mercoledì 5 aprile 2006

Razzismo, ovvero tendenza a lanciare razzi


Premetto: io le partite di calcio di serie A le interromperei subito. Ma proprio prima che comincino, prima dell’arrivo dei tifosi allo stadio. Non certo per quello che fanno gli ultras in curva. Del resto signori, se il calcio non è uno sport per signorine, non lo è nemmeno fare il tifoso di professione. Vuoi vedere gli stadi pieni? Ti becchi anche tafferugli, sassaiole e insulti. Gia, insulti. Caso nazionale e interrogazioni parlamentari perché dei tifosi dicono negro a un calciatore di colore vagamente scuro. Inammissibile. Va bene devastare le città, va bene impiegare inutilmente ogni domenica centinaia di poliziotti e relativi soldi dei contribuenti che preferiscono guardare il curling, vanno bene le risse, i razzi sparati in faccia, i carabinieri all’ospedale, ma negro a uno di colore NO! Ecchediamine!!! Che razza di esempio diamo ai giovani…devastare insultarsi, ma rispettando le culture perbacco! Che poi non capisco quali insulti siano sdoganabili e quali no. Il grande Franchigia Baresi, in qualsiasi stadio si trovasse a zompettare (persino il meazza) veniva subissato di epiteti concernenti le abitudini sessuali libertine della moglie. Il povero libero è finito in lacrime tra le braccia di Arrigo Sacchi, senza ormai un capello (Baresi non Sacchi, lui ne è sprovvisto dalla nascita). L’adiposo Maradona veniva deriso per la sua prominente epa (rotolo de coppa) ed è finito drogato in una clinica per recupero afflitti dalle sostanze stupefacenti e dalle magliette di Che Guevara (XXL). Certo insultando un uomo di colore si colpiscono milioni di persone, ma insultando un cornuto se ne colpiscono molte di più….poi i cornuti sovrappeso….!! D’accordo, d’accordo è un fatto di cultura. La storia ci insegna: schiavismo, discriminazioni razziali, genocidi. Non dimentichiamo però che in curva non ci sono docenti di storia comparata alla sorbona di parigi. Sono tifosi, che, apoteosi della coerenza, sostengono squadre zeppe di giocatori di colore (uno dei tifosi condannati ha anche dei bambini africani adottati a distanza) e che quindi non esprimono ideologie razziste…vogliono solo insultare. Concetto bislacco è vero (mi sono stupito di averlo scritto), ma la stessa società (civile, non sportiva) che ora condanna queste cose ha sempre accettato questi atteggiamenti. E’ sempre valso anche il simpatico “devi morire”. La cultura dell’odio fino alla morte sì, ma l’intolleranza razziale no? Allora che si fa? Creiamo un bel decalogo dell’insulto. Negro non va bene perché non rispetti le diversità razziali, quindi ditegli “sei uno stronzo ma rispetto molto i fratelli africani yo yo”. Ma c’è davvero qualcuno che pensa che queste cose creino una cultura di intolleranza???? Un gruppo di persone che si infila in uno stadio ad insultare atleti perché hanno la disdicevole intenzione di spingere una palla dentro la loro sacra porta. O a pestare (e ammazzare) coetanei perché hanno una brutta bandiera. E li condanniamo perché dicono negro a uno di colore?? E i politici, le istituzioni sportive, i giornalisti dicono che bisogna fare qualcosa. Non sia mai che queste tifoserie finiscano per dare un cattivo esempio ai giovani. A loro non interessa niente della razza, interessa trovare il modo più umiliante di insultare. Ed è il fatto stesso che accettiamo da sempre questa cultura di guerriglia che dovrebbe far riflettere. Volete fare qualcosa? Chiudete gli stadi, tanto c’è sky, tanto ci sono le card piratate. Se no lasciate libero sfogo a questo circo da antica roma. Se si fermano solo gli insulti ai calciatori di colore, Baresi e Maradona ci rimangono male.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Scommettiamo che se si facesse pagare alle società calcistiche il costo del servizio d'ordine (Carabinieri & C.) delle partite, come per incanto cambierebbero le cose ?
Io spero che il calcio (o gli sport che comunque dovessero degenerare a quello...stadio)si estingua presto. Sarebbe educativo, oltre che economicamente vantaggioso per tutti.