giovedì 23 novembre 2006

Il rosso e il nero

Sdoganare il terrorismo è la moda del momento. Una volta faceva molto tendenza vantare amici gay, adesso vale come il due di picche: se non ti fai vedere a braccetto con l’ex eversivo di riferimento non sei nessuno. Tra le istituzioni politiche c’è una vera e propria corsa alla riabilitazione: benefici vari, grazie (di nulla), condoni, amnistie, ma non solo, se sei davvero uno cool e ci sai fare, ti aspettano lauree, cattedre, case editrici, poltrone statali e compagnia bella.
La cosa che questi nuovi modaioli non sanno è che non hanno inventato niente di originale. I terroristi neri hanno goduto del medesimo trattamento già diversi anni fa, con la differenza che nessuno ne ha parlato. Per qualche motivo di cromia, si fa sempre un gran parlare della lotta armata rossa, delle BR e di Lotta Continua, ma nessuno spreca mai parole per Ordine Nuovo, Ordine Nero, Rosa dei Venti, Avanguardia Nazionale, i NAR e moltissimi altri nuclei d’azione. Negli anni di piombo, l’estrema destra viveva un fenomeno poi battezzato “spontaneismo armato”: i giovanissimi, fomentati ad arte (quindi non così spontanei come sembrerebbe) erano talmente numerosi e vogliosi di agire che anche per fare una rapina bisognava prenotarsi mesi prima.
Moltissimi attentati sono rimasti impuniti e tra quelli che invece sono finiti in carcere (tutti nomi che direbbero poco ai più) quasi nessuno si è pentito o dissociato e chi l’ha fatto è stato uccciso. Mambro e Fioravanti in questo quadretto fanno quelli che pagano per tutti, quelli famosi. Poi c’è anche un tizio, un certo Vinciguerra che ha praticamente esatto l’ergastolo per sé per la strage di Peteano e ha detto tante cose, su militanti ancora in giro e attivi, su assassini arrestati che hanno continuato a esibire la loro inclinazione anche in carcere e che ora godono di benefici di stato.
Per dovere di cronaca (anche se datata) Mambro e Fioravanti hanno sempre rifiutato ogni addebito inerente la strage di Bologna. Una strage che (insieme a Piazza Fontana) ha mietuto vittime per anni. Testimoni, attivisti sulla via del cedimento, persone informate… tutti colpiti da accidentali suicidi da sviste automobilistiche, da infarti polmonari (facendo il verso alla patologia che colpì i testimoni del caso Kennedy, noi copiamo sempre dagli americani). Ma di tutto questo non si sa nulla, non si è mai smosso granchè. Anche se si dice, si pensa. Gli esperti della gestione del potere sanno come vanno queste cose, sanno chi è cosa, e sanno che il popolo bue va coccolato e strigliato come un bimbo, senza dirgli che babbo natale è in realtà un ciccione ubriacone pagato due lire da una catena di grandi magazzini. Pare che l’unica cosa che è successa in Italia negli ultimi 40 anni sia il caso Moro. Il nero sfina.
Allora uno ripensa a Moggi. No non è un terrorista, però per anni tra i banconi dei bar, si è sussurrato che nel calcio comandava lui, ma nessuno diceva niente. Era come una leggenda metropolitana, spesso tacciata di fantapolitica o complottismo. Poi viene fuori che la fantapolitica tanto fanta non è. E poi uno ripensa alle altre parole di Vinciguerra. A quando diceva che in qualche modo il braccio armato dell’estrema destra “stava simpatico a qualcuno”, quando parlava dell’utilizzo fatto dei nazisti nel dopoguerra per creare organizzazioni e strumenti (leggasi armi) per contrastare la minaccia rossa. Ai collegamenti politici, militari, massonici, con il Mossad, il Sid, il SISMI, la CIA il servizio segreto argentino, Gladio, la NATO e ad andare avanti non si sa se ridere o sentirsi un po’ Truman Show.
Insomma lo sdoganamento dell’eversione non l’ha inventato l’attuale governo, tant’è che più di dieci anni fa la Mambro si fece sfuggire un inquietante “noi siamo in carcere e voi al governo”, solo che per il terrorismo nero è passato inosservato e non si capisce perché.
O meglio, io non lo capisco… anzi io non lo so, posso immaginarlo, ma non lo so. Certo si potrebbe puntare a quei famosi archivi coperti da segreto di Stato. Obiettivo perseguito dalle associazioni dei familiari delle vittime (altra entità completamente ignorata, che non gode di alcun beneficio e di pochissime proposte politiche a suo favore), ma “qualcuno” pensa sia una speranza mal riposta a causa della distruzione di molte cartacce colme di verità troppo vere per il popolo bue.
Ma quello che penso è sbagliato, qualsiasi cosa sia. Le cose succedono a un livello diverso, quasi sempre per ragioni differenti da quelle che paiono ovvie e seguono percorsi non scrutabili dai più.
Se fosse così “semplice”, non si spiegherebbe perché il PCI, arrivato al potere, sia rimasto inerte, non abbia aperto archivi o inasprito pene per i reati di depistaggio che hanno seppellito uomini e inchieste intorno a Ustica, l’Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Bologna eccetera eccetera. Non si spiega come oggi in Italia regga un governo Prodi, alla faccia del rinnovamento e del progressismo. Un uomo già presente spiritualmente (nel senso di sedute spiritiche) negli anni di piombo, già sospettato di rapporti con i servizi segreti russi quasi 30 anni fa e additato come politicamente incapace da mezzo mondo occidentale durante il semestre di presidenza europea. E non si spiega come il caso Litvinenko sia stato archiviato con una fretta maggiore di quella che ha caratterizzato l’omicidio Politkvoskaia. E ai pochi a cui interessa la verità un po’ più di della crisi del milan, viene da chiedersi perché nessun giornale parli di Paolo Guzzanti (che guida i lavori della commissione Mitrokhin) per cui Litvinenko è stato informatore per anni (così come per la Politkvoskaia). Oggi Guzzanti è probabilmente sotto tiro di organizzazioni che hanno tanti di quei modi per farti fuori che fanno a chi si inventa il più fantasioso. Probabilità sostenuta dal fatto che ora Guzzanti gode dello stesso livello di protezione dell’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede.
Intanto sulle prime pagine dei giornali si accenna con coraggioso sdegno alla mancata restituzione de l’Afrodite da parte del museo Getty.
Le organizzazioni eversive di destra prolificano ancora, con sigle nuove, ma probabilmente gestite da nomi vecchi. Il KGB ha cambiato identità e i servizi italiani hanno cambiato dirigenza, ma pare che il potere occulto rosso abbia solo sbiadito un po’ i toni per rendersi meno chiassoso, ma non meno pericoloso. Insomma destra o sinistra che sia, qualcuno gioca a Mission Impossible, creando armi di ogni tipo (anche chimiche e biologiche) calpestando vite innocenti e diritti. Qualcuno che a differenza di Tom Cruise, fa molta fatica a esprimere la sua mascolinità o a superare un brutto o morboso rapporto con la madre. Mentre noi andiamo a fare la spesa sperando di essere scelti per il prossimo grande fratello e entrare un po’ nel sistema, quello vero.

Rosso o nero… fate il vostro gioco… rien ne va plus.


Technorati Tags: ,

Nessun commento: