martedì 18 luglio 2006

Insulti all'intelligenza


Frocio non è una brutta parola, deriva dal greco froceus che significa….saggezza!
La Porta/Guzzanti
La Suprema Corte ha, in questi giorni ribaltato la sentenza del giudice di pace di Teramo, configurando come reato dare del frocio perché “Si ravvisa nel termine un chiaro intento di derisione e di scherno espresso in forma graffiante”. Ma graffiante?? Burlona corte, altro che suprema. Dare ragione a un gay dicendo che il suo ingiuriatore è stato graffiante. Che poi non è dato sapere se la parte lesa sia davvero omosessuale. Le ipotesi sono diverse: in presenza di eterosessualità il querelante deve essersi sentito offeso nella sua virilità di copritore di femmine. Nel qual caso avrebbe potuto rispondere suggerendo all’imputato di reperire informazioni in merito presso la di lui sorella. Ma Materazzi ancora non aveva fatto scuola. La scelta di ricorrere alle vie legali, invece, si potrebbe configurare come lesiva della dignità degli omosessuali, che avrebbero ben donde di sentirsi piccati dal considerare un’onta l’appartenenza a determinate predilezioni sessuali.
Nel caso di reale omosessualità, è ovvio che l’offeso si sia sentito tale a causa del modo socialmente negativo di definirlo e non certo dalle caratteristiche che la definizione descrive, dato che corrispondono a verità. In questo senso frocio appartiene a quella categoria di insulti che non ipotizzano una possibile caratteristica negativa (per esempio supporre che il primo ministro sia un buffone, cosa che, in quanto ipotetica, non costituisce reato), ma tendono a far sembrare degna di derisione una realtà di cui si è perlopiù incolpevoli e che qualche sottocultura sociale ha identificato come celiabile. Faccio degli esempi così capisco meglio. Rientrano in questo sottoinsieme di ingiurie, epiteti del tipo negro, ciccione, terrone, cesso, ignorante e via discorrendo. Avendo la possibilità di ragionare con lucidità, si potrebbe pensare che chiunque si sentisse offeso dalla parola ciccione, dimostrerebbe di subire a livello personale, le implicazioni negative che il contesto sociale in cui è immerso riserva a chi è dotato di epa prominente. Quindi, il suo reagire non è volto a dimostrare di non essere in sovrappeso, ma alla ricerca di soddisfazione per la propria sensibilità ferita, una sensibilità che è però stata costruita dal contesto “civile”. Sì lo so che sto semplicemente definendo la differenza tra diffamazione e ingiurie, ma non è qui che voglio arrivare. Il mio sospetto è che questi “processi” non tengano conto del litigio. E’ logico pensare che le persone coinvolte fossero in contrasto personale e se le argomentazioni in gioco si limitano agli appellativi personali, è ovvio che la stupidità ha, come spesso accade, preso il sopravvento. Quindi il processo che ne consegue non è che un traslocare la stupidità dalla strada a un’aula di tribunale. L’atto stesso della denuncia non è che una coda del bisticcio e non una battaglia morale contro la discriminazione, altrimenti bisognerebbe querelare gran parte del sistema sociale in cui si vive. Oltretutto, denunciare uno stupido per stupidità farà di uno stupido, uno stupido incarognito. Né si può affermare che bandire una brutta parola dal dizionario legale, sia un passo verso la tolleranza e l’evoluzione civile. E uso tolleranza in modo improprio, perché non vedo in che modo dovrebbe rendersi necessaria della tolleranza verso persone che hanno caratteristiche diverse dalle mie (nello specifico tutte), in fondo nessuno, giustamente, si preoccupa di tollerare me. Perchè la parola tolleranza sottoindende in qualche modo la sopportazione di qualcosa di spiacevole. E io non trovo spiacevole un'epa prominente. Sono la stupidità, l’arroganza, la superficialità che non vanno tollerate. Ma non combattute, altrimenti si rischia che chi osserva, non noti la differenza e si finisce a lanciarsi missili senza più capire davvero che cosa stia succedendo. Vanno isolate, vanno messe di fronte alla loro pochezza, attraverso l’indifferenza e a una consapevolezza personale e sociale diversa.
I giornali, le televisioni e le aule di tribunale sono sempre la cassa di risonanza per la cultura dello scontro, per l’esaltazione di valori superficiali per i quali è giusto azzuffarsi. Così finisce in prima pagina l’interesse morboso, ma non sessuale, della madre di Zidane verso i testicoli di un calciatore. Il problema è che a molti interessa davvero. Molta gente ancora discute su che cosa può aver detto Materazzi e se la reazione del francese, di sua madre, della sorella, della francia, della federazione mondiale e delle rispettive confessioni sia giustificabile o meno.
C’è ancora qualcuno che si chiede perché il nostro pianeta è pieno di armi e di imbecilli che le usano? Come può risolversi la crisi in medio oriente e tutti i medii orienti che seguiranno, se prima non ci occupiamo del fatto che, per molta gente, evoluzione significa avere il nuovo cellulare con google?

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1 commento:

Anonimo ha detto...

oggi un'amica israeliana, a cui chiedevo perchè non lasciasse al più presto israele vista la "situazione", mi ha risposto: "non esagerare, mi sto abituando alla situazione"... una risposta così a me fa davvero paura. Come lei, ci abituiamo a tutto... dalla guerra alla pochezza intellettuale, a tutte le miserie umane... credo che di questo dovremmo davvero scandalizzarci, invece che disquisire sul "sesso degli angeli", come siamo davvero bravi a fare in italia... e nel resto del mondo purtroppo.