La mia motoretta è del secolo scorso. Questo modo sexy di identificare il 1999 spinge l'immaginario collettivo a credere che si stia parlando di un pezzo di antiquariato perché fino a 8 anni fa “il secolo scorso” significava cavalli (equini, non hp) motori a vapore e velocipedi bohemienne. Invece la mia motoretta non ha nemmeno 10 anni, è stata costruita con la tecnologia affacciata al 2000: un sistema di ripartizione della frenata che permette di sentire un po' meno spesso frasi del tipo “scusa non ti avevo visto”, mentre ti estraggono un guard rail dal naso; quattro cilindri con doppio contralbero che fanno sì che io possa dire di avere quattro cilindri con doppio contralbero provocando un meccanico rispetto e un timore nel chiedere spiegazioni che fa il gioco del mio non saperne dare. Insomma la mia motoretta è un attrezzo assemblato con tutti i crismi, prova ne è che il concessionario ha voluto in cambio un mucchietto di milioni senza farmi alcuna concessione, snaturando così la sua natura. Si tratta di un investimento dilaniato nel tempo che ho fatto volentieri. Un oggettino che mi godrò per un bel pezzo, pensai. Non avevo fatto i conti con i paladini dell'ambiente. Non quelli che si fanno prendere a bidonate di scorie radioattive in testa a bordo di canotti, non loro. Parlo di politici e legislatori con i loro macchinoni di rappresentanza, senza assicurazione, senza pedaggi, senza tasse, senza zone a traffico limitato e multesenti. Questi gestori della cosa pubblica dotati di autista, hanno deciso che la mia motoretta e tutte le altre non eurocatalogate non potranno più circolare per le città appestate dal trasporto su gomma, dal riscaldamento domestico e dalle macchine di rappresentanza. Visto che non potrò andare più da nessuna parte la mia tassa di circolazione sarà ridimensionata in maniera commisurata alla limitata circolabilità, ho ingenuamente congetturato. No. Me l'hanno raddoppiata. Così imparo a non guadagnare 10.000 euro al mese come loro e non cambiare veicolo ogni due anni adeguandomi alle fantasie pseudoecologiste e riempiendo il pianeta di materiale inquinante da smaltire.
Io non penso che questi politicanti siano tutti scemi, ma il fatto che loro lo pensino di me un po' mi insolentisce. Io per apprezzare il loro impegno sociale sventolato come una tessera di partito, dovrei credere che la mia motoretta eurozero inquini più di un'automobile euro4 (che tra due anni sarà una vecchia ciminiera in confronto all'euro5 senza che ancora nessuno abbia capito che stramaledizione sia un euro1), che contribuisca all'incremento di PM10 e che la sua eliminazione dal traffico risolva i problemi dello smog in Italia. Tutte queste cose sono evidentemente false. In un qualsiasi percorso medio cittadino una moto euro0 brucia meno della metà di carburante di una modernissima auto euro4 (e inquina di conseguenza), rimane in strada la metà del tempo e decongestiona il traffico senza creare problemi di parcheggio. Il 60% di PM10 è prodotto dal riscaldamento e dagli impianti industriali, il 30% dal trasporto pesante su gomma e dalle centrali termoelettriche, il 2% dai veicoli privati, di questo 2% solo una piccola parte è generata dai motoveicoli.
Io non penso che questi politicanti siano tutti scemi, ma il fatto che loro lo pensino di me un po' mi insolentisce. Io per apprezzare il loro impegno sociale sventolato come una tessera di partito, dovrei credere che la mia motoretta eurozero inquini più di un'automobile euro4 (che tra due anni sarà una vecchia ciminiera in confronto all'euro5 senza che ancora nessuno abbia capito che stramaledizione sia un euro1), che contribuisca all'incremento di PM10 e che la sua eliminazione dal traffico risolva i problemi dello smog in Italia. Tutte queste cose sono evidentemente false. In un qualsiasi percorso medio cittadino una moto euro0 brucia meno della metà di carburante di una modernissima auto euro4 (e inquina di conseguenza), rimane in strada la metà del tempo e decongestiona il traffico senza creare problemi di parcheggio. Il 60% di PM10 è prodotto dal riscaldamento e dagli impianti industriali, il 30% dal trasporto pesante su gomma e dalle centrali termoelettriche, il 2% dai veicoli privati, di questo 2% solo una piccola parte è generata dai motoveicoli.
La situazione che si viene a creare è di facile lettura, persino per un politico. Le tantissime moto eurofree diventano un peso per i loro proprietari: pieni di limiti di circolazione, con tasse esorbitanti, assicurazioni vampire e invendibilità a causa del crollo del valore dovuto a queste norme (a meno di venderle in Germania, dove l'ecologia è presa sul serio). Che cosa fa il buon centauro impossibilitato dalla nuova finanziaria a comprare un mezzo nuovo? Rottama, pagando, la sua amata due ruote o la lascia nel box e va a piedi. No, no furbissimi legislatori, non va a piedi. Prende la macchina. Che inquina di più anche se è euro4, ingorga tangenziali, crea costosissimi problemi di parcheggio e fa nascere creature infernali come gli ausiliari del traffico. Voi direte, sono pazzi! Magari dico io (dico verbo, non nel senso di pacs).
Loro hanno il macchinone pagato da noi che consuma come il boeing con cui vanno a fare i fenomeni alle Maldive, limiti di circolazione non pervenuti, la moto non ce l'hanno perché la moto è per gente con le palle (ma se ce l'avessero sarebbe l'ultimo modello), in casa hanno un bel calduccio perché la colf filippina pulisce meglio svestita e intanto autorizzano la costruzione di inutili rigassificatori che producono PM0,5 da far venire un tumore a un carcinoma. E ci fanno pure la figura di quelli che si preoccupano dell'ambiente. Di quelli che usano solo fogli protocollo di Kyoto.
La cosa più triste però è che è colpa nostra. Di tutti quelli che sentono parlare questa gente di salvaguardia dell'ambiente e non capiscono che si stanno riferendo al loro ambiente di lavoro. Di quelli che si bevono che una motoretta del '99 è un'arma biologica e senza fiatare pagano 500 euro di tassa di circolazione (di una moto che ne vale 300) per poi non poter circolare. Forse è arrivato il momento di accorgersi che i nostri rappresentanti ci trattano come pecoroni rumorosi ma mansueti. Di accorgersi che mentre ce ne stiamo seduti sul divano a ridere dei politici messi alla berlina (euro4) perché non sanno chi è Nelson Mandela, ci facciamo ciurlare nel manico da chi ci vantiamo di deridere.
Tra tutto ciò che è movimento frutto di combustione a partire da un shuttle per guardare l'infinito da qualche chilometro più vicino, agli aerei che portano gentiluomini ad occuparsi di adolescenti indigenti thailandesi, la motocicletta è ciò che più si avvicina a un rapporto sano con la natura, con l'ottimizzazione delle risorse e dello spazio e nulla cambia al nostro pianeta che si tratti di una Guzzi Nuovo Falcone 500 del 1971 o un scooter euroqualchecosa.
Fermare le moto euro0 per salvaguardare l'ambiente è come andare dal dentista con dodici carie e farsi un bello sbiancamento dei denti così che si possa sorridere mentre si marcisce da dentro.
Loro hanno il macchinone pagato da noi che consuma come il boeing con cui vanno a fare i fenomeni alle Maldive, limiti di circolazione non pervenuti, la moto non ce l'hanno perché la moto è per gente con le palle (ma se ce l'avessero sarebbe l'ultimo modello), in casa hanno un bel calduccio perché la colf filippina pulisce meglio svestita e intanto autorizzano la costruzione di inutili rigassificatori che producono PM0,5 da far venire un tumore a un carcinoma. E ci fanno pure la figura di quelli che si preoccupano dell'ambiente. Di quelli che usano solo fogli protocollo di Kyoto.
La cosa più triste però è che è colpa nostra. Di tutti quelli che sentono parlare questa gente di salvaguardia dell'ambiente e non capiscono che si stanno riferendo al loro ambiente di lavoro. Di quelli che si bevono che una motoretta del '99 è un'arma biologica e senza fiatare pagano 500 euro di tassa di circolazione (di una moto che ne vale 300) per poi non poter circolare. Forse è arrivato il momento di accorgersi che i nostri rappresentanti ci trattano come pecoroni rumorosi ma mansueti. Di accorgersi che mentre ce ne stiamo seduti sul divano a ridere dei politici messi alla berlina (euro4) perché non sanno chi è Nelson Mandela, ci facciamo ciurlare nel manico da chi ci vantiamo di deridere.
Tra tutto ciò che è movimento frutto di combustione a partire da un shuttle per guardare l'infinito da qualche chilometro più vicino, agli aerei che portano gentiluomini ad occuparsi di adolescenti indigenti thailandesi, la motocicletta è ciò che più si avvicina a un rapporto sano con la natura, con l'ottimizzazione delle risorse e dello spazio e nulla cambia al nostro pianeta che si tratti di una Guzzi Nuovo Falcone 500 del 1971 o un scooter euroqualchecosa.
Fermare le moto euro0 per salvaguardare l'ambiente è come andare dal dentista con dodici carie e farsi un bello sbiancamento dei denti così che si possa sorridere mentre si marcisce da dentro.
Technorati Tags: Moto Euro zero, Limitazioni
5 commenti:
semplicemente perfetto...
meditate gente... meditate
Supercax
Cruman ha riaperto una piaga che credevo rimarginata. Ricordo come fosse ieri quando, circa 3 anni fa, sull'altare dei buoni propositi ambientalisti non so nemmeno più quale allora ministro dei trasporti pontificava davanti alle telecamere di aumentare il prezzo della benzina, di car sharing, di norme antinquinamento... poi spuntarono le iene e gli chiesero il prezzo di un litro di verde. Non la valutazione di un quadro di valore inestimabile o l'esatto ammontare del debito pubblico del Suriname. Il prezzo di un litro di verde. L'impunito rispose "penso 30 centesimi" o giù di lì. Non ci si meravigli se poi saltano fuori di queste proposte...
Sono d' accordo con anonimo, articolo-denuncia perfetto!
scusa se non ho ti chiesto autorizzazione in bollo ke tanto non sei un'amministrazione pubblica, meno male, e ti violo direttamente la privacis, ma ti ho linkato, troppo bello
nessun problema jo, se mi linki in un sito euro0 sono 500 euri, altrimenti un media chiara, grazie!
burp
cruman
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