lunedì 24 luglio 2006

Una coscienza sinistra


In tempi non sospetti (sempre ne esistano ancora), ho espresso qualche dubbio sul tasso di sinistraggine che la classe dirigente unionista potesse esprimere, messo in guardia anche dalla buffa esperienza del governo D’Alema (questo è il post scritto in tempi insospettabili http://celodicehillman.blogspot.com/2006/04/le-lezioni-politiche.html lo so non è bello citarsi, ma mi scappava e rischiavo di citarmi addosso). Ammetto che non era una previsione difficilissima. Che Nostradamus e Otelma mi direbbero “e grazie al c…” e che in fondo… Romano….Prodi…vi viene in mente un nome più di destra?.
D’accordo, capisco che il governo non abbia esattamente una maggioranza schiacciante e che qualche compromesso diversamente comunista, sia costretto ad accettarlo. Ma che ora gigio prodigio trovi tutto questo anche sexy mi sembra raccapricciante. Non in senso politico, proprio di pelle. Come le unghie sulla lavagna, i palloncini strizzati, l’amico che fa scrocchiare i denti, il turista in costume al supermercato…ok la pianto. Insomma se mi avessero parlato di deviazioni sessuali di Berlusconi non mi avrebbe fatto molto effetto, del resto una cosetta a tre col primo ministro danese…. Ma il mortadella no, è come scoprire che il tuo parroco è pedofilo. Raccapriccio e fastidio.
Questa curiosa compagine parlamentare sta superando in anticomunismo, le alte vette raggiunte dal governo di fine anni novanta, nato da una costola rotta di Bossi e fa arrossire di invidia persino la Mussolini, che starà pensando “hai visto quel fagiolone di Pannella come ci ha visto lungo”. Ma come accidenti fa un sano uomo di sinistra ad ascoltare i ministri che ha votato, mentre parlano di privatizzazioni? Le privatizzazioni sono quelle operazioni che consistono nel sottrarre un bene collettivo (per esempio i trasporti, le poste, l’energia, michel unzicher) per venderlo a uno o più tizi che si spartiscono i proventi. Da qui il termine proprietà privata, cioè ogni persona viene privata della proprietà.
Altro atteggiamento diversamente comunista è l’indignazione di fronte all’esercizio della libertà di astensione dal lavoro, altrimenti noto come sciopero. Strumento di lotta proletaria vicino agli ambienti di sinistra (incidentalmente incoraggiato durante i nefasti periodi di governo di destra). Pacatamente di sinistra è invece la bonaria accondiscendenza verso le richieste dei lavoratori in sommossa, tanto da far giubilare al grande pareggio dopo la contrattazione con i tassisti, rendendo il ministero per l’attuazione del programma un allegro teatrino (che comunque garantisce diversi posti di lavoro). Questo mi fa tornare alla mente un episodio della mia vita militaresca. Ci adoperavamo per mantenere l’ordine pubblico tra migliaia di riottosi ultras dal profilo umanitario basso e dal tasso alcolico no, durante lo svolgersi di una tenzone calcistica. Frattanto, una curva espose uno striscione dai toni vagamente razzisti, violenti e, per colmo di inumanità, sgrammaticati. Il nostro tenente, tenente poca paura (il participio è una gran cosa), ci chiamò a raccolta (tutti e 10) e ci spinse di buon grado (quello di tenente appunto) ad infilarci sorridenti in mezzo a tremila energumeni famosi per il loro sostegno all’Arma, allo scopo di privarli della loro espressione comunicativa. Il nostro superiore ci fece lasciare carabine, caschi ed altre cosucce utili all’uopo, perché, disse, temeva di innervosirli. Non che noi fossimo una maschera di serenità. Giunti in curva, noi 10 temerari chiedemmo con decisione la rimozione dello scritto ingiurioso. Io non sono mai stato un tipo da acclamazioni popolari, ma tremila persone che mi ridono in faccia non le avevo mai viste. Il tenente contrattò. Lo striscione rimase lì, ma ne portammo via un altro. Non ho mai avuto il coraggio di chiedere cosa ci fosse scritto, ma mi parse di scorgere un “ciao ma” nell’involto che trasportammo via. Fu per il tenente, un dignitoso pareggio. Il mio orgoglio alamarato ne soffrì, ma le mie ossa ringraziarono sentitamente.
Lasciando i nostri prodi e tornando ai loro, ho trovato esilarante la questione indulto. Che Berlusconi elaborasse leggi ad uso personale è poco carino, ma inquadrabile in una logica di espressione di potere, ma che lo faccia Prodi no (non ad uso personale, ad uso di Berlusconi!). Un governo di sinistra che per liberare le carceri ad equocanone, chiude un occhio su reati di falso in bilancio. Reati che hanno significato la rovina per tantissime famiglie di proletari! Va bene essere di sinistra senza avere una coscienza di sinistra, ma non avercela per niente è un altro paio di manicaretti. Non è ovviamente questa la cosa esilarante. Desta ilarità lo sdegno del robin hood casereccio: Di Pietro minaccia dimissioni (nell’indifferenza generale) se l’indulto dovesse aprire anche le celle dei truffatori finanziari. E’ curioso come al verace ministro sia sfuggito che è sufficiente si guardi un po’ intorno, lì nel suo affollato luogo di lavoro, per riconoscere tra i suoi colleghi, personcine a modo con condanne per sciocchezze di gioventù quali banda armata, concorso in omicidio e compagnia bella. Lui sarà onestamente indignato per il colpo di spugna sui reati che tanta fama gli hanno dato, ma coi colpi di spugna che prendono stipendi da favola in parlamento, Ercole ci avrebbe lavato stalle per un’intera vita da semidio.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Citando uno dannatamente intelligente e che se ne intende, questo post è "dannatamente geniale". :-)

kalmha ha detto...

La parola sexy in bocca a gigio prodigio devo dire che anche a me ha fatto l'effetto che descrivi tu.

:-DD

Aggiungo un leggero mancamento.

Perla

Max G. ha detto...

Sinistra?!?
A sinistra di cosa?!?
Il gioco è Poltrona Libera Vs Poltrona Occupata - anzi Okkupata.

Bye!

cruman ha detto...

già, infatti era più sinistra aggettivo che sinistra sostantivo (ma come parlo?)

cruman