'era.

Charlie ha detto...

spassosissimo quanto amaro. grande cruman

cruman ha detto...

quanto amaro?

almeno mezza bottiglia, devo digerire.

grazie zittino.