martedì 21 febbraio 2006

Tra cento metri... reggersi forte


Le compagnie assicuratrici ci vogliono bene. Eh sì, si sbagliava Woody Allen quando voleva perseguire propositi autolesionistici aspirando forte in prossimità di un assicuratore. Pensate che per la nostra sicurezza hanno svolto un'accuratissima ricerca sugli effetti dell'uso del navigatore satellitare sull'attenzione alla guida. No no, non fatevi distrarre dal fatto che questo permetterà alle amate compagnie di non pagare milioni di euro di risarcimenti danni. Lo fanno perchè ci vogliono bene. Secondo questo interessante studio, il 19% degli automobilisti viene distratto in modo pericoloso dall'odioso marchingegno parlante, contro solo il 17% distratto dalla cara vecchia cartina stradale. Quello che non viene illustrato è il come e il perchè si viene distratti. Non è un dettaglio trascurabile, in quanto potrebbe portare a rivalse legali su terzi. Per esempio il citato 17% distolto dalla guida nella consultazione di cartine stradali, si trova generalmente in gravi condizioni di pericolo non mentre cerca una via, ma nell'inumano compito di ripiegare le maledette piantine stradali. Operazione durante la quale ci si può ritrovare a testa in giu nell'abitacolo, completamente avvolti dal diabolico oggetto a guisa di pipistrello reale del borneo. Sulla base di questa considerazione andrebbero ricercati (con tanto di taglia e permesso di sparare a vista) i criminali che progettano i punti piega delle cartine stradali. La sacra scuola di Okuto mi ha conferito il titolo di Yokozuna dell'origami, avendo prodotto nel ripiegamento cartine, le figure più complesse: un cigno, un veliero, un bue muschiato. Il problema è riporli nel cruscotto. Per quanto riguarda i più teconologici navigatori satellitari, le cause delle distrazioni al volante vanno ricercate in quelle vocine, melodiose come un'unghia sulla lavagna, che, mentre ti destreggi a fatica tra incidenti, lavori in corso, carrozzine con dentro lavavetri in fasce, rotonde elicoidali degne di un quadro di Escher, continuano a ripeterti monotonicamente "appena possibile... tornatene a casa". Questi presupposti, conducono inesorabilmente verso una sindrome chiamata "climax dell'automobilista" che, nei casi peggiori può portare all'omicidio e/o all'herpes zoxter. Detta sindrome è facilmente individuabile attraverso i seguenti sintomi che appaiono in una sequenza ineluttabile:

  • Amabile conversazione con l'apperecchio elettronico, del tipo "girerei volentieri a destra se non ci fosse un carro armato israeliano ribaltato su un deposito di gas nervino"
  • Accesa diatriba: "non sto andando per fossi, stupido ammasso di transistor taiwanesi, c'è solo una rotonda che questa mattina non c'era".
  • Violenta discussione dai toni vagamente blasfemi: "Torno indietro su tua sorella, schifosissimo bocchino a rotelle, che il dio dell'elettronica (diodo) ti strafulmini all'istante"
  • Conflitto fisico: il soggetto colpisce ripetutamente il navigatore, alternando i colpi con violente testate sul volante. Solitamente questo gesto scatena le ire degli altri automobilisti (a loro volta impegnati in diverbi con i loro navigatori) che pensano di essere l'oggetto di colpi di clacson.

Da questo punto in poi, ogni accadimento diviene completamente fuori controllo: dalla sommossa popolare a gesti simbolici tipo l'autoevirazione sul tettuccio della macchina.

Amici assicuratori, io faccio moltissimi chilometri sulle strade italiane e ho potuto vedere automobilisti svolgere le più bizzarre attività in macchina a 130 km/h. Dal sesso (di gruppo) alla lettura di dizionari, dal tagliarsi le unghie dei piedi al prepare un'impepata di cozze, dal giocare alla playstation al semplice dormire. Ora che senso ha prendersela con i navigatori satellitari? E' vero magari ci faranno schiantare, ma almeno ci schianteremo nel posto giusto.

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