"Amo Leopardi e tutti i poeti da pelliccia"
A.Bergonzoni
Era l'anno 833275 del regno di Giove. La commissione di vigilanza sul progresso, presieduta dalla Musa delle pari opportunità e quella delle partecipazioni statali, indisse un concorso tra gli dei maggiori e minori, semidei e diversamente divini: l'Ente che avesse ideato, in passato o di recente, la più lodevole invenzione avrebbe ricevuto in dono una corona di lauro, con il permesso di indossarla in qualsiasi manifestazione pubblica o in qualsivoglia raffigurazione, sia essa un quadro, una statua o l'avatar di facebook.
Penserete certo che una corona di lauro sia ben miserrimo riconoscimento, ma non è che si possa andare all'ipercoop e trovare un premio acconcio per una divinità. Soprattutto sotto Natale. E nemmeno sembra cosa sexy omaggiare un dio con una coppa, noto com'è, che Loro attraversano l'eternità privi di ogni forma di mensola.
Tanti furono gli esseri superiori iscritti alla gara e tante le invenzioni degne di intelletti capaci di affrontare la noia del tempo senza fine. Sebbene alcuno di loro sapesse che diavolo fosse il lauro.
Prometeo, attendeva in un angolo dell'infinito la sentenza degli inappellabili giudici. Non era seduto perché le sedie, come le mensole, non sono oggetti divini, altrimenti avrebbe atteso assito, anche su una mensola. Era teso ma convinto di spuntarla grazie alla sua straordinaria ideazione: l'uomo.
In breve apparve su una bacheca la lista dei vincitori. Prometeo, chiedendosi perché nel regno di Giove vi fossero delle bacheche e non delle sedie, si avvicinò al verdetto la cui lettura avrebbe regalato alla letteratura divina il primo caso di dio bestemmiatore.
L'uomo non era tra le tre migliori invenzioni dei creatori e al posto di Prometeo apparivano i nomi di Bacco premiato per aver ideato il vino, Minerva per l'olio per i massaggi e Vulcano per la padella per scaldare le piadine. Per la creatura di Prometeo, nessuna citazione, nemmeno il premio della critica.
Prometeo si stracciò le vesti dal disappunto (ed è per ciò che Rubens lo ritrae sempre ignudo) e pretese per sé la corona di lauro. I tre vincitori e il regno tutto non si opposero al dio che oltre ad essere dio era pure un energumeno imbarazzante e gli lasciarono il simbolico copricapo. Qualcuno disse perché il lauro funge da gabbia di farad e vivendo nella villetta a schiera vicino a quella di Giove (pluvio, governo ladro), tornava sempre utile. Altri sostennero che il buon titano, che ormai aveva superato il milione di anni, voleva coprire un accenno di alopecia. Fatto sta che l'inventore dell'uomo volle dimostrare la validità del suo operato e scommise con il suo amico Momo (inventore del tuning) che scendendo sulla terra, in qualsiasi posto a caso, si sarebbe avuta dimostrazione della perfezione della sua invenzione: l'uomo.
Così fecero. Scelsero un posto qualunque e, presa forma umana (e dei vestiti) si mischiarono alla gente di un villaggio intenta a preparare e a consumare vettovaglie e beveraggi.
Penserete certo che una corona di lauro sia ben miserrimo riconoscimento, ma non è che si possa andare all'ipercoop e trovare un premio acconcio per una divinità. Soprattutto sotto Natale. E nemmeno sembra cosa sexy omaggiare un dio con una coppa, noto com'è, che Loro attraversano l'eternità privi di ogni forma di mensola.
Tanti furono gli esseri superiori iscritti alla gara e tante le invenzioni degne di intelletti capaci di affrontare la noia del tempo senza fine. Sebbene alcuno di loro sapesse che diavolo fosse il lauro.
Prometeo, attendeva in un angolo dell'infinito la sentenza degli inappellabili giudici. Non era seduto perché le sedie, come le mensole, non sono oggetti divini, altrimenti avrebbe atteso assito, anche su una mensola. Era teso ma convinto di spuntarla grazie alla sua straordinaria ideazione: l'uomo.
In breve apparve su una bacheca la lista dei vincitori. Prometeo, chiedendosi perché nel regno di Giove vi fossero delle bacheche e non delle sedie, si avvicinò al verdetto la cui lettura avrebbe regalato alla letteratura divina il primo caso di dio bestemmiatore.
L'uomo non era tra le tre migliori invenzioni dei creatori e al posto di Prometeo apparivano i nomi di Bacco premiato per aver ideato il vino, Minerva per l'olio per i massaggi e Vulcano per la padella per scaldare le piadine. Per la creatura di Prometeo, nessuna citazione, nemmeno il premio della critica.
Prometeo si stracciò le vesti dal disappunto (ed è per ciò che Rubens lo ritrae sempre ignudo) e pretese per sé la corona di lauro. I tre vincitori e il regno tutto non si opposero al dio che oltre ad essere dio era pure un energumeno imbarazzante e gli lasciarono il simbolico copricapo. Qualcuno disse perché il lauro funge da gabbia di farad e vivendo nella villetta a schiera vicino a quella di Giove (pluvio, governo ladro), tornava sempre utile. Altri sostennero che il buon titano, che ormai aveva superato il milione di anni, voleva coprire un accenno di alopecia. Fatto sta che l'inventore dell'uomo volle dimostrare la validità del suo operato e scommise con il suo amico Momo (inventore del tuning) che scendendo sulla terra, in qualsiasi posto a caso, si sarebbe avuta dimostrazione della perfezione della sua invenzione: l'uomo.
Così fecero. Scelsero un posto qualunque e, presa forma umana (e dei vestiti) si mischiarono alla gente di un villaggio intenta a preparare e a consumare vettovaglie e beveraggi.
PROMETEO: Che si fa amici?
UOMO: (con uno stinco al sangue tra i denti) tu che dici? Si mangia.
P: E che si mangia di buono? Carne selvatica o domestica?
U: Domestica direi. È mio figlio.
P: Oh bella, hai forse tu per figlio una vitello come ebbe Pasifae?
U: Chiiii? No mio figlio è un uomo come tutti gli altri.
P: Mi stai dicendo che mangi la tua stessa carne?
U: No, che mi hai preso per scemo, non la mia, quella di mio figlio. L'ho messo al mondo per questo.
P: Per mangiarlo?
U: Certo. Ti stupisci? E la madre, non appena cesserà di essere fertile, mangerò anche lei.
MOMO: Come la gallina dopo aver mangiato le uova.
U: E anche questi miei schiavi, perché pensi che li tenga in vita con le loro mogli?
In tutto questo parve a Momo che i commensali dell'endofago cominciassero a squadrare i due stranieri con l'acquolina negli occhi e sembrò a Prometeo che due di loro stessero bisticciando sulla possibilità di condirli con il ketchup in luogo della salsa bearnese. Colti da terrore e sgomento i due numi presero forma di piccione e fuggirono in volo, non prima di aver lasciato, per la troppa emozione, un tipico segno del passaggio dei pennuti, proprio sulla pietanza in cottura. Evento che non turbò il desco e non fermò le libagioni.
I due diressero verso altri lidi sperando di trovare maggior ragioni per ritenere perfetta la creazione umana. Quello che videro fu una massa di persone intente ad assistere ad un rogo (di quella pira orrendo) in cima al quale una donna veniva avvolta dalle fiamme.
MOMO: Avresti mai pensato, amico mio, il giorno in cui hai rischiato la vita per rubare il fuoco dal cielo e donarlo agli uomini, che l'avrebbero usato per cuocersi l'un l'altro nelle pignatte ed appicciarsi a vicenda come tanti mortaretti?
PROMETEO: No Momo, mortaretti loro, ma abbiamo avuto la sfortuna di imbatterci in barbari e involuti. Vedrai che troveremo parole di stupore e meraviglia.
MOMO: Io ti credo, ma penso, piuttosto e anzichenò, che gli animali pure siano barbari e involuti, ma di loro non si può dire che si accendano come zolfanelli o che mettano al mondo figli per un apporto di carboidrati. Io credo che l'uomo si possa considerare perfetto se consideriamo nella sua creazione l'esistenza di tutti i mali possibili. Altrimenti dovrei dire che tuo fratello Epimeteo, che ha creato l'oca prataiola e lo stercorario, fece opera migliore.
PROMETEO: L'uomo è ancora giovane amico mio e sono convinto che il tempo darà loro la perfezione di intelletto e di sentimento.
MOMO: Abbiamo guardato anche il futuro Prometeo e abbiamo visto che ciò che è cambiato è che invece di catturarsi a vicenda per farsi a scottadito si lanciano direttamente i roghi da un regno all'altro con armi intelligenti, che è modo dotto per dire 'ndo cojo cojo. Abbiamo visto gli stadi di quel diporto con i calci, abbiamo visto uomini valorosi deportati in campi di sterminio e uomini così così deportati in isole prive di all inclusive e poi osservati come scimmie da bioparco. Abbiamo visto guerre sconsiderate, violenze gratuite sui più deboli e gare canore.... per me è no.
PROMETEO: Proviamo ancora Momo, vedo Londra laggiù. Andiamo là, a Londra de' cipressi.
Si avvicinarono a un gruppo di persone affaccendate intorno a un morto. Teneva in mano una pistola e accanto a lui, altrettanto morti, due bambini.
PROMETEO: chi sono questi sfortunati?
UOMO: un padre e i suoi figli?
P: e chi li ha uccisi?
U: il padre stesso, ha ucciso i suoi figli e si è tolto la vita.
P: e per quale ragione una simile follia? Quale sventura lo ha colpito? Malattia? Bond argentini?
U: niente di tutto questo anzi. Solo tedio della vita.
P: e quei giudici che fanno?
U: stabiliscono se il padre fosse in grado di intendere e volere, nel cui caso i suoi averi andrebbero allo stato. Credo che così stabiliranno. Lui non pare dissentire.
P: ma perché uccidere anche i figli? Non aveva un parente, qualcuno di cui si fidasse a cui affidare le sue creature?
U: ah sì sì, ce l'aveva. Ha raccomandato alle sue cure il cane.
Momo stava per dire all'amico suo che nessun altro animale si toglie la vita per noia, spegnendo la vita dei suoi figlioli, ma Prometeo lo anticipò pagando la scommessa, porgendo all'amico la sua corona di lauro.
PROMETEO: però ogni tanto me la presti? Sto andando un po' in piazza.
poco liberamente tratto dalle Operette Morali di Giacomo L.
Technorati Tags: Prometeo, Leopardi
18 commenti:
Zero commenti sono troppo pochi per questo pezzo.
..la musa delle pari opportunità!.. speriamo solo non ce ne siano altre otto da qualche parte..
temo, oltre a leopardi, che tra ottocentotrentunmiladuecentosessantasei anni l’operetta risulterà ancora attuale, sempre se lo sarà il mondo..
bravo cruman, sempresuperpiacevole
Dopo aver letto questo pezzo verrebbe voglia anche a me di scommettere....che vivi in una lampada di bronzo ed esaudisci i desideri. Forse non di qualsiasi genere, ma indubbiamente il desiderio di leggere qualcosa di estremamente piacevole divertente e fuori dal comune sei riuscito ad esaudirlo. Grazie!
grazie giovini, riferirò a giacomo che tramuterà la sua visione della vita in pessimismo vialatteo
Giacomino nostro ne avrebbe sorriso.
E non è facile per lui, pessimista com'è.
Ehi Cru,
non ho ancora letto il post, ma non mancherò, visto i commenti estasiati qui sopra.
Ti rubo un po' di righe per andare OT:
voglio dirti che sono molto contenta che tu ti sia chiamato fuori da quella buffonata che è diventata MC.
Bamboccioni quarantenni alla loro decima rincarnazione informatica, che si divertono in giochi di ruolo, vestiti da donna, con le sciabolette e le spadine di carnevale!
Purtroppo per te: ti sei guadagnato tutta la mia stima.
simona_rm
Ciao (mi vado a leggere il post)
guarda, pur non avendone, ho scambiato due parole con gli altri (sara, lameduck, fully, neo ecc) e sono veramente successe cose che voi umani eccetera.
però magari ne parliamo in un posto meno pubblico.
Cru! "potremmo parlarne in un posto meno pubblico" ad esempio il mio pinguino adesso fa 40 visite al giorno di media! ; D
Beh, buongiorno, ieri sera ho letto un pò di questi post, e devo trovare veramente qualche sinonimo di Wow, geniale, troppo forte, fico, se no sembro una carampana quindicenne!
ancora meno pubblico, direi quasi privatista.
You got mail, Cru.
Aloha.
il post è molto divertente, ma sono tagliata fuori dai commenti, ccome dal resto del mondo, quindi fa niente, anche perchè qui almeno sono simpatici, nel resto del mondo no
sei il solito parossismo con le gambe. come fai a scrivere in un commento che sei tagliata fuori dai commenti?
Letto.
Bello.
Molto.
Mi è piaciuta anche l'apertura con la cit. di Bergonzoni. Di suo ho apprezzato "è già mercoledì ed io no".
Però, ti chiedo di rivalutare un po' l'oca prataiola. Secondo me merita.
simona_rm
non fare complimenti che poi lello dice che facciamo salotto onanista
prego: "salottismo"
lello ormai è assunto a ruolo di filosofo, i filosofi usano gli "ismi".
vedi anche: complottismo, menefreghismo, tarantismo e non so quanti altri ne ha tirati fuori questi giorni.(perchè alla fine mi sono annoiata e non li ho letti tutti)
simona
è ancora a uno stadio embrionale del filosofo. i veri filosofi si esprimono negando gli opposti. il salottismo sarebbe una cosa tipo non cucinismo e poi bisogna buttare qua e la degli "in sè". principiante.
Io ho il computer in salotto è un problema?
Però non so se è arredato in stile onanista, di sicuro i mobili sono ikea e il divano è stellare!
anche il mio divano è stellare, infatti le rate scadranno in una data astrale.
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