venerdì 7 aprile 2006

La dodicesima porta


Io devo smettere di andare dal giornalaio, ma è più forte di me (non il giornalaio, cioè anche lui, ma non intendo quello). E’ come una droga. Ora poi fino a venti giornali al dì posso arrivare, oltre, per la legge, divento un edicolante. Sulla “gazzetta di reggio” (emilia) di 3 giorni fa, in terza pagina si dava a caratteri cubitali la notizia della costruzione della nuova uscita dell’autosole con relativo casello ad altissima automazione (bah). Comunque come potete vedere nella foto di ottima risoluzione e fotoritoccata con perizia, il titolo recita “prevede dodici barriere, 4 in entrata e 7 in uscita”. Ho rifatto i conti diverse volte, con la calcolatrice scientifica di windows, anche usando la notazione polacca inversa….tocca ammetterlo: è sparita una porta.
Dopo un primo momento di smarrimento la mia mente ha iniziato un piacevole girovagare tra le ipotetiche funzioni di questa barriera fantasma. Sarà munita di telepass? Ci sarà un casellante? E se sì, potrò chiedere informazioni? Soprattutto mi importa dove porta la porta.
Forse sarà riservata a particolari categorie di automobilisti. Per esempio a quelli che fanno quaranta minuti di fila per uscire e quando arriva il loro turno si mettono a cercare il biglietto e i soldi sradicando i sedili della macchina. Immagino che per loro la barriera si alzi sulle miniere infernali di golconda. Oppure sarà il casello per quelli che guidano piantati in mezzo alla strada. In quel caso l’accesso condurrà su una autostrada monocorsia….piena di camion….in salita….con i cantieri aperti…e senso di marcia unico alternato….senza autogrill…con una suocera a bordo….anche se si è scapoli.
Sondando teorie fantascientifiche invece, immagino che la barriera sia una sorta di teletrasporto che smolecola vetture e persone e le ricompone all’uscita autostradale più vicina alla destinazione desiderata. O, meglio ancora, anzi più divertente ancora, tutto è completamente casuale. Tu devi uscire al casello di Bratislava sud e invece ti ritrovi a Cappelle sul Tavo. E anche la rigenerazione molecolare avviene in modalità random, quindi oltre a ritrovarti a Cappelle sul Tavo avrai gli occhi di tua suocera e un parafango al posto del sedere (ah ce l’avevi gia prima della scomposizione molecolare? Ah scusa).
Ma le ipotesi più affascinanti sono quelle metafisiche: il casello fantasma come varco spazio temporale. Un passaggio verso dimensioni parallele (ma se incontri queste dimensioni non possono più essere parallele, quindi almeno evita di salutarle), dove la tua Cayenne è una Trabant modello base e di mestiere fai il palafreniere. E perché non il casello escatologico? La barriera del giudizio universale. Dove il pedaggio che si paga è il dazio per ciò che siamo stati nella vita (me lo diceva sempre mio nonno, meglio farsi pagare da zio, che pagare dazio) e non puoi nemmeno usare la viacard. Dove il casellante ti costringe a pagare il fio (er fio de chi?) e non puoi tornare indietro, c’è gia la coda e non puoi scendere perché severamente vietato, non puoi mostrare la tessera riduzione militare o dire che sei il portaborse di qualcuno.
La prossima volta che vi trovate nei pressi di Reggio Emilia, piuttosto che tentare la sorte sperando di non incappare nella dodicesima porta, tirate dritto fino a Modena e poi tornate sulla via emilia. C’è un po’ di traffico, ma sempre meno che a Cappelle sul Tavo.

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