lunedì 20 novembre 2006

Niente sesso, siamo in classe


Che il sesso polarizzi attenzione e veicoli le masse, gli esperti di marketing più avvertiti lo hanno imparato bene, ma la vera rivoluzione ipnotica è lo spaccio di morbosità. La morbosità come fenomeno comunicativo consiste nel fornire, con finta marginalità, risposte a domande che la gente si vergogna di fare e a volte persino di pensare.
In questa mezza stagione in via di estinzione, sono i pruriti adolescenziali a tenere banco (e anche un po’ cattedra), relegando calciatori e attempate pin up a una penombra ingloriosa, ma degna dei contenuti espressi. Questi ultimi, per quanto belli e famosi, nulla più possono concedere alla viscerale e mai satolla tenia della morbosità, avendo ottenuto ribalte per la loro prole ricca ma scevra da meriti e financo per le loro placente da collezione.
Opulente di dettagli scabrosi è invece la vicenda della professoressa scopacchiona (meritevole di aver gettato una luce neorealista sul cinema trash anni ’70), colta – in quanto insegnante un po’ hippy quindi figlia dei fiori – insieme a giovanissimi studenti a prendersi reciproco diletto. Di letto.
I giornali ne hanno parlato profusamente, almeno finchè hanno avuto particolari goderecci da snocciolare. Trasfigurando le informazioni in preoccupante risvolto socio culturale, si è fatto incidentalmente cenno alla posizione esatta coreografata dalla signorina, alla reale area anatomica esposta alle intemperie e all’onanismo diffuso di chi contemplava non essendo stato bocciato un numero sufficiente di volte per partecipare in forma attiva all’orgia istruttiva. Queste fondamentali informazioni, succulenta esca, hanno attratto una perniciosa attenzione, anch’essa mascherata da profondo dissenso e impegno civile, che ha spinto i media ad aggiornare costantemente la sceneggiatura del convivio dionisiaco. L’allarmante degrado dei valori è stato così corredato da una professoressa prima nuda e supina, poi in ginocchio non per preghiera, ma per peccato di gola, poi vestita, ma con un seno a fare capoccetta e allegra compagnia cantando.
I risultati di questa fiera denuncia sociale sono grossomodo questi: un manipolo di mamme preoccupate e imbufalite, un nutrito gruppo di papà insolentiti che ripensano con invidia e rammarico alla grinzosa insegnante della loro giovinezza, un bulletto sopraffatto dall’ego che dopo cinque anni di scuole medie (ci si trovava bene, particolarmente con il corpo insegnanti) è diventato eroe della nazione adolescente e una professoressa un po’ porcella senza lavoro, ma con milioni di piccoli fan. Il tutto prevedibile come la pioggia nel week end.
A Livorno, una decina di ragazzini tra i 15 e i 18, si divertiva a sperimentare il gusto proibito della trasgressione e del sentirsi grandi prima che sia troppo tardi (cioè prima di essere davvero grandi e non divertirsi più) realizzando anche piccoli filmati con i vituperati telefonini con cui qualcuno, a volte, telefona pure. Un’accorta mamma li ha scoperti e ha allertato le forze dell’ordine che, dopo accurate indagini, hanno denunciato tre giovanotti per detenzione di materiale pornografico.
Possono fare sesso, ma non possono guardarsi mentre lo fanno. Ne trarrebbero un cattivo insegnamento o, peggio ancora, potrebbero rimanere traumatizzati. Ovviamente l’accento è stato posto su questi fantomatici filmini e lo sdegno seguente ha preceduto un incremento vertiginoso delle ricerche su google con la chiave “livorno filmini sesso studenti”.
Forse un po’ di vero sdegno servirebbe. Io alle volte mi accontenterei di un cenno di onestà intellettuale. Del tipo di Cronaca Vera che almeno ti promette, senza pudori, dettagli scabrosi per qualche euro e un minuto di vergogna dall’edicolante. I giornali seri invece si occupano di aspetti culturali, di educazione, ma titolano con frasi afrodisiache e imbottiscono gli articoli di dettagli da bar, perché sanno che questo attira le persone serie, perplesse dal tramonto dei valori.
L’educazione è prima di tutto una questione familiare, poi della società che purtroppo è lo specchio dei tempi. Negli ultimi anni va di gran moda demonizzare l’uso smodato di tecnologia evoluta (così definita in rapporto a chi la utilizza), ma quando ero ragazzino io (nel secolo scorso) le cose non erano diverse. C’erano i prepotenti, c’erano quelli che proprio non potevano avere 15 anni, magari erano loro a non volerlo, ma certo è che la barba e una costante tendenza ad accoppiarsi, non facilitavano la transizione puberale. E non è che trattenessero la loro naturale ferocia perché non avevano un cellulare con la videocamera per immortalarla. Magari la televisione non era così invadente, eppure Pasolini (tanto osannato dagli intellettuali) non raccontava certo realtà giovanili incorniciate da fate turchine e buoni sentimenti.
Io non sono un buon target di mercato. A me non interessa conoscere ciò che dovrebbe essere privato e mi cruccio, sinceramente, di non capire che cosa spinga le persone ad accapigliarsi per la morbosità più gretta. A fingere interesse di alto profilo per godere in proprio gli orgasmi degli altri. Penso sempre che queste persone siano le stesse che si allungano dietro a un inviato della tv e fanno ciao con la manina cercando invano di contrastare un’espressione ebete. Le stesse che pagano per guardare un castello pieno di attori che si sposano e che assistono altri mentre lo fanno. Un castello che, visto da fuori, è identico a uno vuoto o pieno di maestranza delle pulizie.
Oggi ho sentito l’ultima – spero – puntata del matrimonio di un uomo basso, ma molto ricco, americano, con una donna alta, ma molto bella, sempre americana. A qualcuno deve aver fatto piacere sapere che il rito si è svolto secondo i dettami di Scientology e che lui, per tradizione, ha donato a lei un gatto, una pentola e un pettine, in cambio della promessa di felicità. Mica scemi questi di Scientology, ottimo affare direi. Certo che se io fossi il gatto, mi farei qualche scrupolo ad essere regalato insieme ad una pentola. Meno male che non si sono sposati a Vicenza.

Technorati Tags: ,

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che possiamo dire.
stare come allocchi ad aspettare un tizio insulso, se non quando recita, è da demennti.

Anonimo ha detto...

Io mi chiedo com'è possibile che alle soglie del 2007 si pensi che a 15 anni si debba necessariamente essere traviati o pseudomaniaci per fare sesso, ci si sconvolge per una prof. seminuda, descrivendola come il più terribile dei mostri, quando tra l' altro è notizia degli ultimi giorni che pare sia lei la vittima e non la carnefice, e non per un branco di ragazzini che sfoga le proprie false frustrazioni contro un disabile, o per un prete che abusa di una bambina di 10 anni, senza chiedersi che ci faceva ancora in giro considerato che aveva ricevuto una condanna per lo stesso reato nel '95. Questa è poi secondo me, la stessa gente che si profonde in gridolini ed esclamazioni goderecce nel vedere il nano-impossible e la stangona sperperare il denaro dei contribuenti, per assicurarsi l' incolumità dall' assalto di quegli stessi spettatori, e che spende più per giornali gossippari che non per libri o quotidiani seri.
Ottimo post Cruman!! Scusa lo sfogo ;o)

Anonimo ha detto...

per fare un po la voce fuori dal coro il mio commento è "Bellino questo post Cruman, voglio dire così così..."