martedì 7 novembre 2006

Appunti sulla patente a punti


Capita che per mettersi alla guida di un’automobile, allo scopo di rendere rapidi gli spostamenti e l’affermazione sociale, occorra un fogliaccio roseo, come una piccola gazzetta dello sport (probabilmente perché si ottiene con la stessa facilità con cui si spinge un edicolante a rilasciarci il quotidiano diportivo). Capitava che codesto fogliaccio, intitolato patente di guida, divenisse diritto acquisito e non più toccabile. Il ritiro della licenza di pilota cittadino, conseguita accostandosi a un marciapiede attivando l’indicatore di direzione corretto e scendendo dalla vettura senza far attraversare la portiera da un ciclista, avveniva solamente in casi di genocidio, alto tradimento e abigeato con scasso (contemporaneamente). L’unica incombenza, con scadenza decennale, era quella di presentarsi di fronte a un irreprensibile ufficiale medico il quale, se eri avvenente e di sesso contrapposto al suo, ti faceva spogliare, altrimenti ti diceva “quante sono queste?”. Il tutto contrastava con il dettaglio che l’imperizia al volante generasse un tasso di mortalità pari a quello di un paese produttore di petrolio.
La società costituita si è resa conto che educare giovani scapestrati che trasformano gli ormoni in chilometri orari, addestrare un branco di imbranati e impedire la circolazione a prepotenti incivili era compito assai complesso. Un’alternativa poteva essere quella di mettere in commercio solo automobiline da autoscontro che non superassero i 130 e si limitassero automaticamente nei tratti sottoposti a diversi obblighi. Questo avrebbe da un lato ridotto ai minimi termini gli effetti indesiderati dell’imperizia e della stupidità, ma dall’altro avrebbe insolentito le case costruttrici che si misurano su chi assembli il motore più sexy. Senza contare che un gran numero di repressi sessuali che sfrecciavano sulla loro stessa medicina, sarebbero finiti sul lettino di qualche medico della capoccia.
Le contromisure elaborate si sono quindi instradate su due percorsi ben definiti: imbottire le automobili di sistemi di sicurezza attivi e passivi e bastonare senza pietà i trasgressori delle regole arrivando financo a stracciargli la patente in faccia (quella vecchia, quella nuova la tagliano con le forbici). Il primo approccio è un’arma a doppio taglio: è vero che riduce i traumi da incidente, ma genera anche un senso di vaga invulnerabilità che spinge a osare più del dovuto. Tanto c’ho l’esp, al limite interviene l’abs, poi semmai mi esplodono in faccia una ventina di cuscini caricati a dinamite e il pretensionatore e l’ebd e il differenziale Ferguson e le sospensioni indipendenti e il sedile eiettabile… Se guidassi una due cavalli non ti verrebbe in mente di prendere allegramente nemmeno una manovra di parcheggio e non ti verrebbe in mente di fare da 0 a 100 in un tempo non avvertibile, se non lanciandoti da un ponte con tutta la macchina.
Il secondo approccio al problema ha portato, per enfasi, all’elaborazione di quel sadico giochino chiamato patente a punti. Concettualmente non sarebbe nemmeno questa bestialità che sembra, il problema è che il contesto in cui viene applicato, rende questo sistema un ottimo strumento per levare dalla strada la gente che sa guidare e ne ha bisogno, a favore degli inetti da gita.
Mi spiego. Gli automobilisti più capaci di stare in strada sono quelli che per lavoro o per diporto macinano valanghe di chilometri, tra autostrade, superstrade, stradine e mulattiere. Per esempio i rappresentanti i pendolari i camionisti ecc. E’ vero che spesso queste persone infrangono i limiti (a volte è una questione di sopravvivenza, per come è strutturata la rete stradale), ma hanno sviluppato una sorta di sesto senso che consente loro di capire che cosa sta accadendo un secondo prima degli altri. Magari corrono un po’, ma sanno come evitare e far evitare problemi. Infatti la maggior parte degli incidenti gravi accade ai neopatentati, ai gitanti della domenica o a gente che si mette al volante insieme a Glen Grant.
Consideriamo ora che il più prolifico mietitore di punti della patente è il fantomatico autovelox. Anche questo fatto può sembrare una cosa consona a risolvere il problema. Avventura vuole però, che questi accrocchi non vengano utilizzati in siti pericolosi, ma in posti assurdi e con l’unico scopo di tirar su due lire. Anche perché molti apparecchi fissi sono forniti da società private, che prendono una commissione sull’opera di ritrattura fotografica. Accade quindi di trovarsi in strade a 24 corsie, in discesa, senza una casa nel raggio di chilometri, in piena notte, di giovedì ed essere colti da un flash proveniente da un cartellino nascosto con scritto “limite 60”. Dopo aver scrutato il cielo nella speranza di scorgere qualche nube temporalesca o un ufo in fase di attacco, si cerca inutilmente di capire come quel limite tuteli la sicurezza stradale.
Ora, in queste vere e proprie trappole chi ha più probabilità di caderci? Chi passa più tempo in strada ovviamente, quindi quelli generalmente più capaci di guidare. Sembrerà assurdo, ma è molto più facile che uno che fa 50mila chilometri l’anno non abbia mai avuto incidenti, mentre chi usa la macchina solo per andare in ferie (non sapendo come si utilizzi un’autostrada) o per andare a fare la spesa, molto probabilmente potrà raccontarvi qualche storia di mezzi accartocciati.
Gli utenti della strada più impacciati, che magari vanno sempre a 100 all’ora, anche in autostrada e sulla corsia di sorpasso, hanno una pericolosità intrinseca molto più elevata, ma hanno la probabilità di veder calare i punti premio della patente davvero molto scarsa.
Pochi sanno per esempio che stare in mezzo alle corsie senza utilizzare quella libera più a destra, comporta il defalcamento di due punti, ma se quei poveracci dell’autostradale dovessero fermare tutti quelli che guidano così, si creerebbero degli ingorghi paurosi.
Risultato: gli automobilisti inetti non solo rimangono liberi di fare danni, ma ci fanno pure la figura del pilota modello, mentre chi sa come stare in strada vive in una giungla di agguati fotografici senza senso e timore di non poter lavorare.
Io mi chiedo una cosa. In Italia accadono una marea di incidenti (anche con la patente a punti), invece di fare i giochini non si può prendere chi provoca un incidente e strappargli un pezzo di patente e la volta dopo strappargliela tutta? Piano piano quelli che fanno danni diventeranno sempre meno. Tanto non ci sono punti che tengano, finchè è permesso a dei decerebrati di deambulare su mostri a quattro ruote continuerà a morire tantissima gente, nel modo più insopportabile: per mano della stupidità.

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8 commenti:

Fabio Sacco ha detto...

E' vero che alcuni limiti di velocità sono assurdi (ho incontrato anche 10... forse dovevo scendere e spingere la macchina), ma mi sembra che ci siano in giro troppi schumacher e troppi "chiaccheroni" e "scrittori di sms". Un po' di civiltà nn farebbe mai male, ma visto che siamo italiani, solo le punizioni drastiche possono fermarci.

cruman ha detto...

Sono d'accordo con te, fino all'ultima frase. Le punizioni drastiche fanno da deterrente solo per chi ha cervello e chi ha cervello non ne ha bisogno. La dimostrazione è che la gente continua a morire e ti dicono "la patente a punti funziona, l'anno scorso lo stesso we sono morte 50 persone, quest'anno 45". Capisci bene che è un'assurdità. Le punizioni vanno bene in un contesto in cui abbiano senso, non sparate a caso e con l'intento nascosto di fare soldi. Se proprio non si vuole fare macchine meno potenti si deve agire sull'educazione. C'è un sacco di gente che crede di sapere come si sta in strada e nnonn lo sa e in televisione nessuno parlma mai di regole stradali, mai! Bisogna far passare per idioiti quelli che guidano in un certo modo e bisogna dare la patente a chi è davvero in grado di guidare e toglilerla a chi crea gravi problemi per gravi mancanze.Inutile continuare ad aumentare le muulte, cambia solo che la gente è più incazzata. E ovviamente ci vorrebbe anche che la società autostrade usasse i nostri soldi per sistemare la rete viaria e i guardrail invece di finanziare i partiti.

cruman

Anonimo ha detto...

Verissimo Cruman, completamente d'accordo con te.
E' infatti il solito problema: non puoi essere innocente... se no vieni multato!

Anonimo ha detto...

Mi pare che questo tuo ragionamento possa valere per altre situazioni 'all'italiana'...Quindi mi aspetto presto argomentazioni analoghe su altre follie quotidiane....

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con quasi tutto quello che hai scritto, ma non sono convinta che il sistema sia stracciare la patente a chi causa un' incidente, anche se eticamente sarebbe giusto. Provo a spiegarmi e spero di riuscirci, è vero che la maggioranza dei sinistri è causato da neopatentati o comunque guidatori inesperti, io stessa ho causato due incidenti, ed entrambi nei primi anni da patentata, ora a distanza di 15 anni con l' RCA sono in classe 0 con due bonus e tutti i miei punticini più 2, però se me l'avessero tolta, non sarei la guidatrice che sono ora,(a detta di diverse persone me la cavo egregiamente) d'altra parte è pur vero che è assurdo pensare di fare esperienza a scapito di automobilisti impotenti davanti (dietro o di fianco) ad apprendisti delle 4 ruote, io sarei più per rendere obbligatori i corsi di guida sicura, o un monte di ore su strada obbligatorio come per i piloti degli aerei per ricevere il brevetto, o mettere dei limitatori di velocità sulle macchine date in mano a persone che non raggiungono determinati traguardi prefissati, la P appiccicata al vetro posteriore poi non la farei mettere solo ai neopatentati, ma a tutti coloro che non hanno sul curriculum di guidatore, un dato numero di km effettuati su tutti i tipi di strade, diciamo che per riassumere, invece della semplice e pressochè inutile scuolaguida farei un vero e proprio corso di professionista guidatore. A quel punto troverei assolutamente corretto strappare in parte o in toto la patente in caso di procurato sinistro.

Anonimo ha detto...

Quello che manca soprattutto è allegare al codice della strada il codice del buonsenso... va da sè però che per redigerlo dovrebbe esserci qualcuno che di buonsenso ne è davvero pratico.. ma allora diventerebbe il codice del senso pratico, che per diventare tale ha bisogno di messa in pratica perchè nessuno nasce imparato e allora meglio girare con una bella P, magari stampata dietrofront... torniamo tutti a casa e non se ne parla più!

Il guidatore inesperto, purtoppo, non è solo il neopatentato, ma è anche quello la cui inesperienza non gli ha ancora dimostrato che ci si schianta guidando con più alcool in corpo che benzina nel serbatoio, che se prendi una curva a tutta velocità non la raddrizzi lo stesso, che se prendi contromano una rotonda non è che poi la inviti a ballare sul mare, che se ti incanti davanti al misterioso senso dei cartelli stradali non compare mosè che ti illumina il cammino, che se pensi di essere schummacher bisogna che lo dici pure a lui, che se no ha una crisi di identità!

Intendo dire che non è solo la mancanza di pratica che a mio avviso rende un guidatore pericoloso, così come non sono le accortezze e/o le malizie di uno esperto che lo rendono un pirata della strada. Il punto è che bisognerebbe avere consapevolezza di quello che si fa, come quando e dove lo si fa.

Trovo poi assurdo se non addirittura inconcepibile affidare mezzi con limitatori o mezzi elettrici, ma pur sempre muniti di ruote e un volante che lo rendono adatto a circolare sulla strada, a chi la patente non l'ha conseguita (minorenni o imbranati) o a chi non è stata rinnovata (anziani o un'altra volta imbranati). Mi suona un po' come dare una bomba in mano a chi non sa usare la pistola: non c'è bisogno di tenere il braccio fermo, prendere la mira e sparare, facendo attenzione al classico rinculo :D basta solo premere un pulsante e... BUM!
Forse più che di licenza di guida si dovrebbe parlare di licenza d'uccidere.

Anonimo ha detto...

Anche stracciando la patente rimane il fatto che le probabilità di essere fermati e controllati sono remotissime. E questo perchè evidentemente poliziotti e carabinieri sono pochi e/o sono in buona parte al calduccio in qualche ufficio.
Un po' come la questione dei controlli fiscali. Non è la severità di una pena a fare le persone oneste, ma la maggiore probabilità di essere beccati (e magari sanzionati veramente ma con pene sensate).
Vale per chi non sa guidare o lo fa in condizioni assurde (alcol in primis).
So che a molti vedere pattuglie di polizia e caramba per strada dà fastidio. A me invece dà sicurezza. Credo sia l'unico modo per proteggerci da giovinastri ubriachi, extracomunitari impediti o Schumacher della domenica.

Anonimo ha detto...

la patente a punti è solo un furto legalizzato.a fini della sicurezza stradale non serve a un cazzo detto francamente.passi a 340 all'ora davanti a un velox?t tolgono la patente oppure paghi 250€ in piu e fanno finta che l'auto andasse da sola.in questo modo succede che chi ha i soldi continua a non dichiarare il conducente,a pagarsi i suoi 250 in piu e a pizzarsi a 250 fissi in autostrada.poi c'e qllo ke tira una volta entra in paese a 90 e la patente non la vede x qualche mese.capite anche voi che qsto sistema non garantisce la sicurezza ma solo le tasche gonfie allo stato.x qnto riguarda gli incidenti sarebbe da evitare puntare subito il dito sui neopatentati e indirizzarlo piu verso gli ottantenni col volante tra i denti che a causa delle velocità scandalose a cui procedono obbligano gli altri guidatori a effettuare manovre anche pericolose x levarseli dalle balle.infine x i limiti di velocità posso dire solo che andrebbero bene se il veicolo piu veloce in circolazione fosse il triciclo.50 all'ora in ina strada statale larga e in perfette condizioni solo perche a 200 metri si intravede una casa?qllo nn è centro abitato qlla x me è una strada statale da 90.