In questi giorni lo stato d'animo dominante è lo sconcerto. Il che è davvero fastidioso, specie in considerazione del fatto che la scorsa settimana c'erano i Jethro Tull a Torino. Il contatto con le persone mi lascia sempre più sbigottito, ma è evidente che la colpa sia mia. Infatti l'etimo in persona ci insegna che prima ero bigotto e poi qualcuno ha provveduto ad aprirmi gli occhi, quindi mi si potrebbe semplicemente dire che chi è causa del suo mal, pianga più spesso. Che non me lo si dica o non vado avanti a scrivere.
Aprendo gli occhi ho scorto (visto che sono alto) un dettaglio che al buio mi era sfuggito: la gente sono tutti matti. Matti e cattivi.
Sapete io lavoro, a causa del fatto che non ho trovato altri sistemi di affermazione sociale, come il calcio o il mediasurfing e questioni inerenti il travagliare mi hanno riportato in quel di Milano. Allungandomi tra gli “eh la madonna” e i kebab mi sono venute in mente le parole scritte da Enrico Ruggeri quando ancora non faceva lo scambista in televisione: “Autodifesa dipinta sui volti e sempre sulla strada. Sempre al recupero di beni tolti e accada quel che accada”. Aggressività scimmiesca, prepotenza, rivendicazione di diritti divini, invidia, vendetta, ma soprattutto non cedere mai, nemmeno di fronte al tristo mietitore (che non è Albano). Ed ero solo al casello di Melegnano.
Interloquendo con un'affabile donzella intorno a questioni di lavoro (quindi non cose importanti come il rinnovo del contratto di Cassano), mi è capitato di imbattermi in vicende riportate nel seguente discorso diretto:
Aprendo gli occhi ho scorto (visto che sono alto) un dettaglio che al buio mi era sfuggito: la gente sono tutti matti. Matti e cattivi.
Sapete io lavoro, a causa del fatto che non ho trovato altri sistemi di affermazione sociale, come il calcio o il mediasurfing e questioni inerenti il travagliare mi hanno riportato in quel di Milano. Allungandomi tra gli “eh la madonna” e i kebab mi sono venute in mente le parole scritte da Enrico Ruggeri quando ancora non faceva lo scambista in televisione: “Autodifesa dipinta sui volti e sempre sulla strada. Sempre al recupero di beni tolti e accada quel che accada”. Aggressività scimmiesca, prepotenza, rivendicazione di diritti divini, invidia, vendetta, ma soprattutto non cedere mai, nemmeno di fronte al tristo mietitore (che non è Albano). Ed ero solo al casello di Melegnano.
Interloquendo con un'affabile donzella intorno a questioni di lavoro (quindi non cose importanti come il rinnovo del contratto di Cassano), mi è capitato di imbattermi in vicende riportate nel seguente discorso diretto:
Cruman: “Parmi di ravvedere toni stridenti nella nostra partnership professionale”
Donzella: “Cazzo dici, sacco di merda?”
C: “Che diamine di modi sono? Non mi sembra di far parte del tuo ramo genealogico”
D: “È per questo che non ti ho ancora dato un calcio nelle palle... ma se insisti”
Mi rendo conto che i ritmi frementi della città incrinino il sistema nervoso. Milano poi, è una città tentacolare, nel senso che tenta di colare a picco. Con risultati peraltro discreti. Ma saranno gli anni di ritiro spirituale, attraverso cui ho raggiunto l'illuminazione con notevole risparmio sulla bolletta dell'enel, o la mia scelta di vivere in prossimità di una porcilaia per migliorare la qualità del vicinato, sta di fatto che dopo un giorno in questo big bang della follia, sono finito a vagare per via Ripamonti in preda a una catena di svenimenti, con il dorso di una mano a cucchiaio sulla fronte e in cerca di una tenda a cui aggrapparmi.
Tra un venir meno e l'altro mi ponevo domande esistenziali: che senso ha migliorare le sovrastrutture sociali se le fondamenta (le persone) sono instabili e nessuno se ne preoccupa? (mancamento) Quale bisogno primario soddisfa la prevaricazione? (mancamento) Se il protocollo di interazione umana è lo sputo, quello delle scimmie è l'ablazione reciproca dei parassiti e quello dei cani l'ispezione olfattiva dell'igiene intima, che cosa ci fa considerare evoluti? (mancamento più facciata sul selciato) Che cosa è veramente importante della contrapposizione umana su scala ridotta (zuffa) o su larga scala (guerra o enorme zuffa)? Avrà contribuito all'escalation di follia e cattiveria, la cultura che disegna assassini di massa come eroi, che giustifica la violenza con l'onore, l'egoismo con l'amore e la distruzione con la vitalità? (doppio mancamento carpiato, un guidatore di tramvai mi ha dato un 8,5 per la coreografia e 9 per l'interpretazione). E, prima di mancare del tutto, perché i posti dove non succede niente sono definiti “morti”, mentre quelli dove ammazzano la gente “vivi”?
Tornando verso la porcilaia pensavo che potrebbe essere un problema di carenza di vergogna. In psicologia colpa e vergogna sono due concetti indissolubilmente legati. In occidente però si è sempre puntato sulla prima da un punto di vista educativo, con il risultato di indirizzare gli sforzi umani verso il tenere nascoste le responsabilità in modo da evitare le punizioni. In questo modo, acquisendo una efficace tecnica evasiva (tipo fare il vago), si perde ogni ritegno e qualsiasi bestialità è mondata dalla formula universale “sono fatto così”, al cui cospetto l'assoluzione divina è una caccola. In oriente, di contro, si dà molta importanza alla vergogna che un uomo deve provare per le sue malefatte. Non è nemmeno molto in disuso la tradizione per cui, in alcuni paesi orientali, chi si macchia di azioni nefande, viene esposto al pubblico ludibrio, solitamente con un cartello al collo con scritto “sono una personaccia e non so nemmeno che cosa significhi ludibrio”.
La sparizione del concetto di vergogna è anche riconducibile a un'altra forma di giustificazione, che trova campo fertile nell'esistenza di persone ben peggiori di noi. Il meccanismo è semplice: siccome esiste qualcuno che stupra i bambini e non si vergogna, non ha senso che si vergogni chi ruba e se non si vergogna quest'ultimo, perché devo vergognarmi io che faccio solo telefonate minatorie. Con la stessa tecnica, l'esistenza di Luxuria, dovrebbe giustificare quella di Fabrizio Corona e giù giù fino a Daniele Interrante (il motivo per cui conosco questi nomi mi è ignoto, ma mi inquieta).
Insomma, la gente sono tutti matti. Matti e cattivi.
Ma non voglio sembrare uno che sputa nel piatto in cui mangia (anche se, mangiandoci io, ci posso sputare quanto mi pare, mica sputo nel tuo). Voglio dire: se a voi va bene così, tutto il rispetto. Pensavo solo a capire se esista un posto che vada bene per me e come eventualmente raggiungerlo (e non parlo del posto dove mi ha mandato la donzella di cui sopra). Si sprecano tanti di quei soldi al mondo. Missili nucleari, mazze da golf, Space Shuttle oppure videofonini, enormi macchine, pellicce, ricevitori satellitari (i primi molto più inutili dei secondi perché non consentono l'usufrutto o la pratica della pornografia), io mi accontento di un milione di euri e tolgo il disturbo. Ne vale la pena. Almeno per la donzella.
Ma dove andare? Giorni fa ho visto un documentario su delle isole norvegesi (cioè io ero a casa, il documentario era là). La cittadina principale è popolata di qualche migliaio di anime allo stato solido e una maggioranza di orsi polari. La popolazione non sembra allegrissima, qualcuno soffre di sindrome bipolare (cioè crede di vivere anche al polo sud), altri, stufi di prendersi a pallate di neve, hanno fatto scelte estreme come darsi al curling. Però la qualità della vita è altissima. Certo, direte voi, che vuoi che succeda? Sempre a criticare voi. C'è un dettaglio importante. A causa della massiccia presenza di orsi, è possibile entrare in un supermercato ed uscire con due etti di bresaola, una coperta termica a energia eolica e un fucile o una pistola. Per comprare o affittare un'arma non serve nemmeno un documento. Molto più semplice che negli USA, dove molti sostengono che la criminalità sia frutto della libera vendita delle armi. Ebbene in queste isole, in venti anni non è mai successo niente. Nemmeno uno che si è sparato in un piede. Mai. E se un orso viene ucciso, la polizia fa delle indagini per verificare se fosse proprio necessario. Come se fosse avvenuto un omicidio.
Allora uno dovrebbe pensare che il popolo americano sono tutti matti e che in Norvegia è possibile vivere civilmente. Ma questo significherebbe una differenza “umana” ed evolutiva tra i due popoli e quindi tra le persone, con conseguenze filosofiche e politiche indicibili. Come sapete molte cose non si possono dire, ma cose molto peggiori si possono fare. Un uomo ha diritto di essere cattivo e stupido, ma un suo simile non ha diritto di dirlo. Il razzismo verso queste forme di vita è l'unico bandito a livello mondiale.
Io comunque un pensierino alle isole norvegesi ce lo faccio. Anche perché sono sempre più convinto che la civiltà (o semplicemente gli ambienti più congeniali a un plantigrade come me) sia al freddo. E il pianeta si sta surriscaldando.
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20 commenti:
Ed ora si spiega anche il perchè il blog è rimasto fermo per una settimana. Ti dirò, io vivo a Roma. Prima non vivevo a Roma, vivevo anche io vicino ad una porcilaia. Er aun posto dove tutti speravano nell'arrivo di qualche tragedia per sentire Giorgino pronunciare "Campobasso" (che è il posto dove vivevo). Sono venuto a Roma perchè qui c'è la vita, c'è la gente calda (non come quei pazzi freddi di milanesi) e poi c'è lettere. Dopo ormai tre anni ho potuto constatare di mio che è vero che tra Milano e Roma c'è una bella differenza: Roma è più sporca. Poi mi sono fermato a questo, in quanto anche a Roma la gente sono tutti matti e cattivi.
Io ne ho tratto conclusione che l'uomo sarà anche animale sociale (e per me è già difficle accettarlo), ma la condizione di animale metropolita non la regge nemmeno la gente.
ottima osservazione neo. ottima osservazione.
p.s.
ma a campobasso ricevono i cellulari?
devo riposare di più
Ragazzo sono totalmente d'accordo con te. In realtà quello che tu esprimi, lo penso (e ne sono convinto) oramai da qualche anno. Però alle isole norvegesi non ci avevo mai pensato...io pensavo di trasferirmi in Islanda.Ad essere sinceri non è solo un pensiero, ma un obiettivo futuro(spero non troppo remoto). E' vero che magari un pò di "civiltà" è rimasta fuori dagli Stati Uniti, ma avere giusto un paio di vicini nell'arco di un Km2 mi rassicura di più: non si sa mai eheh. L'unica cosa che mi rattrista è la mancanza di alberi, ma non si può aver tutto dalla vita :).
Gio
ci ho pensato anche io caro giorgio. una soluzione alternativa potrebbe essere il canada. il concetto di vicinato è esattamente quello che esprimi tu e sei completamente sperso tra foreste e laghi. tienilo a mente almeno tu che puoi volare.
Ricevono ogni giorno dispari dalle 16 alle 18 esculuse le ultime due settimane di agosto e le feste comandate.
le feste comandate?
mah insomma, ha piovuto gli ultimi giorni.
Beh, dalle mie parti, gli antiani (quelli che sono negli -anta) usano chiamare "comandate" le feste nazionali e le feste religiose. Poi che t'aspetti da uno di Campobasso dico io...
sì lo so era solo uno stupido calembour. guarda che parli con uno che ha vaghe origini ciociare.
Torno satollo a dire la mia su di un punto su cui non mi ero soffermato. Non che seta per forza il bisogno di espormi, ma lo faccio.
Tu mi dici che il freddo è portatore di civiltà. Io credo (non prenderlo come assunto) che il freddo sia solo un espediente che limita i rapporti sociali. Quindi il freddo è portatore di un "educato" distacco verso gli altri. In Oxford street non c'è molta civiltà nei freddi finesettimana annaffiati da litri di pinte bionde. Quindi se in vino veritas, il luppolo toglie la maschera a quella "civiltà" facendo venire allo scoperto che la gente sono tutti matti e soprattutto cattivi.
In pratica dove c'è civiltà ci sono espedienti che limitano la natura umana, che siano questi il freddo o una bassa presenza umana.
Sembra che si capisce quello che ho scritto...
PS: con ritardo ho colto anche il gioco di parole... Devo stare invecchiando se mi sfuggono certe cose. E dire di stare invecchiando alla mia età sa proprio di vecchio.
Beh, caro Cruman credo che in effetti il Canada non dev'essere male come meta... non ho capito però cosa intendi con "[...]tu che puoi volare".
Comunque ti dirò che in questi ultimi tempi, grazie ad una cara persona, sono diventato un pò meno misantropo: in fondo qualcosa (o meglio qualcuno) di buono c'è ancora in questa società. Ben poca roba, ma c'è :).E lo puoi constatare anche tu: basta alzarti alla mattina e dare un'occhiata allo specchio ;)
Gio
caroneo, la tua analisi è ben più che plausibile, ma potrebbe anche essere vista da un'altro punto di vista. In qualche modo le condizioni disagevoli "educano" le persone molto meglio di quanto possano fare i genitori di oggi, la società, lo stato eccetera. Questo dimostrerebbe che una forma di educazione, un lavoro sull'uomo è ancora possibile oltre ad essere l'unica soluzione.
p.s.
a quale gioco di parole ti riferisci? ce n'è qualcuno.
giorgio, grazie per lo specchio, del resto io sono un tipo che riflette molto. intendevo dire che tu se vuoi puoi prendere un aereo e andare. io non posso.
Vedo nella sparizione del concetto di vergogna il rimpolparsi del concetto di ragione del torto (cioè: ho torto marcio ma pretendo, con gran faccia tosta, di aver ragione) e, di conseguenza, il numero di chi si è ritrovato becco e bastonato. Reazioni a catena.
P.S.: anche in Norvegia ci sono cose simpatiche che vanno per manina. Le alte tasse sugli alcolici e l'ugualmente alto tasso di alcolismo (ma chiaramente lo Stato non ci lucra sopra), per cui se un/una turista vuol prendersi una birra ogni tanto, lascia giù mezzo stipendio (ammesso che ce l'abbia).
vero vero bruni (come gli orsi?)
ma a pensarci bene, non è poi molto sbagliato. i superalcolici andrebbero usati con moderazione, così come le automobili e infatti da quelle parti entrambe le cose costano uno sproposito. In più io dopo una birra media comincio a percorre traiettorie ardite nei prati in fiore, quindi meglio così :)
in effetti il problema dell'alcolismo nei paesi nordici è importante, probabilmente consegue da un diffuso stato di depressione. C'è anche da dire, infatti, che nonostante un'elevata qualità di vita si verificano moltissimi suicidi, specie tra i giovani.
Io comunque, mi accontenterei di una catapecchia sperduta sui monti degli abruzzi (perchè io sono contro le marche).
Beh, Bruni come gli orsi o Bru come i bruchi... ahi ahi, o finisco impagliata o nel becco di qualche rondinella :(
Scordavo di aggiungere la perla norvegese per eccellenza, il Vinmonopolet, unico posto cui è permesso spacciare vino (ma solo fino a metà pomeriggio, eh!). In teoria tutto questo è sano e giusto, in pratica la gente continua a bere. Perché contro la depressione o la difficoltà a socializzare non c'è tassa che tenga.
Senti Cruman
mi hai dato un'idea che non è niente male: portare freezer e frigorifero in soggiorno, lasciarli aperti, tenere a portata di mano una bottiglia di Langavulin e sdraiati in poltrona, leggere Topolino o qualcosa di meno serio.
Non è la Svezia ne il Canada o la Finlandia ma costa di meno e dopotutto alche il Talisker e il Laprohaig non sono poi cosi male e costano di meno.
E una pelle, d'orso sotto i piedi poi farebbe molto Groenlandia, non ti pare ?
Poi quando sei stufo di fare il nordico puoi sempre chiudere il freezer o il frigo o entrambi.
Vogliamo provare ?
assolutamente proviamo!!!
Non arrivare così lontano, vieni da me, non farà tanto freddo ma almeno abbiamo connessioni anche a 56Kb.
esattamente dove sei dislocato?
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